Continuano le provocazioni jugoslave verso l'Albania
Continuano le provocazioni jugoslave verso l'Albania Continuano le provocazioni jugoslave verso l'Albania Vienna, 4, notte. ITa stampa c i circoli politici ili Belgrado continuano u considerare la chiusura del contine albanese nel settore di Ki ai osati i fra il lago di Okrida e Prespa come una misura di carattere eminentemente militare, valendosi ritenere a Belgrado che il Governo di Tirana persegua lo scopo di concentrare indisturbato nella zona di frontiera le bande dcomitagi albanesi e bulgari che coti l'inizio della primavera dovrebbero compiere incursioni in territorio jugoslavo. Il Vrr.mc esprimo cos'i la propria opinione al riguardo: «La misura per se stessa lion ò tale da pregiudicare i buoni rapporti fra i due Paesi; ma si aggrava per il fatto che in Albania vengono preparati dei colpi di mano contro la Jugoslavia c in pari tempo si costruiscono strade slrategicho conducenti direttamente alla nostra frontiera. Nel caso che il Governo albanese non desse soddisfazione alla richiesta di revoca della chiusura della frontiera, le relazioni fra la Jugoslavia e l'Albania potrebbero facilmente entrare in uria fase molto diffìcile». L'ufficiosa Sainuprava incalza: «E' noto che membri di bande bulgare e albanesi si muovono in completa libertà in territorio albanese e che il Governo di Tirana voleva procedere contro di esse ma vi desistette adducendo le difficoltà del terreno e la deficienza della propria gendarmeria. Ora, poiché la Jugoslavia non ha intrapreso nessun atto ostile verso l'Albania e dato che l'affermazione dell'esistenza di una epidemia nei dintorni di Struga non corrisponde a verità, la chiusura del confine devo essere giudicata un sintomo di cattive intenzioni, come avviene alla vigilia di un conflitto armato. I veri motivi di questo modo di procedere si vedranno nei prossimi giorni. In ogni caso, la Jugoslavia dispone di risolutezza e forze sufficienti per intervenire in difesa dei proprii legittimi interessi ». Secondo il Jularni Lisi, sarebbe l'Italia a voler faro pressione sulla Jugoslavia anche col mezzo di una minaccia di incursione per ottenere una risoluzione circa i rapporti ita lo-jugoslavi prima delle elezioni in Francia, mentre al contrario sareh he desiderio del Governo di Belgrado di aspettarne l'esito. La l'olilika vuole mostrarsi assai bene informa' la e scrive che negli ultimi 11 giorni da Brindisi sono arrivati a Valona e a Santi Quaranta numerosi agitatori macedoni, che ora svolgono la loro opera nella regione di Coritza, I conccntramenti di comitagi avverrebbero però, secondo un altro giornale, nei dominii di Vila Bcg e nelle località di Podgradez, Biliste e Zvc sta. Il Governo di Belgrado sta studiando la situazione e ha fatto venire perciò alla Capitale il proprio ministro a Sofia, Nescic, o il prefetto di Bitoglia, Matkovic. Quest'ultimo appena arrivato ha fatto una visita al ministro degli Interni, Korosec, recandosi quindi a conferire col Presidente del Consiglio, Vukicevic. Ieri hanno avuto luogo varii colloqui diplomatici, da mettere pure in relazione con la situazione creata dalla chiusura del confine albanese. I ministri d'Inghilterra e di Francia hanno chiesto informazioni al ministro degli Esteri per interim. A Belgrado si dice che la protesta fatta pervenire dalla Jugoslavia al Governo di Tirana per mezzo del proprio incaricato di Affari, Minailovic, è piena di dignità e tale da rivelare il desiderio di non provocare complicazioni. Il comunicato del mi nistro dell'Igiene che nega l'esistenza di una epidemia di tifo petecchiale nella regione di frontiera sarebbe poi una dimostrazione della piena responsabilità albanese per i possibili inasprimenti della situazione. Oggi si annunzia che il Governo di Belgrado, per ogni eventualità, ha preso tutte le misuro atte a reprimere sul nascere ogni tentativo di perturbamento della pubblica quiete nella zona che egli tendenziosamente dichiara minacciala.
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