Liquidazione?

Liquidazione? Liquidazione? Con quale gigantesca operazione si penserebbe di regolare la partita delle riparazioni e dei debiti interalleati • La cifra a carico della Germania sarebbe ridotta di 100 miliardi marclu oro, da 132 a 32: 16 in Buoni negoziabili, 16 a carico del bUancio tedesco. Parigi, 3 notte. Nel suo numero del 29 marzo, là Stampa, in anticipo di quasi una settimana sugli altri giornali europei, dava notizia delle trattative iniziate a Parigi da Gilbert Parker, Pierpont Morgan e Poincaré in ordine ad una possibile revisione del- I accordo Dawes c al complesso dei grandi problemi finanziari in sospeso, da quello della stabilizzazione del franco a quello della definitiva eistemazione dei debiti interalleati. j Le informazioni americane Oggi il New York Times ripiglia 10 stesso argomento e fornisce, in proposito particolari interessanti. Dice il grande organo americano: «Si sta mettendo In piedi il piano di una operazione finanziaria gigantesca che avrebbe per obiettivo di regolare in modo pratico la questione delle riparazioni e dei debiti internazionali. I periti incaricati di elaborare questo piano si sarebbero finalmente messi di accordo sui seguenti punti. La cifra complessiva delle riparazióni, teoricamente di 132 miliardi di marchi-oro, verrebbe ridotta a 32 miliardi. II debito del Reich cosi definitivamente fissato, verrebbe coperto dall'emissione di Buoni tedeschi per un ammontare equivalente. Metà di tale cifra, ossia 16 miliardi di marchi-oro sarebbe costituita dagli 11 miliardi di obbligazioni ferroviarie e dal 5 miliardi d'obbligazioni industriali previste dal piano Dawes, con l'interesse del 5 % e dell'I % per l'ammortamento. Detti Buoni sarebbero ampiamente garantiti dagli Introiti delle ferrovie e anche dall'industria della Germania. Il rimanente delle obbligazioni, pure di 16 miliardi di marchi-oro, sarebbe a carico del bilancio tedesco. « Vi sarebbe dunque una notevolissima riduzione del-debito della Germania se si fa un confronto fra la fissazione eventuale del suo debito e le annualità previste dal piano Dawes. Il ricavato delle obbligazioni ferroviarie e industriali sarebbe utilizzato, secondo 11 progetto, per liquidare 1 debiti Interalleati, mentre gli altri 16 miliardi di marchi-oro che verrebbero pagati in gran parte con le norme attuali e cioè sotto forma di prestazioni. In natura, sarebbero iscritti nel conto della Francia e del Belgio sotto la rubrica Danni di guerra. Evidentemente" # 11 collocamento di un cosi gran numero di obbligazioni non potrebbe essere fatto che a gradi. D'altronde, le obbligazioni ferroviarie fruttando soltanto il 5 % di Interesse, non potrebbero-produrre altro che la somma approssimativa di tre miliardi di dollari. Orben* è'comunemente ammesso che 11 valore attuai»! del versamenti previsti per,resttnzione| di tutti t (leniti verso 4'AinBi«*-*on' oltrepassa i 4 miliardi di «Mari (t« miliardi di marchi-oro). JE' naturale che gli Stati Uniti consentano ad una riduzione importante se 1 rimborsi ohe sono lc.ro dovuti hanno luogo tn pochi anni con il meccanismo dei buoni invece di, scaglionarsi su un periodo di 63 anni. E* ad ogni modo probabile che, se l'Europa si mostra- pronta a grandi sacrifizi per regolare i problemi delle riparazioni e dei debiti, il Governo degH Siati Uniti — che non ha ancora preso parie alle conversazioni — non rimarrà sordo all'appello che gli varrà rivolto di portarvi la sua collaborazione »*•■• « Piano seducente » Rilevammo ieri sera nel discorso pronunziato da Poincaré a Carcassonne (mettendola in relazione colla nostra notizia del 29 marzo) l'allusione del Presidente del Consiglio all'assestamento dei debiti di guerra e alla commercializzazione delle obbligazioni ferroviarie e industriali tedesche previste dall'accordo Dawes. Dopo questo primo riconoscimento ufficiale, possiamo dire che la nuova — e probabilmente definitiva — fase della liquidazione della guerra è aperta. Già si discute sul .valore delle proposte recate a Parigi da Parker Gilbert e da Pierpont Morgan, e il senatore Beranger, relatore della Commissione finanziaria del Senato, scrive al riguardo sul bollettino della Agence Economigue et flnanciaire : c Mobilitare 16 miliardi - di marchiòro cioè 4 miliardi di dollari, è sufflctente per risolvere un insieme di debiti che va suUa cifra di 132 miliardi di marchi-oro o 32 miliardi di dollari (debito tedesco) e di 23 miliardi di dollari (debiti interalleati)? Prima di sostituire alle fondamenta attuali dei nostri regolamenti una base cosi stretta bisognerà guardarvi a parecchie riprese. Il piamo Dawes, tal quale è, ci assicura per più di mezzp secolo tutte le somme necessarie al regolamento dei • nostri debiti di guerra e al rimborso delle nostre spese di ricostruzione. Non abbandonare a nessun momento, per un capitale ridotto, le quote permanenti e garentite non è la cosa pili saggia tanto per le nostre finanze come per la nostra sicurezza? ■ Ma forse si considera jina nuova combinazione? Non bisogaia infatti dimenticare che il l.o marzo, in virtù dell'art. 8 dello statuto della Società delle ferrovie tedesche, doveva cominciare l'ammortamento della prima cruota del capitale degli 11 miliardi di mar' chi-oro di obbligazioni ipotecarie cui detta Società, previste dal piano Dawes Questa prima quota rappresentar va 110 milioni di marchi-oro. cioè 27 milioni e mezzo di dollari. Se questo ammortamento è cominciato, la parte più sostanziale del, piano Dawes comincia a prendere vita. E' su ciò che si conta di «diflcaxe la liquidazione compensatricR delle riparazioni e dei debiti interalleati? Il piano sarehbe seducente, e merita di essere esaminato da vicino. Aspettiamo per farlo, di conoscerlo, ciò che senza dubbio non può orma! tardare •. Verso un annullamento generale I, dei debiti... Ma l'esperienza ci insegni che anche ad esaminare certe cose col microscopio, non è possibile evitarle quando il lavorìo della loro realizzazione e incominciato. Dal 1921 in poi, ogni volta che si è incominciato a panare di una revisione del debito tedesco, la revisione, ad onta di tutte le resistenze oppostevi, si è fatta. Altrettanto accadrà per l'accordo Date%s. E Jacques Bainville, cùe col suo saporoso scetticismo e B Meno incline dei francesi a pa¬ scersi di chimere, scrive nella I» berte: « Si parla di ridurre da 132 a 32 miliardi di marchi-oro l'ammontare del debito delle riparazioni. Una diminuzione di 100 miliardi di un colpo: non si va con mano leggerai Si calcolano 16 miliardi per estinguere 1 debiti di guerra interalleati; rimarrebbero 16 altri miliardi per i paesi invasi e devastati. La Francia non è del resto la sola, anche se essa ha avuto la maggior cifra di danni. Ad ogni modo e Pe* quanto incerto sembri ancora' qùe5*0 regolamento di conti, stiamo avJ vlandocl verso un annullamento gene; rale dei debiti. Ci si incammina perchè la natura delle cose e la ragione 10 vogliono. Ci si incammina perchè non sarébW* saggio rendere i popoli tributari gli uni degli altri per più di due generazioni. La cancellazione dalla lavagna era inevitabile e necessaria. Essa deve avvenire : se non è per oggi, sarà per domani; Però, questa liquidazione non sarà tanto facile. Molte questioni si presentano ancora. Cosi, non ci si dice nulla di quello che avverrà per l'Inghilterra. La grande complicazione dei debiti interalleati è che l'Inghilterra ha accettato di rimborsare gli stati Uniti con annualità terribilmente gravose. Rinmizierahno gli Stati Uniti, al loro credito sull'Inghilterra? Sarebbe necessario- poiché non ci dovrebbe essere nessuna eccezione nella specie di tonitina che sarebbe formata col prodotto delle obbligazioni tedesche. Altrimenti se l'Inghilterra continuasse a pagare gli Stati Uniti, essa esigerebbe legittimamente di essere pagata dai suoi debitori e allora non vi sarebbe liquidazione definitiva. « Qualche altro problema sarebbe ancora da esaminare. Per esempio quello della solvibilità delia Germania considerazione importantissima per i futuri sottoscrittori delle obbligazioni. La Germania si è molto indebitata principalmente presso gli americani, per il suo risollevamento. E' d'altronde una cosa ammirevole che si sia ancora trovata delie gente per far prestiti ad un Paese che ha spogliato così bene 1 suoi vecchi oreditori. Il credito è una balla cosai Ma infine bisognerà sapere se i sottoscrittori di obbligazioni Dawes passeranno prima o dopo i privati che hanno anticipato dei fondi alla Germania dopo ii 1924. E questo non è che un esempio dei casi che bisognerà studiare. In ima parola, non è del tutto sicuro che dopo essere scese da 132 a 32 miliardi le riparazioni non scendano anche a meno». Lo sgombero renano Ma tutto quanto precede non basta. L'accenno del discorso di Careassonne alla commercializzazione delle obbligazioni tedesche, i colloqui! parigini Parker-Morgan-Poin**rtj*ìia polemiche «he oggi sr Iniziano sulla grande liquidazione, hanno anche il loro addentellato politico: lo sgombero renano. Poincaré ha rinnovato alla Germania la offerta, di Thoiry. E qualora ne dubitassimo, ce ne farebbe edotti il radicale Quotidien, il quale scrive oggi: » • Nella parte consacrata alla politica estera, il Presidente del Consiglio ha detto: « Noi siamo pronti ad accettare delle combinazioni-per il collocamento delle obbligazioni del pjano Dawes che permetterebbero ai nostri alleati di ieri, alla Germania e a noi di pagare rapidamente i nostri debiti ». Questa piccola frase un po' sperduta in una ondata di grande eloquenza non ha trattenuto, a quanto ci sembra, l'attenzione quanto meritava. La Germania ha da molto tempo Infatti dato il suo consenso ad una mobilitazione anticipata dei buoni. Essa lo ha anche, salvo errore, proposto nelle conversazioni di Thoiry mettendovi però una condizione espressa, cioè lo sgombero della Renania. Il Governo francese non aveva fino ad oggi risposto a quell'offerta. Poincaré vi ha risposto accettandola. Per parte nostra non potremo che felicitarcene. Noi non vediamo affatto l'interesse che si avrebbe a prolungare l'occupazione di una provincia straniera dalla quale dovremmo ad ogni modo ritirarci nel 1935 ». Un .solo dubbio è lecito esprimere in proposito: questo appello francese ai ricordi di Thoiry dobbiamo noi prenderlo come un segno dell'adesione di Berlino alle condizioni finanziarie allora poste da Parigi allo ajfombero renano, o come un segno del timore di Parigi che, di fronte alla necessità. di una revisione dell'accordo Dawes, quelle condizioni divengano automaticamente caduche e lo sgombero renano cessi pertanto di essere commerciabile? C. P. Diffidenza a Berlino Berlino, 3 notte. Continua con animazione nella stampa tedesca, caratterizzata da una sempre più rigida prudenza, la discussione della questione delle riparazioni e dei debiti risollevata dal discorso di Poincaré. I giornali tutti pubblicano oggi i progetti e gli schemi di progetto di cui puliula la stampa francese, e specialmente le Informazioni particolari che 11 Matin dice di avere in proposito da fonte americana. Tutta questa fioritura di progetti appare però alla stampa tedesca» come un lancio interessato di aml^Td esche per suscitare una discussione tanto più compromettente quanto più prematura allo stato delle cose. E la stampa tedesca sì guarda bene dali'abboccare e .lai lasciarsi trascinare in particolari, limitandosi a brevi commenti, iLluminati da titoli del genere di questo: « Tutto a spese delia Germania » ovvero « Sulle spaile della Germania si vogliono regolare i debiti tate railleàtii ». Così, la Deutsche Allgemeine Zeiiung •scrive : « I giornali francesi, pubblicano dei .particolari sulla revisione del piano Dawes, tolti da informazioni <!el corrispondente parigino del New York Times. Ma le informazioni di questo corrispondente americano non sono da considerare autentiche c sicure e si può piuttosto pensare che esse abbiano la loro fonte non tanto a New York quanto a Parigi. La vera intenzione" che muove tutte queste molteplici manovre di stampa è quella di portare in discussione la questione della somma ultima che la Germania deve pagare. Però, nè il Governo tedesco né l'economia tedesca hanno motivo alcuno di discutere questo punto nella stampa, sino a ohe da parte competente non sia stata prosa ufficialmente posizione». Il Lokal Anzeiger pone il dilemma non potersi trattare che di un mercanteggiamento infido o di un ballon d'essai. Persino il BerUner Tageblatl si trincera dietro un rigido riserbo e dice che le discussioni sul dominio del regolamento delie riparazioni sono senza dubbio estremamente interessanti per la Germania. Esse rappresentano evidentemente la eco dei suggerimenti che Parker Gilbert ha fatto nei suo ultimo rapporto, suggerimenti che erano tuttavia assai prudenti. Ad ogni modo bisogna guardarsi bene da una supervalutazione di questa discussione poiché non si tratta per ora che di una pura discussione accademica. Di trattative non si parla affatto, nò è il caso di parlarne. La situazione della, politica interina dei Paesi interessati nella questione, e specialmente il fatto che sono ih essi imminenti le eiezioni, rende par il momento vana ogni seria discussione su questa materia. Tuttavia è un fatto già apprezzabile che le cifre astronomiche vengano ora sostituite da proposte che non sono, più totalmente al di fuori di ogni possibilità. La Deutsche Tages Zeiiung nota che le informazioni del New York Times, malgrado la lorp veste pretenziosa, -non contengono nessuna novità. Non è affatto la prima volta — dice il giornale — che si paria di fissazione della cifra delle riparazioni in S2 miiUardi di marchi-oro. Questa cifra anzi figurò già nelle discussioni delia stampa francese che seguirono alla visita di Parker Gilbert a Poincaré. Ma queste informazioni ebbero aOlora la loro fonte non già in indiscrezioni dell'agente delle riparazioni (che anzi tacque ostinatamente) ma bensì nell'elaborazione di una certa tesi dell'americano Auld, il cui libro gode molta autorità in Francia. L'AuId aveva calcolato u debito per le riparazioni della Germania in circa 8 miliardi di dollari, ponendo a base del suo calcolo un periodo di 25 anni di prestazioni del billancio, ed in conseguenza del piano Dawes 40 anni per l'estinzione delie obbligazioni ferroviarie ed industriali. La cifra di 32 miliardi di marchi corrisponde alla cifra data dall'Alibi. Nuovo è tutt'al più l'abbinamento del debito delie riparazioni .con i debiti interaillleiati, abbinamento a cui ora si accenna in forma relativamente precisa. E la novità consiste nel fatto che, come si pretende da parte francese, lo abbinamento verrebbe ora seriamente considerato dagli stati Uniti. Ma sinora il Governo americano si era mantenuto decisamente avverso all'idea di un tale collegamento, ed aveva nettamente rifiutata la proposta di una considerevole diminuzione del credito americano. L'ultima visita dell'agente delle riparazioni nel suo paese avrebbe dunque dovuto fare cambiare il pensiero dei pToprii connazionali su entrambe queste questioni. Obbiettivamente — oanclude il giornale — è da osservare dal punto di vista tedesco che anche un. debito per le riparazioni dt 32 miliardi non può essere sopportato dalla Germania. Di questa somma. 16 miliardi dovrebbero andare, secondo le infor. mazioni pariginc-amiericane a carico del bilancio, ciò che equivarrebbe ad un' imposizione al bHancio della annualità massima sino all' anno 1949, con ■ quali conseguenze per la finanza e la economia tedesca è superfluo dire, e ad una riduzione di questo tributo, non si pensa ohe pel solo caso di un prolungamento del periodo dei pagamenti, prolungamento che per noi non sarehbe meno insopportabile. Ma tutto ciò ha troppo l'aria di una combinazione puramente parigina e non merita una considerazione più approfondita. «*•