POINCARÉ

POINCARÉPOINCAÉÈ r e o i a a a e i . e i o o l i Speranze tedesche Berlino, 2, notte. Viva impressione ha destato nella stampa tedesca il nuovo discorso elettorale di Poincaré sudila questione delle riparazioni e dei debiti, impressione la Cut spontanea esplosione è stata però subito contenuta e rattenuta, nei giornali! più responsabilii, da un comprendi Me senso di prudenza e di riserbo in materia cosi perìcoli osa e delicata. Malcelata prudenza Alla immediata esplosione di soddisfazione delle prime edizioni dei giornali, succede ora l'autorevole parere della Taealische Rundschau (che rispecchia, come ò noto, il parere degli ambienti più vietai alla WithelmsVrasse) manifestato da un commento quanto mai prudente e misurato, il quale dice che bisogna anzitutto aspettare il testo preciso delle parole di Poincaré per vedere se le espressioni del Presidente francese siano più chiaTe, concrete ed esplicite di quelle che non sembrino finora. E soprattutto non si vede ancora come Poincaré immagini la possibilità di un regolamento concomitante del problema delle riparazioni e dei debiti interadUeati : « In fondo qui non si tratta di idee nuove, perchè esse sono state più volte già ventiliate in discussioni internazionali. E' noto che il sig. Poincaré non ha spinto avanti sinora l'idea dt Toirv (dove appunto si trattò, degli scambi SB.iiaaaiÉaoHI ni miuii e finanziari .co». tro concessioni politiche francesi) per«e sr opponeva a convenzioni separile Mia Francia e la Germania. (Va, Pel 6UÓ discorso di ieri egli accenna et grande piano di un regolamento generale economico, contpjv.ndente non solamente le relazioni fra la Francia e la Germania ma evidentemente anche da questione dei debiti interalleati ed ailtri problemi. Bisogna ancora attendere schiarimenti. Forse il sig. Poincaré si spiegherà con maggiore precisione in un'altra prossima occasione». Anche la Borsen Zeitung cerca di frenare la foga esplosiva della soddisfazione degli ambienti di sinistra, che vedono subito la pacificazione in ogni piccolo accenno a concessioni. « Bisogna attendere e stare in guardia. Sinora, ogni proposta ed ogni suggerimento partito dalla Francia ha signicato per la Germania niente altro ohe una nuova imposizione, una più o meno ben camuffata trappola destinata sempre ad eternare l'attuale costellazione politica i-istillante dal trattato di Versailles, c sottoponente la Germania per sempre alle pretese della I-Trancia c dei suoi seguaci. 'Anche noi desideriiutìò la pace e •l'intesa con la Francia, ma non una pace di umiliazione e di schiavitù od una intesa che non tenga conto degli interessi vitali di un paese civile come il nostro. Poincaré cita Locarno, e intende forse nuovi obblighi da parte dalla Germania versò i vassalli della Francia in oriente e nuove garanzie, 'nuove catene ju occidente. Non si può ancor giudicare ■ che cosa Poincaré voglia, se cioè egli vuole la soluzione del problema nell'ambito di un regolamento speciale del tipo di Tboiry — rimasto senza risultato — oppure se egli pensa ad una grande conferenza internazionale die dovrebbe decidere definitivamente del problema delle riparazioni. Se la Germania potrà o no seguire H ministro Poincaré sullo via ohe egli intende oggi indicare si potrà soltanto sapere quando si vedrà chiaro circa i suoi piani e le sue intenzioni. Per ora, basterà constatare però che Poincaré — anche oggi — considera il regolamento dello riparazioni in connessione stretta con i debiti di guerra e con il problema della sicurezza, ciò che dà il diritto di credere che egli miri piuttosto a facilitare il pagamento dei debili della Francia verso i suoi creditori che a facilitare H problema delle riparazioni tedesche. Consideriamo dunque le sue. dichiarazioni per ora con il medesimo scetticismo con cui consideriamo la sua nostalgia della pace ». Le idee di Parker Gilbert Il Tag; nella sua edizione serale, è ugualmente scettico e nelle riserveespresse da Poincaré circa la sicurezza, sospetta .l'intenzione di ' creare una connessione fra lo sgombro della Benania e la questione delle riparazioni, nel senso che lo sgombro ancor una volta'dovrebbe essere mercanteggiato con nuove concessioni tedesche circa le riparazioni. I giornali di sinistra naturalmente dimostrano un meno frenato ottimismo, eri il Reriiver Tageblatt intitola addirittura il suo resoconto: «Il discorso di pace di Poincaré ». Il' giornale poi lo commenta in un articolo apposito, notando ohe il fatto appunto che non si tratta di idee nuove ma di idee già abbandonate che ora risorgono, costituisce un progresso già abbastanza notevole per potersene senz'altro rallegrare. Il giornale si spinge fino ad affermare che una- politica « pratica » (li pace abbia avuto il sopravvento In Francia. L'argomento principale del giornale democratico è che le proposte attuali partono dal presidente Poincaré, il quale è anche ministro delle Finanze e sta preparando la stabilizzazione del franco. Non si può pretendere — secondo il giornale — che egli abbia parlato senza assicurarsi prima del consenso di due elementi principali Interessati, cioè dei debiioiì e di creditori delia Francia. L'Idea Itila commercializzazione delle obbli nctetncsemmttMadsgcttrcgnzipiii fcrro.vytne, mausu-iaii non è e e n v i . n e e d i o o a i a c , i a e a i e . a a i i — e e a à o i à ò i i ue l a e . aè eze a anedi n r o i mnsi à ia ld » n el oe o aò — rti oa i nuova, ma nuova è però la precisa dichiarazione che la Francia, sotto certe cautele, è pronta a entrare volentieri in conversazioni atte ad eliminare, in un termine non astronomico, ia questione delle riparazioni e dei debirtii di guerra, ciò che è un considerevole progresso. Il giornale presume che tutto ciò sia il risultato di espliciti studi tecnici Parker Gilbert stesso — ricorda il giornale — ed i magnati fuiamstari di Wallstreet, sono stati negli ultimili tempi a Parigi e hanno colà conferito con le massime autorità finanziarie, francesi; la Banca di Francia pai iva testé inviato dei suoi rappresentanti negLi Stati Uniti per condurre (Ielle nuove trattative circa la convenzione Bere.ugerMellon, per il complesso della questione dei debiti. Intìnte, si sonte dire clic al di là dell'Oceano le disposizioni d'animo sarebbero sempre più favorevoli, in viista dal caso che i risultati delle prossime elezioiiii europeo fossero tali da lasciar prevedere un maggiore avv-icinamento all'ideale del consolidamento della pace. Il giornale ammette che il suggerimento di Poincaré è contenuto in linee assolutamente generali e non parla delle difficoltà che potrebbero opporsi ad una sua realizzazione, ma non' vedo però in ciò alcun serio ostacolo, perchè vi è tempo per preparare la soluzione di ógni difficoltà non potendo la conferenza suggerita da Poincaré avvenire prima che entri in carica 11 nuovo Presidente americano, dal quale avvenimento ancor undici mesi ci separano. e p Pacifista e filoradicale Con'è accolto il discorso di Carcassoine Parigi, 2, notte. Ai radicali non è piaciuto troppo nemmeno il discorso di Carcassonne. Parecchi di loro avrebbero in; dubbiamente preferito che Poincaré facesse ieri una professione di fede cartellista. Ma la delusione radicale è tuttavia più grande nella immaginazione dei moderati che non nella realtà dei fatti. I radicali di buon senso, ossia quelli che seguono con disciplina le direttive di Alberto e di Maurizio Sarraùt, non possono non riconoscere che, arrendendosi senza altro alle pressioni delle sinistre, il Capo del Governo perderebbe l'appoggio di una buona metà della maggioranza che lo sostiene e renderebbe pertanto un cattivo servizio alle sinistre medesime, le quali invece di seguitare ad essere parte cospicua di una invincibile formazione di Governo, tornerebbero ad essere parte, sia pure altrettanto co spicua, di una formazione di Governo preventivamente condannata. La politica di unione nazionale La còsa è tanto vera, ette, richiamando all'ordine La Vote, La Volente e gli altri organi cartellisti, oggi l'autorevole Ère Nonvelie loda senza riserve il discorso di Carcassonne, scrivendo: « Invitato a Bordeaux dall'Alleanza repubblicana, a Care assonno dalla Federazione radicale socialista, Raimon do Poincaré non ha voluto rompere, a profitto dì un partito, l'unione repubblicana. Formuliamo l'augurio che i membri direttivi dell'Alleanza repubblicana, la cui porta è aperta a destra e socchiusa a sinistra, meditino la le zione di Intesa democratica che il Pre siderite del Consiglio ha loro data. In testa al suo discorso, il Capo. del Governo ha posto l'epigrafe ohe riassume la sua vita - politica: « Sono sempre stato e sarò; sino al mio ultimo giorno, impregnato dello spirito democratico e laico ». Cosi, la dichiarazione sullo Stato laico e sulla scuola neutra, che dava il vero carattere del discorso di Bordeaux, si ritrova più precisa e più -.personale ancora nel discorso di Carcassonne. Kssa dimostra ancora una volta — vi è forse bisogno di ri cordarlo? — che i radicali, sostenendo col loro voto e con la loro simpatia il ministero presiedute da Raimondo Poincaré, hanno data la loro fiducia ad un repubblicano di tradizione nel più alto senso di questa parola » E, controbattendo le .asserzioni della stampa moderata, l'organo ufficiale del radicalismo conclude: «I radicali, i repubblicani-socialisti, i repubblicani di sinistra non provano nessuna delnsione. Essi non hanno in cuore é nell'animo se non l'imperiosa preoccupazione del raggiustamento finanziario e dell'attività economica della Francia soito l'egida della legge della repubblica ». I radicali, si dice, volevano da Poincaré promesse formali circa lo stato reclamato dagli impiegati governativi e circa- le riforme chieste dalla Confederazione generale dal Lavoro. Ma quando mai il Presidente del Consiglio, durante la passata legislatura assunse impegni in proposito? Se li avesse assunti, l'unione nazionale non sarebbe durata 24 ore. La passata legislatura potè chiudersi invece nella concordia precisamente perchè Poincaré non promise mai nulla, uè di questo genere nò di genere opposto. L'unione nazionale, quale formula di Governo, cdmsostPccecana1dlbdtspcnRtlBtsqlpdshpsPnb- è èJgu.mea rinunzia a tutto quanto, e a o a l i , o n a a o contenuto programmatico dell'uno o dell'altro partito; significa compromesso, rinvio, inazione, salvo che sul terreno dell'interesse comune, in omaggio al quale l'unione è consentita, cioè — in questo caso — sul terreno del risanamento finanziario, Poiché Poincaré vuole fermamente che l'unione nazionale rimanga anche domani la base del Governo — e lo vuole per la semplice ragione che nessun partilo da solo potrebbe assicurargli >la maggioranza — è naturale che. la sua politica seguiti ad essere, conie lo è slata nel 19261927, prevalentemente una politica di neutralità.' Tanto peggio se, con la neutralità, si rimandano j problemi invece di risolverli. 1914.1928 Del resto, ai radicali il Presidente del Consiglio ha accordato ieri tutto quello che poteva accordare loro senza fomentare secessioni nel campo moderato: ha accordato delle dichiarazioni di'pacifismo e di locarnismo che, in bocca all'uomo della Ruhr, permettono di misurare l'entità dell'evoluzione subita dalla politica estera francese per merito di Briand dal 1922 al 1928. Questa parte del discorso dt Carcassonne è scesa tanto al cuore-dei radicali, che il Quotidien ne parla nei seguenti termini; « Nella "bócca 'ioiruòmo^dV^ato *at quale si è cosi ostinatamente, cosi violentemente, cosi ingiustamente rimproverato di-avere avuta la sua parte di responsabilità nella spaventosa mi schia dei popoli del 1M4, queste parole hanno un accento profondo che non potrà essere dimenticalo. Noi abbiamo sempre sostenuto qui che 6 falso che Poincaré, Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica, sta stato sia pure per poco, fra i fautori del counitto al tempo rielle guerre balcaniche 0 della guerra inondiate. Ma nella turbata Europa odierna non è una vana soddisfazione l'udirlo riprovare con tanto visore tinto ciò ohe potrebbe ri condurre alla guerra, ed assumere 1 impegno di non contribuirvi né con un atto, ne con un gesto, nò con una parola. I cartellisti disillusi su molti punti, troveranno per lo meno un po' di conforto in questa adesione al loro programma ». Ma l'elogio della politica locaraista, a differenza di quello dei sindacati di funzionari e di quello della politica della Confederazione generale del Lavoro poteva essere pronunzialo dal Capo del Governo sen za irritare nessuno. Prova ne sia che il Temps scrive a sua volta . « Non si ignora come l'opinione straniera — soprattutto l'opinione tedesca -- sia attenta alle manifestazioni del Governo della Repubblica relative alla politica estera e come certi circoli (nei quali ci si o-tina — anche contro la evidenza dei fatti — a sospettare le intenzioni della Francia, perchè si vorrebbe con ciò confonder le carie circa le tendenze imperialistiche e militaristiche che altrove prevalgono ancora) si ingegnino a scoprire non si sa quale opposizione di principio e di fatti fra le concezioni di Poincaré e quelle di Briand. I due discorsi pronunziati, a otto giorni di distanza, dal Presidente del Consiglio a Bordeaux e a Carcassonne lagliano corto a qualsiasi tentativo di diversione! di tal genere. l,a politica estera della Francia vi e definita in un sommario impressionante con un vigore, una franchezza e una chiarezza che non lasciano posto a nessun equivoco. Se vi è un terreno in cui l'unità di pensiero e di sentimento del Governo della Repubblica soprattutto si afferma è appunto quello di un'azione estera interamente orientata verso il consolidamento della pace ». In conclusione, la polemica che si vuole istituire per provare che Poincaré sta con gli uni e non con gli altri è, come notavamo all'indomani del discorso di Bordeaux, assolutamente falsa. Poincaré sta con se stesso, cioè con tutti coloro che stanno con lui,- e la speranza che egli voglia, e possa dettare agli elettori un'altra parola d'ordine fuorché il proprio nome non ■ racchiude la minima possibilità di avveramento. Un particolare importante del discorso di ieri è, come avrete notato, l'accenno all'accordo Dawes e al pagamento dei debiti di guerra. Questo accenno costituisce la prima allusione ufficiale a quelle conversazioni Parker-iMorgau-Poincaré di cui vi demmo notizia giorni or sono ldlqbri—plcvoMdctsusrirssct