Trionfo di macchine italiane nella "Mille miglia,,

Trionfo di macchine italiane nella "Mille miglia,, Trionfo di macchine italiane nella "Mille miglia,, Cam pari su «Alfa Romeo» segna la più alta media: Km. 84,128 — Vittorie di « Fiat », « O. M. » e « Lancia » Il successo della grande prova - Tutti i records crollati - La mirabile organizzazione (Dal nostro inviato) a a n r a i n i a ¬ Brescia, 2 mattino. La or Mille Miglia» è finita con un completo trionfo italiano. La più severa, la più estenuante prova automobilistica che si corra iu Europa e forse nel mondo, ha segnato il completo successo della tecnica costruttiva nazionale in tutte le categorie di macchine: Fiat, Alfa-Romeo, O.M., Lancia, sono le trlonfutricl. In un'unica categoria, la massima, quella dei cinque litri, l'industria nazionale non ha vinto per 11 semplice motivo che non vi partecipava. Le vetture italiane hanno dimostrato nel modo più brillante che non occorrono mastodontiche macchine, formidabili consumatrici di benzina, per compiere la «Mille Miglia», la più lunga corsa .su strade libere, accidentate, insidiose per il fango, ad una media elevatissima. Porse le macchine americane, tutte Iscritte nella massima categoria del 5000 ce. di cilindrata, volevano dimostrare il contrario; ma per questa volta la dimostrazione non è stata troppo felice. L'unica macchina che si è salvata dall'insuccesso americano è quella pilotata da Minoja; ma quale macchina ' potrebbe rifiutarsi alla guida di quel ' mago sapiente che è il popolare «Nando»? Riprendendo il filo delle nostre conclusioni, a «Mille Miglia» finita, possiamo dire che l'Italia industriale è jjtscita da*-questa uumpetizione -auiwuhrj ta dì trionfo, con molte cose da insegnare ai pubblici automobilistici di tutto il mondo, primo tra tutti quello Italiano. E qui mi si permetta una parentesi, che faccio non per puro spirito di nazionalità, ma coscienziosamente, come potrebbe fare ognuno che abbia vissuto intensamente questa gara. Mai forse alcuna corsa ha dimostrato come questa quanto sia di cattivo gusto farsi qualche volta tributari dell'estero di un prodotto che nel nostro paese ha raggiunto, oserei dire, la perfezione. Fermiamoci infatti un momento a considerare la media (raggiunta dalle macchine vincitrici. Sul severissimo percorso — non si insisterà mal abbastanza su questo — troviamo una 1100 eme, una piccola «Fiat 509» di serie, che compie l'intero percorso di oltre ItiOO chilometri ad ima media oraria di km. 77,107 ; una 1500 Alfa-Romeo che è stata la vittoriosa della giornata ad una media di km. S4.128; una due litri O. M. alla media di km. 83,529; ed infine una tre litri Lancia alla media di km. 82.447. Contro queste medie sta quella della massima categoria, 5 litri, vinta dall'America con km. 76,005! Macchine «sport» a da corsa Chiusa la parentesi esaminiamo ora il regolamento che reggeva quest'anno la « Mille Miglia », regolamento che si basa su quello internazionale per le macchine sport. Difficile, per non dire impossibile, è oggi stabilire dove finisce la macchina sport e dove comincia quella da corsa. Una prova di tale difficoltà la si è avuta proprio in questa « Mille Miglia » dove abbiamo visto partire per la stessa gara dne macchine che formavano gli estremi assoluti: una «guida interna » ed una « Grand Pris » con compressore, espressione massima. di una macchina da corsa. Bisogna aggiungere che a quest'ultima, per amore di regolamento, era stata posta una microscopica «capotto» e i parafanghi, oltre si intende, ai fari indispensabili per il percorso compiuto di notte. Gran parte dell'interesse della gara proveniva appunto dall'urto tra le macchine che chiameremo da turismo e quelle nettamente da corsa. La meglio l'hanno avuta le prime. Lasciando da parte la macchina di Campari, la quale, pure essendo del tipo 1500 cmc. con alberi a «camme»» in testa, costruita in serie dalla casa milanese, aveva avuto l'aggiunta del compressore, troviamo la O.M. che, pure avendo preparato il motore con una compressione molto superiore al normale, presentava il solito tipo a valvole laterali. E cosi dicasi della Lancia, poco dissimile dal tipo normale. Ebbene, queste macchine sono riuscite a precedere all'arrivo le azzurre francesi Bugatti, considerate olla partenza come propri! e veri bolidi, capaci del 100 chilometri orari. Questa è certa una bella dimostrazione di quanto possano dare, oggi, macchine di serie convenientemente compresse. Le Fiat, per la loro limitata cilindrata, non potevano, con tipi perfettamente normali, aspirare più In là della vittoria di categoria. E questa l'hanno conquistata brillantemente, raggiungendo una media notevolissima, che torna a rutto onore delie piccole macchine utilitarie, quando si consideri che macchine quasi cinque volte superiori di cilindrata riuscivano a fare appena S chilometri in più di media. La fasi della competizione Fatta questa breve rassegna delle macchine vincitrici, guardiamo come si è svolta a grandi linee la competizione. Questu ha avuto tre fasi distinte. La prima vedeva la veloce galoppata iniziale delle Bugatti, che a Firenze (km. 297,7 dalla partenza)- erano nettamente al comando con Nuvolarl, Brilli-Peri e Bordino; la seconda 11 netto predominio dell'Alfa-Romeo passata al comando della corsa tra Roma e Perugia; e la terza, infino, 11 minaccioso ritorno delle Landa e delle O.M. nell'ultima parte del percorso. Uisniani, infatti, su Lancia, 11 quale edRsrtmnRtcirtsntd«bttpccaocnlUdrIri j a a e r a n i i a o a n a o l o e è e a o a e i . a . e e o o a e e e era riuscito a portarsi a soli 3-4 minuti gda Campari, era obbligato a ritirarsi a Rovigo per incidente, e Roza-Mazzottl su O.M. credendo molto superiore il loro distacco dal leaders di quanto effettivamente era, non forzavano nell'ultimo tratto giungendo a meno di otto minuti dal binomio vittorioso CompariRamponi. Nuvoluirl, Bordino e Brilli-Peri, mantenutisi più vicini ai primi fino al secondo passaggio da Bologna, venivano in seguito attardati per numerosi arresti. Partiti con la pioggia 1 corridori ritrovano il bel tempo a Firenze per essere poi colti da una violenta grandinata nel Veneto, grandinata che si mutava noi in pioggia, continuando a cadere tino'all'arrivo. La grande corsa per la Coppa delle « Mille Miglia » ideata da tre giovani bresciani, Conte Maggi, Franco Mazzottl e Renzo Castagneto, e appoggiata entusiasticamente dall'on. Turati, ci riempie oggi l'animo di gioia. Fare ora delle considerazioni tecniche quando si è ancora tutti presi dalla grandiosità della affermazione italiana non è la cosa più opportuna. Chi non ha mal visto questa corsa, che percorro gran parte della penisola senza soste, senza riposo, sia per le macchine che per i guidatori, non può farsi un'idea di quanto sia appasUlonsnte. Vedere partire gii audaci pl-i loti e pensare che essi per più di 20 ore lotteranno contro le insidie della strada, cóntro la pioggia, contro 11 fango, -contiro l'oscurità della notte che avvolge il loro andare incessante, per un primato di vittoria, è cosa che porta all'ammirazione per gli uomini che hanno saputo Ideare ed appoggiare questa prova di forza e di audacia, per gli uomini che In compiono, per questi piloti dal cuore e dal muscoli saldi vpslcpQcgnsmanllasdUfsuCkadpsp«Voglio la vittoria italiana a L'on. Turati aveva, nel dare l'incarico all'on. Fet retti di sostituirlo nelle funzioni di « starter », cosi telegrafato. «Voglio la vittoria italiana». L'on. Ferretti aveva risposto con un messaggio portato a Roma da pilota e da macchina bresciana : « Possano due audaci viatori, secondo tuo comando che ho fedelmente trasmesso, portarti anche l'annunzio di una affermazione negataci dalla carta ma promessaci da questo ardore per cui tutta Brescia ha il volto della sua vittoria ». Quando Morandi prese il messaggio avvolto nel tricolore dalle mani dell'on. Ferretti aveva più di 38» di febbre. Par ti egualmente, raggiunse Roma, compi l'onorifico incarico, ritornò alla sua Brescia al volante deUa macchina che non era la vincitrice, ma che aveva portato alla capitale, all'on. Turati, la promessa di una affermazione italiana. La «carta» ci negava la vittoria, ma I tecnici nostri, i meravigliosi piloti Italiani, uniti in un unico sforzo, hanno saputo sconvolgere il pronostico e dare all'Italia la vittoria completa in tutte le categorie di macchine, dalla più piccola alla più potente. Brescia ha salutato commossa, come negli anni lontani dei classici circuiti che già avevano posto la nostra Industria automobilistica all'avanguardia di quella europea, il nuovo trionfo italiano. L'attesa a Brescia ed il finale della grande prova Sabato notte la folla sostò a lungo al largo Zanardelll davanti ai tabelloni delle segnalazioni. La veloce marcia di Campari balzato al comanno della corsa a Roma, faceva prevedere un arrivo di buon mattino. Ma dopo il secondo passaggio da Eologna, le comunicazioni diradarono. La veglia I più ostinati restarono ancora tino alle 8 od alle 4. gli altri andarono a letto un po' scontenti poiché malgrado fosse assicurata ormai uua vittoria Italiana, la macchina del cuore, la trioni fatrice dello scorso anno, la «O. M. » non figurava nelle primissime posizioni. Noi vegliammo. Gli organizzatori avevano previsto l'arrivo per le 7,30. ma da successive comunicazioni si vide la possibilità di un arrivo alle 6 o forse prima. Il tempo non prometteva nulla di buono. Il vento freddo recava di tanto in tento raffiche di pioggia. All'« Automobile Club » si era in appassionata attesa. Ad ogni squillar di telefono 1 volti stanchi dalla veglia avevano un improvviso risveglio. Nulla. Erano per lo più nottambuli impenitenti che si informavano sull'andamento della gara. Poi, vennero altre segnalazioni da Treviso e da Feltre. Di là annunciavano una furiosa grandinata. Campari era sempre in testa ma perdeva vantaggio. Avanzava minaccioso cOiss colla « Lambda ». Anche Rosa colla a O.M. » e Strazza colla «Lambda», avevano aumentato l'andatura e guadagnavano terreno. Il ritiro di «Gita Da Rovigo, veniva dono improvvisa e non aspettata, la notizia del ritiro di «Gls». Ormai Campar! aveva corsa vinta. Le cinque non erano lontano. Ci slamo avviati al «Rebuffone», dove già i cronometristi ci. avevano preceduto. II vento, soffiava sempre violento e gelido, ma la minaccia di pioggia non era allontanata che anzi nel cielo che si andava rischiarando ad oriento dcsgssrcM«cgespMpdlcncs grossi nuvoloni minacciosi si addensa i vano. L'alba grigia e triste rischiarò un pubblico discretamente numeroso, che sfidando il sonno ed il freddo, aveva voluto portare il salato agli infaticabili cavalieri delle «Mille Miglia». L'attesa era silenziosa. Le sei. Campari era già stato segnalato a Verona. Questione di minuti e la prima macchina delie «Mille Migliai sarebbe giunta al « Rebuffone » a premiare la nostra lunga attesa. , L'arrivo di Campari Il violone è tenuto completamente sgombro. Nessuno all'iufuori del cronometrista. Ciò è bene poiché i guidatori arrivano stanchi, ubbriacati dall'estenuante marcia. Le sei e trenta. Ancora nessuno. POI lontano un rombo di-motore, dapprima leggero, come il ronzio di- un'ape. Poi aumenta, più musicale, più. possente. Oli sgiiardl. s'appuntano sul vintone, in fendo, dove gli alberi confondono la vista. Uno squillo di tromba, un gridare confuso e la rossa «Alfa» di Campari passa davanti ai nostri tìcchi veloce come una saetta. > Sono esattamente le 6.32'5" e 4/5. Camparti ha Impiegato a coprire i 1820 km. circa del percorso ore 19.14'5" e 4'fi alla media di km. 84.128. Egli discende di macchina zoppicando. L'olio bollente gli ha iwtiona-to «a piede. Ma non per questo il largo faccione del milanese, sempre rosso come un melagrano, perde la sua calma. e i i o i i o o i i i a o a . a e ura o a i à e n e La mela del vincitore «Sono stato due volte senza benzina» dice addentando una mela. E' tutto il commento che fa allu sua magnifica còrsa. Il suo cucqulpler Ramponi, che ha guidato nell'ultima parte della corsa, sotto la tempesta, è in condizioni di freschezza eccezionali. Passano lunghi minuti prima che l'arrivo di un'altra macchina venga annunciato. Poi, arrivano a lunghi intervalli: Marinoni, Bornigln e Presenti tutti eu «Alfa». Improvvisamente tra il pubblico si sparge una notizia che riempie di gioia li cuore di tutti i bresciani. Rosa e Mazzetti sono transitati a Verona. Essi potrebbero ancora togliere il primo posto assoluto a Campari e Ramponi. Ma bisognerebbe che arrivassero entro pochi minuti. L'attesa del pubblico diventa spasmodica. Tutti gli occhi sono fissi sugli orologi. Si contano i minuti ad uno ad uno con febbrile Impazienza, ma la « O.M. » non arriva. Ormai il tempo utile per carpire la vittoria a Campar! è trascorso. Rosa e Mazzetti giungono pochi minuti dopo acclamotisslml. Essi si assicurano il secondo posto assoluto. Ricomincia a piovere, mentre poco dopp giunge Morandi, il pilotn che con CoEani ha recato il messaggio di Landò Ferretti all'on. Turati a Roma. La coppia bresciana ha perso 32 minuti a Verona. Si attendono le a Bugatti » Ora gli arrivi si seguono con più frequenza. Giungono: Strazza su Lambda, la prima macchina della categoria «tre litri» clie viene ad occupare li terzo posto assoluto. Poi ad intervalli Scarlotti su « Lambda », Marinelli e Radice. Adesso, si vogliono notizie delle «Bugatti », poiché solo queste macchine po^ trebberò togliere il secondo posto alla casa bresciana. Ma né Brilli Perl, uè Bordino, né Nuvola ri compaiono. Il caratteristico rombo delle macchine francesi annuncia però poco dopo l'arrivo di una « Bugatti ». E' BrillU l'eri che corno al solito arriva con una buona... compagnia di moccoli. Ce l'ha colla sua macchina. Il toscano borbotta ancora un po', poi se ne va non rispondendo alle varie domande che ali vengono rivolte. Dopo Glacosa e Bonamico arriva Gilera colla piccola « 509 ». Egli ba fatto una corsa magnifica ad una media altissima : poco meno di 68 km. orari. Ha marciato con una regolarità cronometrica fermandosi solo una volta per il cambio di una candela. Bordino II « taciturno » Arrivano poi nell'ordine: Tonini, Fossi. Schieppati mentre si apprende che Mivolari ba fatto una lunga sosta a Feltre. Serboli che giungo poco dopo, ha dovuto fermarsi due ore a Perugia per una riparazione. Mentre la pioggia continua a cadere incessante arrivano separati da pochi minuti Nuvolurl e Bordino. Tento avvicinare 1 due piloti per sapere la causa del loro ritardo, ma tonto Nuvolarl quanto l'asso torinese, hanno la bocca cucita e non vogliono dire niente. Bordino abbandona quasi subito il recinto delle macchine dirigendosi in auto verso Brescia. Poi è la volta di Gutterman e di MInola, quest'ultimo primo della categoria 5 litri. La folla, sotto l'acqua, incomincia l'esodo verso lo città, mentre 1 concorrenti continuano ad arrivare a lunghi intervalli. La seconda edizione delle « Mille Miglia » è cosi passata alla storia, superando 11 successo della prima. GII infaticabili dirigenti l'Automobile Club di Brescia pensano già alla prova di un'altro anno. La «Mille Miglia» per fl fascino che esercita, per la sua organi». zazione mirabile, è destinata a diventare la più grande prova nntinmnnillertoa del mondo. GIUSEPPE TONCHI. <