Panama dall'inferno al paradiso

Panama dall'inferno al paradiso Panama dall'inferno al paradiso La tragica romantica storia della città redenta dal Canale Una visita al Presidente don Rodolfo Chiari (Dal nostro inviato) i n e a PANAMA, die. 1927. Credo che pochi paesi al mondo abbiano un passato cosi tragicamente romantico come questa città. Il presente, costituito dall'esistenza del canale connesso alla sopravviivenza della Repubblica Panamegna, e pur esso assai attirante, per modo che non si può passar di qui senza una visita alile vestigia del primo e un omaggio ai legittimi rappresentanti della seconda. Gl'Italiani La città di Panama non e certo grandiosa, ma linda, gentile; piena di chiese secentesche dall'aria solenne e riposanti piazzette alberate superbamente. In qualche punto delle strade le piante colossali congiungono in alto i loro rami, formando un altissimo arco. Vive a Panama una società d'origine europea assai distinta. Gli italiani residenti (150 circa) sono quasi lutti iscritti al Fascio locale e ardentemente patrioti. Mi son trovato qui il giorno dell'arrivo del nuovo ministro italiano Umiltà, venuto dopo una lunga vacanza del titolare della Legazione accreditata presso il Governo panamegno e le accoglienze fattegli dalla Colonia furono entusiastiche. 1 nostri .Salesiani hanno a Panama una Scuola d'Arti e Mestieri tlorenttssima, con 180 ragazzi interni e la loro musica fa echeggiare gli Inni della Patria anche qui. I camerati Tullio Bertoli, Giulio ed Egidio Famlglietti ed Angelo Albano mi requisiscono e mi conducono a vedere ]e meraviglie della moderna Panama e dell'antica. Bertoli specialmente, residente qui da un ventennio, mi rievoca il collega Luigi Barzinl che fu qui 13 anni fa e l'odissea degli operai itaMani che lavoravano al canale, disciplinati da Pappino Garibaldi che Goethals aveva assunto come Capo dei nostri connazionali. La- prima corsa è lungo la diga di Amador, il magnifico manufatlo lungo parecchi! chilometri che congiunga la costa fra Panama e Balboa con le iso lette Flamengo fortiflcatissime, come vi dissi. Ad un certo punto della diga volgendosi verso la città si dispiega il panorama intero del magico paesagRio: a sinistra la bocca del Canale e Balboa. al centro, dove la diga si riattacca alla terra ferma, lo caserme dei soldati americani dominate dalla colina di Ancon, coperta di dimore yankee •, a destra la città di Pana ma e a undici chilometri, sempre sulla costa, le grigie rovine della vecchia Panama, il tutto sublimato dalla tranquilla distesa marina e magnificato dall'esuberantissima vegetazione tropicale. Volgendo le spalle a Panama si "istinsiiono lontane, sull'Oceano, le 1ole delle Perle, nelle acque delle quali trassero tesori sino a che la ricchcz za dei banchi perlìferi panamegni non enne superata da quelli di Geylon, della costa Arabica meridionale, del Marc di Oman. Orchidee e danze Divertenti i contrasti tra i duo am blenti, l'americano e il panamegno. 11 centro del primo, alle falde di Ancon al « Tivoli Hotel ». Non vi si parla che di Canale di Nicaragua e di orchidee, soprattutto di orchidee: tutti ne sono appassionatissimi, estete un club di amatori d'orchidee che organizza spedizioni nella giungla per raccoglierne. Altro argomento d'attualità è la macchina di un inglese. William, che dovrebbe rivelare i tesori nascosti sotto terra. L'inglese l'ha messa in fun zione sul terreno dove sorgeva l'antica Panama distrutta da Morgan, con la fiducia che gli rivelerà il punto do ve gli spagnuoli avrebbero sotterralo l'oro peruviano per sottrarlo al sacco del celebre filibustiere. Superfluo dirlo trattandosi di un ambiento yankee : al c Tivoli » si balla freneticamente, malgrado la temperatura da bagno a vapore, le faccie si con gestionano, i colletti inamidati passano dal bianco al grigio... L'hotel e elegan te, ma l'umidità è tale che nelle camere sembra di dormire nelle lenzuola male asciugate; dopo 24 ore le scarpe comin ciano a coprirsi di una lieve patina verdognola, ilnoltre l'albergo è pieno di colpi furibondi contro porte che stentano ad aprirsi, tanto l'umidità lo gonfia Facciamo una corsa alla vecchia Pa nama, passando per i magnifici viali fiancheggiati da palmizi superlativi dinanzi ai quattro cimiteri della citta uno americano, uno ebreo, uno r-incsn ed uno, naturalmente, panamegno. Le differenti razze che non sopportano contatti in vita, non vogliono averne neppure dopo la morte. Le sepolture cinesi non sono che provvisorie, quando il numero dei morti immigrati dalla Terra fiorita è 6ufficeiite per caricare un bastimento, si spedirono tutti In una sol volta verso le rive dello Yang Tse. . . I tesori e i pirati Le rovine della vecchia Panama sono costitute da una torre quadra, abbastaza alta, dai muri diroccati di una grande chiesa e da qualche altro informe manufatto sorgente dal fitto del: le liane coprenti con i loro viluppi la terra dove sorse la Bagdad dell'estremo ovest. U luogo è oltremodo suggestivo, fronteggialo com'è dalla deserta rada, dove le grandi maree del Pacifico lasciano di sei in sei ore un immenso spazio di lucente mei ma insidiosa. Quanti galeoni carichi d'oro provenienti dal Perù si so no adagiati su quella melma! Quante ombre su quel mare, ora solitario I Come si può venire a Panama suscitatrice della più Insigne pirateria che abbia corso gli oceani senza evocarla almeno di sfuggita? Balbna, Pizzarro, Cortez, Pedrarias, DrakeMorgan. Alonzo de Ojeda. Diego de Nicuesa. ecco gli spaurì che qui si aggirano. Ecco Balboa che invade isdtPrSdgdrg•ClgfccgsddternsdvsdlmvtsbssPaese con una muta di terribili canaper dar la caccia agli Indigeni e co- stringerli a rivelare l nascondigli deh qdesiato oro; ecco la flottiglia di Cor-Irtez che apre le velo verso l'Eldorado: Panama è diventata il quartier generalo degli spagnuoli lanciati verso il Sud Pacifico, Panama attira la sete di ricchezza e di avventure degli'inglesi e Drake compare sulla costa dell'istmo, verso l'Atlantico, catturando 1 convogli spagnuoli, saccheggiando Nombre de Dios, attaccando Cartagena, ma soggiacendo ucciso dalla giungla nel tentativo di raggiungere Panama. Dopo di lui è tutta una folla di navi piratesche inglesi, francesi, portoghesi che accorrono a solcare il Caraibo e passando per Magellano appaiono anche nel Pacifico sino alle Isole delle Perle, piombando sui bastimenti e sulle città fondate dagli spagnuoli, diventando il terribile flagello defEUmpero iberico transoceanico. Malgrado questo. Panama, attraverso enormi sbalzi, diventa sempre più ricca e desiata dai pirati e dai bucanieri, si trasforma nel paese favoloso saturo d'oro, d'argento e di perle, dove il lusso ed i costumi rinnovavano al tropico americano l'orgiastica vita delie nababbiche città indiane. La morte guata con le febbri la città, il calore • la rende un tormentoso soggiorno, ma gli uomini vi accorrono egualmente a migliaia, trovando che i godimenti delle paradisiache notti stellate, confortate dalle brezze del sud, valgono la pena delle soffocanti giornate. Pdptctls 7/ sacco di Morgan E' allora che l'avventuroso Morgan, icuro di trovare a Panama una guarnigione infiacchita dai piaceri concepisce l'audacissima impresa di mpadronirsene. Dispone di nove navi di 400 soldati, al quali promette ricchezze al di là dei loro più folli sogni. Comincia a catturare per sorpresa Porto Beilo, mantenendo la terribile promessa di ucciderne tutta intera la guarnigione (eran 300 uomini), rinchiudendola in una sala e facendola saltare con barili di polvere. Mette quindi In ceppi 1 preti e. le monache dolila città e li costringe a reggere e scalo di fortuna per dar l'assalto al bastioni di un altro forte spagnuoo. Stupefatto por tanta crudeltà ed audacia, il governatore di Panama gli scrive una missiva domandandogli: « Mostratemi con quali armi avete potuto impadronirvi del miei forti ». Il pirata gli manda una pistoa e qualche palla con un biglietto nel quale lo prega di conservargliele sino al suo arrivo a Panama... Queste imprese preliminari di Morgan gettano il terrore nel inondo spagnuo- 0 e ingrossano le schiere dell'avventuriero di tutta la schiuma umana dele Antille. L'Inghilterra lo proclama eroe e 40 navi e 2000 uomini decisi a tutto formano la sua nuova flotta, animata da un odio feroce contro il nome di Spagna. Dopo aver gridato ai quattro venti che vuole impadronirsi di Panama, stabilita secondo gradi la riipar ti zione tra i suoi seguaci del futuro bottino (egli non si riserva che la centesima parte) e fissato loro 11 compenso per la perdita eventuale, nella imminente lotta, delle gambe, deitle braccia, degli occhi e delle mani ; si getta nell'impresa. 11 primo obbiettivo è l'isola della Vecchia Provvidenza che cade subito in suo potere con grande quantità di munizioni. Quindi, con un assalto disperato s'impadronisco della fortezza sulle rive del Changres. Panama ter rorizzala si propara a difendersi. La sua guarnigione somma a 3000 uomini, grossa cifra per l'epoca ed il luogo; Morgan, da parte sua. con 1200 uomini risale con una trentina di canotti il Changres, avendo lasciato la fiotta alla foce del fiume. A un cer to punto, non riuscendo più ad avanzare per via d'acqua a causa degli sbarramenti costruiti dagli spagnuoli continua la marcia per terra, trovando dinanzi a sé la fame e l'impe netrabilità dalla giungla. Attraverso sofferenze inenarrabili, paventando 6pesso la medesima fine di Drake, insidialo da continue imboscate d'indiani, cibandosi di foglie e di cani trovali nei villaggi abbandonati, semanando la stra/la di morti, sotto i diluvi del tropico. Morgan compie l'impresa, allora ritenuta impossibile, di attraversare l'istmo con una colonna di sol dati, e arriva in vista della città ago guata. , . . Intanto in tutta la popolazione d Panama domina il terrore. Si nascondono lo ricchezze, si cerca lo scampo sul Pacifico, mentre, tuttavia, il governatore passa in rivista cavalieri, fan tacci™, ausiliari Indiani e negri, cercando di incuorarli al cimento con parole Infiammate. Morgan non nssalisce subito. Avendo messa la mano su di una mandria di bestiame, satol la prima i suoi seguaci, balla con loro U fandango e infine, preceduto da una carica generale, si getta sugli spagnuoli schierati in battaglia, riuscen do subito a dividere la cavalleria dai la fanteria. I^a furia degli assalitori < tanio veemente che gli spagnuoli, pur infliggendo al nemico grosse perdite non sanno impedirgli l'enlrata a vivi forza nella città, avvenuta dopo una vera carneficina di truppe iberiche sacco incomincia subito, poi l'incen dio, quindi lo battute nella giungla per rintracciare i fuggiaschi, costringendoli attraverso atroci supplizi a ri velare i nascondigli degli oggetti pre ziosl. Tre settimane dura il saccheggio ed il massacro, sino a che Morgan ed : suoi pirati carichi di un fantast' co bottino, trascinandosi dietro sehia vi gli abitanti di Panama sopravvissuti, rifanno il cammino sino alla foce del Changres. La distruzione ed il sacco di Pana ma suscitarono in Europa una co?' profonda linpresslone che mentre Mor-pan veniva dall'Inghilterra creato ca-l voliere, la sua patria stessa si propo- jneva di sopprimere la pirateria,-della qbdissvdclgtsfndmnvgssbsicdpom_Pztr quale il conquistatore di Panama s'e ra mostrato l'Inarrivabile campione. Panama fu ricostruita e resa imprendibile, ma la corruzione, l'intrigo, il peculato, le speculazioni più arrischiate e riprovevoli, le rivoluzioni tragiche vi regnarono ancora, conservando alla città sino ad un secolo fa la tradizione di nido di avventurieri. Il Presidente Eccoci ora dinanzi al Palazzo della Presidenza. E' 11 più artistico di Panama, in stile moresco. Gli fanno la guardia i soldati della Repubblica. Mostro al sergente capo posto il radiotelegramma con il quale il Presidente Don Rodolfo Ciliari mi dà appuntamento ed entro senz'altro nel cortile interno, adorno d'una elegante fontana, attorno alla quale meditano le candide anatre e gli aironi addomesticati della giungla panamegna. Una branca di scale e si è sul loggiato superiore dove si aprono gli uffici e le sale di ricevimento. Entro liberamente in uno dei primi' e domando a tre impiegati mulatti intenti a battere sulle macchine da scrivere sotto turbinanti ventilatori appesi al soffitto, se qualcuno mi può annunziare a Sua Eccellenza il Capo dello Stato del Panama. Un po' d'attesa in una comoda poltrona, il tempo giusto per fumare la squisita sigaretta offertami dal più premuroso degli scrivani c per scoprire, a cagione anche dello stile orientale, gli inevitabili avvicinamenti fra questo invitante ma non lussuoso ambiente e qualcun altro assai lontano di qui, in Persia per esempio, e sono introdotto da Don Rodolfo Chiari, nel suo studio. a 0 o l o n o o a r i a a e gn suo studio. Il Presidente Ciliari è un bell'uomo sulla cinquantina che rivela subito dal viso la conferma dell'origine italica denunciata dal nome. Glie ne domando particolari ed egli mi risponde in castigliano, sola lingua che ama parlare, come effettivamente la sua famiglia dev'essere d'origine genovese ma trapiantata ai Panama da un paio ili secoli almeno. Quindi gli sarebbe difficile stabilire con precisione una genealogia. A richiesta spiego al Presidente le Tagioni del mio viaggio, la mia ammirazione per l'opera del Canale e la grata impressione ricevuta visitando Colon e Panama e intanto guardo i ritratti dei dodici passati Presidenti panamegni che ornano la sala, senza naturalmente aprir bocca sulle icende della formazione della Repubblica, perfettamente superfluo ad essere rievocate. — Gli italiani al Panama — mi dice il Presidente — sono un elemento eccellente. Anche quelli di modesta condizione non hanno mai dato la più piccola noia. Noi siamo molto felici di ospitarli ed io, personalmente, sono molto soddisfatto che il Governo ita_iano abbia finalmente inviato qui un Plenipotenziario di carriera. L'emigrazione italiana potrebbe... A questo punto mi permetto di interrompere il Presidente Chiari assicurandolo che il Governo Nazionale fascista ha adottato nei riguardi dell'emigrazione concetti ben diversi da quelli del passato, e glieli spiego. Il Presidente mi ascolta e soggiunge: L'Italia fa effettivamente passi da gigante nella considerazione mondiale. Noi vediamo transitare per il Canaio navi italiane di commercio che sono fra le. più possenti e moderno he provengano dall'Europa. Osserviamo pure che gli italiani In queste contrade sono organizzati attorno alle loro istituzioni (leggi Fasci) in guisa ammirevole. CI avviciniamo alle finestre aperte sulla baia. Lo spettacolo 6 superbo. Il Presidente si diffonde sui progressi di Panama, cioè sulla perfetta salubrità della città in confronto del passato ed aggiunge : - ' — In Europa forse si figurano che il Panama come Stato sia inesistente. E' un grave errore. Noi godiamo di una pienezza assoluta d'indipendenza, superiore a quella di molti altri Pae«i che si ritengono liberi e cho invece non lo sono o lo sono soltanto in parte — Crede — domando — che una Confederazione delle piccole Repubbli che di questo Centro America garanti rebbe maggiormente per l'avvenire U loro indipendenza? Non lo credo affatto. E sul Nicaragua che cosa mi po Irebbe dire? f,0 ripeto che i nord-americani sono molto riguardosi dei diritti e del In aspirazioni delle Repubbliche Con trn americane... Mi congedo dal Presidente e termino la mia giornata panamegna con una visita a Don Orazio Alfaro, ministro degli Esteri, il quale ha i suoi uffici in un altro palar./.o arioso ed elegante. .Aifaro e più risoluto del Presidente, ma mi ripete su per giù la conversazione presidenziale, aggiungendomi 1n più di esser certo che il dottor Morale», rappresentante del Panama a Ginevra, rimarrà al suo posto, cioè che il Panama, al contrarlo di quanto si è vociferato, continuerà ad essere rappresentato nel consesso delle Nazioni, vale a dire ad essere considerato come Paese perfettamente indipendente. Stèndo cosi le cose, non mi rimane che rientrare al « Tivoli Hotel » nella « Canal Zone ». nel mondo nord-amo ricano dal quale sono partito, dove, come vi ho detto, si parla soprattutto di orchidee... ARNALDO CIPOLLA. Cestrlo1 udadfcqlTitoctBpngEluPlSmsrdtucahdgPtnpmrtruvnsgaclcsc