L'ORMA

L'ORMA L'ORMA Stefano s'era svegliato all'alba sul miracolo della neve. Seduto sulla sponda del letto e ancora mezzo assonnato, la prima impressione, guardando il paesaggio attraverso la porta a vetri, era stata quella di una bufera di farina scatenatasi nella notte giù da tutti i mulini della vallata. E non si sarebbe meravigliato se fossero apparsi sui pendii o sulle loggette prese in pieno da un riflesso di bengala, i bianchi pagliacci dei circhi equestri, che, presto, diventeranno ancho loro una nostalgia.Era caduta tutta notte la neve, leggera come una carezza, ed aveva mutato gli aspetti delle cose che adesso parevano sbalordite da tutto quel bianco accecante. Il Grana non scrosciava più baldanzoso come d'osiate, ma scappava fra i sassi, in silenzio, quasi temesse di essere fermato a metà corsa e convcrtito in gelo anche lui Persino sui rami stecchiti degli alberi s'era adagiata così tenue che l'al.ùo del vento bastava a staccarla: e allora sembrava di assistere a una cascata di piume di colombi. Un'aria di santità spirava dai tetti delle casupole donde i comignoli sbucavano appena. Ah, dovevano ospitare soltanto buona gente quei candidi tetti e il fumo che sprigionavano doveva essere il respiro dei valligiani raccolti intorno al caminetto a celebrare il mistico ritorno della bianca signora delle Alpi.Montagne di panna montata, spianate di spuma 'di latte, croccanti spolverati di zucchero fino, torte di trina dolce: ce n'era da saziar gli asili di tutto il mondo e da riscaldar le manine di tutti i bimbi al giuoco previsto. Come si poteva aver fred(TOV;i tanta pace? Solo i passerotti piluccavano senza speranza e guardavano disperati i rami, che pur così folti di nidi d'ovatta, non li riscaldavano più. Dove avrebbero portato a scaldare i piccoli nati i passerotti di "Val Grana ? C'era voluto tornare con lei, a Pradleves, e rifare a distanza di qualche anno i sentieri che li avevano portati, d'està, a godersi la pace verde dei campi, incontro al piccolo cimitero alpino, che la sera s'empiva di lucciole : per rivivere un po' della vita meglio spesa e illudersi di ritrovarla nei luoghi dove si sente scorrere come acqua di ruscello, accanto ai milioni di Sancio, che deve avere abbandonato per sempre il suo padrone temerario e, se vogliamo, un po' esaltato. Ma ci si crede in città che esistono ancora dei paesi su questa crosta di mondo, dove si vive coi nervi distesi e il ceppo (he scoppietta sotto le fauci del vecchio focolare? S'immaginano i poveri ricchi borghesi delle infernali metropoli, che ,-; passano intere giornate col nasi djtfcp i vetri e un calduccio delizi4p-..£jlle vene,- mentre la neve mette' su' un carnevale' lènza confronti, riempiendo l'aria di coriandoli e di stelle filanti? E' intanto, ogni ora che passa, senti quasi ch'ò aggiunta, non mai sottratta alla vita? Sulla neve ogni orgasmo si placava, ogni ruga si stendeva, ogni sorriso era senz'ombra di mestizia, quel po' d'ombra che intristisce la luce dello spirito nella tarda giovinezza, quando ogni sogno sta per divenire realtà e si procede verso la sponda opposta della vita col dubbio di aver camminato invano. Chi aveva detto di lui ch'era un sopravvissuto? Qualcuno, forse, che non aveva capito come il suo rimpianto del passato altro non fosse che un disperato richiamo al costume patriarcale, alla santità del focolare, al benessere della terra, che non è mai ingrata per chi ha fede in lei. E intanto, attraverso il travaglio di feconde polemiche, i migliori proclamavano che nel ritorno alla gleba età la salvezza delle generazioni future. Questo bisogno prepotente di ritrovarsi nel solco e nella piazza del paese, all'ombra del campanile che suona pei nostri nati e per i nostri morti, si convertiva in lui in virile nostalgia. Ecco tutto. Il campanile di Pradleves, dove era salito con Sergio — suo figlio — e don Ber ardi, il prevosto, sbucava dalla neve, come di soppiatto, e squillava una sua strofa che pareva si smorzasse in un singhiozzo sul candore ovattato. Era rimasto quasi solo a cantare: quelli dei paesini valligiani tacevano da un pezzo ; da quando la neve B'era distesa a monte e a valle, e gli abitanti, chiusi nelle casupole dai tetti d'ermellino, consumavano in pace il pane benedetto dal lavoro della miniera. Non emigravano più i valligiani: la vicina terra straniera più non li adescava col miraggio dell'oro per farne poi vittime d'una civiltà corrotta. Sudavano e fecondavano fra i monti, che sembravano proteggere la loro fatica con la grande ombra protesa sul Grana. Era certo che se avesse visitato ad una ad una le casupole imbacuccate negli scialli della neve, li avrebbe riconosciuti tutti i minatori di Monterosso, devoti alla memoria del loro capo spirituale, fino alla morte. L'aria di Natale fischiava dalle testate della valle dove lo ultime case di Pradleves si adagiavano nell'ombra per tutto l'anno. Gli abitanti chiamavano quell'angolo la « piccola Siberia ». Anche la cascatella, che dava impulso alla ruota del mobilificio, era rimasta gelata lassù e i raggi non riuscivano più a liberarsi dalle stalattiti. Ma non intristivano per ciò i valligiani. I più giovani e animosi si dedicavano allo sport degli sci e si scaldavano nel gelo, volando sulla neve morbida e fonda, one aveva riflessi d'indaco e di pera- Don Berardi li radunava ogni ■era palla scaletta attigua alla parrocchia e K riconciliava col sillabario s non Ja dotti ma di Cristo e della Patria, che rfaetta brava gente ria¬ mava dello stesso amore, dalla terra dimostrato per chi la esalta nel lavoro. Lo avrebbero riconosciuto i buoni, valligiani? Egli non osava quasi domandarselo. Quegli anni trascorsi in città con un'ansia che moltiplicava il tempo, senza dar modo di godere la vita nella sua gioia e nel suo tormento, gli avevano messo agli angoli della bocca una smorfia. • — Mary, mi riconoscerà almeno il prevosto ? Ella lo guardò con un muto rimprovero, come por dire: «Ti senti così poco giovane accanto a me ? ». Ed era così evadente la meraviglia, che Stefano soggiunse, quasi per rispondere a una precisa domanda: — Oh, non per il mio cuore, sai, ma por i miei capelli I E accennò alla ciocca bianca, che lei, Mary, gli aveva tante volte baciata, come per curargli un po' di tristezza. L'albergo del Castello non li aveva accolti come vecchi amici? La signora Elena non aveva per loro riaperto la stanza più bella, quella con la -vetrata sul Grana e la finestra sulla terrazza? e non aveva sacrificato il ceppo più robusto per dare all'ambiente un tepore di nido? Cara signora Elena, venuta a sfiorire fra la neve della sabàuda Torino per amore al suo uomo, che, non aveva voluto rinunziare alla residenza degli avi ! Anche Diana e Leo, così ringhiosi d'està, li avevano accolti festosamente, scodinzolando. E si stava così bene nel tinello, attrezzato per la più cruda stagione, mentre dalla cucina si spandeva un profumo appetitoso di arrosto e d'intingoli sani! Messer Dorando aveva messo a loro disposizione la grande sala da pranzo, ma ci s'erano sentiti come sperduti in due ed avevano voluto per la vigilia di Natale far mensa in comune a pianterreno, mentre di là dai vetri la neve folleggiava a frange, a fiocchi, a smerlettature e, sorniona sorniona, faceva man bassa di tutto, trasformando gli abeti e i pini in tanti alberi carichi di doni miracolosi. A guardarli, avresti giurato che i Maghi dal cappello a cono, la barba prolissa e la tunica fitta di stelle, stavano per arrivare. O s'erano accovacciati a pie del tronco e la neve li aveva sepolti? Se la spicciassero da soli i vecchioni I Stefano aveva scommesso che al primo richiamo della pieve, la notte santa, si sarebbero incamminati alla spicciolata verso il presepe che don Berardi aveva allestito con le sue. mani, che la parrocchia era tanto povera da non permettergli il lusso d'un sagrestano. Così avvenne, o quasi. Quando verso mezzanotte la campana squillò, una folla di credenti salì verso la chiesa e la riempì fino a traboccare oltre la. soglia, sulla piazzetta del Municipio. Pochi minuti prima nessuno avrebbe 'Sospettato che ci fosse tanta gente in attesa sotto la neve. Uscivano dalle case poverelle della vallata, scendevano dalle < baite» più alte della montagna: da Castel Magno, da S. Pietro Monterosso, da tutte le frazioni più lontane: e siccome ogni porta era vigilata quasi da presso da un alberello stento, parve davvero che una legione di fedeli, forse le anime dei compagni di San Magno, legionario di Roma e di Cristo, si fosse svegliata da un sonno di secoli e accorresse al richiamo del martire Tebeo., Se li riconobbe al mattino padre Berardi! Come se non si fosse più mosso dal suo tavolo da lavoro dall'ultima visita che' gli avevano fatta d'està, li accolse da vecchio amico, in cucina, dove la stufa spandeva un calduccio fragrante di povertà e la neve, attraverso i vetri appannati, faceva pensare alla tovaglia dell'altare sciorinata all'aperto con tutti i suoi merletti grezzi e le sue alluma-cature. — Il Signore vi benedica, figliuoli ! — Ci ricorda, padre? Egli li guardò .con tristezza: — E si può dimenticare chi ha fatto del bene a questa valle? Stefano sentì allora tutta la bellezza di aver vissuto in quegli ultimi anni nella luce d'un-'idea e nel fervore di una mèta da raggiungere. Se la Patria non perdeva più, anno per anno, il fiore della sua gente, uni» piccola parte di merito era anche sua : e quando questa gente brandiva il piccone al mattinò nella terra che l'aveva vista nascere, egli sentiva che benediceva al suo nome, identificando nello stesso amore e padre e figlio e nepoti. Egli non aveva dunque vissuto invano. Questo era venuto a domandare a Pradleves, piccola borgata alpina, che pare una sfilata di fattorie sulla strada maestra: e padre Berardi gli aveva risposto per tutti. Egli non era stato dimenticato. Allora si ricordò d'una sua strofa giovanile, in cui era tutto l'anelito a sopravvivere oltre la giornata terrona : Purché rimanga un'orma anche leggera di questa passeggiata nella vita... Tutto il resto — onori, piaceri, ricchezza — non l'interessavano. Guardò la dolce compagna della sua passeggiata mortale, con un benessere d'anima placata, guardò la neve intatta sugli orli del davanzale. Potevano riprendere il cammino nterrotto, fianco a fianco, senza rimpianti. L'orma leggera era rimasta nel cuore degli uomini di buona voontà. AURO D'ALBA. »■ * .JAAmèaTpbtndBOFC

Persone citate: Berardi, Castel Magno, Cristo, Messer Dorando, Sancio

Luoghi citati: Monterosso, Pradleves, Roma, S. Pietro Monterosso, Siberia, Torino