Un tramonto Von Tirpitz

Un tramonto Von Tirpitz Un tramonto Von Tirpitz a o a l o , e o e o i o e i i BERLINO, marzo. L'entrata della Germania nel segno zodiacale « elezioni 1928 » è stala contrassegnata, or ora, dal tramonto di un astro che si è'definitivamente tuffato in mare, dopo avefe> a lungo indugiato sull'orizzonte, senza più raggio in sè, ma soltanto accidiosamente arrossato dai miasmi della terra: l'astro di Von. Tirpitz. Il grande ammiraglio, che era —» s'è scoperto ora — deputato al Reichslag di un collegio della Baviera, ha improvvisamente scritto al caipo del partito tedesco-nazionale una lettera, in cui annunzia che non intende presentarsi alle nuova elezioni, e che si ritira dalla vita pubblica... E' un tramonto da commemorare. Squallido tramonto! I giornali tedesco-nazionali, evidentemente irritati dai fulmini critici che Wot.an corrucciato lancia loro, inabissandosi, nella sua lettera, lo annunziano senza • una parola. I giornali democratici dicono brevemente che il Grande Ammiraglio, sparendo, non lascia alcun vuoto ai Reichstag nè nella vita pubblica tedesca. Pietra tombale... Soltanto qualche libraio in vena di reclame approfitta dell'occasione, per ries€maxe ed esporre il vecchio' libro di Ricordi, su cui il pubblico può una ultima volta ammirare — e poi basta — la laTgn, faccia inespressiva dall'immensa barba fluente, da basso da palcoscenico in funzione d'uni eroe del Walhalla... Si amerebbe di vedere sotto questa figura, in un angolo, o magari arrampicato a un pelo della barba, il corpicino d'un uomo vero e normale, per conoscere le proporzioni tra questa umanità d'eccezione e gli/ omuncoli d'ogni giorno; ovvero, per esempio, la dicitura «naso lungo 35 centimetri »... E' male che non ci sia nulla. Il tempo passa, e il fluito umano non si arresta mai, e non è in nessun momento lo stesso. I.a marea' cresce e travolge. Di «tutta questa folla piena M'affari che passa oggi davanti alle vetrine in cerca del suo proprio destino e di quello della nuova Germania, si può giurare che un buon terzo almeno già ignora chi era Von Tirpitz. Quelli che avevano quindici anni nel primo anno della guerra — quando già Von Tirpitz passava a poco a poco tra i ferrivecchi — sono ora sullatrentina. E quante generazioni, dopo, ha portato su la marea!... De* più vecchi, i più torcono ormai inorriditi, scottati e disgustati lo sguardo dalle grosse figure di cartone del vecchio palcoscenico, e attefidò'no «-senza.far politica » — come dicono e realmente credono tutti questi -buòni tedeschi ossessi dal- lavoro — à una cosa sola: lavorare, lavorare, lavorare... a i e e i a a n , a o e 0 l ee e o ri l e a o e a i . -, .'sti uomini giga^teeohtt.., Si può Pure, quest'uomo ebbe in Germania, appena ieri — e non fu ieri questa guerra che ancora tanto riempie la nostra mente — un nomignolo, che fu un nomone : Von Tirpitz, der Ewige, Von Tirpitz, l'Eterno! Un'eternità che è durata un soffio... Io ho davanti a me meiltre scrivo un libro, stampato nel 1913 — proprio cioè alla vigilia della guerra — di biografie di personaggi, di pianeti che giravano attorno al sole del Kaiser, intitolalo appunto: Rings um den Kaiser-. Aitomo al Kaiser. Nel libro non v'è il minimo presentimento del crollo finale, sebbene già vi sia tutto il senso, e quasi l'odore arsiccio, della esplosione imminente. I personaggi vi appaiono, come in una fotografia cinematografica ritagliata, col gesio sospeso d'un movimento in corso, che scatterà, nel quadro appresso. C'è Von Tirpitz, il creatore della flotta di guerra — la « flotta di lusso» dicevano scherzosamente gl'inglesi, trattandosi d'un paese con così poche coste. C'è Ballin, il creatore della flotta e della potenza commerciale di Amburgo: motto: mein Feld ist die Welt; mio campo è U mondo. Von Gwinner, il gigante della Banca e della ferrovia. Thyssen, il re del ferro. Zeppelin, il dominatore dell'aria. Von Bieberstein, il pioniere della ferrovia di Bagdad, e Von der Goltz, l'organizzatore della potenza militare tedesca ottomana. Von Heydebrand, il Bisrnarck agrario, o il Re non coronato di Prussia, Von Bcthmann Hollweg, l'obnubilato conseguenziario cancelliere-filosofo della guerra... Tutti giocattoli — ma giocattoli pericolosi ed esplosivi — in mano a quel mutevole e balzano ragazzo baffuto e coronato che era il Kaiser. Uomini d'armi, d'arte, di finanza, di scienza, d'aziono, d'organizzazione, per cui l'aggettivo minore corrente nella letteratura mondiale d'allora era «gigantesco■>, e che, tutti, avevano saputo docilmente piegare, ciascuno per la sfa parte, un indocile metallo in quelle dita irrequiete e avide di potenza e di moltiplicazione... Un economista scriveva: « La Germania è diventata la prima Potenza zuccheriera del mondo, non perchè la meglio fornita di concimi e di terre fertili, ma perchè ha Doluto dominare il mercato dello zucchero; è diventata la prima potenza metallurgica non perchè possegga in maggior quantità il minerale, ma perchè ha voluto sorpassare gli altri; è diventata la prima potenza commerciale non per legge della'sua situazione geografica, ma perchè ha voluto dominare i mari »... Per questa medesima volontà assoluta, che era una volontà d'Assoluto, e una dannata dimenticanza della perenne rete di relatività su cui poggia la realtà deila vita, la flotta, di guerra di un « paese d'acqua dolce » bruciava in pochi anni — in poco- più di un decennio di regime vontirpitziano — le tappa di rapporto che la dividevano dalla flotta inglese. Dove sarebbe arrivala la "flotta di lusso»?... Questa era l'opera «gigantesca» di Voi» Tirpitz. Ma, furono veramente grandi

Luoghi citati: Amburgo, Bagdad, Baviera, Berlino, Germania, Potenza, Prussia