Dichiarazioni di Mussolini a Lord Rothermere

Dichiarazioni di Mussolini a Lord Rothermere Dichiarazioni di Mussolini a Lord Rothermere La Jugoslavia le ratifiche e l'eventuale ricorso a Ginevra == L' Ungheria : « Un trattato non è una tomba » = L'Alto Adige e il Regime == La colonizzazione affrU tana == 11 direttore del « Daily Mail » riconosce che il Primo Ministro italiano è « la più grande figura della nostra epoca » Londra, 27, notte. Il Daily Mail pubblica il seguente articolo del proprio direttore, visconte Rothermere: : » Come volete constatare voi stesso, il Regime fascista è incrollabile. — Queste parole, deltemi con enfasi dal sig. Mussolini in occasione della mia recente visita a Roma, meritano l'aUenzione.del pubblico inglese. Esse non sono oziose esagera; zioni, come taluni male , informati nel nostro Paese credono, bensì una semplice constatazione di fatto, confermata da cinque anni di salde e costanti realizzazioni. Tra le grandi potenze, soltanto l'Italia gode il beneflcio di una amministrazione di tale continuità. Sono ormai cinque anni e mezzo, Il prossimo mese di aprile da che Mussolini si è assunta la personale responsabilità delle fortune del suo Paese con la drammatica Marcia su Roma dell'ottobre 1922. Alla maggioranza degli spettatori nordici questa azione non apparve altro dapprima che un incidente disperato della imminente caduta dell'Italia nel baratro del bolscevismo. La Nazione italiana era Virtualmente in istato di guerra civile. Le ferrovie, le poste, i telegrafi, la polizia e tutti gli altri essenziali servizi pubblici erano disorganizzati senza speranza. L'industria era stata paralizzata per parecchi anni da scioperi rivoluzionari. Il Governo aveva perduto ogni effettiva autorità. 11 Parlamento non era che una debole confusione di cricche faziose. Questa era una crisi su prema non solo per l'Italia, ma per l'Europa intera. Se i bolscevichi fossero riusciti, come allora sembrava inevitabile, a stabilire un dispotismo comunista nell'Europa occiden tale, l'Inghilterra, la Francia e la Germania soffrirebbero ancora di questa venefica vicinanza. Noi dobbiamo il nostro scampo da un còsi Brande pericolo soprattutto a Mu solini, il quale da direttore di giornale non solo ha portato a compi mente una rivoluzione senza spargi mento di sangue, ma ha da quel momento dato al suo Paese il più effì cente Governo europeo. Non v'ha alcun dubbio circa il giudizio che di lui daranno le generazioni future: egli è la più grande figura: della nostra epoca. Mussolini dominerà probabilmente la stòria del 20.© sècolo, così come Napoleone' d(5rhinò quella dell'inizio d,el,XIX secolo. « Io sono orgoglioso per il (atto che il Daily Mail è stato- il primo giornale in Inghilterra ed in tutto il mondo fuori dell'Italia a dare al pubblico un giusto apprezzamento ^della saldezza e delle solide basi del lavoro di Mussolini. Nei vari articoli pubblicati in diverse epoche durante gli ultimi cinque anni, in espresso la mia profonda ammirazione per quello che Mussolini ha realizzato. Ogni qual volta io ritorno in Italia, io vedo nuovi segni di una-pèrsistente e paziente miglioria Mussolini stesso dà ai suoi ministri un esempio di attività incessante, come pure ad ogni altro uomo di Governo di ogni Paese. Egli è uno dei più forti lavoratori del mondo. Oltre ad essere Primo Ministro e ministro degli Esteri, è anche ministro dell'Interno, o, come noi diremmo, « Home Secretary ». E' capo dal Ministero delle Corporazioni, di nuova formazione (che corrisponde alle Trade Unions). Sopra la sua ampia scrivania, nell'angolo di una vasta sala, nello storico palazzo Oiigi, che con il suo aito soffitto dipinto e la fila di 6edie schierate lungo le pareti come i seggioli un coro ha qualche cosa della sagrestia, vengono presentati alla sua firma le relazioni e i progettiteli quasi ogni ramo della vita pubblica del Paese. «Egli sieda sopra una sedia scolpita, con nient'altro dinanzi a lui fuorché la lunga lista delle udienze quotidiane, decidendo sulle molte- © o plici e complesse questioni che gli vengano presentale con una straordinaria potenza di memoria e di giudizio. Rarissimamente Mussolini ha bisogno di fare ricerche negli archivi per qualsivoglia affare di Stato che egli abbia già precedentemente studiato. Senza una buona memoria è impossibile governare, e uria delle sue frasi abituali è che al termine della giornata egli vuole, che il suo tavolo sia assolutamente sgombro, senza alcun affare rimandato all'indomani. Un severo controllo di sè stesso e l'economia del tempo^ sono i segreti che gli rendono possibile questa grande efflcenza: Diversamente da quanto fanno i nostri ministri, Mussolini non dedica gran parte della sua attenzione a sterili faccende parlamentari, già sorpassate. Egli inoltre non prende parte'alcuna a avvenimenti mondani. Dorme 8 ore tutte le notti. Da dieci anni non ha più bevuto una goccia di alcool e non fuma. Infatti egli considera l'alcool e il tabacco come assolutamente inadatti alle personp che devono sottostare ad una severa fatica intellettuale. « Dopo più di 5 anni di un governo severo ma pacifico. Mussolini è ancora incompreso all'estero La disciplina interna sulla quale egli insiste, è falsamente rappresentata come un indizio di intenzioni aggressive, fo sono convinto che questo è perfettamente il contrario alla verità. La battaglia che Mussolini cerca di vincere, non è militare ma economica ed industriale. In ambedue, la disci plina e la devozione sono assoluta mente necessarie. « lo ho bisogno di pace — mi diceva Mussolini, sottolineando le parole, durante una delle conversazioni che io ho avuto con lui. — L'Italia ha ancora davanti a sè una lotta strenua per il. suo svi luppo economico. Le complicazioni internazionali sono l'ultima cosa che io potrei permettermi. Io ho già dato prova delle mie intenzioni pacifiche, Ho concluso e ratificato un trattato di amicizia con la Jugoslavia, che si trovava in antagonismo con l'Italia. La Jugoslavia ha firmato questo trattato, ma non. lo ha ancora rati ficaio. Questa ratifica dovrebbe avvenire il prossimo mese di giugno ed (o spero di ottenerla. Se sarà riflu tata, il trattato naturalmente potrebbe divenire inutile, ma anche in questa eventualità non vi sarebbero ragioni per temere una conflagra sione. Le relazioni dell'Italia con la ^Jugoslavi a rimarrebbero le medesi o a me come con gli altri Governi, e poiche ambedue gli Stati sono membri della Società delle Nazioni, vi sarebbe sempre un mezzo per evitare il pericolo di un conflitto, se mai esso sorgesse » Il sig. Mussolini rilevava con soddisfazione il fatto che l'Italia è stata la prima potenza dell'Europa occidentale a porgere la mano, con spirito di fratellanza, all'Ungheria, con la conclusione di un trattato di amicizia. Egli mi ha dichiarato di seguire attentamente la campagna che io sto conducendo per la restituzione all'Ungheria di alcune di quelle zone di popolazione ' interamente ungherese, che sono state arlificinlmente separate dalla madre terra dal trattato del Trianon. Gli ungheresi... — egli ha detto —tsono un popolo cavdUeresco che noi italiani rispettiamo. Essi hanno combattuto contro di noi nella guerra mondiale, mot questo non ci impedisce di apprezzare e di ammirare le loro ottime qualità; e vi è ora una sincera amicizia fra l'Italia e l'Ungheria. Non è opportuno nell'interesse della pace europea di lasciare questa Nazione depressa da un permanente sentimento di ingiustizia. L'inviolabilità dei trattati deve essere salvaguardala, ma questo principio non vieta la modificazione dei dettagli di un trattato, là dove essa, dopo attento esame, sia considerala desiderabile. Un trattato non è una tomba. In tutta la storia non ve n'è mai slato uno che sia stalo eterno. « «Il signor Mussolini ha poi parlato della differenza tra le frontiere ungheresi così come esse sono state stabilite dal trattato del Trianon e la frontiera che divide l'Italia dall'Austria nel Tirolo. « Diversamente dall'Italia — egli ha detto — l'Ungheria non può avere una frontiera geografica, ma potrebbe e dovrebbe avere una frontiera etnica. Il passo del Brennero, limile delle nuove prò vince italiane dell'Alto Adige, è un confine geografico naturale, e come tale è garanzia di pace internazionale.' Il patriota italiano Mazzini, fervente apostolo del principio" della unità etnica e l'Ultimo uomo del mondo che nutrisse idee imperialistiche, dichiarò sempre che U Brennero era il naturale confine d'Italia. La considerazione che 200.000 persone di razza tedesca vivono entro i confini del territorio italiano, non deve diminuire la sicurezza e la unità geografica di una Nazione di oltre 40 milioni. Le accuse fatte all'estero ■sulla forzata italianizzazione di questi tedeschi sudditi dell'Italia, sono totalmente infondate. Non vi è alcuna differenziazione a loro danno. Essi sono sottoposti esattamente alle stesse leggi di tutto il resto della Nazione italiana. E, se voi desiderate una prova dei legami che si vanno formando tra loro e la loro patria, io posso dirvi che questa mattina ho partecipato ai solenni funerali di un giovane ufficiale dell'esercito italiano, caduto combattendo per l'Italia nella nostra Colonia africana della Libia. Il suo nome era Sigfrido Wackernell. Egli era di Merano, ed apparteneva ad una famiglia di origi ne, austriaca deU'.Alto Adige». ;;'.' Il rapido aumentò della popolazione italiana è un problema che richiama grandemente l'attenzione del signor Mussolini. Una gran parte della superficie del Paese essendo montagnosa, la densità media della popolazione è pari a quella dell'Inghilterra, benché l'Italia sia priva delle risorse minerarie inglesi, e più della metà della sua popolazione lavori la terra. « Noi stiamo ora attuando un formidabile piano di colonizzazione delle nostre colonie nord-africane, della Tripolitania e della Cirenaica — mi ha detto 11 Primo Ministro italiano. — Ciò richiede delle costose opere pubbliche, come la costruzione di strade e ferrovie, e la trivellazione dei pozzi artesiani. Lo scopo definitivo del Governo italiano è di restituire. alla costa nord-africana la floridezza che la rese, ai tempi di Roma, uno dei granai del mondo ». Mentre io uscivo dalla sala del signor Mussolini, fui lieto di notare in posizione eminente sul tavolo ove sono collocati alcuni dei doni da lui più apprezzati, una fotografia di sir Austin Chamberlain, con la firma ed un messaggio personale di augurio Sir Austin Chamberlain ha fatto molto, durante la sua carica, ' per 1 ulteriore sviluppo delle amichevoli relazioni esistenti fra i Governi in glese e italiano. Dovrebbe essere la ferma risoluzione di ogni futuro ministro inglese dogli Affari Esteri di mantenere e rafforzare una amicizia internazionale di così grande valore per ambedue le nazioni ». {Stefani)