La fosca Ueddàn

La fosca Ueddàn Con Grazlani nell'ignota Sirttca La fosca Ueddàn (Dal nostro inviato al seguito delle truppe operanti) il nostro Mario Bassi, che accompa-1 gito la colonna del generale Oraziani nelle operazioni neUa Sirtlca, dal 18 di Febbraio al ì di Marzo, da lion a Zella e da ZclLa a Nofilia, ci trasmetteva, gii scorsi giorni, in precedenza sul iesw dello suo annotazioni cronisticlie, il racconto della conquista di Zella, del & di Febbraio, e quello della battaglia di Tagrlft, del 95 dello stesso mese. Ora, in questa corrispondenza, egli riprende l'ordine tlel suo diario, con la descrizione particolareggiata delle due seminano di marcia attraverso il deserto, In gran parte per territori assolutamente Ignoti, iu quanto non percorsi prima d'ora nemmeno dal più arditi esploratori. E' noto Infatti che da Zolla a Noftiìa, per dicci tappe, la colonna Grazlani sediti un itinerario non riconosciuto, non tentato mai da nessun europeo. La carta geografica, per questa zona, era quindi bianca; e la colonna avti.nzava neU'inviolata immensità del deserto sempllceniento suUo indicazioni dì qualche indigeno, e soprattutto dirigendosi, coniu in mare, con la bussola. UEDDAN, 18 di Febbraio. Delle tre città del Giofra, Socna Won Ueddàn, quest'ultima è la più caratteristica. Certo che il dire « città » non può rendere, a chi non sia esperto d'Affrica sahariana, un senso nemmeno approssimativo di ciò che siano e in '.quali aspelli si. presentino questi centri abitali. Intanto considerate che il più popoloso dei tre, che fu nel passalo Socna, oggi quasi abbandonata e semidiroccata, non contò mai pili di tremila abituali — che tanti glie ne attribuivano, nel secolo scorso, il Denham e il Saehtigal, mentre il ■ Vogel gliene attribuiva duemilacinquecento, e duemila il Lgon, e soli millecinquecento il Rohlfs; e poco più di duemila ve ne trovammo noi, nella nostra prima occupazione, nel 'VA; — è intorno a duemila abitanti, all'immediata vigilia di questa nostra nuova occupazione, doveva avere tlon, cioè precisameli te quanti glie ne attribuì il Rohlfs, che la giudicava magginr'c di. Socna; e tra mille e millecinquecento, Ueddàn. Ma aggregali di gente in queste proporzioni costituiscono giù, per la Sirtica come per il Sahara, centri di spiccatissima importanza, degni veramente di nominarsi città, se, come qua, si contraddislinguuiio' anche con un notevole insieme di costruzioni in muratura. E le. Ire città del Giofra. similmente a quelle sahariani: propriamente dette — poiché per l'aspetto e il tipo appaiono sahariane anche queste, seppure geograficamente fuori dal Gran Deserto, — sono chiuse inoltre da un muro o da un sistema di mura perimetrali, che le circonda a difesa. Labirinti Le case, come il muro perimetrale, sono costruite di sassi e di malta di terra: a un piano e a due piani, con un rurlile centrale, e con terrazze in luogo di letti; i soffitti e le terrazze sono di rami di. palma intrecciati, sostenuti da travi, ricavate da tronchi ugualmente di palma, spaccati a mezzo, e sono coperti sofira di terra battuta. La costruzione, cosi, non manca di certa solidità, ma guai se piove! soprattutto se piove a lungo e a dirotto! i ul'"a 1 "«/m«, colando, porta via la temi elie copre le terrazze, scopre l'intelaiatura dei soffitti, scioglie la malta di fango dei muri, li. sgretola; Pitch: la casa, a pezzo a pezzo, crolla in te sia a' disgraziati inquilini, qualora iiuc<ti non s'affrettino a. mettersi in salvo. Una buona, pioggia o lina serie ai piogge producono quindi in queste cil.tà gl'identici effetti che, da noi, un violento terremoto. E non è. città sa hariana che in qualche parte non ino-\stri di tali rovine, vestigia appunto i dell'ultime troppo abbondanti piogge.\Fortunatamente_,pcrò per l proprielariUdi casa, in questi paesi piove molto di rado. Quand'iò fui a Sebha, con la spedizione Miani, nel '14, erano, mi pare, diciotto o vent'anni che gli abitanti non avevan visto cadere acqua, in misura appena rilevante, dal cielo; e qua nel Giofra è piovuto abbondantemente quest'inverno, dopo sette unni che la pioggia aveva fallo soltanto qualche scarsa e fuggitiva apparizione. E un al-\ Irò disastro riferisce il Barili, che ne\raccolse notizia nel suo viaggio, minacciò, ma una sol volta, le case di Socna: nel principio del Gennaio del 1850,. quando la neve, che talvolta, in gualche inverno eccezionale, si vede sui monti circostanti, cadde in gran copia anche sulla città. Tra le case, in queste città del Gioirà, le vie sono anguste e tortuose, intersecandosi in varia guisa, spesso finendo in vicoli ciechi. E per piccole che siano le città — il perimetro di Socna misurerà un paio di chilometri, e quello di tlon poco meno o poco più, — tanto è l'intrico delle viuzze dei vicoli dei passaggi, che, a chi vi giunga nuovo, par d'internarsi in un. labirinto, e non riesce facile districarsene. Soprattutto la notte, nell'oscurità, il labirinto diventa tanfo più complicato e misterioso ; e un malcapitato può aggirarsi lunga pezza, in un pur brevissimo spazio, senza più trovare la propria strada, andando e ritornando senz'avvedersene sui, propri, passi, sbattendo del naso in successivi culdi-sqcco. smarrendosi nei più dedalici rigiri. Parecchie, rie sono anche coperte, per lunghi tratti: la copertura, che s'appoggia dai due lati alle mura fiancheggiami delle, case, è del solilo sislemu, di tronchi di palma, con un fitto intreccio, sopra, di rami e foglie, e uno spesso strato di. terra battuta : e vale ugualmente per ombreggiare la trada e le mura delle case, mantenendo una discreta frescura anche nelle stagioni calde, e come sostegno di rinforzo delle mura stesse delle case laterali. Le quali non presentano, all'esterno, altra apertura che la porla di ingresso: questa bassa, tiuadrala, chiusa da un'imposta formata di. tran chi di palma spaccati a mezzo e li sciati e accostati l'uno all'altro, con. la curvatura infuori, si che costituiscono una superficie ondulata, e temi li. insieme da legamenti di cuoio, a Irisce, e internamente da spranghete, trasversali di ferro, inchiodate. Qual che portale, delle case più ricche, e ili pietra lavorata, con motivi di decora ione scolpili in bassorilievo; e l'imposta è disegnala a scacchiera, o »« riamente decorala con incisioni a fuoco. Per chiusura, una sorla d'enormi lucchetto, di ferro battuto, talvolta sa gomalo e ornalo con gusto d'urte. Di sopra delle porle, o più in atto, agli angoli delle case, sporgono, infìsse nel muro, lunghe e ritorte, corna di becco, sottili e aguzze coma di gazzella: u scongiurare il malocchio. Desolazione dopo la strage Socna fu già, come accennano, la più popolosa e certo la più importante cititi del Giofra: in parie per la ricchezza delle oasi circostanti, e specialmente perchè silurila sulla grande, carovanièra che dal Fezzàn, attraver- so la Montagna Sera, risale alla costa sirlira. Ai tempi del dominio turco, era sede del Calmatati del Giofra, che \dì penti e va dal. Mulasserif del Fezzàn; i e formò il centro ancora della nostra \pri.mu occupazione del Giofra, dal U-uglìo del '13 al Gennaio del '15. Afa guando noi, in sèguito alle note vicende con cui si ripercosse in questa nostra colonia la guerra eìtTBpea, scop- \ piata l'anno avanti, e alla ritirata dal Fezzàn, fummo costretti ad abbandonarla, ripiegando alla costa, il vecchio Seif cn-Xasscr, capo degli Aulàd Suieimùn e già feudatario del Giofra, da noi ingenuamente liberato dalla pri'/ionia, ridiventalo signore del luogo. \lra!ts'! ,r<;">e"da vendetta degli abitan i , n. a i i li che s'erano accostati a noie che c'erano slati fedeli per lutto il tempo della nostra occupazione; e dando insieme sfogo all'antica rivalità che esisteva tra lion, sua sede prediletta, e Socna, tra gli Honnesi e i Socntoti, menù furibonda strage di questi, devastò te oasi, tagliando le palme e distruggendo l già fiorenti orti e giardini, e demoli in gran parte la città. Quelli degli abitanti che non furono passati per le armi, trasse schiavi ;a Hon. Così finì la supremazìa di Socna nel Giofra, e quasi si estinse la vita delta città: che al nostro ritorno, il giorno 13 scorso, ci offrì il più desolante spettacolo di abbandono e di rovina, abbattuto per vasti tratti il mu* ro che la circondava, diroccate o cadenti quasi tutte le case, crollate le coperture delle strade, e queste ingombre di macerie e di lordure, sbrecciata e cadente, la maggiore costruzione centrale, che chiamavano il Castello, già residenza del Cairnacàn; e solo, ancora eretto su tanto crollo, il veci-hit), tozzo, storto, grìgio minareto quadrangolare della moschea: un di questi bassi e sbilenchi minareti, che parrebbero piuttosto cappe di camini, arai tei istici del Giofra. E non più di una cinquantina d'abitanti, sparuti e miserabili, agitando qualche lor cencio bianco, in segno di resa, vennero Incontro alle truppe del colonnello l'intór, che. il generale oraziani aveva mandato avanti a .occupare il luogo, mcnir'eglt, col resto della colonna, sostava a ridosso delle dune di Ain elHammam — fa Fonte de Colombi — per muovere indi direttamente su. Hon. Da Hon a Ueddàn /-; Hon. invece, a una quindicina di chilometri, a oriente di Socna, e che il colonnello Gallina, in avanguardia della culmina Oraziani, occupava all'alba seguente — ilei il. — appariva ingrandita e. abbellita, da guando l'avevamo lasciala, nel gennaio del '15; e le misi ■circostanti, con pingui orti, apparitati" aver guadagnato in floridezza per guanto 'avevano perduto lineile ili Socna. I numerosi depositi di datteri, nelle rase, testimoniavano del reddito del palmizi: e, i. giardini di proprietà personale di Abd ei-Gèlil Sei/ eii-Siissur, l'attuale capo della casula, dopo la morte del, vecchio Self en-Sasser, avvenuta negli scorsi anni, si estendevano ben coltivati e doviziosi tra le oasi: e, le sue case in città s'adontavano di linde stuoie e di molli tappeti. Egli era fuggilo a precipizio, poche ore prima dell'arrivo rielle nostre truppe, verso Ueddàn, la città pili orientale del Gittfra, a ventiquattro chilometri da flou, lì il generale Oraiani gli. lanciava dietro Sua Altezza Rcnle il Duca delle. Puglie, coi. due gruppi de' suoi Sahariani, con. un reparto di spàhis e con la banda degli irregolari del, Giofra. II. principe, avanzando ioti celere e decisa marma, piumbaua, presso Ueddàn, sulla retroguardia dei ribelli del. Séif en-Sasser, e impegnava con essa combattimento Per la prontezza e il vigore ini; cui cop.dusse, l'azione, ne ebbe in breve ragione; e avanzando ancora, e incalzando il nemico sgominali', giungeva alla città, ove, sorpren\devu la popolazione, che ^ arrendeva, |consegnando Dhmèdialamenle le unni: < di cinquecento fucili. Il gruppo de- più gii- irregolari del Giofra. comandati aa 'In it' U<< Ibi anvia, per •; ■/■--!■!-t -' grupicuil ■ ni', essi nuove e iiiiìiiiijinli ima euctiiiina a ■mi., umi iguunUna il fucili.: L'antica dtth santa Ueddau, cosi vittoriosamente conq-t'siata dal Duce delle Puglie, è. ceri- ' < Filli fu j lutla Iu itti dei . pentite ìraccogi .. Bpng,isi£ 'Ét.Fàti'nìJh 29 fi 9 -igedàJió ^Bah/ài 0.tf» 6' Offt, aWV^' \—^Seiià—■ Gì a la --lo- -o-: