I sussidi dello Stato alle tramvie astesi - monferrine

I sussidi dello Stato alle tramvie astesi - monferrine I sussidi dello Stato alle tramvie astesi - monferrine Una truffa durata tre anni Asti, 19, notte. Dinanzi al Tribunale di Asti ha avu-to inizio stamane un importarne pro-cesso in materia ui trulla in dannodelio Stato. Sono otto persone, tutte assai conosciute e- poste in elevate posizioni sociali, chiamate a rispondere di un grave reato, che ha come punto di partenza la nostra città, ma che venne consumato in Roma, negli anni1922, 1923 e 1924. Si tratta in brevi pa-_ pa role di questo. La Società Anonima Tramvie AsteseMonferrina gestisce nel territorio di Asti e Casale un servizio di trasporti tramviari a vapore, servizio che, nonostante le pessime condizioni in cui viene effettuato, ha quasi sempre rappresentato una passività per la Società. Questa Società è costituita di due soli soci, due banchieri londinesi detentori di tutte le azioni; costoro da parecchi anni avevano delegato in Asti un amministratore, si potrebbe dire con pieni poteri, nella persona dell'ing. Simone Du Park di Manuzio, di anni 49, nativo di Londra, residente in Asti fino all'epoca della sua fuga, all'inizio cioè del 1926, ed attualmente latitante. Le cattive condizioni finanziare della Società, in continuo deflcit alla chiusura di ogni esercizio, avevano indotto il Ministero delle Comunicazioni ad ammetterla al beneficio di sussidi, allo scopo di non far mancare alla ricca e produttiva zona che essa serve, il necessario servizio dei trasporti. Tali sussidi vennero pagati durante gli esercizi 1922, -1923 e 1924. Un bel giorno però si ebbero da parte del Ministero seniori di imbrogli e di raggiri perpetrati dalla AsteseMonferrina a suo danno, appunto in relazione a tali sussidi. Venne ordinata una inchiesta, e la bomba scoppiò: 11 Du Park piantò ogni cosa e riparò all'estero. Si Iniziarono le più minute indagini, amministrative e giudiziali, che durarono a lungo, ed in esito ad esse si addivenne da parte dell'Autorità giudiziaria alla formulazione della gravissima accusa di truffa e di complicità in truffa a carico di otto imputati. GII otto imputati Sono stati rinviati al processo di stamani il Du Park, il prof. dott. Alvise Spineda fu Lodovico di anni 46, da Roma, prof. dott. Francesco Della Penna di Giovanni di anni 42 da Roma, rag. Vincenzo Vercellesi di Giosefatte, spettore capo delle Ferrovie dello Stao, di anni t>7, da Roma, comm. Egidio Cheli fu Giuseppe di anni 48 segretario principale delle Tramvie AstesiMonferrine, residente a Roma, detenuto dal dicembre. 1927, rag. Paolo Frumento fu Giuseppe, c!i anni 58, da Savona, industriale, on.le ragioniere Battista Boido, di anni 42, di Asti ma residente a Napoli, rag. Paolo Bosco di Giuseppe, di Asti. I primi cinque Du Park, Spineda, Della Penna, Vercellesi e. Uieli debbono rispondere del reato di truffa, per avere, in Asti e in Roma nei tempo suddetto 1922, 1923 e 1924, con artifici e raggiri, scritturazioni ed esibizioni di falsi resoconti .contabili, tratto il inganno il Ministero delle Comunicazioni, procurando alla S. A. Tramvie Astesi-Monferrine un indebito sussidio di lire 45U.U00. Gli altri tre sono imputati di complicità in detto reato per avere neUa loro qualità di sindaci revisori dei conti facilitato l'esecuzione del reato. Il Tribunale è presieduto dal Presidente cav. uff. Barberis. Sostiene l'accusa il sostituto Procuratore del Re cav. Valletti. Al banco della difesa siedono numerosi avvocati: per il Cheli, 'avv. on. Grilli, per il Du Park, che è contumace, l'avv. Gai di Asti, per il prof. Della Penna, il prof. Spineda ed il rag. Veicelesi gli avvocati S. E. on. Romano, comm. Grassi di Asti, comm. Gubitosi di Roma e Graziano di Torino; pei- l'on. Boido, il rag. Frumento ed il rag. Bosco gli avvocati Borello di Asti e Possano di Savona. 11 Ministero delle Comunicazioni, costituitosi Parte Civile, è rappresentatu dall'Avv. Erariale comm. Cataldo Guerrini di Torino. Coma ti difendono I tre imputati prof. Della Penna, rag. Vercellesi e prof. Spineda, rispondendo al loro interrogatorio, si sono difesi con molta abilità ed hanno proclamata la loro innocenza sulla scora di documentazioni contabili e di deucidazioni tecniche amministrative; essi in sostanza rimasero estranei al'opera di falsificazione e di raggiro messa in atto dalla Astese Monferrina per ottenere le anticipazioni dei sussi-di • furono incaricati di rivedere i bi anci, quando già tali sussidi erano dietro semplice presentazione da parte della Amministrazione interessata di stratti di situazioni bimestrali, artifiiosi, dell'azienda, in cui cioè era motralo in istato di forte esagerazione l deficit, mediante svalutazioni del parimònio, supervalutazione delle pasività e spese non effettuate, Cosi pure i tre sindaci on. Boido, ag. Bosco e rag. Fromento hanno respinto recisamente le accuse, dichiarando di avere sempre e soltanto esaminato i bilanci, ciò che era di loro competenza, e di nulla avere mai sa- iati pagati dal competerne Ministero. - . ., - - -- ..„-. - -.- iputo delle false ed arullciose situazio- ni bimestrali conio quali veniva truf- fato l'Erario dello Staio. Tali sussidi n°n figuravano nel bilancio, quindi mollo facilmente si fumavano nelle tasche del Du Park «• dei suoi coni- plici. Inoltre con copia di documentazioni © illustrazioni tecniche-amministrative hanno proclamata la loro innocenza. Il comm. Cheli, da parte sua, ha Purè egli respinto le accuse: stando all'accusa egli sarebbe stato lo stru- memo con il quale il !)u Park agiva in Roma, negli ambienti ministeriali, per ottenere con opera di corruzione, le anticipazioni dei sussidi. Per tale incombenza gli era siata attribuita la carica di segretario principale della Astese-Monferrina. Egli era persona che godeva fiducia nelle sfere elevate, aveva amicizie numerose e conoscenze. Le sue negative in ordine al reato ascrittogli sono però contraddette da alcune lettere da lui scritte da Roma al Du Park, lettere che sono veri e propri atti di accusa contro di lui. In esse si parla di soinm- da pagarsi per ingraziarsi persone importanti, e percentuali da promettersi a persone interessate sui sussidi che si avranno col loro mezzo. Esaurito rinterro?atorio degli imputati e. fattasi l'ora tarda, il Presidente rinvia il dibattimento a domattina alle ore 9 -per l'audizione dei testimoni, che sono una quarantina in tutto. Si prevede che il processo dovrà durare per quattro o cinque giorni. Piazzisti infedeli Ancora piazzisti infedeli. Gli episodi di questo genere si ripetono con una frequenza davvero poco augurabile E in Tribunale hanno la loro eco, penosa, il più delle volte, ma inevitabile. Ieri è stata la volta di Vincen zo Ferrari, di 40 anni, abitante in corso San Maurizio 21, il quale era stato assunto nel 1925, come piazzista, dal signor Andrea Fissore, commerciante in generi alimentari con magazzeno in corso Palermo 121. Per vari mesi il Ferrari non diede! motivo a lagnanze od a rimarchi. Appariva scrupoloso e zelante. Ma nel febbraio 192t> egli mutò sistema c si appropriò di 4818 lire che aveva esatto da clienti. 11 Fissore ebbe la relazione di questa infedeltà del suo piazzista da un maresciallo di P. S., il quale interponeva tuttavia i suoi buoni uffici perche ia cosa non trapelasse ed il Fissole non procedette contro il Ferrari. Questi infatti, confessando la colpa, assicurava che avrebbe risarcito il danno. E il Fissore non10 licenziò. .Senonche nell'aprile successivo il Ferrari ripeteva il colpo portando a 10.463 lire il totale delle somme esati© per conto del principale e convertite in proprio profitto. Fu a questo punto che il Fissore sporse la denuncia per appropriazione indebita contro il suo piazzista. Al dibattimento, l'imputato ha ripetuto la confessione già fatta ed il Fissore, rievocando i fatti, ha notalo che il suo ex-piazzista gli ha risarcito ora per metà il danno, impegnandosi a risarcirlo per il resto con dei versamenti rateali di 200 lire mensili. Il Tribunale (Pres.: conte Pinelli; P. M. : cav. Cottafavi) ha condannato il Ferrari a 5 mesi e 25 giorni di reclusione, col doppio beneficio della condizionale e della non iscrizione. Difesa avv Libois. Meno lineare è il caso del ventisetlenue Achille rascherò, giudicato dalla stessa sezione del Tribunale. Costui era stato impiegato per qualche tein po presso la ditta S. Parrinello, di cui è procuratore il cav. Francesco Parrinello, abitante in via Principe Amedeo o7. Gli uffici della ditta sono attigui all'alloggio del cav. Parrinello e sono con esso comunicanti. Molte volte anzi, per il disbrigo delle 6ue mansioni, il Taschero si recava nell'alloggio del principale. Ora, avvenne che in un giorno dell'agosto 1926, il Parrinello, rientrato a casa dopo una breve, assenza, trovò che gli orano stati asportali da un cassetto del comò, dove li aveva rinchiusi, diversi preziosi per un valore di 4000 lire. Il trafugatore dei gioielli si era servito evidentemente di una chiave falsa ovvero aveva tolto dal comò il cassetto superiore, che non era chiuso a chiave, riuscendo in tal modo a mettere le mani sul... forziere. Il Parrinello denunciò come autore del furto 11 suo impiegato, a carico del quale elevò anche un'altra accusa: quella di essersi appropriato di 650 lire, impor to di ima fattura versatagli dalla ditta Caratorta di Bra. Il Taschero ha respinto energicamente — anche ieri in udienza'— l'accusa di furto e per l'appropriamone indebita delle 650 lire si è giu.-iiiirato affermando di essensi trattenuta !-i somma per crearsi una garanzia, avendo emesso a vantaggio del principale numerose cambiali di favore. Il Tritunale lo ha ritenuto colpevole di due reati e lo ha condannato a 7 mesi e 15 giorni di rech sione e 83 lire di mult,>. Difesi avv. E. Mollard; P. C. avv Nasi. ■ i— Diciottenne inciso da una frana Calafatimi, 19 notte. Ieri verso mezzog orno, nella costruenda terrc-vla Vita-Calatai mi, per 11 franamento improvviso di una u.assa di terreno, si registrava una pravissima sciagura clic costava la vita all'operali diciottenne Sfioritili Vincenzo, mentre il pidre di lui ed un altro compagno di lavoro r.manevano gravemente feriti.