Il sopraluogo della Corte d'Assise nella macabra casa di Renzo Pettine

Il sopraluogo della Corte d'Assise nella macabra casa di Renzo Pettine Il sopraluogo della Corte d'Assise nella macabra casa di Renzo Pettine Le eoacInsioBÌ delle perizie mediche sol matricida: forma paranoide di demenza precoce: opportunità di internarnento io manicomio Milano, 17, notte, n sopraluogo sul teatro del delitto 6 •tato necessario dalle deposizioni delle testimoni signore Garagnani e Colonnelli, le quali ieri 6era davanti ai giurati affermarono di avere assistito, presumibilmente la sera del delitto e secondo la prima delle versioni di Ren- 10 Pettine, alla medesima ora, ad un movimento di ombre 6ulle scale del palazzo di corso Buenos Aires, ad un movimento preceduto da un grido soffocato. Il sopraluogo si ebbe stamane, aHe ore 9, Il giungerò dei giurati alla spicciolata ed il raccogliersi poi di costoro In capannelli per attendere i magietrati 6ulla porta dello stabile, ha richiamato numerosa folla, tenuta a distanza dagli agenti e dai carabinieri. D'altra parte, l'annunzio del sopraluogo dato dal giornali aveva richiamato aul balconi e le finestre prospicienti di crucila che fu la dimora di Erminia Ferrara, altra gente spinta dalla curiosità. La prima visita vanne fatta all'appartamento della Ferrara, occupato ora da un sarto, 11 quale narra che altri inquilini l'hanno preceduto nell'occupazione del locale dopo il delitto, ma costoro hanno abbandonato 11 quartiere per paura degli •spiriti, da cui erano turbate specialmente le signore. Come a mio tempo 1 giornali riferirono, l'appartamento è composto di sette camere e dell'anticamera, divise da un corridoio pavimentato di piastralle, 11 famoso corridoio sul quale lo scaltro Renzo, come riferì la cameriera, spargeva la sera del sale, per accorgersi se la madre riceveva detti! uomini quando egli era già a letto. In fondo al corridoio, a destra, presso la camera da letto, ora adibita allo stesso uso, C'è il famoso fumoir, uno stanzino di forma rettangolare, dove fu rinvenuto fi macabro baulo. A questa prima parte del sopralluogo hanno assistito le signore Garagnani e Colonnelli. Non lo ha potuto fare la signora Panceri, che è settantatreenne ed è ammalata. Sarà sentita a domicilio. II presidente ha mandato inoltre a chiamare, pregandola di intervenire subito, la signora Iside Garlni, che abitava l'appartamento sottostante alla Ferrara. D pianto attraverso il calorifero La signora, condotta dal Presidente, sempre seguito dei giurati e dai rappresentanti delle parti, è entrata nella camera da letto e quivi ha confermato che, trovandosi nella propria camera da pranzo, sottostante a quella camera, udì ripetutamente ed attraverso la canna del calorifero, piangere con angoscia. Questi fatti si ripeterono per diverse sere successive a quelle del delitto, allora ignorato. Il presidente, il P. M. ed 1 difensori aw. Danesi e Bentini, rivolgono alla teste alcune doman de. durante le quali essa conferma tra l'altro che quel pianto angoscioso poteva essere di Renzo Pettine. Giurati, magistrati e patroni, usciti dall'appartamento della Ferrara, salgono a quello della signora Garagnani, arrestandosi sul pianerottolo dal quale le tre signore, richiamate dal grido, guardarono in fondo alle ecale, cioè alla rampa comune delle abitazioni del Pettine e della Oaragnani e videro le famose -mbre che si dibattevano. Chiamale sul pianerottolo, mentre il cancelliere cav. Pirroni è sceso al punto indicato dalle due testimoni a fare la par'e di... ombra, ed il Presidente ha fatto precedentemente accendere le lampadine elettriche delle scale, ripeterono punto per punto la versione resa ieri sera in Corte di Assise. Dopo di che, previe brevi osservazioni del Presidente, il sopralluogo è Anito. Alle lu,15 si riprende nel] aula il pubblico dibattimento. A capo basso col solito aspetto di sfinge impenetra bile Renzo Pettine è di nuovo al suo posto, all'ancolo della gabbia. 11 Presidente comincia col dare lettura di un certificato medico proveniente da Padova e nel quale si attesta rhe la ma. dre dell'uccisa, MaTia Miohfllotto maritata Ferrara, e infermo a letto e quindi nella Impossibilità di comparire in udienza. Dà lettura altresì di una let. fera dell* sorella delVirrisn. F.upenia Ferrara Maritano, con la quale essa prega i magistrali di dispensarla dal presentarsi in A«=ìsp. non nvendo nulla di specifico da narrare sul fatto 1 periti Vengono a questo punto invitati, per chiarimenti sulle loro perizie, i periti alienisti prof. Bravetta ed Antonini, /■scelti il primo dal giudice istruttore ed il secondo dalla Difesa. Le conclusioni sono stale, durante il periodo istruttorio, concordi nel ritenere ' che Renzo Pettine è. affetto da demenza precoce, completamente infermo al momento del fatto, ed indi pericoloso, e perciò da ricoverarsi in una casa psichiatrica di cura. Il difensore, avv. Danesi, domanda che i periti spieghino ai giurati il significato di alcuni termini scentiftcì che sono contenuti nella perizia. Il prof. Antonini, prendendo la pa rola, dice: — Il contegno tenuto dal Pettine al Manicomio di Mombello durante più di un anno ha, secondo me, confermata la diagnosi di una forma paranoide della demenza precoce e con esclusione di ogni possibilità di simulazione. L'affezione mentale si è sviluppata sullo sfondo di un tempera monto « schizzoide •, cioè ad un certo punto si è determinato nel giovane già affetto da anomalia psichica con• genita, un vero delirio. La prova di ciò sta principalmente, negli scritti e nei disegni che il Pettine ha spontaneamente steso durante il suo soggiorno nel Manicomio, e nei quali si ritrovano i suddetti caratteri deliranti. Un altro sintromo molto importante è l'assenza di emozionalità, che il Pettine presenta in alto grado. Questa insen¬ sqmpiellzzltssdtptssdd6mcsclbeqhl sibilità morale sembra dare luogo qualche, volta ad emozioni normali, ma si tratta di fasi brevi, che compaiono e scompaiono, ed in modo cosi rregolare e bizzarro da dimostrare esse stesse le condizioni anormali dala psiche del soggetto. La diagnosi dela demenza precoce importa il giudizio di cronicità. Questa specie di pazzia può presentarsi in vai .e forme, tra e quali vi è la forma cosidetta catatònica, che ha per tratti tipici l'assenza di movimenti spontanei, come se il paziente subisse una inibizione dei movimenti (permanente. Il Pettine ha presentato per un cero periodo movimenti analoghi, ed il prof. Antonini li riferisce minutamene, insistendo sull'impossibilità che si sia trattato di simulazione. Quindi il perito continua: — Quanto all'atto criminale commesso dal Pettine non ho potuto, anche date le reticenze e le contraddizioni del giovane, farmi un'idea precisa nè 6ul modo come, fu compiuto, nè aul motivi immediati che l'hanno provocato, ma ciò ha poca importanza rispetto alle indagini, perchè sono tipiche nella condotta di questi soggetti a impulsività e la irragionevolezza. Il primo giurato chiede, auale sarebbe la causa della malattia del Pettine ed il prof. Antonini risponde che in questi casi è il fattore ereditario che ha quasi sempre la prevalenza. Il prof. Antonini conclude confermando le dichiarazioni della perizia scritta, sulla pericolosità dell'imputato e sulla opportunità dell'internamento di Renzo Pettine in un Manicomio per un tempo indeterminato, se non continuo. Il primario dì Mombello Segue il prof. Bravetta, già direttore del Manicomio di Novara ed ora pri mario a Mombello. Egli ribadisce le ragioni addotte dall'Antonini. La Parte civile chiede se anche i fenomeni che devono accompagnare la delinquenza precoce si siano manifestati nell'imputato, allucinazione, vi siva o auditiva, ed il perito risponde che questi fenomeni possono anche non esserci. L'avv. Danesi presenta un libretto hi cui sono segnate tutte le spese casalinghe, compresa le frutta, la carne, ls derrate, ecc., fatte dal giovane Pettine per conto della madre, e presenta pure una lettera inviata dall'Imputato al patire, il 30 giugno del 1926, pochi giorni dopo l'arresto, nella quale ringrazia della biancheria ricevuta, e ad un certo punto testualmente dice: «Dirò tutto quello che posso». Non vorrebbe che la sorella sapesse del misfatto di cut è accusato, ed ag giunge: «Quando saprete la verità mi giudicherete meno infame di quanto mi giudicate ora». Concludendo ed alludendo alla madre, scriveva « Anche lei, poveretta, non aveva colpa». L'aw. Danesi si rivolge ancora all'imputato per un tentaVvo estremo, Ancora una volta lo supplica, lo scongiura di parlare. Anche il Presidente interviene: , — Vuoi parlareT Un momento drammatico li Pettine muove la labbra; ha un sussulto, paté enff stia per decidersi; pare alla fine voglia aprire bocca. Ha come una crisi nervosa. Muove gli occhi febbrilmente. Si ha un attimo di speranza ohe flnaJimeaite si decida. Vana speranza. Egli ricade nell'ebet'smo, che manifesta in modo assoluto da due giorni. L'on. Bentini domanda che sia richiamato M comra. Pettine per alcunt schiarimenti. Il Pettine si fa avanti ed il secondo patrono della Difesa gli chiede se sia vero che molto tempo fa egli ricevette una lettera anonima, in cui si facevano i nomi degli assassini, lettera ohe venne consegnata poi all'Autorità giudiziaria. Il Presidente fa osservare che moltissime lettere anonime piovvero durante l'istruzione di questo processo e persino qualcuna piuttosto feroce contro lo stesso comm. Pettine. Il P. G. si meraviglia che del-la lettera cui ha fatto allusione l'aw. Bentini se ne parli soltanto oggi. Nell'incartamento processuale la lettera comunque non si trova, perchè fu con segnata ad istruttoria finita. Il comm. Pettine allora precisa che la lettera in questione fu trasmessa dal giudice istruttore alla Polizia per le Indagini necessarie, indagini che furono fatte, tanto è vero che in merito fu anche interrogato l'imputato. Il comm. Pettine possiede copia della lettera, ed il Presidente gli dà facoltà di leggerla, con tutti i nomi in essa contenuti. La lettera è la seguente: « Pregiatissimo signor commendatore, - Più il tempo del processo di suo figlio si avvicina e più mi sento spinto ad une rivelazione importante. Ebbene, si: suo figlio diceva il vero quando affermavo che rientrando in casa, presso sua madre, vi trovò in Intimo colloquio due signori. Ne eb"bi la triste conferma da un professionista, dopo una notte di baldoria, mentre era ubbriaco. Mi disse come la cosa fu accidentale da parte di suo figlio, che venne da loro solamente alutato a mettere la donna nei baule. Essi sono... ». (E qui la lettera fa i nomi di un professore e di un suo amico). La lettera si chiude con i convenevoli d'uso e non firmata. La calligrafia è di donna. L'ultimo teste a discarico è l'avv. Crosio, clie depone sui frequenti dissl,di dei coniugi Pettine, ma che non aggiunge alcun dato interessante. Altre deposizioni sono date per lette. Si dà anche lettura della perizia dei periti settori sul cadavere della povera signora. E' mezzogiorno ed il processo è rinviato a lunedi. Non è improbabile che lunedi sera si possa avere la sentenza. ptpcigitfiiltnftgdsaztmtLcsIvneeadd6mLd

Luoghi citati: Ferrara, Milano, Novara, Padova