La Camera dello Stato Fascista

La Camera dello Stato Fascista La Camera dello Stato Fascista Esazione dell'oli. Maraviglia sulla riforma parlamentare Roma, li, unite. Oggi a Montecitorio si è riunita la Commissione parlamentare, ohe esamina il disegno di logge pei- la riforma rfella rappresentanza pa-filamentare. La Commissione ha preso visiono delia luupn relazione dell'on. Maurizio Maraviglia, approvandola senza discussione. La relazione che costituisce un documento di alta importanza per la chiara illustrazione dei principia informatori fi delle disposizioni singole della riforma, cosi si inizia: « L'odierno disegno di legge 6 il coronamento di tutto quell'insieme di provvedimenti legislativi, che hanno radicaOanents modificato il vecchio sistema istituzionale ed ha creato un ordinamento costituzionale nuovo. La Camera fascista, che fu già valida collaboratrice del Governo in questa grandiosa opera di riforma costituzionalesi trova ora di fronte il problema della propria trasformazione, cioè di fronte ólte necessità di armonizzare la propria organizzazione non soltanto con gii altri organi costituzionali, profondamente modificati dalla rivoluzione nella loro struttura e nella loro competenza, ma anche con i nuovi istituti di diritto pubblico, che hanno inqua orato nello Stato la vita economica della nazione. Una Camera di deputati, reclutata alia vecchia maniera, con qualsiasi dei passati sistemi a base suffragistica, emanazione di un corpo etettoraHe indifferenziato in funzione di popoJo sovrano, costituirebbe nel nuovo sistema costituzionale un anacronismo ed una anomalia che la condannerebbe!! o ad una vita umile e nassiva. La futura Camera, invece, rfpefando la propria origine e la propria autorità' dalle nuove forze sociali e politichi: organizzate dal Fascismo nella vita delik> Stato, sarà sicuramente un organo politico vitale e potrà averesoprattutto nel campo detta legislazione, che costituisce ii suo compito principale, una notevole influenza per i futuri destini della nazione. Corollario di prtoadonti riformo « La portala innovativa e rivahizionar-ia del presente disegno non deve pertanto considerarsi eccessiva al punto in cui è giunta l'evoluzione del sistema costituzionale italiano, sotto la pressione della Rivoluzione Fascista, e solo da residua mentalità demo-liberale, che contro la lettera e lo spirito dello Statuito aveva legittimato tutte le usurpazioni parlamentari ed aveva eie vato la Camera dei deputati a deposita ri» unica insostiAuib'iile della sovranità popolare, può rabbrividire all'idea dnon avere più la vecchia Camere, espressiione diretta ed immediata desulfragio popolare, e non trovarsi più di fronte ad una assemblea profondamente, scissa ntìlla sua anima politica e nella quale gli eSemenfci più eterogenei, in grazia dei comune crisma elettorale, erano tenuti ad una collaborazione coatta, enfisi risolveva nella paralisi e natia sopraffazione reciproca. « Ma la Nazione Fascista con essa la Camera Fascista, se non hanno eguali scrupoli ideologici laddove hanno il perfetto senso dell'unità dello Stato, affrontano tranquiiUamente la soluzione del problema 'della rappre sentamza nazionale come un corollario delle aline riforme già attuate nel l'ordino costituzionale, ben sapendo che il punto culminante dalla trasforinazione legislativa, che ha pri di pari passd con lo sviluppo d volizione, non è rapprewuMato presente riforma. Altre léggi (fla appro vate»<d,à*questa assemblea hanno avuto un contenuto rivoluzionarlo ben pio ardito. Basta pensare alla legge suPrimo Ministro, ohe ha profondamente afte-rato i preesistenti rapporti Ora 1 va ri poteri detto Stato ed ha tolto alia Camera di essere l'arbitra détte vita dei Governi; alla legge sui decreti-legge, ohe ha attribuito al potere esecutivo la facoltà, ohe prima esisteva solo di fatto ed era considerata un abusodi emanar? disposizioni legislative; alta stessa legge sull'istituzione del pode sta, ohe facendo giustizia deC'altro dogma (tetta cosidetta libertà locate, ha totalmente subordinato la vita municipali: agli interessi ideHa vita nazionaleunitariamente rappresentata dallo Sta to, per comprendere quanto lungi sè spinta l'attività riformatrice del Regime Fascista, come tutto l'ordinamento costtttuzionale- italiano sia 'stato po sto sopra un plano assolutamente diverso e ricondotto ad una concezione essertziaftmente diversa dello Stato e dei suoi attributi, dei suoi organi e delle loro funzioni. . « La posizione costituzionale della Camera è stata ben definita dalle precedenti riforme ; la riforma presente invece, che tocca soltanto la struttura e la forma di reclutamento della Camera, è ' determinata da esigenze di carattere diverso ed anzitutto da una esigenza di ordine generale e, direi quasi, sistematico, non potendosi conservare un istituto, die, per le sue origini e per la sua composizione si ricongiungesse a principii non più vivi nella coscienza politica del Paese e completamente opposti a quelli in base ai quali sono stati organizzati tutti gli altri istituti del Regime. Miguro la RaofmontMz» ai princìpi o allo spirito del Regime « La ragione della riforma va dunque ricercata non già nella necessità di diminuire la posizione costituzionale delia Camera e di delimitarne' bene la sfera di attività in modo da impedire il ripetersi delle passate" usurpazioni, che portarono alla onnipotenza e quindi alla decadenza dell'istituto parlamentare, che a ciò si è provveduto con la creazione di altri istituti; bensì nella necessità di adeguare la Camera ai principii ed allo spirilo del Regime, Ut modo da togliere si ogni equivoco intorno alla natura delle sue origini e quindi alla essenza della sua podestà, ma altresì in modo da rafforzarne l'autorità entro l'ambito del sistema fascista. Una Camera eletta con qualsiasi dei sistemi precedenti sarebbe sì una Camera nobile e lìgia al Regime, ma, nel suo insieme, anche se composta tutta di fascisti, non improntala allo spirilo del Regime, af fella pur sempre dalla lue elettoralistica e, ad ogni modo, non sarebbe una emanazione delle fresche forze de] Regime. Sarebbe perciò una istituzione priva di ogni forza politica, una istituzione morta sul nascere ed il Regime non sa che farsene delle istituzioni Inutili, anche se innocue. « Ma l'abhandono del vecchio sistema elettoralistico a suffragio diretto nella formazione della Camera dei De putati è consigliata non soltanto dalla necessità di costituire un armonico sistèma Istituzionale, ma aneli* da più profonde ragioni di ordine politico. La realtà italiana non è più oggi quel la di ieri, e chiunque si accinga a ri solvere il problema delia rappresen tanza politica non può non tener con io di tate mutamento ; non può soprattutto non tener conto di questi tre fatti capitari: 1) sparizione dei. vecchi partiti politici; 2) esistenza delle gran 'ti organizzazioni corporative; 3) unidcaziotte della vita politica nell'unità del Partito.e la perfetta coincidenza della coscienza nazionale con la co scienza fascista; della Patria col Re girne. La vita italiana in cumino dei tuoi elementi costitutivi è ormai rien trata tutta nello Staio; la vita economica e produttiva attraverso le gran M Creder azw*à filOAaffiU e,ìa. politica e culturale traverso il Partito con le sue numerose organizzazioni dipendenti, giovanili, educative, sportive, ecc. ; traverso il Partito, che al suo vertice si congiunse allo Stato nel Gran Consiglio, organo supremo del Regime, che sia per diventare anche ufficialmente organo dello Stato. Si può dire che oggi in Italia t due termini Società e Staio coincidono perfettamente ; quel poco della società Italiana che per inscparabiilli ragioni praUcne resta ancora fuori delio Stato fascista, non solo non ha forza alcuna contro lo Stato, ma può. considerarsi un alone dello stato medesimo ». OraogaBoHà poKtioo L'on. Maraviglia ricorda quindi che nei vecchi regimi quasi tutte le forze sudali svolgevano la loro attività fuori delio Stato, cioè erano di fatto fuori dello spirito politico e dell'ordine giiiinklico rappresentati dallo Stato. La rappresentanza politica, espressa da una società così fatta non poteva non rispecchiare ed esasperare questo stato di cose e si era così arrivati all'assurdo di una Camera costituzionalmente incapace di compiere la funzione per la quale era stata creata; al paradosso di un organo sovrano dello .Stinto, che restava fuori dolilo Stato e, attraverso il meccanismo-elettorale, diventava veicolo di tutte le forze disgregatrici dello Stato. La,rivoluzione fascista ha distrutto tutto questo sistema assurdo e contradittore, fondato sul vuoto di un'illusione, ed ha .riaffermato tutta la vita nazionale nelrorbita. dello Stato. Il Fascismo ha risoluto così l'arduo problema del rapporti» tra società -e Stato e lo ha risoluto non già creando, come comunemente si dice, lo Stato corporativo, ma organizzando una società corporativa•nello Stato nazionale. Ora è evidente che la rappresentanza politica della Nazione fascista non può non rispecchiare questa mutata realtà della sol cietà. Pertanto la omogeneità poWtica della nuova rappresentanza, che ili disegno di legge mira precipuamente ad assicurare insieme eoa la migliore -scelta di candidati dal punto di vista dei-la capacità personale, non è stata una conseguenza, della dialettica del sistema fasciste, quanto un risultato delle reatt conduzioni della vita italiana che ha già trovato la sua perfetta unificazione politica nel Regime fascista. Onde sarebbe assurdo pretendere che la Camera riproducesse delle divisioni, che non esistono nella realtà. La Usta totalitaria, preveduta nel disegno di legge, ò dunque pienamente giustificata dalla situazione leale del Paese, la quale situa zione, non ha il carattere di una semplice sosta tre. i partiti, giaccia i vecchi partiti a base prevalentemente ideologica sono scomparsi per sempre dalla vita italiana ed il Fascismo è accettano da tutto il popolo con una fede religiosa, per cui cliiunque si stacca da esso si mette automaticamente fuori della comunità della Nazione. Ne*, d'altra parte, sarebbe'lecito concepire una distinzione di partiti politici sulla base delle competizioni di interessi delle varie classi in un regime politico e sociale che ha creato un perfetto sistema di mezzi legali per diri mere pacificamente tutti i conflitti d Interessi tra le.varie categorie di prò d ut tori ed ha inoltre fissato un criterio limite afte legittimità della lotta tra le classi. La, situazione unitaria creata dal Fascismo non è-una situazione occasionale,'- transitoria, ma è 11 risultato' duna lunga evoluzione storica, cioè deprocessò di dissoluzione del regime li barate, anche se in ultimo si è mani testata carne la conseguenza immediata di una rivoluzione; ed è pertanto da ritenersi come un permanente modo di essere della nuova società italiana, per quanto sia lecito fare delle previeioni. Comunque essa è tale da giustificare un ordinamento giuridico che la presupponga come definitiva. Data tate situazione di fatto, un sistema elei torale a base raaggioritada, con la minoranza precostituita, sarebbe inaccettabile come quello che verrebbe a creare artificialmente nell'assemblea delle divisioni che non esistono nel Paes La *>#rhi dai candidati L'on. Maraviglia, premesse queste considerazioni di ordine generale «ui principi!- informatori della legge, passa ad anatiszare ia lettera e lo spirito delle singole disposizioni. In ordine al primi articoli, che disciplinano la presentazione dei candidati, il relatore osserva che in essi si ravvisano non soltanto alcune caratteristiche che differenziano il nuovo sistema dal precedenti sistemi elettorali, quanto alcuni elementi essenziali che rivelano nettamente la reale natura del provvedimento legislativo in esame e ]o fanno subito apparire non già un vero e proprio sistema elettorale, ma un metodo scelto, perfettamente coerente al nuovo assetto della vita sociale ed al nuovo aspetto dello Stato che il Fasciamo ha creato In Italia. Nei sistemi antecedenti la proposta di .candidatura o non era affatto regolata'dalla legge o lo era in maniera affatto esteriore e formale: la presentazione dei candidati era lasciata all'iniziativa personale od all'arbitrio dei partiti e degli aggruppamenti improvvisati nelle occasioni oleitoraii. Un ogni modo era sempre pasciata in balia di fattori irresponsabili. 11 disegno di legge invece riconosce l'alto interesse politico di controllare e disciplinare il procedimento delia scelta sin dai suo momento iniziale « concretamente attribuisce la facoltà di proporre candidati per la maggior parte alle grandi organizzazioni sindacali, clic inquadrano tutta la vita produttiva, e per una parte minore ad altri enti ed associazioni che, fuori dei quadri sindacali!, presentano detcrminati requisiti di generalità o di utilità sociale. Si creano cosi, sin dall'inizio, le condizlc .i di organicità e di capacità a cui deve rispondere la rappresentanza politica del Regime Fascista. Senonchè, non basta il requisito dell'organicità dal punto di vista sociale e della capacità dal punto di vista personale ad esaurire le garanzie che si richiedono aHa rappresentanza politica del Regime Fascista, perchè essa risponda compiutamente al suo sco po. Occorro altresì che essa, pur rispecchiando tutti i complessi bisogni dei vari elementi che compongono la vita del Paese, sappia valutarne la relativa importanza e dlscernere in ogni caso i grandi interessi storici della nazione, ai quali subordinare ogni interesse particolare. Occorre, in altri termini, che nei membri della rappre sentanza sia viva l'attitudine a superare i particolarismi od il localismo, a cui potrebbero essere inclini in ragione della loro provenienza od ap parteneuza. Ora queste specilìche attitudini politiche della rappresentanza non possono -essere garantite se non dall'ulteriore revisione ed Integrazione delle proposte candidature da paite di un organo squisitamente politi co e dotato di altissima autorità. Da qui la funzione preminente affidata dal disegno di legge nella scelta della, rappresentanza al /Gran Consiglio dèi Fascismo, funzione che non ha riscontro nei sistemi precedenti, perchè 1 sistemi precedenti presumevano che una Camera, comunque eletta, per il semplice folto di essere eletta rial po polo sovrano, possedesse tutti i requi cec aà/agjg» al sua ufficio e4 la ogni modo avesse tutti i diritti di inlerpretaro a proprio talento il proprio compito. La votazioni: « Giudizio sull'indirizzdal Gran Consiglia» Il Gran Consiglio del Fascismo è l'organo supremo, creato dal Duce per dirigere la risoluzione e condurre a termine la gigantesca opera di trasformazione dello Stalo liberale nello Stato fascista. La grandiosa fatica compiuta dal Duce e dal Gran Consiglio ha conferito a questo consesso i caratteri di prestigio, di autorità e di grandezza, che le massime organizzazionpossono attingere soltanto quando operano in eccezionali momenti ed in particolari circostanze storiche. NeGran Consiglio sono rappresentati tutti i varli organi del Regime, nei loro massimi esponenti, e però nella sua etessa costituzione può considerarscome la 6lnlesi più alta della vita politica italiana. Per.,la sua origine, pela sua composizioni* e per le prove già date della sua attività politica, appare particolarmente indicato alla funzione che il disegno di legge gli attribufecc, di scegliere tra i nomi dei candidati proposti ed integrare tale sceltaquando ritenga necessario, con altrnomi di chiara fama nelle scienze, nelle lettere, nelle arti e nella politicaPassando a trattare della votazioneche si estrinseca mediante il voto individuale per si e per no, e che h1 apparenza di una formula plebiscitaria, l'on. Maraviglia rileva che non si tratta di un'operazione elettoralegiacche i singoli non sono chiamati a sceglierò I deputati, ma ad approvar0 respingere In blocco la lista tonnata dal Gran Consiglio, che è l'espressiondi un indirizzo politico. «Si tratta pertanto — precisa l'onMaraviglia — di una ratifica, nellquale è implicito un giudizio sull'indirizzo politico seguito dal Gran Consiglio. Tale atto non può considerarsun ritorno, neppure indiretto, alla sovranità su flogistica; è stato tuttavia ritenuto utile per togliere ogni equivoco intorno alla vera natura dello Stato fascista, che non b un'oligarchia, ma uno Stato a larga base popolare ». L'Ipotool doila negata ratifica Infine, l'on. Maraviglia si soffeima sugli artìcoli 8 e 9, che prevedono l'ipotesi della reiezione della Usta e prescrivono che si debba, in tale caso, procedere ad un nuovo sistema, il quale il i>eilatoro riconosce in contrasto con1 principili del disegno di legge, osservando però che tale contrasto non lìiJ? •l'°*uto eliminare per insuperabildJfflcoitt'i.ai teorica giuridica. Ammesso, Miratti, per superiori motivi di ordine politico, il principio della ratifica popolare, si doveva necessariamentlu-ov vedere anche al caso di esito sfavorovole. « L'ipotesi della negata raliiìca è lohtanissinno dalla realtà — scrive l'on Maraviglia. _ L'esame che abbiamo fatto precedentemente della radicale mutazione storica della vita italianain seguito alla Rivoluzione fascista e la considerazione delle imponenti forze vive dalle quali il Regime disponela dovrebbero Tare considerare pressoché impossibile. Ma, teoricamente non si 6. autorizzati a dichiararla assolutamente impossibile. Le previsiondegli eventi futuri, nel mondo storiconon possono essere fatte colio stesso grado matematico di certezza comnel mondo ttsteo. H diritto che per sua natura deve regolare tutti i casi teoricamente possibiiU, non può trascurarquelli che presentano un grado minimo di probabilità. Pertanto, o si rinunciava al vantaggio polittico della ratifica, o, ammesso il principio dquesta, si dovevano subire le conseguenze giuridiche di regolare anche l'ipotesi del risultato negativo del voto. E' anche da aggiungere che. in linea politica, la soluzione stabilita dalla legge come mezzo per dirimere iconfinilo costituzionale, che si determinerebbe in caso di reiezione della lista presentata dal Gran Consiglio, sprevede ancor più inverosimile della ipotesi sulla quale si fonda; ma la legge non può prevedere che soluzionlegali ». 1/ on. Maraviglia cosi conclude la sua relazione: ■ 41 disegno di legge è, nelle sue linee essenzuaJi, semplice ed organico come tutti 1 documenti della legislazione fascista. Il sistema da esso adottato si allontana dal vecchi sistemi dmarca demo-liberale e risolve in modo affatto nuovo il problema della rappresentanza politica. La camera fascista, che verrà fuori hi base alla leggche siate per votare, sarà un organismo nuovo, che non avrà nulla di comune con le Camere passate, scelta con ti concorso di tutte le forze della Nazione e. del Regime, essa sarà immune dal'tossico elettorale e costituirà un elemento sicuro dello Slato fascista. Con clò-non si pretende' di proclamare eh» questo sia 11 sistema definitivo. Non è .nella natura del Fasciamo di esaurirsi in un qualsiasi sistema giuridico; leggi e ordinamenthanno per il Fascismo un carattere puramente strumentale, e si è semprdù-spostl a correggerla e mutarli, sempre quaprio l'esperimento ne rilevi la imperfezione. L'idolatrisi giuridica aritmetica è propria della democrazianon del Fascismo; comunque, questa nuova legge è un'altra legge di assetto organico dello Stalo fascista e rappresenta una ulteriore presa di possesso della Rivoluzione nel dominio Ideale e pratico dell'ordirne costituzionale. Per questo, la vostra Comm.lisione vi esorta ad approvarlo con la coscrienusa ri i compiere un dovere di italiano e di fascista ». Il Congresso dei Sindacati degli Artisti Il discorso di Rossoni Roma, 14, notte. Stamane, alla sede della Federaziondei Sindacati intellettuali, ha avuto Inizio il Congresso nazionale dei Sindacati fascisti degli artisti, presentl'on. Rossoni, l'avv. Di Giacomo, segretario generale della Federazione angli intellettuali, Oppo, segretario nazionale degli artisti, i delegati di Trieste, Venezia, Milano, Torino, GenovaFirenze, Roma, Napoli, Pesaro, Paler mo, Fiume e Bologna. Erano anche presenti "l'on. Bifani, Alessandro De Stefani per il Raduno, Francesco Sapori e molti artisti. Saiutato da applausi, l'on. Rossonsi è dello lieto di porgere a tutti icordiale e fraterno saluto della Confederazione nazionale dei Sindacati fascisti, la quale 6i intercìsa intensamente del problema artistico. \a Rivoluzione rascista ha risolto molti problemi, ma non ha s'inora potuto rivolgere tutta la sua attenzione ai problemi dell'arte. Il Sindacato non deve entrare a discutere di scuole e di tendenze artistiche od altre questioni degenere, ma deve porre il problema dell'arte davanti al Governo, davantai poteri costituiti, davanti alle mandi organizzazioni, dimostrando che singoli artisti e l'insieme delle arti devono essere, considerati e valorizzatda un regime forte come il regime della rivoluzione fascista. « Quando hi è parlato di raduni — ha soggiunto l'oratore — io ho detto subito che non spoteva concepire un'organizzazione sfocala, %uionoma. compiaiaiueaw ia dipendente, e nemmeno mi duplicato delle organizzazioni sindacali. Bisognavi) fondere le iniziative, si poteva benissimo concepire un'organizzazione omplementare, ma interamente conrollata dal Sindacato, ,;he combattesse a specifica' battaglia ani-iica. Le rivoluzioni passale erano interessantisime tanto se erano politiche come se affrontavano il problema sociale. Ma non c'è dubbio che la rivoluzione facista può diventare la più completa ivoluziono della storia, soltanto se ealizza e risolve i problemi politici e ociali, e «aprii risolvere anche il orohlejua nuovo dell'arie, creata -per là civiltà n per i! mondo, tinti rivoluzione enza i valori dello spirito e senza viiorio artistiche sareblw ineluttabilmene mutilata, mavcherebbe di qualche osa ». Dopo chn l'on. Rossoni ha finito di parlare, tra grandi applausi, ha. preso a parola il segretario del Sindacato, Cipriano Oppo, che ha fatto la sua rete z I on e. »... Seipel tornerà a parlare dall'Alto Adige? Vienna, 14, notte. Si apprende che, per il 23 correne, è stabilita una seduta della Commissione degli Esteri del Consiglio Federale. In seno àd essa il Canceliere Seipel, come ha fa.Uo davanti alla Commissione centrale del Consiglio Nazionale, riferirà sulle questioni di polìtica estera, occupandoi principalmente della recente conroversia italo-ausfriaca determinaa dal dibattito parlamentare sul'Alto Adige. Il giuramento del Sottosegretario all'Interno Roma, 14, sera. Stamane il Sottosegretario agli Inerni on. Michele Bianchi ha pretato giuramento nelle mani del Capo del Governo al Viminale.