Federzoni rievoca alla presenza del Re la gloriosa figura dell'esploratore Antonio Cecchi pioniere della Somalia italiana

Federzoni rievoca alla presenza del Re la gloriosa figura dell'esploratore Antonio Cecchi pioniere della Somalia italiana Federzoni rievoca alla presenza del Re la gloriosa figura dell'esploratore Antonio Cecchi pioniere della Somalia italiana Roma, li, notlc. Oggi., al in 18, nel salone del Museo cofaruiale, iil Min ni atro dulie Colonie, on.In Eédeirzoniii; ha commemoralo l'esploratore Antonio Gecclri. Alla coj-imo- iNniii tia presenziato il He. Tra gli interazvenuti erano le figlia dell'esploratore mMaria Luisa, ii tìglio cav. un. Gino,'cministro a Kabul, con la moglie e nu-|umerose personalità. L'on. Federzoni ha pronunziato il seguente discorso: « La famiglia di Antonio Cacchi ha voluto offrire al Museo Coloniale alcuni cimelii delle spedizioni africane del glorioso esploratore. Con animo grato prendo in consegna i preziosi ricordi promettendo che essi saranno qui ^Ì^siediti con l'amore dovuto alle reliquie del martiri. Questa semplice cerimonia,! alla quale conferisce altissima importanza la presenza Augusta di S. M. il Re, significa riparazione solenne all'oblio che pesò ingiustamente per luiiglii anni sul nome di Antonio Cecchi. Tragicamente caduto in un agguato della boscaglia Somala, ne! triste momemo im cui la N'aziono delusa e amareggiata dalla sciagura di Adua, pareva del tutto e por sempre disamorata da ogni impresa coloniale, egli sofferse a l a a 1 i iI(."repentagli gravissimi"'sulìo" stesso -'" e a , e ssconipurtroppo, dopo la morte, la condanna iniqua dei grandi incompresi. Dell'olocausto eroico di Lafoló, deploralo allora come conseguenza funesta, e molesta di un cimento temerario, restò una pallida memoria anche. quando l'Italia ebbe ritrovato il senso della sua missione nell'opera generale dell'incivilimento e dell'espansione oltre mare. La spedizione etiopica » ila poco tempo, merco soprattutto la propaganda efficace della Rassegna Italiana, si è corni nei ala a diffondere la conoscenza del posto eminente che Aimonriio Cecchi menila tra i maggiori viaggiatori italiani del secolo XIX e fra ir creatori del nostro-dominilo africano. La figura di lui sembra acquistare ogni, giorno più riiliiievo e luce. I documenti nota di quelia prodigiosa attività venteranale svelano ima ferrea tempra m orale, eguagliata soltanto da un vigore straordinario d'intelletto. Capitano di lungo corso, nonostante le molte fortunose vicende, sa arricchire e affinare la propria modesta cultura, si da lasciarsi nei tre. volumi sulla « .Spedizione Etiopica degli anni 1876-1B80 », un lavoro monumentale, che c insieme uno stupendo racconto di lolita >• di passione ed una compiuta relazione sniontiAcn intorno alle regioni esplorate. Per meglio servire la causa dell'Italia in Africa, egli si è fatto artista, stotóco. geografo, omologo, economista, astronomo. Ogni sua pagina reca l'impronta del suo ingegno veemente ef| ardito. Tutta la sua vite, rappresenta un continuo trionfo della fede e della voi onta su conni zio ni avverse, che, negli .altri, sarebbero stane insuperabili. » Appena uscito dall'Istituto Nautico di Venezia, Antonio Cecchi naviga nel Golfo di Aden, iu qualità di comandali, te della, goletta genovese «Proteo-, allorché è chiamato daila Reale Società Geografica, su proposta di Sebastia. no Martini, a far parte della spedizione Antinori, che, ferma alle soglie dallo Scioa, aspetta il concorso di nuovi mezzi e di nuove energie. Quella spedizione, prima, organica affermazione di un'ambizione africana dell'Italia unificata, dopo i coraggiosi tentativi individuali dei Miani e dei Piaggia, mira a iscrivere il nome d'Italia in una vasta lacuna bianca di più che 600.000 chilometri quadrati.''che rimane ancora tra le Alpi etiòpiche ed 1 Laghi equatoriali. .Si tratta di verificare l'esistenza della famosa « Spjann Mundi », dei vecchi cartografi, e di scoprire la zona displuviale tra i bacini' del Nilo e del Giuba. All'ultimo mistero geografico del Continente ne. ro, gli italiani portano l'assalto da est. Via insolila, perchè la più aspra e la più rischiosa. Bisogna attraversare un paese montagnoso ed impervio, dilaniato da perpetue guerre, tra le sue bellicose popolazioni, abbandonato all'anarchia di fanatici e di razziatori. Antinori e Chiarini con la spedizione si sono dovuti arrestare, dopo un mese di marcia da Zeiln, di fronte a iinprevedntc difficolta. Occorrono altro denaro, altro materiale, nitri elementi direttivi. « Oltre un anno dopo, condotta da Martini e da Cecchi, non senza stenti pericoloso itinerario, la nuova carovana raggiunge allo Scioa la spedizione; Ma le più drammatiche peripezie cominciano allora. Re Menelik accoglie benevolmente gli esploratori i:elidili, fa sedette accanto ai dignitari della sua Corte monsignor Massaia, riusi- gne missionario cappuccino. Accetta doni e promette aiuti. Senonchè, il suoa favore non è sincero, l'ospitalità che -l^sU accorda nasconde insidia. Passa- ]può partire. Per darle gli aiuti pro- messi, MeueliU pretende dall'Italia un nuovo invio di fucili. Martini ritorna in pairia per procurarli. Frattanto il Negus Johannes, prevenendo le mire di Me ne Ita, lo obbliga a sottomettersi, imponendogli, tra le altre dure eondi azioni di vassallaggio, l'espulsione di monsignor Massaia. Viene a mancare 'cosi agi- esploratori l'appoggio pater|uo del santo apostolo etiopico. Ma es- Ì^^^^SMm Si MiMnSé^ellaV natura della s?ò?ia ! --glnu- «end..«Mura, aena stona, ohe mai in quei tempo da ribeUion o si non perdono il tempo della lunghi» sima attesa nello Scioa. Ricognizioni, collezioni naturalistiche, esperienze ed osservazioni di ogni genere, raccolgono per loro un immenso materiale di studi, che Antonio Cecehi, unico superstite e narratore della spedizione, illustrerà poi nelle sue opere grandio- del costume, della vita economica del l'Etiopia, quadro in cui la istintiva maestria rappresentativa e pittoresca dello scrittore di razza avviva la precisione scrupolosa dei dati di fatto. Un viaggio appassionante « Fimailmente Meinelók ha acconsenitiio a lasciar partire la spedizione verso i piccoli [regni onomonici, pur agitati più a i a o o l , , . e a nga e a 1 n i o . t. a n e . e a o i a i discordie. Antinori, invecchiato, sofferente, già avviato al sepolcro, resta a ìjci Marella per morirvi. Chiarini e Cecchi partono verso l'ignoto. Nessun romanziere, caro aile nostro sognanti adolescenze, compose mai una storia di viaggi cosi fantasiosa e appassionata, tomo quel cielo di avventane che vede Giovanni Chiarini soccombere, e da cui Antonio Cecchi può uscire a salvamento sctìo por la sua quasi sovrumana resistenza fìsica e morale per l'intervento provvidenziale di un ■ardimentoso liberatore-, un altro italiano di cuore adamantino, Gustavo Bianchi. La drammatica prigionia pres so >a. crudele Ghennè, barbara regina di Ghera, mette ad una prova suprema (La forza morale di Antonio Cecchi, ma non è possibili*! leggere senza un'ineffabile commozione, il racconto deHiTincontro fra il Geoohi e ii Bianchi •sulle sponde opposte del Nilo Azzurro. I duo .Mai!iani appena possano vedersi di lontano, scendendo dalie dirupate rive, sì viLiianiaiYO. si gridano il loro nome, le. notizie, gli incitamenti attravèrso le. «iicque vorticose flagellatiti le rocce, epi ioti» sublime di queJila infelice epoca •deil'la quale, come ben disse ii Beirlacrihi, Antonio Cecchi porta com si; la tlera novella attraverso i. rapaci gor tri ii del maggior tflume etiopico, come già Camoens nel giorno dell naufragio il manoscritto dei Lusiadi. Dieci anni di lotta per la Somalia « Pochi anni dopo, consegnata in pa tria la narrazione della grande impresa, Antonio Cecchi ritorna all'Africa, che lo lia affascinato pei- sempre. Ritorna con la famosa crociera Barbari, go, sospinto dalla vocazione di contunde- la baiwlicra d'Italia sui li/di che la gara delle Nazioni più potenti., coticorrenti all'attacco concentrico del Continente, non ha ancora irrepara bilinente sottraili alla possibilità della nostra occupazione. Attività oscura, mal ricompensata, ma perseverante, fervida, sostenuta da una chiuiroveggefLza lintfaliliibiile. iSono 10 aiiinti di nuove lotic, di audaci iniziative, promosse in aiome di Roma lontana, distratta,, sovente ignara, (piasi sempre svogliata. L'obbiettivo è la costa somala; l'esploratore ridiventa marinaio e si trasforma in diplomatico. Fra gli imperi che nelle terre non peranco ben note ai geografi, nascono e si formano lui fluì orno allo Stretto di Gibilterra, al l'Istmo di Suez, in una emulazione ansiosa, sotto le bandiere più temute d'Europa, anche l'Italia deve avere a specchio dell'Oceano Indiano il suo dominio, integrazione necessaria della conquista eritrea, che Antonio Cccclii sa doversi arrestare ad un limite, reso insormontabile da condizioni naturali e politiche. Il suo disegno si avvera, la sua azione tenace è coronata dal successo; il tricolore italiano sventola su le garosi di Mogadiscio,. di Merka, di Obbia, sia pure affiancato dallo straccio rosso zanzibarista. « 11 Benadir, atateno nei rapporti internazionaili, è assoggettato al protei tarato detU'ItaiWa, mediante la sub-concessione, ad una Compagnia commerciale; ma da situazione si fa buia col complicarsi delle relazioni fra l'Italia e J'kiiopla, e con le torbide ripercussioni che ciò determina nell'immaturo ed in: sparto spirito pubblico italiano. La Compagnia naufraga, senza che sia apprestato un altro mezzo di sei-bare al blisrmsndCgcrca; e , jnostro Paese È possesso della Somalia, a [Che proprio quando, sopravvenuta la - crisi di Adua, la classe politica diria gente ripudia vioienteinente ogni.pepoi siero di espansione africana. Ma Antoe nió Cecchi non si dà per vinto. Con - disperato e.m.usia-mo, con ostinato ar- dore di fedi •• di persuasione; estli scongiura gli amici influenti, t parenti facoltosi, g.i antichi Pintori dell'inci- on piente nostro coloiiialisiiio, a non abbandonale la Somalia. Combattuto dal l'alto e dal basso, sfuggito conte un importuno e un allucinato, egli persiste, comunica a pochi sagaci e gene rosi la sua certezza e ii suo intendimento, vince la battaglia. Caduto sul campo « Un'altra Società per la suibcóncessione della Somalia è costituita, l^a nuova Colonia italiana dell'Oceano indiano, per esclusiva vra-tù di Antonio Cecclii, 6 salva. Fidem firmavit sanguine. 11 «6 novembre 1890, sbarcato ancora a Mogadiscio, come commiìssario regio per la Regione, avanza intrepido col comandante della Volturno e pochi altri ufficiali e marinai, in direzione di Gholedi, su lo Scebell, per gettare le prime basi della nostra pe-netrazione verso l'inferno. Nel folto della sconfinata'selva, aL'afolè, ecco H tradimento, ecco l'aggressione della moltitudine guerriera, armata, di frecce e di zagaglie, 1' epica resistenza del piccolo manipolo, più gagliardo e animoso fra tutti Antonio Cecchi, ed ecco il sacrifizio, a cui egli s'immola, consapevole, potendo ancora sfuggire alla strage. « iSacriiflcio che consacra in perpetuo quella, terra al diritto italiano e al lavoro italiano. Vitti così linearmente esemplare ed eroica, da sembrare immaginata dalla poesia primitiva di un popolò ancora avvolto nel fulgore delle leggende originarie. Vita che preannuncia bensì, pur tra le penombra pesanti di un lento crepuscolo, un prò. fondo rinnovati tento nazionale. Sono infatti gli eroi della vigiQia, gli antesignani delle grandi ore della storia. F,' il rinnovamento, del quale Antonio Cecchii fu uno degli annunziatoti, è questo che si è realizzato sotto il vostro regno vittorioso, o Sire, nella vit toria <l>lla Nazione in anni e nella ri generazione fascista del suo spirito e della sua vita inteta. « Maestà I Oggi, nelle plaghe irià mi steriosc, bagnate di tanto nobile sangue, la bandiera dell'Italia e di Savoia protegge, la pace operosa e assicura le speranze di un prospero avvenire. Co ine Antonio Cecchi cadde per difende re la prima semente di una nuova storia italiana, il vostro augusto flgiiuo Io, fra le gagliarde camice nere' che dissodano le. prode dello Scebeli, prò pizia lunvinosairiente ii domani, inalziamo i cuori alla certezza piti beila, riconoscenti a coloro che diedero la vita per farcene degni ».