Le numerose grassazioni del disertore ribelle ai carabinieri

Le numerose grassazioni del disertore ribelle ai carabinieri Le numerose grassazioni del disertore ribelle ai carabinieri La simulazione della pazzia Qualche settimana fa abbiamo dato notizia del drammatico arresto di un disertore. In un'osteria di via Passalacqua l'allievo carabiniere Giovanni Mezzo di anni 20, avendo scorto seduto ad un tavolo un borghese suo compaesano, ricercato dall'autorità giudiziaria per vari reati commessi, avverti tahaatucitidue suoi coMegihi i quali invitarono dlo sconosciuto ad uscire ed a seguirli. Ti a a i i i o i a l o Il giovanotto sembrò aderire alla richiesta dei militi ma, varcata la soglia deM'eseiroizio, diede uno strappo violento, balzò sulla strada e si diede a precipitosa fuga. Egli veniva però inseguito dal vioe-hrigadiere Favaretto e dal carabiniere Ledda. Il gruppo arrivò in piazza Statuto ed il carabiniere aveva quasi raggiunto il fuggitivo quando questi, fermatosi improvvisamente, estraeva una rivoltella e voltatosi sparava un colpo. 1 due militi al lora con un salto furono sopra al gio anotto e dopo una violentissima colluttazione lo disarmarono ed ammanettarono. Ridotto cosi all'impotenza, egli venne accompagnato alla questura deve fu identificato per il pregiudicato Giacomo Bertolino di Pietro, da Ivrea, d'anni 25, domiciliato a S. Giorgio Canavese, ma senza fissa dimora. L'arrestato era in possesso d'una carta di identità, delia fedina penale e di un atto- di nascila intestati al nome di uu certo Ermete Tasso, meccanico. Interrogato dal commissario il Bertolino affermò di non aver sparato contro i carabinieri nia d'aver rivolto l'arma contro sè stesso per uccidersi. Egli disse inoltre di essere ricorso al folle tentativo per non scontare la pena inflittagli, essendosi leso disertore. Infatti il Bertolino, che apparteneva al l.o Artiglieria da Montagna aveva ottenuto una licenza di convalescenza al termine-delia quale però non si era ri presentato al suo reggimento. Passato alile carceri a disposizione dell'autorità giudiziaria,- l'istruttoria "aperta contro di lui dal giudice istruttore cav. avv. Soliani ha messo in luce, attraverso diligenti e meticolose indagini, tutta la sua attività. E molti reati sano emerSi così, reati di tale gravità per oui il Bertolino è passibile della pena dell'ergastolo a prescindere dall'imputazione di mancato omicidio in persona dei due carabinieri contro i quali egli, per non essere ai-restato, ha sparato. trqngglavfsaminscetnunprulsdnrmdt2onra e . o à , , e Portafoglio e biroccio Numerose denuncio erano state già sporte all'autorità giudiziaria contro uno sconosciuto i cui connotati corrispondevano perfettamente a quelli del Bertolino. Il Comando dei carabinieri di Collegno aveva informato l'autorità giudiziaria che si eira presentato a quella stazione il contadino Camillo Grandi fu Giovanini, d'anni 60, il quale aveva narrato che un giorno del di cembre scorso verso le 14 in località Gerbido di Grugliasco era stato assalilo e rapinato da uno sconosciuto. Il Grandi di ritorno dal mercato di M011calneri percorreva quello stradale sopra un biroccio trainato da un cavallo, quando ad un tratto veniva fermato da uno sconosciuto, sbucato improvvisamente da ura siepe, il quale puntatagli contro lo rivoltella senza dir verbo gli esplodeva contro tre colpi. La strada era deserti: il Grandi mezzo morto dallo spavento chinò istintiva-, mente il caòo ed i colpi di rivoltella andarono fortunatamente a vuoto. L'assalitore un giovanotto sui 30 anni gli ingiunse perentoriamente di consegnarli il portafoglio. — 11 portafoglio o t'ammazzo come un cane. 11 Grandi s'affrettò ad obbedire consegnandogli il portafoglio contenente 260 lire. Lo sconosciuto allora lo fece scendere dal biroccio, vi montò lui e s'allontanò velocemente, lasciando a terra il Grandi sbalordito. Costui riavutosi dalla sorpresa si mise ad urlare con quanto fiato aveva in gola e attrasse l'attenzione di un automobilista che passava. Concitatamente il Grandi narrò allo chauffeur quanto gli era accaduto e salito sulla macchina insegui con questa, lanciata a tutta velocità, il rapinatore. Dopo pochi chilo metri, sullo stradale stesso, vennero trovati ii biroccio ed il cavallo, abbando nati dallo sconosciuto che s'era allontanato per i campi facendo perdere le sue traccie. < Se ti fermano piò innanzi... » Dopo pochi giorni nelle vicinanze di Collegno accadeva una nuova rapina in circostanze quasi identiche. Il contadino Michele Albera, d'anni 58, insieme al proprio figlio Carlo d'anni 13. percorreva pure lo stradale di Collegno, in direzione di Volpiano. quando ad un «atto venne fermato da uno sconosciuto vestito da ciclista cbe intimò: — In alto le manll Fuori il portafoglio I Tremante dallo spavento l'Albera a rì trasse di taw.a il portafoglio consea ugnandolo allo sconosciuto, r- —Se ti fermano più innanzi — soc .giuns* lo scsnosiiuto, prendendo il por* padpfgl tafoglio — rispondi che il denaro lo hai consegnato al « Matto •. Detto ciò s'allontanava rapidamente attraverso i campi circostanti. Anche dai carabinieri di Barbania una rapina consimile era stata denunciata aila nostra Procura del Re. Vit tinia anche questa volta un contadino di ritorno dal mercato: tale Giacomo Troglia d'anni .62, il quale percorrevatranquillamente lo stradale di Front quando venne aggredito da uno sconosciuto armato di rivoltella il quale gli intimò di consegnargli il portato glie. 11 Trogifa, attenuto dalla ri volte! la spianata, non si fece ripetere due volte il comando e consegnò il portafoglio contenente ben 1740 lire, L'autorità giudiziaria preoccupata dal susseguirsi delle brigantesche rapine aveva mobilitato nelile campagne numerosi agenti, ma lo sconosciuto era inafferrabiile. I suoi connotati erano stati diramati a tutte le stazioni dei carabinieri della nostra zona ma con esito negativo. Quanti ecco arrivò, un'al tra denuncia ai carabinieri di Volplano. Si- trattava anche questa volta di una rapina a* mano armata. Il contadi no Aohidle Begala, di 33 anni, mentre percorreva lo stradale di Settimo To rinese sul suo carro veniva fermato da uno sconosciuto che gii puntava contro la rivoltelila e gli intimava minaccio samen te: — Dammi i sol-di 1 Il Regalia stava per reagire, rifiutandosi di aderire alla domanda dello sco nosciuto ma questi fece l'atto di spara re. Allora il Begala, temendo seriamente per la propria vita e non veden do alcuno ohe gli potesse venire in ahi to consegnò il portafoglio contenente 210 lire una penna stilografica ed un orologio d'oro. Ed ecco anche qui rin novarsi il medesimo sistema. Se più avanti ti chiedono il danaro, dirai che lo hai consegnato a« Nic ». Anche le donne à l a , o a o -, a i e e e e a e l i a eo oo ne i n e r, d oaa * Ancora ai carabinieri di Volpiano spresentava tale Antonia Cremo di 2anni. La ìiagazza percorreva in bici detta la strada Settimo Torinese-Volpiano quando venne improvvisamentfermata da due sconosciuti che le ingiunsero d'arrestarsi, dicendole: — O i soldi o la vita. La ragazza impaurita consegnò i pochi soldi che aveva in tasca. Dopo averla ancora minacciata con la rivoltellvenne lasciata andare più morta chviva per lo spavento. .L'ultima aggressione che 6i conoscè quella di cui fu vittima certa TeresBallesio, la quale si trovava Insiema tal Giovanni BerteUò. L'aggressortentò anche di usarle violenza. Di fronte a questi fatti impressionanti il cui movente era sempre lo slessola rati ina, la nostra Autorità esperi indagini minuziose e diligentissime. connotati del rapinatore forniti dallvittime e da qualche testimonio eransempre identici. Quando il Bertolinvenne arrestato, nell'animo del Giudce istruttore cav. Soliani, incaricato dportare la luce su tutte le rapine dnunciate passò un sospetto: che l'indviduo arrestato per diserzione dai dumiliti in piazza Statuto fosse il temuto rapinatore. I suoi connotati corrspandevano perfettamente con quelfomiti dalle numerose vittime. Ad unad uno i rapinati furono messi a confronto coll'arrestato e non vi'fu alcudubbio da parte loro. Tutti lo riconobbero: era proprio il temuto rapinatoreIl Bertolino interrogato negò ognaddebito. Ci doveva essere un equivocle sue risposte furono d'una brevitsorprendente: negò semplicemente e chiuse in seguito in un mutismo assluto. Invano il Giudice Istruttore reteratamente, pazientemente, di giorne di notte lo intenrogò; egli ormai nosi lasciava sfuggire nemmeno una prola. La prospettiva dell'ergastolo Siccome però doveva avere un planpreordinato nella sua mente, incominciò a simularsi pazzo, abbandonandsi ad escandescenze. Sottoposto ad unvisita da parte del medico delle carcri, questi confermò doversi trattare simulazione ordinando però che fosattentamente sorvegliato. L'istruttoria può dirsi quasi alla finCompiuti ancora alcuni atti il volumnoso incartamento sarà passato al Prcuratore del Re per la requisitoria quindi alla Sezione d'Accusa per rinvio davanti ai nostri giurati del mafattore. Anche per il reato di mancaomicidio In persona dei due carabiniri Favaretto e Ledda la telativa istrutoria sarà avocata al Giudice istrutore avv. Soliani per il suo carattedi connessione con gli altri reati commessi dal Bertolino. E' da notare petanto che per il solo reato commesin piazza Statuto dal Bertolino c'è' pena dell'ergastolo. Se con questo sommano tutte le numerose rapine vedrà che il pericoloso pregiudicanon potrà più riavere la libertà. Bertolino ha già riportato, benché gisaae, Quattordici condanne,