Carducci e Puskin

Carducci e Puskin Accostamenti Carducci e Puskin Un piccolo volumetto di versi Italiani stampato in Russia (Silvio Cozlio. Dalle Sponde del Mar Nero, Odessa,'1911) capitatomi per caso tra le mani in questi giorni, mi ha fatto ripensare, a causa di una lunga, citazione epigrafica, ad un ravvicinamento cine casualmente feci già anni or sono tra i due famosi sonetti di Carducci: 'Al sonetto e II sonetio, e il sonetto di Puskin, anche intitolato II sonetto. Le fonti del Carducci son note: il Platon e 11 Sainte-Beuve. In verità l'andatura del sonetto del Platea si riflette in modo cosi evidente in qunlli del Carducci, che basterebbe questa fonte ad escluderne qualunque altra. La stessa idea con cui l'unico sonetto del Platen e il secondo del Carducci si chiudono è analoga ed egualmente efficace, come ad un sonetto si conviene. Non è perciò una ricerca dì nuove fonti quella che muove questa mia nota, quanto il desiderio di mettere in rilievo una originale coincidepza tra due poeti cosi lontani nel tempo e nell'am biente come il nostro Cardùcci e il russo Alessandro Puskin. Il sonetto del Puskin, che qui dò tradotto, ebbe anch'esso una fonte indiscutibile, alla quale del resto accennò 11 poeta stesso riportando come epigrafe il primo ver60 del sonetto del Wordswovth : « Scorn not the sonnet critic » (Non disprezzare il sonetto, o critico) : Severo Dante non disprezzo 11 sonetto: in esso l'ardore riell'amorc riversò Petrarca: il suo cloro amò 11 creatore di Marnetn; Jn fisso fozciò il suo triste pensiero Camoens. Anche ai nostri di esso affascina il poeta: Wordsworth l'ha scelto auale strumento, per potere, lontano dal mondo vanitoso, dipingere l'Ideale della natura. Sotto l'ombra del monti della Taurldo flontana. 11 cantore della Lituania, nella sua stretta [misura racchiudeva in "n momento 1 suoi «ncrnt. Da. noi le fanciulle ancora non lo conoscevano, quando per esso IJelvitr 'dimenticò le sacre cadenze dell'esametro. Nella sua imitazione dell'originale inglese il poeta russo, lasciando lo stesso numero di poeti celebrati dal Wordsworth per il loro amore al sonetto, tre ne sostituì, e cioè .11 Tasso, Spencer e Milton, con lo stesso Wordsworth, il polacco Mickiewicz (autore 'dei «Sonetti di Crimea») e il russo Delvig. Se stesso egli non ebbe idea di porre nella gloriosa schiera, in quanto che pur riconoscendo gli alti pregi del sonetto, non predilesse questa mirabile forma di poesia. Egli non ecrisse infatti che tre sonetti, compreso quello ricordato, riuscendo tuttavia eia in questo che negli altri due, a dar ragione al Boileau, che « Un sonnet sans défauts vaut seul un long poème •. Conobbe 11 Carducci 11 sonetto del Wordsworth, che ispirò il Puskin, o quello del Platen ne era già un'imitazione, e cosi le espressioni del Wordsworth passarono anche nel nostro poeta? Le indagini di questa specie son sempre molto delicate, ma non prive di interesse.. Certo è che nel sonetto del Platen erano ricordati il Petrarca e il Camoens, che con Shakespeare e Tasso avevano ispirati 1 primi versi del Wordsworth e che puskin modificò costituendo a Tasso, Dante, ricordato dal poeta inglese più giù con altri due Inglesi: Spencer e Milton. In tutti e due i sonetti di Carducci, Dante e Petrarca hanno 11 posto d'onore, • insieme ai Tasso. Ma mentre nel primo due posti eon riservati a poeti stranieri, a Shakespeare e Camoens, nell'altro eon solo 1 poeti italiani che il Carducci ama ricordare prima di se stesso « non sesto, ma postremo», riepflogatore delle loro qualità tutte, come ben rileyò a suo tempo Severino Ferrari. Nel poeta italiano era ben naturale 9a preferenza data al due grandi Italiani, ma vederla data loro dal poeta russo, che pure nel suo modello inglese aveva trovato ben altro ordine, deve rallegrarci, anche se nella gloriosa schiera vediamo il Tasso cedere il posto a due stranieri ? quelli stessi del resto che il Carducci ricordava nel suo primo sonetto, dopo Michelangelo:' e cioè Sakespeare e Camoens. che di sonetti furon veramente artefici mirabili e gloriosi. A un ordine cronologico del poeti non è' da pensare data la precedenza dello Shakespeare in confronto di Camoens. Puskin amò molto la letteratura italiana e la conobbe, se non sempre direttamente, attraverso traduzioni. Qualche frammento italiano egli tradusse certamente dall'originale. Quanto al poeti inglési rifiutati per far posto a colui dal quale egli aveva preso l'ispirazione, e ai 6U0i contemporanei, è ben comprensibile la sostituzione, soprattutto nei riguardi di Mickiewicz, 1 cui sonetti di Crimea dovevano certamente apparire al poeta russo una delle più belle realizzazioni del genere; meno forse nei riguardi del Delvig, che scrisse 60lo sei sonetti, a meno che il ricordo non fosse fatto per mostrare il trionfo del sonetto sull'antico metro glorioso: l'esametro. Questi raffronti e pensieri ha suscitato in me il volumetto di versi Italiani stampati in russo, perchè la citazione epigrafica a cui rni riferivo accenna, tra l'altro, ad una traduzione italiana del sonetto di Puskin, fatta da un tal M. Wahltuch. DI questa traduzione è ricordata solo la prima quartina, se non elegante, fedele all'originale. Dove fu pubblicata questa traduzione? In Italia? Ed è del tutto da escludere che Carducci la conoscesse?La concezione altissima che 1 due grandi, il russo della prima metà dell'ottocento, e l'italiano della secondaebbero della missione del poeta, non è priva di punti di contatto. Nel secondo dei suoi sonetti Puskin si rivolge Al poeta con queste parole: O poeta! non apprezzare l'amore del vulgo 11 momentaneo chiasso delle lodi entusiastiche[passerà; sentirai 11 giudizio dello sciocco e U riso[della fredda plebe: ma tu rimani fermo, tranquillo e cupo. Tu sei tzar: vivi solo. Per la via libera t*. dove ti porta la tua libera niente, perfezionando i frutti del cari pensieri, senza chieder compenso per la nobile gesta.. Esso 6 In te stesso. Tu sei giudice supremopiù severamente di tutti sai tu apprezzare[la tua fatica. Bel tu contento di essa, o artista severo? contento? E allora lascia che la folla la[biasimi, • sputi sull'altare, dove arde 11 tuo fuocoe nell'infantile petulanza scuota la tua araLa sicura coscienza di sè, l'elio 6en60 «M responsabilità come poeta nazionale, lo sdegno per ogni meschinità e la serena gioia per la pura, divina bellezza, 6ono elementi che i due grandi ebbero senza dubbio in comuneNon dispiace pereto vederli vicini, anche sia pure per un momento, nella manifestazione del loro entusiasmo in |«r8i simili ed analoghi, come quelldei loro sonetti, qualunque 6ìa stato e l>er l'uno e per l'altro il punto di partenza, già dimenticato del resto nella turava creazione originale. ETTORE LO GATTO

Luoghi citati: Crimea, Italia, Lituania, Odessa, Russia