Il Consiglio ginevrino nomina la Commissione per la questione di San Gottardo

Il Consiglio ginevrino nomina la Commissione per la questione di San GottardoIl Consiglio ginevrino nomina la Commissione per la questione di San Gottardo ; Ginevra, 7, notte. Il Consiglio si è riunito stamallina in seduta segreta, conformemente al programma concordalo ieri. Ma, pw dare qualche soddisfazione all'opinione pubblica, impaziente di vedere in un modo o nell'altro liquidata la faccenda di San Gottardo, ha bruciato alquanto le tappe, accodando alla seduta segreta una seduta pubblica destinata a mitigare .l'impressione che esso potesse essersi lascialo andare a transigere con il principio di controllo militare, e destinata altresì a fornire a taluno dei. suoi membri l'occasione di anticipare quell'ammonimento solenne all'Ungheria che si preconizzava ieri fera. L'ammonimento non c'è ancora sfato, ma alcuni momenti della seduta di sfamane hanno permesso di pregustarne l'agrume. La nota della Piccola Intesa 'Al tavolo consigliare erano stati convocati, per la circostanza, i delegati permanenti Vevérka e Fotic in Rappresentanza della Czecoslovacchia e della Jugoslavia, e il generale Tankzos, in rappresentanza dell'Ungheria. Titulesco diede subito lettura, a nome della Piccola Intesa., di Una dichiarazione diretta a sottolineare sempre meglio il desiderio — sia pure tardivo — di quest'ultima 'di astenersi d'ora innanzi dal prendere una qualsiasi parte attiva al procedimento messo in moto dalla triplice nota del primo febbraio: « Glii Stati della Piccala Intesa confeiderano la nuestione delle mitragliatrici come una questione di interesse generale e non di ordine particolare della Piccola linosa. Se codesti Stati hanno agito, è stato solo nella loro qualità di membri della Lega delle Nazioni. Kssi non lo fecero per accusare qualcuno, ma al contrario non tenendo di mira se non l'interesse generale. E' solo tenendo in considerazione la questione di principio e il rispetto dei trattati, come pure il rispetto dei doveri assunti dal Consiglio della Lega delle Nazioni, che esci hanno creduto necessario di agire E' per tale motivo che hanno redatta, la nota indirizzata al segretario generale, della Lega delie Nazioni in modo da evitare la possibilità di un qualsiasi conflitto tra gli .Stati della Piccola Inteso, e per mostrare che la procedura contemplata lo fu avendo unicamente in vista la missione che deve esplicare il Consiglio, e U rispetto dei suol doveri e dei suoi diritti ». Veverka e Fotic riconobbero, per conto loro, di non avere nulla da aggiungere alla dichiarazione letta da Titulesco: e fu sotto questi buoni auspici che il generale. Tankzos prese la parola per pronunziare una seconda volta, di fronte all'assemblea al «tran completo, la difesa dell'ope rato del governo ungherese pronunziata pochi minuti prima in comiiato segreto. Ma in questa difesa il rappresentante ungherese non fu sempre felicissimo. Invece di tener cónto del tono moderato della dichiarazione di Titulesco, stimò necessario di fare osservare che le relazioni fra l'Ungheria e gli Stati vicini non sono poi così eccellenti 'da rendere consigliabile di ricorrere a procedimenti inamichevoli per peggiorarle e che i passi fatti a Budapest da alcuni di quegli Stati in occasione della faccenda del S. Got tardo' hanno precisamente avuto co me risultato di rendere quelle relazioni non migliori di prima. Un incidentino Questo rilievo, appunto perchè rispondente a verità, provocò da parte di Titulesco una risposta vivaceL'on. rappresentante dell'Ungheria il quale legge una dichiarazione scritta in precedenza, avrebbe fatto meglio a sopprimere dal testo di essa le frasi che lo spirito di conciliazione di cui la Piccola Intesa ha dato prova nelle sue dichiarazioni degli scorsi giorni e in quella da me letta dianzi, rendevano particolar niente inopportune. Ma Tankzos ha ribadito: — Ue mie.parole non sono frutto di legge rezza, bensì di matura riflessione. _ in tal caso, esse sono molto più gravi. Comunque — concluse Titulescu — poiché è mio supremo desiderio di restare fedele allo spirito di serenità conciliatrice della Lega ■delle Nazioni e di non lasciare tra scinaire delle polemiche, mi accon lentorò di invitare il Consiglio a prendere atto delle dichiarazioni del rappresentante dell'Ungheria, astenendomi dal trarne le conseguenze che dovrei. Questo incidentino ungaro^romeno non alterò ad ogni modo sostanziai mente le buone disposizioni che ave vano presieduto all'apertura della seduta, e il rappresentante ungherese rifece, indisturbato, la storia ormai arcinota del sequestro di San Gottardo, parlare dei 5 vagoni di pezzi per mitragliatrici diretti a Nove Mesto Slovensko in Polonia e della vendita, del materiale dopo averlo reso inservibile; e terminare il proprio succinto discorso facendo notare al Consiglio l'opportunità di non mettere a troppo rude prova lo stato d'animo dell'Ungheria, nazione giustamente fiera e suscettibile di fronte a tutto quanto può avere 1'asoetto di una intromissione nei suoi affari interni. A questo punto, in obbedienza al programma precedentemente tracciato, od evidentemente in intimo accordo di vedute con Scialoja, Chamberlain propose, in considerazione della voluminosità dei documenti allegati al rapporto iici generale Tankzos, la nomina .«fèlla Commissione ili tre membri dr. me preannunziatevi ieri sera; membri- da scegliere fra i delegati dei piccoli Stati rappresentati al Consiglio, con il compito di esaminare i documenti stessi e di redigere nn rapporto da sottoporre al Consiglio in una prossima seduta. Briand fa la predica La proposta inglese, su cui l'unanimità era già stata fatta pochi minuti prima in comitato segreto, sarebbe stata adottata senz'altro, se Briand non avesse voluto pigliarsi sul futuro ammonimento solenne di cui sopra, il piccolo anticipo a cui abbiamo accennalo. Che egli sarebbe intervenuto nella discussione per rendere seminile, con qualche frase eevera, la differenza fra la posizione aFgnenrCstvoritdbBpztzlqdsidpadmtrcdmdcgdedBdsimsdvmspnncdd ssimf.a nella circostanza dalla Francia, e quella assunta dall'Inhilterra, dall'Italia e dalla Germaia, era troppo naturale per non ssere atteso da tutti: ma che il Ministro degli Esteri francese nel dae la «uà adesione alla proposta Chamberlain avrebbe stimato necessario di interrogare il rappesentan' e ungherese su particolari che, in virtù di quella decisione, spettava oriniti solo alla Commissione scegliere e valutare, non poteva mancare li produrre nell'Assemblea una cera sorpresa, equivalendo tale procedimento ad una specie di deroga arbitraria al principio ammesso. Briand si associò dunque alla proposta Chamberlain, ma pose a Tankos due quesiti: l.o) Perchè, fra 1 anti documenti allegati alla relaione ungherese, non ligura la poizza di carico accompagnante i ci.n que vagoni sequestrati a S. Gottardo? 2.o) Perchè il Governo ungheree distrusse il contenuto di vagoni nvece di attendere il sopraluogo della Lega delle Nazioni? 11 generale Tankzos rispose alla prima di queste due domande (che abbiamo già sentito rivolgere, da due mesi a questa parte, da innumerevoli giornali francesi) presenando una copia della polizza di carico originale; alla secontia, rifacendo ancora una volta la storia del sequestro e spiegando come, in mancanza di tuia regolare domanda di transito per il materiale militare contenuto nei vagoni, il Governo ungherese si fosse ritenuto in dovere di considerarlo come contrabbando e di conformarsi alle prescrizioni della Convenzione ferroviaria di Berna confiscando cioè il contenuto dei vagoni (di cui aveva subito resa pubblica la natura) rendendolo nservibile e vendendolo all'asta co me metallo vecchio. Scialoja interviene Briand, insoddisfatto, insistette sul secondo dei proprii quesiti, chiedendo spiegazioni supplementari. In verità, dopo gl'i accordi presi di rimettere la vertenza ad una Commissione, l'insistere nel voler inquisire per conio proprio poteva sembrare non estremamente opportuno. Ma non bisogna neppure dimenticare che Briand, come tutti i Ministri, ha dietro a sè tuia opinione nazionale da. accontentare Sia come si voglia, questa insistenza del Capo del Quai d'Orsay mi nacciò per un momento di mettere Tankzos su una strada falsa; giacchè il generale, mettendo ancora una volta in casa Ceng-Loh, cominciò a dire che il Consiglio 90I0 è competente a prendere decisioni in materia di investigazione militare, e che quindi, in assenza di una decisione di esso, l'Ungheria era e doveva a buon diritto ritenersi totalmente libera delle proprie azioni. L'argomento era, come ognun vede, arrischiato e poteva diventare una spada tenuta per la punta, giacche equivaleva a fornire ai fautori della riforma del diritto di investigazione millitare la migliore delle ra gioni per dimostrarne la necessità. Scialoja intervenne a tempo per rimettere le cose a posto, e strappare l'esaminando dalle unghie dell'esaminatore; con il ricordare come il Consiglio fosse in presenza di una proposta Chamberlain per la nomina di una Commissione, e come, doven dosi orma' aprire una istruttoria, fosse preferibile farlo nell'ordine voluto, partendo cioè dall'«a» verso la « z » invece di toccare qua e là in disordine un tasto e l'altro della anima, a rischio di cavarne un effetto che non era quello che essi avrebbero prodotto suonandoli ognuno alla sua volta. I tre commissari Questa interruzione strappò a Briand qualche sorriso agrodolce, ma il delegato italiano seppe placare il collega con spirito, spiegati dogli che il suo esempio avrebbe potuto essere seguito da altri membri del Consiglio, e che ogni uomo di senno doveva amare Petrarca,' ma non i petrarchisti. La discussione quindi, per oggi, finì li, e il Consiglio procedette senz'altro alla nomina dei 3 membri della Commissione precedentemente scelti nelle persone del delegato olandese Belaerts Van Blockland, del delegato finlandese Procope e do! delegato cileno Villegas. La scelta degli uomini chiamati a far parte della Commissione autorizza la speranza che il rapporto (la cui consegna dovrebbe avere luogo di qui ad un paio di giorni) permetta la soluzione soddisfacente che ieri sera vi prospettavo, ossia la composizione della ormai fastidiosa vertenza, se non subito (dopo una semplice lettura dei documenti prodott— come ieri gli ungheresi speravano —) almeno alla sessione di giugno, dopo una sommaria inchiesta doganale eseguita a San Gottardo da periti borgnesi. Il signor Villegas, ambasciatordel Cile a Roma, è infatti già persuaso — a quanto ci consta — della opportunità di non lasciar trasci nursi più oltre una diatriba che è durata fin troppo. Il finlandese Procope, per affinità di sangue — giac che non è una novità per nessuno che gli ungheresi sono di stirpe fin nica — inclina a simpatizzare con a causa del Governo di Budapest In quanto al rappresentante olandee, Van Blockland, d'altronde buon unico di Titulescu, non essendo eglstato nominato presidente della Commissione, il peso del suo ascendente personale viene in certo qual modo neutralizzato. Le cose insomma non si presentano troppo male. La Commissione si è messa subito al lavoro ed ha pregato il generale Takzos di farsi mandare da Budapest l'originale della polizza di carico di cui — per errore — egli non aveva fornito oggi — se non il facsimile. Mentre si attende l'arrivo di tale documento a cui Briand continua ad annettere— non sappiamo per quale motivo — lina importanza esagerata, l'esame dei documenti ungheresi continueràe rimane solo da formulare l'augurio che nessuno spiacevole incidentvenga a ritardare una sollecita li qu illazione della vertenza CONCETTO PETTINATO. m