Di là dal Brennero s'incomincia a comprendere di Andrea Torre

Di là dal Brennero s'incomincia a comprendere Di là dal Brennero s'incomincia a comprendere Mutata intonazione tedesca Une stadie di Andrea Torre e la «Deatsehe Allgemeine Zeitung» Berlino, 5, notte. Passato il momento dei primi commanti affrettati e — diremo cosi psicologici, e conosciuto stamane con maggior compiutezza il discorso Mussolini; i commenti di questa sera sono inspirati ad un tono più sereno, che si potrebbe definire — non un tantino di buona volontà — perfino dà soddisfazione, e in ogni modo a un contenuto più realisticamente politico. Ciò che caratterizza questi commenti è il fatto che, dalla questione dell'Alto Adige vera e propria, essi passano a considerare in pieno la questione dei rapporti italo-tedè«chi. Tutti i giornali — le poche. edizioni - che escono. \ì. ìunedl ridevano, concòrdemente' il tòno temperato e politicamente rimarchevole con cui l'on. Mussolini ha parlato della Germania e della volontà dell'Italia di amicizia con il popolo tedesco. Le idee del direttore delle «Stampa» Tre commenti sono soprattutto importanti: quello della Deutsche Allgemeine Zeitung, quello del Ber liner Tagebatt e quello del Boersen Kurier. La prima scrive in un articolo del suo direttore, dott. Klein " « Mussolini ha evitato di parlare della Germania col tono che si attendeva la stampa parigina, la quale aveva sperato in un attacco contro Berlino. Mussolini pone ctyme condizione della collaborazione con la Germania che non venga messa in pericolo la situazione di 42 milioni di italiani, intendendo con ciò accennare ai confine del Brennero, e sottolinea il fatto che la provincia di Bolzano è una delle Provincie italiane. Ora, nessuno 'n questa parte del mondo dove si parla tedesco ha mai negato questo fatto. E' assolutamente erroneo che nella pTe sente discussione si parli di un probi*, ma polittico, nel senso che si mettano in discussione i confini e i diritti del lo Stato italiano ». Lo scrittore qui nota che il popolo tedesco dopo il crollo del suo antico Stato, si trova in un momento del suo sviluppo in cui linguisticamente e culturallmente ha raggiunto la. co scienza "della sua nazionalità. Vi è un solo popolo — aggiunge — il quale abbia fatto altrettanto rapidamente il' medesimo progresso; e questo popolo è il popolo italiano. Dieci milioni di italiani abitano dispersi in parecchi Stati del mondo ma quello che l'opinione pubblica italiana chiede per esempio per suoi connazionali di Tunisi, l'opinione pubblica tedesca non si è rnai nemmeno sognata di chiederlo per i tedeschi dell'Alto Adige, per i quali non domanda altro che la sola possibilità di mantenere la propria lingua. Indi il giornale così continua: « La condotta dell'Italia nel Tlrolo commette forse l'errore di muoversi su una linea la quale coincide con quella di certi Stati satelliti della Francia. Ora gli italiani — e perciò appunto l'Italia fascista — difendono ocn palese diritto la necessità dell'espansione e il bisogno di collocare la crescente popolazione del loro Paese per l'utilità della Nazione. L'Italia è rimasta insoddisfatta a Versailles e ingannata da falsi alleati. Il deputato Andrea Torre, presidente della Commissione degli Affari Esteri della Camera e direttore della Stampa, in una monografia recentemente publiicata in « Civiltà Fascista », ha ben definito questa posizione dell'Italia». L'ordine nnove Qui il giornale cita il passo dello scritto del nostro Direttore (comparso come si ricorderà anche sulla Stampa) in cui egli, spiegando l'atteggiamento dell'Italia riguardo alla Società delle Nazioni, fa la critica dello statu quo e dei suoi sostenitori e dice che l'Italia sostiene un punto di vista più profondo e più largo dello statu quo. Il giornale quindi aggiunge : « Queste parole vengono da un uomo eminente. Il quale durante tutta la sua vita è stato orientato piuttosto contro il germanesuno. Ciò, a nostro parere, aumenta la importanza delle sue parole. Questo autore tende con esse ad uno scopo pieno di valore per tutta l'Europa, alla creazione, cioè, di un nuovo ordine giuridico internazionaie, il quale è mancato finora ». 11 giornale quindi cosi continua i« Noi'non vogliamo, djsjujbara li a » i i e o a n a a e e i e l o à o » o e n l e e a a e e e n a ' o o o l e è l e . o o a i r i o u a o e e a a e trattative che da alcuni mesi corrono tra la Germania e la Francia, se pure crediamo che esse non abbiano tatto grandi progressi. Forse il sensazionale articolo di giorni fa del Corriere della Sera, sulle relazioni ltalo-tedesche era destinato ad influenzare in un determinato : momento queste trattative. Ma noi.nptiamo che, tanto per la Germania quanto per l'Italia, sarà tanto più. facile l'intesa con Parigi, quanto prima questi due Paesi si siano fra di loro avvicinati ed abbiano riconosciuto le coincidenze ed il parallelismo esistente 'fra loro, e cioè il desiderio comuhe -di una giusta nuova formazione e costituzione dell'Europa da ottenere per via pacìfica. Non spet ta a nói di fare eco al'e parole dell'on. Mussolini su Ginevra A questo si penserà da Ginevra.' Anche a Ginevra, noi'diciamo, si lavora per un ordine europeo, ma per un ordine europeo-basato sulla fissazione giurdica e 6Ulla eterniZZazione dello stato attuale. La Germania h* un» porzione nfltuaneote, contrari», .a forèsta tendenza, -'la queir si tfhigel lealmente contro intana ». • ' i- ' '•- \ II giornale conclude ohe id una politica quale è quella italiana del l'on. Torre, si accompagnava nella opinione generale italiana soltanto la convinzione di Una nostalgia tedesca per il possesso del Tirolo. « Tale fattore politico — dice il giornale — non esiste più ». Discorso di difesa Il Berliner Tayeblatt, in un articolo del suo redattore di politica estera, si esprime in senso analogo: < Mussolini questa volta, bisogna riconoscerlo, ha lasciato la Germania il più possibile fuori del giuoco. Per ciò dunque che ci riguarda, dobbia«no dire che constatiamo con soddisfazione che Mussolini questa 'volta per la disposizione e la forma deKsuo discorso, ha evitato tutto ciò che poteva portare un non necessario inasprimento delle relazioni italo-«edesche. Anche noi siamo pienamente convinti della medesima tendenza e non desideriamo nulla più sinceramente se non che l'attuale divergenza, l'unica esistente fra gli italiani e i tedeschi, venga appianata con una tranquilla intesa. Non avrebbe tutta via scopo il passar sopra al fatto che il diritto culturale dei tedeschi sta a cuore a tutta la Nazione tedesca, e non può da essa essere preso alla leggera. Questo fatto costituisce il solo nostro limite in una azione di collaborazione. E Mussolini cade in errore quando motte in contrasto questo nostro atteggiamento con la sicurezza dell'Italia. Lo stesso on. Mussolini non ha potuto - portare, a prova di questo asserito pericolo della sicurezza italiana, se non delle manifestazioni esaltate di piccoli circoli, con i quali il popolo tedesco nel suo complesso non ha assolutamente nulla a che fare. la sicurezza dell'Italia è del tutto fuori giuoco nella discussione sutldiritti dei tirolesi a vedere mantenuta la loro lingua e le loro scuole». Il Boersen Kurier, dopo avere notato che il discorso di Mussolini non è un discorso di attacco, ma se mai un discorso di difesa, entra nella questione svolgendo la tesi dell'assoluto lealismo dei tirolesi verso lo Stato italiano, per cui l'Italia non avrebbe nulla da temere nè da essi, nè dalla Germania. « Meno che mai la Germania .intende ingerirsi nella situazione interna dell'Italia e tanto meno nella sua forma statale. Quando Mussolini dice che gli italiani vogliono essere amici del mondo germanico a riatto che la sicurezza dell'Italia non sia messa in questione si può rispondere che questa condiziono è giù da oggi adempiuta. Il popolo tedesco ha sempre avuto le più forti simpatie verso il popolo italiano e non abbandona la speranza che l'Italia fascista arriverà a trarre dalla lealtà dei tedeschi del Tirolo altre e più logiche conseguenze che non abbia fatto finora ». G. P. Conflitto a Vienna tra socialisti e Polizia Vienna, 5, notte. Ieri sera è avvenuto uno scontro fra circa 'MIO ex-combattenti socialisti reduci da una riunione alla periferia dalla città ed un gruppo di agenti di polizia, che avevano intimato lo scioglimento del corteo non essendo stato preavvisato alle autorità. Gli ex-combattenti anziché eseguire l'invito della Polizia hanno lanciato sassi contro gli agenti, aggredendoli inoltre con bastoni si da costringerli ad estrarre le sciabole in propria difesa. Quattro poliziotti e tre dimostranti hanno riportato ferite per io più leggere. L'assemlibramento è. stato infine acioHcj Seipel replicherà mercoledì a Mussolini ? Vienna, 5, notte. Nei circoli governativi viennesi vi è il palese desiderio di considerare liquidato l'incidente italo-austriaco, a conferma di che si possono registrare oggi le caratteristiche dichiarazioni fatte ad un giornale da un membro direttivo della maggioranza. < Nel dare un giudizio sulla questione del sud Tiralo — ha detto il deputato — bisogna avere presente che la politica senMmeutale 6 a questo riguardo in stridente contrasto con quella razionale. Per quanto sia comprensibile l'espressione .del dolore dei rappresentanti tirolesi in Parlamento per il trat^mento dei tedeschi a sud del Brennero, non possiamo nasconderci che azioni eimili danneggiano gli interessi dell'Austria. TvttH { problemi la pài soluzióne spóttà---alla diplomazia, non dovrebbero, esser* risoluti dal .sentimento, nia trattiti secóndo il freddò comandamento della ragione ». I giornali tornano oggi ancora sull'argomento, già discusso esaurientemente nelle edizioni domenicali, ma mentre quelli di minore importanza si lasciano andare a .nuove critiche, è notevole' il senso di responsabilità ed i tentativi dei più importanti, per non dare motivo, almeno per il momento, alla continuazione delle polemiche. La \eue Freie Presse non vede un pericolo attuale per l'Austria nelle parole dell'on. Mussolini. « Tutta l'Europa — dice il giornale — sente oggi profondamente la necessità di uno sviluppo pacifico, e nessuno è in grado di sottrarsi a questo precetto ». L'articolo rileva che il discorso del Capo del Governo italiano è stato accolto peggio in Germania che In Austria, ed esprime il rammarico che la questione dell'Ago Adige costituisca un ostacolo all'intesa sincera del popolo tedesco con il popolo italiano, aventi comuni interessi politici e culturali. « Se MussoMnii dice di desiderare l'amicizia ocn i tedeschi, dovrebbe comprendere che tale scopo importante può essere raggiunto solo tollerando l'elemento tedesco con pazienza e mitezza ». La IVeue Freie Presse quindi prosegue : « La ragione -profonda dell'atteggiamento di Mussolini è il timoTe delil'Anschluss. Mussolini ritiene possibile che entro un termine rela.tivame.nto breve l'Austria si unisca alla Germania e che in tal caso — ed è questa una delle sue preoccupazioni più gravi — il confine del Brennero sia messo in peritolo perche 70 milioni di tedeschi pretenderanno la restituzione dell'Alto Adige ». Secondo la JVeue Freie Presse, quest'idea è fondata su basi assolutamente false, perchè se l'Aoschluss si effettuasse, la grande Germania unificata manterrebbe proprio con l'Italia le migliori relazioni, a patto che il sud Tirolo fosse trattato.bene. La Keichspost paragona ii discorso di Mussolini a quello pronunziato da Clemenoeau nella seduta finale della Conferenza della Pace di Versailles. Il giornale mette in rilievo il passo ta cui il Capo del Governo italiano ha accennato alle vaghe obbligazioni assunte, dai governi precedenti. « Ogni revoca dfJle premesse di uno stato di fatto — scrive la Reichspost — mette in dubbio lo stato di fatto stesso che si fonda sulle premesse. Che cosa ha reso insù pe-rabìle l'abisso fra la Russia dei Sovieti e le Potenze occidentali se non il rifiuto-di riconoscere le obbligazioni del regime che vi era stato prima? Se la sicurezza delle cambiali dipendesse dal mutamento di un regime — abbia la portala che si vuole — sarebbe se gnata la fine degli accordi internazionali. Questa deviazione dalle consuete norme condurrebbe senza riparo in fondo a' una china. Quale sia, in conclusione, l'opinione degli ambienti parlamentari austriaci è difficile dine dato ohe dopo l'approvazione del bilancio è subentrata una pausa nei lavori del Consiglio Nazionale Ad ogni modo mercoledì prossimo avrà luogo una seduta della Commissione centrale, all'ordine del giorno della qualtì vi è' una relazione del Cancelliere. Seipel dovrebbe riferire sul suo recente viaggio a Praga dove ha avuto modo di incontrarsi con il Presidente Masarik e con il ministro degli Esteri cecoslovacco Benes. Non si può escludere ohe, dati gli ultimi avvenimenti, questo argomento venga passato in seconda linea e si abbiano spiegazioni sulle polemiche con l'Italia, che farebbero conoscere il punte di vista del (joyerflo dt Vienna. \ . Un Caduto che insegna Sigfrido Wackemel Roma, 6, notte. L'alto ed incisivo discorso del Capo del Governo in risposta alla agitazione inscenata in Austria contro l'Italia viene considerato dai ■giornali come un documento che chiude definitivamente le discussioni sull'Alito Adige e come mònito per l'avvenire. Tutti i giornali niilevano ll'inesistenza di una cosiddetta 'questione dell'Alto Adige e lumeggiano la portata della politica italiana verso gli allogeni di assistenza generosa e fattiva. La Tribuna ricorda, tra l'altro, che mentre si esprime un'indignazione a freddo nel Consiglio nazionale austriaco, tra gli ufficiali caduti nall'iiltiijno combattimento in Libia va annoverato a giovane sottotenente alto-atesino Sigfrido Wackemel: e rievocando i nomi degli altri ufficiali caduti conclude: « Inchiniamoci al loro valore, salutiamoli tutti secondo il rito fascista, facendone l'appello. Tutti rispondono, ed il » presente ! » di Sigfrido Waekerne!, ufficiale volontario in Libia, tuona schietto come quello dei suoi compagni d'armi. Questo è avvenuto nel decennio della vittoria, cioè in soli 10 anni. Che cosa non sarà tra dieci anni dei fanciulli alto-atesini educati nel Fascismo? Ecco i fatti ». L'opposizione jugoslava fa fuoco e fiamme Belgrado, 5, notte. (P.) Ieri nella città croata di Novisad, centro della Voivodina, la coalizione demo-rurale organizzò un imponente comizio di 10 mila persone sulla piazza principale. Radio matmificò la ricchezza della Voivodina. in deperimento sotto il regime noncurante della Serbia, quantunque la Voivodina sia per i serbi una nuova America essendo sfruttata con gravissime imposte. Le regioni oltre la Sàva sono stanche di pagare l'80 per cento delle imposte complessive, mentre i belgradesi sono debitori allo Stato di molti milioni. La Bulgaria, benché vinta, si trova in migliori condizioni economiche e culturali. Quando il regime odierno di violenza sanguinaria cesserà, nelle prossime elezioni autunnali si effettuerà l'unione doganale con l'Austria e la Germania, importando concime e macchine agricole. Ora i paesi d'oltre Sava hanno tolto le redini e la frusta del carro dello Stato, che finalmente essi condurranno. Uno Stato si può creare, ma non mantenere con il sangue. Infine, Radio affermò che la coalizione significa non soltanto una protesta morale contro la tirannia, ma anzitutto una grandiosa organizzazione economico-culturale. Pribicevic prese poi la parola di chiarando che Belgrado (il cui nome significa « Città bianca ») serve per farvi una politica nera che continua i sistemi oppressori" dell'Austria-Un«rheria. A Belgrado si accusò Pribicevic di aver denigrato l'esercito serbo e Badie di aver offeso il Re, ner sbarazzarsi della energica opposizione e potere spadroneggiare liberamente, ma non si riuscirà, maierado le minacce di morte in pieno Parlamento, a tale scopo. La coalizione demo-rurale deve diventare un fattore importante nello Stato. Quando Marincovic parlò con. Pribicevic e con Radig sul! a soluzióne della crisi, li trattò come un despota tratta i suoi schiavi. Il parlamentarismo bugiardo deve finire. Davidovic ha tradito l'ideale democratico asservendosi a Vukicevlc per ti more di fronte all'Oltre Sava. Koroscez al Ministero degli Interni sigpifica che la Polizia è alleata dei gesuiti, e quindi una recrudescenza di terrore. L'oratore ha concluso che il fronte di Oltre Sava ha missione di rigenerare Belgrado. Koroscez si recherà prossimanien te nella Macedonia serba, per conoscere la situazione. Si dice che la sua visita avrà l'effetto di detenni nare un alleggerimento della pressione delle autorità serbe sulla popolazione, in vista di un nuovo tentativo di riavvicinamento colla Bulgaria, di cui Koroscez è ardente iauioxa, * i