Le vaste risonanze del monito di Mussolini

Le vaste risonanze del monito di Mussolini Le vaste risonanze del monito di Mussolini Sorda irritazione tedesca e compiacimento francese . Berlino, 5, mattino, Vi riisrArso di Mussolini, riferitovjfin ùa. ieri sera in qualche primo breve riassunto solo da qualche giornale in ultima edizione, e questa mattina più largamente, ma non ancora completamente e tanto meno testualmente, da tutti, fa perdere im più di un caso le staffe a qualche commentatore. Non è impossibile tuttavia trovare in quasi tutti i commenti, sia pure sotto varie forme e fra le espressioni annebbiate dalla passione, l'espressione quasi concorde' del rammarico potetèco per le gravi ragioni di attrito che essi constatano fra i due Paesi. Noi ci limiteremo, per dovere di cronaca, a sceverare,- sebbene con difficoltà, fra i vari commenti solo-alcuni nei quali -qualche accenno di natura politica riesce a ritrarsi ed a distaccarsi con qualche rilievo, sempre sullo sfondo generale dello stile della so; vraeccitazione, che impedisce ogni vera comprensione. L'amicizia e I « notivi psicologici » dei tedeschi La « Deutsche Tages Zeitung » co-^ si scrive: « La speranza che Mussolini avesse aspettato a parlare per lasciar acquetare le passioni e per trattare la questione dell'Alto Adige tranquillamente e serenamente -è stata delusa. Al contrarto, mai U dittaitore italiano ha parlato in una forma tanto sprezzante ed offensiva. Ma se, malgrado ciò, Mussolini afferma di voler essere un amico dei tedeschi, egli dimostra di misconoscere la naturale premessa di tale amicizia. Ogni tedesco pensa che una Italia che intenda percorrere colla Germania vie comuni, non può nello stesso tempo pestare i calli a tutti ì tedeschi. Certamente 1* Italia non ha obblighi internazionali circa le minoranze Le grandi Potenze hanno saputo evitare nei trattati questi obblighi, che invece hanno imposto ai vinta ; ma. ciò non. dà affatto diritto all'Italia da estirpare un popolo straniero, che in forza del successo militare, 6 caduto sotto il suo dominio ». Circa i rapporti di eventuale amicizia fra l'Italia e la Germania, il ^°™ùlecStl^:ia politica attuale^[Ièru^°m*paTMrr*ri^ nell'Alto Adige, tanto più Mussolini si ostruirà la via ad una situazione, cne potrebbe essere un ponte e non un abisso fra i due paesi. Noi credevamo che l'Italia, impigliata come è in non poche .Ufficili questioni, potesse un giorno, forse più presto che non si credesse, sentire il bisogno di un benevolo atteggiamento della Germania; ma una tale politica in Germania urterebbe certo fin da ora contro resistenze sensibili: e, per soli motivi pacolo«rici, essa diventerà a-ssolutamente Ineseguibile se Mussolini eonttnuerà a falsare sopra 1 più legittimi sentimenti del popolo...tedesco-.. ,..' , J*M^ che Mussolini PK»Pe"a ^omta^ odierna è giusto e che le jl Ginevra sono spettri sema; sangtaK^QT* non è il caso di parlare di hJS*"»»» negli affari interni • dell'Italia- dajwe nostra e sarebbe meglio eitotaaw'le ragioni di attrito riguardanti 1 Alto Adige, dato all'Italia da quelle Potenze, che hanno interesse a mantenere una continua ragione di inimicizia fra tedeschi ed italiani. Una politica realistica, scevra di illusioni, dovrebbe tendere all'interesse di ambe^e i poDoli, e non già, in danno dell Italia, a creare uno stato insopportabile per tutu e due. Se si considerasse In Italia la cosa sotto questo punto di .vista non inanellerebbero risultati pratici ed ulteriori discussioni diventerebbero superflue • . «Non si vuol toccare il. confine del Brennero» La Deutsche AUgemeinc Zeitung in un commento affrettato, che non è dovuto al suo direttore, il quale promette di tornare domani sull'argomento, cosi dice : «Il discorso Mussolini non può sorprendere chi Conosce" lo spirito dell'uomo. Nessun dubbio poteva sussistere sulla sua ferina volontà di italianizzare ia popolazione tedesca. E" difficile però riconoscere che Mussolini creda di poter accoppiare con questa politica una politica di amichevole avvicinamento col popolo tedesco. Ciò tanto più che egli nuovamente, come già ripetute volito, minaccia con la forza ». 11 giornale quindi, circa gli asseriti impegni dei predecessori deffl'atiuale Governo cosi si esprime: « Non può non essere ragione di sorpresa anche la dichiarazione ohe il Governo fascista non si sente legato dalie promesse dei suoi predecessori, poiché l'on. Mussolini mette con ciò in forse la credibilità dalie promesse internazionali dell'Italia in genero. E' difficile immaginare quali conseguenze ciò possa avere per la convivenza dei popoli in Europa, poiché non è certamente un elemento di pace 11 fatto che non sia più possibile sapere se le dichiarazioni di un uomo di Stato obbli gli ino i suoi successori ». Il Boersen Zeitung, scrive: • E' estroni aniente deplorevole «che bocche tedesche debbano con tali parole parlare dall'uomo di Stato dtrigen te di una Nazione, con la quale si potrebbe-collaborare e procedere insieme, in modo che per ambedue le parti, cioè per l'Italia non meno che per la Germania, potrebbe #ss?.re vantaggioso, di fronte alla situazione attuate dell'Europa e specialmente in riguardo aiUa ten denza egemonica detta Francia. Il Mi ni-tvo presidente italiano ha dichiara tonila fine del suo discorso che vuole tuttavia mantenere buone relazioni con i tedeschi, alla condizione però che al contine del Brennero la sicurezza d'Italia non sia toccata. E chi mal. Bai Trattato di Pace in poi. ha detto di -'oler toccare il confine del Brennero? »ion è toccare il confine del Brennero >l cuore tedesco batte per i compaeni di razza, clic confessatamenta si voglriono privare della loro multisecolare cultura ». Strano commento dell'organo cattolico La Germania cattolica ha un commento originale, in cui si immagina di scatenare in Italia, a proposito dell'Alt ) Adige, nientemeno che una lotta religiosa con l'intervento del Vaticano. L'accenno del resto fu fatto anche, come si ricorda, al Consiglio Nazionale austriaco. Il giornale cosi dice: « Mussolini vuol'' vivere In pace con ia Chiesa e in alcuno questioni.ò venato incontro al Vaticano assai più che qualsiasi altro Governo prima, di lui. Egli però stinta troppo alto il valore h di ciò che dà, se crede di acquistarsi ovi?11...?}0 U sì!«nzio delia Chiesa. Ora o e n o m e e e a e a a i o ; i -^ e e d e a a o ì a o, a. a n o l e^ ^,?oi^^ P^tt^fi [ra di rado pulito, il giornale si domanda poi se è conveniente per Mus solini' inimicarsi il più forte popolo europeo solo a causa di duecentomila tedeschi. Continuando la Prager Tagebtatt ritiene che i tedeschi dell'Aito Adige diventerebbero buoni italiani assai prima se li si lasciassero parlare e pregare in tedesco. Secondo un'agenzia viennese, in Tiralo si sta preparando una propaganda per la questione dell'Alto Adige. Prossimamente sarà diffuso all'estero un proclama in cui sarà detto: • La nostra lotta e dura: appare nieImente àtomo abbandonati da tutti ; me, tuttavia sappiamo con certezza elle slorzi non sono senza prosperità in realtà solo del ., ma piuttosto di tutto il TJrolo, polche ci si assicura *he gli minacciano gravemente anche i e n o n n ea be oea i ^ TlroJo del sud. n» * » e e to ne a ae oa, r aa d ug n e roe ae a iio à . troe é e aiò oae ii e an oe, oè rdi on i a le n al Iai di ? o asi omiie to u nrn ehe i. re si sente il Fascismo abbastanza forte per imprendere la lotta contro la potenza spirituale del Vaticano? Sulle vedute del Vaticano nella questione dell'Alto Adige non può esservi dubbio. Troppo spesso la Chiesa in simili casi ha pronunziato parole non dubbie. Vuole H Capo del Fascismo provocare conflitti di coscienza nelle file dei suoi seguaci? Ricordiamo a questo riguardo la lotta con YAction Fran? &i ch0 e terminata con la sconfitta. Le file del Fascismo sono piene di. cattolici attivi ». Infine il Boersen Kurier ha anche esso un accenno di simile genere, che non possiamo trattenerci dal trasmettere. Il giornale nota ad un certo punto nel suo commento che l'on. Mussolini ha trattato monsignor Seipel con evidente .riguardo personale, e attribuisce questo fatto ad influenze vaticane. La Stefani comunica a sua volta i seguenti commenti berlinesi : La Vossische Zeitung scrive che la più graa parte della stampa tedesca, e soprattutto la Vossische Zeitung stessa, non hanno alcun desiderio di provocare o quanto meno di appoggiare l'irredentismo. La più gran parte del popolo tedesco, è, come il popolo italiano, di avviso che la frontiera del Brennero costituisca un fatto immutabile; magli italiani devono rispettare il patrimonio culturale tedesco nel Tiralo meridionale, e soprattutto la lingua tedesca dei tirolesi. Sotto questo punto di vista non potrebbe esservi questione di compromesso o di ritirata. Il Vorwaerls afferma che la decisione da parte degli alleati di dare all'Italia il > Hirolo meridionale » si basò sulle promesse fatte dai precedenti Governi italiani, che oggi l'on. Mussolini dichiara di ritenere nulle e come non avvenute. Un pazzesco manifesto tirolese Vienna, 5, mattino. Ai commenti che abbiamo dato l'altra sera sul discorso dell'on. Mussolini si può aggiungere oggi quello della Prager Tageblalt. Il giornale scrive che Seipel ha avuto torto a fare una questione morale del problema dell'Ai il Tiralo del nord. Numerose spie ita liane hanno già ispezionato tutto il nostro paese e conoscono ormai ogni sentiero di montagna. Nea caso che l'Italia avanzasse fino a Innsbruck,' eshsa potrebbe immediatamente assumerne il governo con successo, conoscendo perfettamente la regione ». Il proclama termina con questo appello : « Lavoriamo senza dubitare perchè siamo aiuta» dal Signore ». La Stefani comunica 1 seguenti comunicati: „ « Le Wiener Seueste hachrichten qualificando le dichiarazioni dell'on. Mussolini un discorso e non una risposta, affermano che l'Austria non si preoccupa del Fascismo come politica di partito di trasformazione in Italia, ma soltanto della sorte dei tedeschi del « Tiralo meridionale ». Pertanto il discorso del Primo Ministro italiano non può assolutamente mutare questo stato di fatto. , , . « ISArbelter Zeitung polemizza vivamente sulle dichiarazioni dell'on. Mussolini e conclude cosi: • I tedeschi del « Tirolo meridionale » hanno un alleato più forte della piccola repubblica austriaca e cioè 1 anima Immortale della democrazia italiana eM'odio' della classe operaia di tutti i paesi contro il Fascismo ». Favorevoli commenti parigini Parigi, 5, mattino. I giornali hanno pubblicato larghi riassunti del discorso pronunciato da Mussolini alla Camera in risposta alle provocazioni austriache. Il « Temps » II Temps, nel suo quotidiano editoriale di politica estara scrive che il Capo del Governo italiano ha tenuto un linguaggio il cui tono è abbastanza duro, come è uso fare quando vuole affermare lo spirito fascista dell'Italia nuova: c Mussolini non* si impaccia affatto di prudenti formule diplomatiche e pone i problemi in tutta la loro ampiezza. Egli non ammette affatto che possa esservi oggi la questione dell'Alto Adige, e scarta tutte le promesse verbali che i Governi precedenti avrebbero potuto fare per quello che concerne il trattamento riservato alla minoranza tedesca del Tirolo meridionale. Il Fascismo ha completamente rotto con il passato. Esso vuole l'Italia unitaria e non permette che una influenza straniera, quale essa sia, possa giudicare dirottamente o indiretamente in questioni che non concernono che il popolo italiano. Questo punto di vista fi logico per qualsiasi Nazione che abbia la preoccupazione della sua unità morale e della sua sovranità. Il discorso di Mussolini farà capire a quali pericoli l'Europa si troverebbe esposta se la propaganda pangermanista, con il pretesto di difendere i diritti dello minoranze tedesche incolpo, rate in altri Stati, si proponesse di mantenere delle dispute di natura tale da destare giuste diffidenze, poiché ormai è bene accertato che tutta l'attività spiegata in Germania e in Austria per difendere", mantenere e sviluppare la cultura tedesca è dominata dalle preoccupazioni politiche ». Del resto siccome por l'articolista l'Austria non si arrischia a manifestare i suoi sentimenti in questo affare se non nella misura in cui essa si sente incoraggiata e appoggiata dall'opinione tedesca, è, al disopra dell'Austria, alla Germania che si rivolge il discorso di Mussolini. E prosegue: a Nessuno si ingannerà a tale riguardo. La 6ua tesi è che non vi è politica di oppressione dello minoranze tedesche dall'Alto Adige, che gli elementi germanici di quella regione hanno la uguaglianza dei A'rittl con gli altri cit¬ tadini e che non possono sentirsi stranieri all'organismo italiano. Se l'Italia desidera essere amica del mondo germanico, di cui apprezza il contributo alla civiltà umana, non lo desidera però che a condizione che la questione della sicurezza del popolo italiano sia assolutamente fuori discussione. La frase • Noi facciamo sapere oggi ai tirolesi, agli austriaci, al mondo, che al Brennero si trova in piedi, con i suoi vivi e con i suoi morti, l'Italia intera >, definisce lo spirito stesso con il quale Mussolini ha voluto rispondere alle recenti, dichiarazioni di monsignor Seipel. Sarà interessante notare la reazione che questo discorso del Duce non mancherà di provocare a Vienna e a Berlino. E' possibile che le parole del Presidente del Consiglio italiano non facilitino precisamente la pacificazione in regioni in cui tutte le passioni politiche sono scatenate. Ma era necessario senza dubbio di dare questo solenne avvertimento ai pangermanisti, le cui mene, sotto pretesto di. difendere 1 diritti delle minoranze tedesche, creano un pericolo permanente in Europa e costituiscono una minaccia al Brennero ed altrove, nell'ordine politico stabilito dai Trattati, firmati come conclusione della vittoria degli Alleati». Alto Adige e Alsazia-Lorena L'Intransigeant approva il linguaggio di Mussolini e trova che Poincaré avrebbe avuto il diritto di dire le stesse parole alla Germania a proposito degli incidenti autonomisti sollevati dal Beicli in Alsazia-Lorena. « Questo discorso, che è quello di Mussolini, avrebbe potuto benissimo essere pronunziato da Poincaré. Ma in verità il nostro presidente del Consiglio, il cui ombroso patriottismo non è in causa, non potrebbe permettersi un linguaggio cosi... categorico, nè mettere in azione lo minacele sovra esposte, perchè riunirebbe subito contro la Francia la unanimità dei popoli stranieri anti-amici. Agli occhi della opinione mondiale la Francia liberale non ha diritto alla stessa libertà dell'Italia fascista, ma è un fatto rattristante, che non viene annullato, anche se si continua ad ignorarlo ». Maurras dopo averlo definito « discorso energico, che fino dalle prime parole ha assunto le proporzioni ed il valore di un atto--» aggiunge: « il principio della nazionalità non ha arrestato questo nazionalista italiano, che, senza dirlo, ha lasciato Intendere tranquillamenite di quale progresso, arricchimento, perfezionamento ed avanzamento intellettuale e morale beneficiano gli allogeni e gli alloglotti del Tirolo, tornati dalla cultura tedesca alla cultura italiana. La nostra osservazione può irritare quelle persone che credono alla uguaglianza dei popoli; ma, in primo luogo, noi non vi crediamo, ed in secondo luogo sappiamo che i loro antagonismi non sono mai stati cosi sanguinosi come dopo che la loro uguaglianza, impossibile a realizzare nelle cose, è stata proclamata nelle parole ». Il Figaro pssarva che è audace- da parte dell'Austria invocare i diritti delle, minoranze, quando si sa in quello modo essa ha trattato, prima della guerra, le popolazioni del Trentino. E continua- l L'irredentismo italiano, al quale rimane unito l'eroico ricordo di Ceserò Battisti, era un elemento notevole della tesi degli italiani, quando proclamavano di fare la guerra del diritto e della giustizia. Mussolint ha potuto pronunziare quelle parole severe giustificate da tutta la storia di un mezzo secolo: ■ Noi non siamo gii- allievi del-, l'Austria, che ha popolato di carneflcH la metà dell'Europa ». Il Governo dt Vienna sarebbe stato meglio inspirato se si fosse ricordato del passato. L'Europa del 1914 ha potuto giudicare quale estensione potevano avere gli incendi appiccati dalla politica austro-tedesca. Affermando la sua volontà di mantenere i Trattati, non sono soltanto gli interessi dell'Italia quelli che Mussolini ha difeso, ma l'avvenire stesso della pace. La campagna di Vienna in favore delle minoranze tedesche è stata ardentemente sostenuta dalla Ger mania e 6i capisce facilmente perchè. Il germanesimo cerca di provocare 1 malcontenti, di creare Ginevra per distruggere gli effetti della sua disfatta Mussolini ha preso posizione et! il vigore della sua replica contrasta con la compiacenzaiche altri Paesi hanno talvolta avuta. Egli rimane fedele deliberatamente ai risultati della vittoria ». gddzppnemeuldazlLmlDimostrazione di simpatia all'Italia per un discorso di Batfelen Budapest, 5, mattino. Una grande dimostrazione di simpatia aiM'ltalia ha avuto luogo ieri, a Debreczen, durante l'annunziato discorso del Presidente del Consiglio ungherese. Bethlen, che ora arrivato in città accompagnato da quasi un centinaio di deputati, ha parlato del problemi di politica interna ed estera del Paese. Anzitutto — e qui sono cominciati gli « evviva » all'indirizzo dell'Italia — egli ha messo in rilievo che, grazie al patto di amicizia col nostro Paese, l'Ungheria è uscita dall'isolamento po. litico in cui si trovava. « Questo patto — ha detto Bethlen _ è un nodo indissolubile, I trattati non garantiscono la pace, perchè ì Paesi vicini al nostro sono ancora in formazione e cercano di far pagare a noi le spese del loro definitivo assetto. Eravamo anche in negoziati con la Jugoslavia, per concludere un patto di arbitrato, ma difficoltà insonpioiitabil] hanno Impedita il successo. Bisogna sapere, infatti, che gli Stati della Piccola intesa sono messi nella impossl. hilità di entrate in trattative con altri Stati senza il consenso degli Alleati Nel caso nostro, qualcuno (leggi la Cèco-Slovacchia) si è frapposto. Noi però non abbiamo mal tentato, come si vorrebbe, di portare la discordia nel campo della Piccola Intesa. Intendeva, ilio soltanto far si che si stabilisse nell'Europa Media una più cordiale atmosfera, dato che i rapporti dell'Ungheria con i suol vicini non sono sempre sititi i migliori». Quanto ad un patto del tipo di I.orarno. Bethlen ha detto che sarebbe inaccettabile per l'Ungheria, perclte esso presupporrebbe la garanzia di quei confini che l'Ungheria ritiene in. giusti. Pur non domandando una vera o propria revisione del trattato di pace, l'Ungheria desidera frontiere migliori. A conclusione del suo discorso, Bethlen ha detto che una investigazione |>er l'incidente di San Gottardo equivarrebbe al ristabilimento del controllo militare. Da notizie giunte da una Agenzia ungherese, da Ginevra, si apprendeva ieri che una investigazione, ma 'n forma assai attenuata, non sarebbe ita escludere. SI vorrebbe cioè mondare a San Onttardn una Commissione di esperti doganali, presieduta da un espcrto militare. A Budapest si dice che . l'Italia e l'Inghilterra appoggeranno ; la causa ungherese.