Oggi Diaz sosterà sull'Altare della Patria accanto alla tomba del Milite Ignoto

Oggi Diaz sosterà sull'Altare della Patria accanto alla tomba del Milite Ignoto Oggi Diaz sosterà sull'Altare della Patria accanto alla tomba del Milite Ignoto ALLA CAMERA razione sol Roma, 1, notte. La seduta della Camera si ò aperta fessi in un'atmosfera di severo raccoglimento. Nelle tribune l'eccezionn :;à della circostanza era denunziata dall'affollamento di un pubblico silenzioso. Nelle tribune del senatori eraio le personalità più note dell'Esercito e della Marina, ed era si può dire raccolta l'Assemblea vitalizia, con in prima fila il grande ammiraglio Tahon di ReVel. il Maresciallo Caviglia e il generale Dall'Olio. Nella tribuna di Corte un folto stuolo di dame e di gentiluomini delle Case militari e civili del Re, fra cui l'aiutante di campo generale Cittadini. In rjuella diplomatica gli embasciatori di Francia, d'Inghilterra e degli Stati Uniti ed 1 rapresentanti dei varii Stati Maggiori. Alle 16 precise, presenti nell' aula circa 300 deputati, l'on. Casertano ha assunto la presidenza, ed al banco del Governo hanno presb posto i ministri "Federzoni, Rocco, Fedele, Ciano e Giuriati, ed i sottosegretari Cavaliere Bianchi, Mattel-Gentili, Pennavaria, Boncompagni-Ludovisi, Sirianni, Bc~ idrero. Martelli e Pala. Poco dopo, mentre si dà lettura del processo verbale delia seduta precedente, entra nell'aula il Capo del Governo, seguito dall'on. Giunta. L'on. Mussolini prende posto al suo banco. L'annunzio di Casertano Il Presidente, on. CASERTANO si altea in piedi. Anche i mimiistri e tutta l'Assemblea, il pubblico delle tribune jsi levano In piedi.'Tra profondo silenzio, il Presidente dice: c Annunzio con profondo cordoglio la morte del maresciallo d'Italia; Armando Diaz. Ancora ieri, quando cotetemati per la minacciosa notizia della greve malattia, inviammo i noIstri fervidi voti, sembrava che vi fosse qualche speranza; ma purtroppo il male inesorabile aveva trovato un organiamo già esausto dalle fatiche di guerra, e dal duro travaglio a cui, malgrado la fibra inferma, volle sottoporsi negli anni che seguirono la guerra, allorché, dopo la Marcia su Roma, chiamato al Governo, attese con giovanile energia al riordinamento delle nostre forze militari. Il lutto nell'Esercito è oggi il lutto del» Nazione, che vedeva in Armando DI** un-deano «ontinuatore di ■mveMa.-AMia (vittoriose, che nel secoli esalarono, tìi fronte al mondo, la stirpe italica. • li suo nome rimane legato nella Moria alla riscossa del Piave ed alla travolgente manovra di Vittorio Veneto che, aprendo la via su Vienne e su Berlino, suggellò la definitiva vittoria deal' Intesa. Per questo lo spirito immortale del Maresciallo vivrà perenne nella memoria, nell'ammirazione, nel culto riverente degli italiani. Vivrà per tessere mònito solenne, ora e sempre, e chiiuncrue osasse attentare al sacri confini della patria. Interprete dei vostri sentimenti, colla più viva commozione nel cuore, ho inviato alla famiglila desolata le condoglianze della Camera dei deputati. Esprimo qui al ministro della Guerra la fervida parteclIp&sione dall'assemblea al lutto dell'Esercito ». L'alta parola MUSSOLINI lascia ili banco del governo e al reca aMa toibuna. 11 silenzio Heil'aufla ò sottanine e religioso. Il Capo Bel Governo dice: « onorevoli Camerati! «Dal momento in cui la notizia \della morie del Duca della Vittoria, 'del Maresciallo d'Italia Armando JHaz, è stata diffusa nel mondo, un felo di profonda tristezza avvolge l'animo del popolo italiano. Più acuta ancora questa tristezza percuote l'animo dei combattenti, che vissero fa grande guerra e conobbero, guidati da JHaz, la suprema ansietà e la divina certezza della Vittoria. 'Oggi è giorno di dolore per tutti i fanti che balzarono dalle trincee, per tutti i soldati d'Italia. Forse, ancfie i non dimenlicabili morti che dormono nei bianchi cimiteri delle Alvi o nella vasta ferrigna necropoli di Itedipuglia si sono sentiti sfiorare stanotte dall'anima non più terrena 'del loro Condottiero. a La sua vita, con una sola parola, potrebbe essere esaltata e con'chwsa: Dovere. Questa parola religiosa e guerriera fu per Lui norma e ideale. Vi è un momento della sua carriera militare che caratterizza lo 'spirito di Armando Diaz: il suo volontario passaggio nelle fanterie, le fanterie nobili e sacrificate che non hanno mai contato i loro caduti, ne piai misurato il loro sangue. Quale comandante di fanti, Armando Diaz partecipò alla guerra libica, e alla testa delle sue truppe fu gravemente ferito in combattimento. m Intanto montavano agli orizzonti dell'Europa tormentata e divisa i Hembi annunciatori della tempesta. La guera mondiale trovò Armando 'Diaz comandante di una Brigata: fa a Siena». I primi anni di guerra Egli li visse nell'adempimento quatti anonimo del suo dovere. Partecipò alle « spallale » del Carso, fu una tecanda volta ferito, combattè solVoto tra i soldati. Cosi, sino alle giornate di ottobre del 1917, sino al purissimo allarme che doveva sveti papi e gregari, esercito, e po¬ polo, inchiodata l'irruzione nemica alle rive del Piave, ecco Diaz (scelto con incomparabile acume da chi poteva) balzare al comando in capo dell'Esercito. Gli eventi successivi dimostrarono che le speranze concepite Mora erano pienamente giustificate. Il popolo si ricompose in una ferma unità degli spiriti, i mutilati accorsero alle trincee, gli adolescenti partirono a colmare i vuoti, i veterani presero a motto del loro ardire la frase scritta da un fante sconosciuto-. Meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora. « Rianimatore e riorganizzatore delle forze fu Diaz. Spirito profondamente religioso, spirito umano fra uomini, comprese che i soldati non erano- soltanto dei piastrini di riconoscimento, ma delle anime; che il morale, invece di essere considerato come una fredda quasi catechistica esercitazione meramente 'formale, dovesse costituire la preoccupazione costante, la cura assidua di tutti i capi. E' in questo problema, fondamentale di psicologia, e nelV aver avvertito immediatamente questa necessità, che Diaz rivelò, ancora prima del giugno, le sue qualità di comandante supremo. « La battaglia del Giugno, che fu una delle battaglie decisive della guerra mondiale, dimostrò che l'Esercito italiano era ormai cosi moralmente e materialmente armato da potere riguadagnare il territorio perduto e riafferrare la Vittoria. « Ottobre 1918 : avanzata fulminea oltre Piave. Catastrofe dell'esercito nemico. _*£g£6ttino del i Novembre: il nome breve e tagliente del Condottiero è in fondo alla pagina che rimarrà eterna nella storia della Patria. a La guerra è finita. La guerra delle armi è finita. E' l'ora dei diplomatici. Dopo il sacrificio, il calcolo. Non soffermiamoci a lungo nei ricordi per non rendere più pungente la nostra amarezza. « Afa la guerra è finita in Italia? Non ancora. Bisogna ricominciare a batterci nelle strade e nelle piazze contro l'ignavia dei governi e l'illusione asiatica delle masse, per difendere i diritti e soprattutto lo spirito della Vittoria. La gioventù che aveva fatto la guerra, ricostituisce col simbolo del Littorio romano e fascista le sue formazioni di combattimento. Armando Diaz, che aveva sofferto in silenzio e aveva assistito da lungi, solitario e quasi dimenticato, alla mortificazione e alla profanazione, è coi giovani fascisti, e con la nuova Italia, quella di Vittorio Veneto, che a Napoli celebra l'adunata delle sue squadre prima di prendere Roma. « Comincia Véra nuova. Diaz è con noi, e assume il Ministero della Guerra. Poteva l'artefice della Vittoria offrire al Fascismo prova più solenne e pronta di simpatia e solidarietà? Jole simpatia e solidarietà non vennero mai meno. Anche nelle ore grigie, quando le fedi imbelli si piegano e gli spiriti crepuscolari si interrogano, Diaz non dubitò mai e 1ù sempre leale aperto difensore del Regime. Questo i fascisti sanno, questo le Camicie Nere non dimenticheranno mai! « Ora il grande artefice della Vittoria ha varcalo le soglie del mistero. La vecchia ferita di Zanzur ha abbreviata la sua agonia. La sua giornata terrena è finita. Domani tuoneranno i cannoni, sventoleranno le bandiere gloriose dei reggimenti, il popolo sosterà pensoso e memore a salutare il suo Capitano, che comincia a vivere la sua seconda vita immortale nei cicli della storia ». la vibrante, alta, incisiva parola del Capo del Governo diffondo nell'assemblea un senso di emozione profonda Tutta la Camera rimane in piedi, in raccoglimento, per qualche minuto ancora, unitamente a tutto il pubblico dalle tribune. PRESIDENTE. — Propone che la se dùta odierna sia tolta lui segno di lutto. La Camera continuerà i suoi lavori nella seduta di sabato, dopo i funerali che avranno luogo al mattino alle ore 10. Domattina alle 10 la salma sarà tiasportato all'Altare della Patria. Invita i deputati a partecipare alla cerimonia. Mette a parlilo la propòsta di toglier*] la seduta. li' approvata. La seduta termina alle 10,15. Le grandiose onoranze disposte dal Capo del Governo Dall'Altare della Patria a Santa Maria degli Angeli •• Bandiere di tutta Italia Il feretro resterà esposto tre giorni nella basilica Roma, 1, natte. L'Ufficio Stampa del Capo del Governo comunica: a II Capo del Governo Ita disposto che i funerali del Condottiero della Vittoria siano fatti a spese dello Stato. « La salma gloriosa verrà tumulata in apposito loculo nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Prima di essere trasportata atta sua ultima dimora.fsosterà accanto al Milite Ignoto sull'Altare della Patria. Il trasporto dall'abitazione di piazza Giovanni Battista Vico all'Altare della Patria avrà luogo domani mattina alle ore 10. La salma sarà posta sopra un affusto di artiglieria. La cerimonia avrà carattere strettamente militare. La salma sarà vegliata da ufficiali superiori delle varie Armi. u Sabato, alle ore 10, avranno luogo i funerali, ai quali daranno solennità la partecipazione di tutte le Autorità dello Stato in grande uniforme. Vi parteciperanno pure tutte le truppe della Capitale ed altre in rappresentanza dei Presidi del Regno. Alla cerimonii*: saranno presenti le bandiere di tutti i capoluoghi di Provincia del Regno. Il feretro sarà portato a spalla de ufficiali superiori dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e della Milizia, Durante il percorso dall'Altare della Patria a Santa Maria degli Angeli suonerà la campana del Campidoglio e saranno sparate salve di artiglieria. Salve di fucileria saluteranno l'ingresso della salma nella Basilica. « La salma resterà esposta al pub¬ blico per tre giorni prima di essere tuonatala ». Ecco il manifesto pubblicato dal Governatore di- Roma: « Romani! « Il Maresciallo d'Italia Armando Diaz è mono I Al cospetto dedla tragica realtà la parola umana non riesce a tradurle il dolore di tutto un po: polo, privato all'improvviso d'uno dei più venerati condottieri. Passa per il cielo oscurato (li Roma come l'eco di un gemito lungo, e nessuna melodia funebre potrebbe uguagliare quest'onda di pianto, che, partendosi dal trafitto cuore dei combattenti, c ilei martiri, si trasfonde, auspice tutta la rinnovata giovinezza della stirpe, ch'egli amò e comprese, nell'anima d'ogni cittadino d'Itailiu. « Romani I II Duca della Vittoria è morto I Ma se il suo grande e puro cuore di eroe ha cessato di battere, esso sembra ancora e per sempre accompagnare la marcia irresistibile dell'Italia di Vittorio Veneto, dell'Italia fascista verso i più trionfali destini, e se la sua spoglia mortale sta per essere restituita nel grembo della grande madre, Roma, che tutto eterna e sublima, vede ascendere il trasumanato spirito di lui verso la suprema immortalità, e vede, nella funebre ma luminosa apoteosi, l'ombra gigantesca del Maresciallo assidersi nel Concilio dei redentori dalla Patria».