Il fornaciaio che voleva diventar ferroviere fe

Il fornaciaio che voleva diventar ferroviere fe Il dèmone della«~ locomotiva Il fornaciaio che voleva diventar ferroviere fe r i i e l n à n e l e e o ri n 0 i o n o l n o a , o e a n a fa a i i l l , l aLa vita non è tutta fatta di sorrisi. La verità di questa massima che a tutta prima potrebbe anche sembrare la larvata reclame di un nuovo dentifricio mondiale, è stata sperimentata giorni sono, dal bravo operaio Carlo Davegna, occupato fino a poco tempo fa in una fabbrica di mattoni a Pianezza. Il Davegna a furia di fabbricare mattoni per le case altrui, si era messo da parte onestamente un piccolo gruzzolo, nonché una piccola famiglia: una moglie e una figliuola di una ventina d'anni, ex impiegata ad un cotonificio dello stesso paese. Tutti e tre vivevano insieme d'amore e d'accordo. Ma gli uomini non sono mai contenti del proprio stato: il contadino invidia il latifondista, l'appuntato vorrebbe essere generale e U mendicante un banchiere. Mai contenti, a questo mondo. Il Davegna, vivendo a continuo contatto della sua fornace... ardeva addirittura di desideri. Sognava il rapido e sicuro guadagno, le corse sfrenate per il mondo, i viaggi/ le avventure.-Nel- suo .petto albergava un'anima da esploratore e male glie ne incolse: una notte sognò addirittura d'essere ferroviere. Il demone della velocità e della caldaia a vapore si impossessò del suo spirito. Il buon operaio non fantasticò più che di biglietti da bucare, su un treno di lusso, lungo la Costa Azzurra... Giorni sono entrò nel cortile della fornace una locomotiva agganciata a parecchi vagoni. Il Davegna ebbe l'onore di caricare 11 convoglio di qualche migliaio di mattoni. U aaaront de!.., vapora il primo passo verso le ferrovie era fatto; era fatto in quanto che egli aveva stretto conoscenza con un vero ferroviere delle « occidentali > di Pianezza. Qualcosa come la valigia delle Indie. Il nuovo amico del Davegna lo chiameremo per... delicatezza, Nespola Il Procuratore del Re si incaricherà fra non molto di sollevare 11 velo che Copre ancora le sue vere generalità. L'amico Nespola dunque, saputi 1 desideri e le aspirazioni del bravo Davegna gli dette con una mano uno scherzoso colpo sul ventre. — Sarai ferroviere... Te lo giuro. — Su che cosa T — Sulla memoria di... stepheneon, — Chi era 7 — Il direttore delle • Occidentali di Pianezza. — Allora va bene». — Però... L'amico Nespola su questo • però > cominciò a grattarsi il cranio e ad ingarbugliare un lungo discorso. — Capirai meglio di me, mio carissimo Carlo Davegna, che ferrovieri non lo si diventa nè su due piedi nè su quattro ruote. Sarebbe comodo. Vedi una macchina che passa, ci salti sopra, tiri giù una fischiata e tutto è fatto. E no, mio bel mattonaio, se fosse cosi tutti diventerebbero ferrovieri, non fosse altro che per togliersi 11 gusto di viaggiare gratis. Io posso benissimo lanciarti In un « pulmann > o in vagon-ristorante, ma ci vuole... del danaro... A questo punto anche il buon Davegna cominciò, a simiglianza dell'amico, a grattarsi il cranio e a sospirare. — Io non ho... motto danaro disponibile. — Non ho detto motto... — Non posseggo che cinque mila lire... — Sono poche, amico Davegna. — Lo so anch'io... — Però, tanto per cominciare, potresti darmene tre... Il fornaciaio fissò negli occhi l'amico Nespola e gli tese la mano ebe l'altro preso a volo: — Se ti dò tremila lire... — Sarai ferroviere. — Parola T — Parola d'onore. Giuro. H berrette pliant» Su quel giuramento Carlo Davegna buttò tre biglietti dà mille lire. L'amico Nespola li intascò e partì per Torino.- Passarono 1 giorni, le settimane, 1 mesi. — Amico Nespola — piagnucolava 11 Davegna — sono o non sono ferroviere? — Lo sei. Nel pensiero del grand'uff. Ehrenfreund tu eel ferroviere. Controllore di prima classe... ma occorre che tu- venga a Torino. Il povero Davegna parti per Torino di dove poi ritornò a Pianezza più sconfortato che mai. La moglie si impazientiva, la figlia sbuffava come una locomotiva sotto pressione ed il rispettivo marito e padre, sempre agitato dal demone del « treno lampo », deperiva. Un bel giorno però, e fu un giorno memorabile per lui, l'amico Nespo'a arrivò trionfante a Pianezza. Aveva un misterioso involto sotto al braccio. Entrò eulla punta dei Biedi in casa Da vplucavsldcbdpqqssssnldepcspsuprrrppddmmmmr vegna e come un prestidigitatore depose l'Involto sul tavolo, si rimboccò le maniche e, « uno, due, tre » con uno scappellotto mandò per aria la carta velina-.. Sul tavolo appari in tutto 11 eoo argenteo fulgore un berretto da ferroviere, con stemma e galloni. — Davegna — proclamò l'amico Nespola — questo berretto te lo manda la Direzione generale deUe Ferrovie dello Stato. Sei ferroviere. Davegna si asciugò una lacrima, baciò il benefattore, sturò una bottiglia, brindò alla Cuneo-Nizza e si licenziò dalla fornace. Addio, mattoni... Il fornaciaio rimase cosi senza im piego ma col berretto in testa. E da quel giorno non se lo levò più. Anche quando andava a dormire, tutt'al più, se lo metteva, con rispetto del capostazione, sulle ventitré. LlllonJo II stellone Passò una settimana, passò un mese:.. Davegna, anche eoi berretto' in testa, ricominciava ad essere triste. Finalmente lo allietò una lettera che l'amico Nespola gli scriveva per aver dell'altro danaro. Nelle ferrovie ci si entra, ma con qualche sforzo. La moglie e la figlia ricominciarono però a sbuffare come due piccole locomotive in procinto di partire, e insistettero tanto che il povero Davegna parti lui ella volta di Torino per. sollecitare. L'operaio tornò a Pianezza con. una penna stilografica. L'amico Nespola gli aveva data una penna stilograllca In nome delle » Fer. rovie dello Stato ». La penna, naturalmente, doveva servirgli per scrivere il numero del biglietti venduti Davegna, col berretto in capo e la penna infilata sull'orecchio destro, si pavoneggiò alcun tempo, passeggiando per le strade del paese, poi, stanco di stare in piedi, si sedette nuovamente accasciato... Ed ecco, arrivare provvidenziale, come l'ossigeno par i moribondi, l'amico Nespola in persona. — Carlo Davegna, sei ferroviere... — Lo so già, non vedi il berretto? — Lo vedo, ma c'è di più... — Oh Dio mio, più di cosi... — Eccoti una chiave... — E che me ne faccio?... — Stupido! Questa chiave te la manda il direttore generale delle «Ferrovie dello Stato». — Fischia? — Non tutte le chiavi servono soltanto per fischiare. Questa, per esempio, serve anche per aprire il nuovo alloggio che il capo-stazione ti ha assegnato a Porta Nuova... Il cuore del buon Davegna, sotto quel colpo di chiave, si apri per lasciar sgorgare un flotto di parole ri conoscenti. L'amico Nespola parti. Davegna ri masè a pianezza col berretto, la penna -e la chiave. Ormai era chiaro come la luce del sole, come i fari della locomotiva, che egli era ferroviere e che doveva partire per Torino, chiamò la figlia. — Figlia mia, oggi stesso ti licenzierai dallo stabilimento nel quale lavori. Chiamò la moglie. — Moglie mia, fa 1 bauli, e disfa t ■letti; porta e ammucchia tutte le mas. serizle nel cortile; domani verrà un » camion » a ritirarle. E' l'amico Nespola che lo menda... Il risveglio Dati questi ordini il buon Davegna con il norreno, la penna e la chiave andò a far una passeggiatine trionfale davanti olla fornace. n mattino seguente un camion arrivò veramente davanti aMa casa del Davegna. Lo chauffeur però non aven do trovato il portone aperto girò for lunatamente la macchina e tornò a To rino. La famiglia Davegna dormi tre notti sul pavimento perchè i letti eran già nel cortile con tutte le masserizie Al quarto giorno 11 fornaciaio, con le ossa peste, se ne arrivò a Torino e si presentò all'avvocato Angelo Berut ti a raccontargli la sua triste vicenda L'avvocato fiutò subito la truffa e suggerì al Davegna di correre in Questura a denunciare il fatto e quindi alla Procura del Re. L'amico Nespola ha tentato l'ultimo colpo presentando sfacciatamente al povero Davegna una nota da firmare con queste «voci»: indennità 3480 emolumenti 1845: diversi camions 2140 depositi diversi, ferrovie 1650; total 8575. I rotti sono trascurati, il povero truffato dovrebbe ancora dare al suo spennatoti ottomllacinquecentosettantacinque lire. E il Davegna non ha più un soldo, e lui e la sua figliuola sono senza lavoro... La vita non è proprio tutta fatta di sorrisi... > eattLrfif1cprdettsLcudvctldmsdcdpnrlntgsmpabmsqntpcAnScgBMCpame!