La Scuola e la Nazione

La Scuola e la Nazione La Scuola e la Nazione L'inizio delia discussione, alla Camera sul Bilancio dell'Istruzione - L'insegnamento tecnico in un notevole discorso dell'ori, Galeazzi - L'on, Geremicca per l'affermazione del trinomio: scuola-balilla-avanguardisti o è è e e e è i n , e l o re ' e Roma, 28, notiie. eL'aula e le tribune so.u discreta-, cniente affollate. Il presidente, on. CASERTANO, apre la seduta alla 1G. Poco dopo entra il Capo del Governo, on. Mussolini. Al banco del Governo siedono anche gli on. Federzoni, Rocco, Volpi, Giuriat i, Belluzzo, Fedele, Ciano, Giunta, Balbo, Michel? Bianchi, Bodrero, Sirianm. Il Capo del Governo si intrattiene brevemente a conversai* col Segretario generale del Partito, on.le Turati. LUm. CASERTANO, dopo la concessione di alcuni congedi, comunica la nomina a senatore del generale d'Armata Giuseppe Francesco Ferrari. Si approvano quindi senza discussione vari disegni di legge e sono presentate diverse relazioni a progetti di legge. Si passa poi alla discussione del disegno di legge: Stato di previsione della spesa del Ministero dem. P. per l'esercizio finanziario dal l.o luglio 1928 al 30 giugno 1929. Par il progresso nazionali GALEAZZI premette che il problema della scuola si impone, non solo come VuMem&M- cultura in sé, ma anche in quanto deve rispondere a necessità di produzione e di progresso nazionale, per cui la scuola, non sfuggendo alla concezione unitaria del movimento fascista; deve essere strettamente coordinata con tutto il resto dell'ordinamento statale. Espone lo necessità per le quali la scuola deve dare, nel tempo più breve e nel modo più perfetto, i gregari e i quadri del grande esercito della produzione, ed afferma che a tale finalità deve tendere ogni nuova variazione e riforma, specialmente in tutto il ramo tecnico della scuola: alto, medio e basso. Fa presente tutti i pregi e i vantaggi della riforma Gentile, e mettendo in rilievo l'importanza storica del fatto che le scuote industriali dal Ministero dell'Economia Nazionale passino a quello dell'Istruzione, espone i principii a cui deve rispondere la organizzazione da darsi al complesso .41 • — t: i. ■ . ■ .. fsfimncmadcntzdrssumsiglsn'^lpiflncfelqfldedi tali scuole, perche rispondano alleimesigenze della produzione. Afferma la!necessità che, modificato ogni attuale iStipo di scuola media che non sia il Idginnasio-liceo, da conservare invariato nelle sue tradizioni umanistiche, accresciuto anzi nella parte culturale e artistica, sorga a lato del liceo-ginnasio un triplice tipo di scuola professionale, Industriale, agricola e commerciale. Naeessità di tecnici Nella sua qualità di ingegnere si sofferma specialmente sulle scuole a tipo lmgc_ industriale, affermando che esse non Idebbono essere uniformi, ma rispon-!denta all'economia delle singole regioni ie con programmi a carattere di cultu ra realmente tecnica e non generica. Accenna all'esperienza che egli sta facendo nella Scuola « Benito Mussolini » di Jesi, che, anche per superare difficoltà economiche, ha industrializzato, facendo compiere nelle sue officine dagli allievi anche lavori da vendere al mercato. Espone l'organizzazione ad essa data a titolo d'industria produttiva, con un amministratore delegato accanto ad un direttore tecnico, e il principio applicato che il fanciullo del povero mantenga la scuola col suo lavoro, come il fanciullo del ricco la mantiene col suo lavoro. Passa ad esaminare le scuole industriali medie-superiori e la loro funzione e le necessità a cui devono rispondere in confronto alle esigenze dell'industria, che, oltre ad operai e capi operai abbisogna di tecnici. Ricorda le scnole proprie un tempo alle Ferrovie dello Stato e si sofferma sui cosidetti corsi complementari per tecnici superiori, definendo i compiti di questi rispetto agli ingegneri. Afferma la necessità di alta cultura per gli ingegneri e di cultura particolarizzata per 1 tecnici superiori, ed espone le caratteristiche da dare alle rispettive scuole, in modo da evitare, nella pratica, interferenze, sovrapposizioni, e soprattutto una diminuzione della professione di ingegnere. Afferma la necessità che il titolo di ingegnere abbia dignità di laurea e nega la praticità di una laurea superiore sia essa di dottore in scienze tecniohe od in ingegneria. Espone tutti gli inconvenienti ed i danni che emergerebbero da siffatta istituzione, mentre opportuni ritocchi alle costituzioni deHe scuole e modificazioni all'istituto -dell'esame di Stato, potrebbero perfettamente rispondere alle necessità attuali ed alle gloriose tradizioni della ingegneria. Afferma infine che la scuola non può restare estranea alla preparazione militare, obbligatoria a tutti i cittadini. Vivissimi applausi e molte congratulazioni. Anche l'on. Mussolini, mentre si allontana dal banco del Governo, passando sotto la tribuna dell'oratore, stringe la mano dell'on. Galeazzi e quindi lascia l'aula Fascistizzare l'insegnamento GEREMICCA. ricorda che nella di scussione del precedente bilancio espresse già il convincimento che la scuola debba essere essenzialmente educativa dello spirito e del corpo, c che il criterio educativo debba essere fascista, die, cioè, la scuola debba stare al fascismo come iit mezzo sta al fine, oiò che oggi avviene ancora in minima parte. Allora espresse pure la necessità che per questa funzione educativa della scuola, tutti gli enti che mirano alla assistenza della gioventù, awebbero dovuto far centro della loro diversa azione la scuola, per riceverne coordinamento e disciplina. E il Ministero dell'I. P. avrebbe dovuto cosi trasformarsi in Ministero dell'Educazione nazionale. L'oratore noia ha veduto finora raccolti i suoi voti, e del resto il Gran Consiglio nel novembre scorso, dopo una discussione sulla scuola, concluse che se si è avverata una fascistizzazione della scuola, molto ancora resta da fare perchè la scuola sia a diretto contatto con la vita in tutte le sue manifestazioni. L'oratore chiede al Ministro so ritenga che i suoi funzionari, pur probi e valorosi, siano tutti convinti delia necessità di fascistizzare la scuola. FEDELE (Ministro della .P. I.) : — Generalmente parlando, posso affermare '^GE^BeMIGCà : — Generalmente pàrlamdo, on. ministro. . FEDELE: — -Naturalmente io non posso entrare nell'anima di tutti gli insegnanti. GEREMICCA: — Una parte di quel funzionari conserva ancora una mentalità professionale, che non risponde pienamente alle esigenze de] momento. Son convinto poi che le nuove generazioni fasciste debbano essere plasmntc nella età più favorevole. E' poi lamentevole la scarsezza delle provvidenze dirette a questo scopo. FEDELE: — E' questione di ordine finanziario. Il problima dai maestri GEREMICCA: — Conviene che nell'attuale momento non è possibile chiedere nuove spese, ma si potrebbe, ad esempio, costringere alcuni piccoli Co imuni che si ostinano a mantenere lo !loro scuole autonome, a passarle allo iStato col conseguente consolidamento Ideila spesa. Fa presente a questo pro¬ posilo la triste condizione di certe scuole affidate ad .associazioni delegate, In cui i maestri sono pagati a giornata e muoiono di fame. Ora il danno di un insegnamento Impartito in tali condizioni è, spècie nella scuola primaria, gravissimo, e se no: avremo fra qualche anno vinto l'analfabetismo, tuttavia non avremo ancora la scuola educativa. Per la difficile e nobilissima cura della formazione dell'anima del fan Idillio; è poi necessario ringiovanire iti !scuola perchè i vecchi maestri per un icomplesso di ragioni non comprendono cfppssslvhpptnItpndgso a r r , e a e e i o a i o, e, e i o a e più la loro missione. Essi sodo 6tati educati per una scuola demagogica ed atea, e però non sono p'ù adatti a: nostri tempi e ai nostri ideali, superstiti come sono di una mentalità sorpassata. Occorre pertanto fra l'altro abbassare almeno fino a 30 il limite massimo de gl'anni di servizio che oggi, essendo di 45, appare veramente eccessivo, e "ciòper assicurare a questi maestri un trat-tamento decoroso di quiescenza, ma nello stesso tempo allontanarli da'Jn scuola. Quanto al reclutamento dei maestri,' nota clie la esiguità del trattamento finanziario allontana molti giovani dalla scuola, sicché si manifesta sempre maggiore la affluenza delle donne nell'insegnamento primario. Per riparare in parte alla crisi maschile degli insegnanti, prospetta l'opportunità di ridurre il trattamento economico delle maestre, che del resto in generale hanno, per la loro condizione, minori esigenze di vita. Osserva che il regime ha creato una serie di istituzioni che, dall'Opera per la maternità all'Opera Balilla, agli Avanguardisti, segue il fanciullo dalla nascita all'adolescenza, per consegnarlo, milite, alla Patria. Crede che questi varii enti debbano essere coordinati e fusi nel grande organismo che ha per compito l'educazione della gioventù, la scuola, mentre oggi questa rimane quasi completamente estranea all'azione di quelli. Bisogna in sostanza avere e realizzare un concetto unitario della aducazione nazionale. Scuola e Opera Balilla e Avanguardisti, devono procedere di pari passo e in intima intesa ed armonia di metodi e di scopi. Ma tutto ciò non potrà avvenire se una nuova coscienza non presiederà, seguendo il nobile esempio del Ministro, a questo formidabile e magnifico complesso di forze, vero centro della vita nazionale {applausi, congratulazioni) L'intarrogaziona sull'Alto Adiga Dopo la proclamazione dell'esito favorevole delle due votazioni segrete sui disegni di legge presentati, MARIA, seKretario, dà lettura delle interrogazioni e la seduta termina alle ore 19 U PRESIDENTE annuncia che alla interrogazione degli on. Pelizzari. Sansanelli, Starace ed altri, il Capo del Governo risponderà nella seduta di sabato. Domani, ore 16. seduta pubblica per il seguito della discussione del Bilan rio dell'I. P.

Luoghi citati: Jesi, Roma