Il Venezuela e il patriarca che lo governa

Il Venezuela e il patriarca che lo governa Il Venezuela e il patriarca che lo governa Caracas, Nov. 1927. Questa repubblica del Venezuela,ovverosia Stali Uniti del Venezuela con capitale a Leon de Santiago de Caracas [detta per abbreviazione Caracas) passa per essere un feudo, uno sterminalo, mezzo inesplorato impero, appartenente a Don Juan Vincente Gomez, che da 18 anni lo governa dittatoriamente con il titolo di Presidente, ma preferibilmente con quello di generale. 60 figli viri n generale Gomez ha oggi più di settanta anni ed i suoi miti sudditi desiderano sinceramente ch'egli divenga centenario, rimanendo dittatore, poiché in verità nessuno sa dire quel che succederà in Venezuela quando cotesto Patriarca scomparirà. Appellativo che gli spetta di diritto, perchè Gomez si inorgoglisce di una famiglia che conta la bellezza di sessanta figli vini e sani (per mio conto ne ho conosciuti una mezza dozzina fra cui una signora elegantissima che assomiglia a « papaito » ia guisa iinpressiananle: adopero questo diminutivo castigliano di papà, perchè così diceva la signora parlandomene) non tutti della slessa moglie, naturalmente. Alcuni anzi pretendono che i figli siano 70, ma lasciamo la differenza per Vavvenire. Non accennerò al complemento di cotesto superba progenilura, vale a dire ai fratelli e alle sorelle del Presidente, alle loro mogli e ai loro mariti e figli, nonché agli sposi ed alle spose dei figli, e delle figlie del dittatore. Dirò soltanto che la sua discendenza occupa le principali cariche dello Stato e che lutto procede benissimo nel Venezuela. Basla domandarlo agli stranieri, italiani compresi, i quali, se il loro Paese conta qualche cosa nel mondo, hanno ragioni da vendere per mostrarsi soddisfattissimi di Gomez e del suo Governo. Fra i quali stranieri qualcuno è giunto persino ad avvicinarmi Gomez, montanaro andino auteniico (da ragazzo faceva il pastorello) ad Attendolo Sforza. In quanto ai venezuelani è superfluo conoscere la loro opinione sul Generale. Gli ultimi che il Presidente teneva prigionieri a Caracas per la colpa di non essere suol amici, sono stati liberati proprio in questi giorni ed il triste edificio che li vide lungamente languire in ceppi sarà trasformato in museo di agricoltura. E' vero che venezuelani profughi vivono a decine di migliaia iti Columbia, nella vicina ospitale colonia inglese di Trinidad, nelle AntitTe e altrove, ma son tutta gente estremamente tran quilla, un po' per indole, perchiTH venezuelano è dolca ed indolente, un po' perchè lutti sanno che Gomez è inamovibile come le cime della Cordigliera e sostenuto gagliardamente dagli Stati Uniti per i formidabili interessi che gli americani posseggono al Venezuela, primi fra i quali la zone petrolifere del lago di Marracaibo, da dove scaturisce tanta nafta da allagare un continente. Il monumento dell'ante sfasciato Il Venezuela è un vastissimo Paese totalmente in zona tropicale, la vita del quale gravita quasi per intero lungo la costa marina dei Caraibi. La sua capitale infatti, benché sia in montagna, dista poco dal mare, da La Guaira die è il porto di Caracas. La ferrovia e la strada La Guaira-Caracas (una rotabile stupefacente di orrore e di sontuosità, vna vera strada imperiale, tutta in cemento, di una quarantina di chilometri, che a mezzo cammino, nel punto della più pericolosa curva, mostra all'attonito turista uno stranissimo monumento, un automobile sfasciato su di un alto piedestallo per raccomandare la prudenza e la lentezza nelle andature delle macchine che numerosissime salgono e scendono dalla capitale al mare e viceversa: malgrado l'avvertimento però le disgrazie, cioè il precipitar dei veicoli nei burroni della montagna, sono frequentissime e il Presidente, visto che il monumento non par sufficiente per suscitare all'immaginazione dei sudditi la catastrofe immanente, pensa di decorar la strada di altre figurazioni più terrificanti, aggiungendo all'auto sconquassata sul piedestallo, figure al naturale in legno di uòmini maciullali e sventrati...) la ferrovia e la strada dunque di Caracas potrebbero essere assai più brevi di quel che sono, solo che si facesse un tunnel nella montagna Avila ai piedi settentrionali della quale, bagnati dal mare, è costruita La Guaira, mentre il versante opposto verso terra muore sull'altipiano dove sorge la capitale e fioriscono in sempiterno le rose. La grande carrette» Za regione effettivamente in valore del Venezuela è quella compresa fra Caracas ed il confine colombiano, attraversata per intero dalla « Gran carreUcra transandina », vale a dire da una rotabile di parecchie centinaia di chilometri, costruita con lo stesso sfarzo di mezzi della strada La Guaira-Caracas. e interamente in cemento pur essa, che congiunge la capitale con la città colombiana di Cucutà. Questa grande arteria si svolge tutta in montagna e dopo esser passata per Marracay, soggiorno preferito di Gomez, serve tutta la regione agricola montana del Llano de Monay e poi quella che sta intorno al Lago di Marracaibo e finalmente divmsnaasvfldanrmcfper Merida va a raggiungere, come'.ÌM «atto. U confine, della C-olur.ibia* al u Ponte Internazionale » e in que- \ lsto modo si porta via, cioè fa entra-'Pre in Venezuela, tutto il commercio .pcolombiano della provincia di Cucu- dtà, che scarseggiando di mezzi di i Scomunicazioni verso il Rio Madda- ! nlena, vive e respira, con gran sde-\cgno dei colombiani, dalla parte del]lsssVenezuela. La maggioranza degli italiani emigrali al Venezuela (5000 circa) vivono felicemente in villaggi lungo o presso la « grande carrellerà » e benedicono ogni giorno il Presidente Gomez per la magnifica idea che ha avuto di farla costruire, permettendo loro facili trasporti dei loro prodotti (caffè, cacao, canna da zucchero, ecc.); e il grosso della popolazione venezuelana, cioè gli agricoltori e gli industriali s'agglomera pure da questa parte. Il Venezuela dell'Orenoco, cioè la grandissima vallata dell'enorme fiume, è poco abitato. Ciudad Bolivar che è la massima città-della prima vasta riviera tropicale americana inlravvedula da Colombo, non ha che 20 mila abitanti quasi tutti indi.. Nell'Orenoco il commercio è, si può dire, in mano degli inglesi, che dall'isola di Trinidad, situala dinanzi alle bocche settentrionali, mandano i loro « steamers » fluviali sino a San Fernando de Apure, la piti remota delle città venezuelane, in dieci giorni di navigazione Al sud dell'Orenoco c'è il mistero, le immensità delle foreste inesplorale e le popolazioni quasi sconosciute, selvaggie e cannibali degli indii « muttiloni ». mcalflcssnmrsGrande industriale -préiidente Gomez ha una spe- eie di antipatia per le ferrovie. Non che il territorio della Repubblica ne sia privo : esistono parecchi tronchi slaccati partenti da La Guaira e da Porto Cabello (il secondo porto venezuelano a cinquanta chilometri ad occidente di La Guaira) e nel territorio al nord della « Carr.eliera transandina », ma sul punto di decidersi a dotare il suo Paese di una buona rete di comunicazioni, il Patriarca ha preferito costruire rotabili ma di prima classe, cementandole tutte. Per modo che si viaggia ih auto in Venezuela meglio che negli Stati Uniti e dopo aver viaggiato ed ammiralo le strade che son veri e interminabili bigliardi e udito altri progetti grandiosi che Gomez medita di attuare per altre strade pure cementate che andranno a scavalcare le Ande a 4000 metri d'altezza per scendere quindi, attraverso le vergini foreste, sino all'Orenoco e portar via agli inglesi i trasporti di caucciù sul fiume e volgerli ai porli del Carraibo, vien fatto di domandarsi la ragione della predilezione del Presidente per le « carrettere » e per il cemento. La ragione è chiara ed interessante per giunta. Gomez non ha solo le qualità per essere un ottimo capo di Stalo e diciamo pure un sovrano assoluto per un Paese come il Venezuela (la storia di questa Repubblica prima della dittatura è oramai aecmanrsldhctctcpmasp«pdPasCgrNrspligsinbilcarinssulagureinny. •Irti1'troppo remota perchè gli europei la\pricordino, si trattava di una sene]sudi rivoluzioni sanguinose in terra' di completa ^chia^^rsa m, k£l"££ *2?tZftt\t*cfiguratevi che un vecchio fortino dominante il mare di La Guaira, ancora in piedi oggi, era stato battezzato dal Presidente Castro che precedette Gomez : « Terror del mundo» per mettere la tremarella addosso a tutti quelli che s'avvicinavano al Venezuela, né valsero le ccnngmscannonale delle navi inglesi che lo rdemolirono a far cambiar nome alleforte e carattere al Paese) ma compreso dalla necessità di far progredire la Nazione, opera anche da industriale in grande e rappresenti volontieri la parie del primo commerciante venezuelano. Le donne dagli occhi radioattivi fore di colossali partite di cemento lo vende alle sue Provincie perchè facciano delle magnifiche strade. Anc'j» le. principali fabbriche, ' 'hi- appsnctegSe non facesse l'urto cosa e V altra,\hlo sostituirebbero gli stranieri, che \ Gnon pare che i venezuelani abbiano nmolte attitudini per tali generi d'i- dniziative. Gomez è un montanaro'rdi tult'altra fibra dei cittadini della\svoluttuosa^ fiorita ed elegante Caracas, infarciti di pariginismo, innamorati delle speculazioni astratte; occupati essenzialmente ad ammirare le loro, belle donne dagli oc deilqpchi radioattivi (questa della radio-\nattività degli occhi delle Venezuela- ane di Caracas è una scoperta di un spoeta futurista locale ed io ve larvdà cosi come me l'hanno suggerita) e Gomez, dopo aver fatto l'importa Mgn11 \ lite nel Paese sono di proprietà 'del 'Presidente e anche gli alberghi, che .però hanno la detestabile abitudine di avere un lenzuolo solo nei tetti, i Se arriva nel Venezuela uno slra! niero con una buona idea covimer\ciale od industriali?, il Presidente lo accoglie con tutta l'affabilità e si mette a lavorare con lui, ma più spesso lavora solo utilizzando l'idea suggeritagli dall'uomo venuto dal mare. Le ferrovie son cose troppo complicate e costose per potere fare a meno degli stranieri nel costruirle ed esercirle; quindi Gomez preferisce la buona strada rotabile, l'autostrada quasi, con il suo bravo cemento. Questa sostanza costituisce al Venezuela una specie di ossessione. C'è n'è dappertutto, è onnipresente muta, dura come l'alta, massiccia figura del vecchio dittatore divenuto sfinge e tutto è stato sparso, profuso, imposto da lui. Marracaibo e il petrolio In altra guisa procedati le cose a Marracaibo. Marracaibo è la gioia ed il tormento di Gomez, E' una città nozd-ajìieiicanizsala, tezribilmente calda, che ha veduto in due anni raddoppiare la sua popolazione a causa della ricchezza petrolifera dello sterminalo specchio lacustre che ha il suo nome. Se guardale una carta del sud-America, vedrete che ad occidente il Venezuela ha una profondissima insenatura congiunta con il mare da uno stretto canale. E' il. lago di Marracaibo che batte per ricchezza di giacimenti di nafta tufi gli altri del mondo, compresi i messicani. Gli americani sona stabiliti da padroni a Marracaibo da due lustri ma hanno dato un grande sviluppo all'industria solo ultimamente. Trasformata la città non accessibile praticamente che dal mare (la « Grande Carrettera » di Gomez passa a trenta chilometri al sud della riva meridionale del lago, il Presidente non ha voluto offrire agli americani anche il comodo deìLa strada e del resto aveva di mira la Columbia proponendosi di convogliare nel territorio venezuelano i ricchi prodotti della provincia di Nord Santander, capitale Cucutà), rinvigorile le risorse agricole, dei suoi dintorni dove vive una densa popolazione negra e meticcia, creato linee aeree di comunicazione fra i giacimenti più lontani e la città, stesa con missioni religiose la loro influenza sino nella penisola Colombiana di Goajira che chiude al nord il golfo, dove vivono popolazioni ancora nello stalo selvaggio; si dettero a più intense ricerche di nafta con risultati stupefacenti. E siccome i nuovi campi petroliferi si manifestavano specialmente lungo le rive sud del lago (è convenuto chiamare lago la parte al sud del canale e golfo quella al nord), formularono un grandioso progetto di trasformare l'abbacinante lago di Marracaibo in una vera anticamera del Panama, nella base, petrolifera della marina yankee nel Mar dei Caraibi, nella 1' — *•* *»■ w«* \.' tu u+ui, (tt.K U prima sede inflne del lorQ dominio sulla terraferma sud-americana, ò necessario rendere „ - , t* « solfo ed il lago navigabile an- che al sud di Marracaibo. (La città Per raggiungere questo scopo era che conta oggi 120 mila abitanti è costruita sul canale). Infatti il canale immette è vero le acque marine, nel lago, largo 30 chilometri e lungo 50, ma ha una profondità cosi minima che le grosse navi non possono accedervi, donde un'immensa rete di tubi e di condutture che por eno ìl petrolio dalle rive del lago a Marracaibo e impossibilità da parte dei nord-americani di sentirsi padroni dei pozzi come avverrebbe se le loro navi potessero per il canale entrare nel lago e mettere ì campi petroliferi sotto il tiro protettivo dei loro cannoni. Come ho già accennato, i nord-americani hanno fallo di lutto per ottenere da Gomez il permesso di dragare il canaie, coprendolo d'oro e prometteiu dogli che avrebbero stabilito a Marracaibo anche le raffinerie le quali si trovano attualmente nell'isolelta di Curacao appartenente all'Olanda e situata poco lungi dal golfo. Ma il vecchio dittatore non ci sente da quell'orecchio, non vuole dare il permesso di lavorare nel canale e non s'è menomamente commosso alla minaccia degli americani di so spendere l'esportazione del petrolio, vale dire di far morire la fiorente Marracaibo. Come nomina gli ambasciatori Del resto, Gomez sta ben saldo al governo. Neppure i suoi più fieri\nei icj, 'egli avrebbe dello, c—I vorrebbero ch'egli lo lasciasse. Lasciarlo a chi, del resto? Nessuno della sua imponente prosapia ha il menomo prestigio in paese. I suoi figli son tutti insignificanti. (Quando il sontuoso transatlantico italiano — una motonave nuova fiammante — che mi portava approdò a La Guaira. un figlio del Presidente venne subito a bordo. TI comandante accorse domandandosi se voleva visitare la nave ma il giovane rispose : * Grazie, no, preferisco assaggiar subito un piatto di., ravioli!». Fu accontentalo). La famiglia sembra divisa da gelosie che hanno avuto una tragica manifestazione quattro anni or sono quando venne trovato assassiiiato nel palazzo di Miraflores il fratello del generale, non si è mai potuto sapere da chi (la voce pubblica però accusa un congiunto). E' per que sto che al Venezuela si paventa la scomparsa di Gomez come la più grave delle iatture che potrebbero colpire il Paese. Si teme che, allora, nella nuova situazione che si creerà con le lotte per la successione, gli Stati Uniti, non solo apriranno tutti i canali che vorranno, ma sbarcheranno a La Guaira e saliranno a Caracas per ridare, come essi diranno, sotto la loro diretta protezione, l'abitudine « democratica » ad un paese che l'ha smarrita con un governo personale che dura da 18 anni. Ora sarebbe il caso di domandarsi se il Presidente Gomez non si preoccupai, vecchio com'è e sofferente (pare che la ragione principale che lo tiene lontano da Caracas dipenda da malattia di cuore, l'altezza della città che pure non è eccessiva — 1000 metri soltanto — gii è nociva), della sua successione, ma nessuno sa nulla di sicuro in proposito. Egli vive molto appartato a Marracay che si trova ad una trentina di chilometri dalla capitale. Riceve qualche volta gli stranieri e anche i suoi concittadini, anzi le sue udienze sono piuttosto collettive poiché in un'ora della giornata quelli che scendono alla cittadina per visitarlo sono introdotti assieme in un salone e si seggono tutto in giro lungo le pareli, mentre il Presidente assiso al posto d'onore ed avendo vicino qualcuno che gli fa da introduttore e che è informato di citi arriva, conversa sottovoce con lui. Il Presidente addocchia chi entra e magari finge di non accorgersi del nuovo or. iivatoL per rivolgere la sua attenzione ad un'altro che è lì da un pezzo e domanda: « Chi è quel signore? ». — E' il tale — risponde l'introduttore — proprietario di cinque a aciendas » di caffè, vale tanti u bolivars », ricco, tranquillo, brava persona». — « E' uscito mai dal Paese? ». — ce No, mai ». — « Si è mai interessato di politica?». — » Menomamente ». — « Fatemelo venir vicino » conclude Gomez. 11^ ricco « fazendera » s1amiicina al Presidente che gli dà la mano, e se lo fa sedere accanto dalla parte opposta all'introduttore. Parla un p jo con lui del più e del meno con la più grande affabilità e dolcezza, poi improvvisamente gli dice: a Amico, ho deciso di nominarti ambasciatore al Cile. Partirai fra 15 giorni ». L'agricoltore impallidisce, protesta che s'intende di diplomazia come di sanscrito, scongiura Gomez di lasciarlo ai suoi agricoltori negri e mulatti e alle sue piante di caffè, afferma di essere ignorante come una talpa, di non potere fare il viaggio perchè soffre il mal di mare, di non avere la minima idea di che cosa sia il Cile... Il Generale ia lascia parlare per un poco e poi ripete sorridendo: «Sei proprio quello che io cercavo! Tu partirai per il Cile fra 15 giorni come mio ambasciatore e a ni una palabra mas ». (Non una paiola di più). E' superfluo dire che l'agricoltore è parlilo e ora è in carica a Santiago. La sna passione Una pittrice italiana, la signora Giunta, moglie del dottor Giunta, fratello del vice-presidente. della Camera, che si trova a Caracas da qualche tempo, mi ha confidalo che Gomez è l'uomo più interessante ch'essa abb'a mai veduto. Ha posato dinanzi al cavalletto della gentile artista con una pazienza da modello consumato e ha detto un mondo di bene dell'Italia, vecchia amica del Venezuela. La grande passione del Presidente a Marracay è una specie di giardino zoolosica do ce egli ha riunito una quantità di animali della ricchissima fauna venezuelana delle bassure e delle Ande eccelse. Il giardino non è accessibile al pubblico. Il Generale vi si reca invariabilmente tutti i giorni per un'ora almeno, completamente solo ed i suoi famigliari dicono che durante quel tempo si diletta a conversare lungamente con i suoi amici senza parola. L'episodio è singolare ma dimostra come quest'autocrata straordinariamente forte e sagace e che fu spesso implacabile, questo Patriarca ultro prolifico che amò superlativamente le donne, padrone di una Nazione, dominatore d'uomini, abbia finito per amare sovra tutto la solitudine e gli esseri irragionevoli, gli amici della sua prima giovinezza, dei tempi felici quando faceva U guidatore di greggi sull'alta montagna squallida e ventosa. ARNALDO CIPOLLA ■ La granar strada affrawao ■ Ferrovie • Zona abitala . da italiani