L'intangibile Brennero

L'intangibile Brennero L'intangibile Brennero II ministro Auriii ha recaio a Mussolini i resoconti stenografici di Kolb Abram e Seipel, aggiungendo altre informazioni == Un alto funzionario austriaco reca istruzioni al mi= nistro d'Austria a Roma == L'attesa per le dichiarazioni del Capo del Governo alla Camera Roma, 27, notte. il Ministro d'Italia a Vienna commendato*- Auriii è arrivato a Roma questa mattina alle 7,25, col diretto di Trieste, nella vettura diretta dalla capitale austriaca. Verso le 10 si è recato a Palazzo Chigi, ove ha avuto un lungo colloquio coi Sotto segretario di Stalo agli Esteri onorevole Grandi; in giornata è. tornato a Palazzo Chigi, intrattenendosi .con alcuni alti funzionari del Ministero degli Esteri, e stasera ò stato rice vuìo dal Primo Ministro, col quale hn. avuto un lungo colloquio. In proposito la Stefani dirama il seguente comunicato : « Oggi, dopo la seduta della Ca unterà, il Capo del Governo ha riti cevuto a Palazzo Chigi il ministro a a Vienna, Auriii. Il ministro Au « riti ha innanzitutto portato i lesti « stenografici dei discorsi Kolb, ;« Abram c Seipel, ■pronunziali al m Consiglio Nazionale austriaco, ed 'aha aggiunto altre informazioni». Le dichiarazioni deU'on. Mussolini alla Camera si avranno nella seduta di mercoledì, ma non e da escludere che il Primo Ministro, qualora lo ritenga opportuno, possa prendere la parola nella stessa seduta di domani. Un alto funzionario del Ministero degli Esteri austriaco sarebbe partito sabato per Roma coll'ìncarico di recare istruzioni al ministro d'Austria presso il Quirinaile. A Palazzo Chigi nulla risulta al riguardo; ma la notìzia è confermata negli ambienti diplomatici austriaci. Si nota poi che la stampa viennese, e specialmente quella vicina al Cancelliere mons. Seipel, cerca di attenuare le affermazioni da lui fatte al Consiglio Nazionale austriaco. Essa è evidentemente inquieta per le conseguenze delle imprudenti manifestazioni sull'Alto Adige, che il Governo d'Italia non può lasciar passare senza una protesta che richiami gli uomini di Governo responsabili austriaci al rispetto della lettera e dello spirito dei trattati, firmati dopo la sconfitta. Mentre la stampa viennese ripie-r ga, è invece facile constatare una levata-di scudi della stampa democratica germanica, che sta chiaramente a denunciare una speculazione pangermanista anche in quel partiti politici, che si ammantano di internazionalismo e di pacifismo. Scrive al riguardo La Tribuna: « Sono evidenti, dopo il famoso discorso dell'on. Mussolini per il Brennero, le ragioni r>er la quali la stampa germaniica, apertamente e naRcostamente pangermanista, tenta di spafieggiare e l'aziono del Cancelliere austriaco, e la grottesca e fatua giustifìcaziojuo che si tenta il dare in Austria dell'incauta messa in scena del Consiglio Nazionale e la pretesa di voler fare della costoletta questione dell'Alto Adige una questione mondiale, come già ebbe a dire il deputato Kolb. Naturalmente questa eco mondiale non esiste e non esisterà mai alcun interessamento serio alla condizione dei pochissijni allogeni d-ìll'Alto Adige ancor irrequieti. Coimmque, per quanto riguarda iil piccolo gruppo tirolese che si agita ad Innsbruck, nella stessa indifferenza austriaca, e por I suggeritori del pangermanesimo di Monaco, questa pretésa dimostra appunto l'assurdo politico di voler determinare una qualsiasi questione dall'Atto Adige, ria trattare sia pure colla fìnta emozione degli affetti e coll'ìnvooazione alla forza del Governo fascista. E' qui che occorre farla Anita e ciualsiasi Governo austriaco, di qualsiasi cotare, se ne deve persuadere. Non c'è alcun modo, ne societario, né diplomatico, nè lacrimogeno, nò insolente, di proporre una questione dell'Alto Adige. Questo spettava al Governo austriaco di far intendere e questo vuole far intendere l'Italia. E possiamo garantire con tutta tranquillità che tutte questo nuove ebiacchere non ci turbano affatto e che la sola constatazione da fare, se si vuolo. anche mondiale, è questa: che non esiste, ne in Italia ne fuori d'Italia, per tutto il mondo, la questione dell'Alto Adige Nuove stonature viennesi Vienna, 27 notte. i.a Uelchsposl pubhlica che un'alta personalità italiana, ammiratrice di Mussolini e del fascismo, avrebbe dichiaralo, poche settimane fa, alla redazione del giornale, che vi sono molti ambienti italiani contrari all'attuale trattamento degli alto-atesini. I nemici occulti del Fascismo avrebbero dipinto al massimo l'oppressione degli altoatesini per aizzare i tedeschi contro l'Italia. L'Italia non ha d'altra pane, tanti amici ad oriente e ad occidente <IA inimicarsi anche il nord. « Questa considerazione — osserva la Relchspost — k giusta. Nessun tedesco può pentare, circa il trattamento degli alto-atesini, diversamente dagli austriaci. E' insostenibile la finzione deJla stampa italiana di trattarsi di questioni di politica interna. Non si tratta di unificazione di leggi e amministrazione, ma di distruzione di stirpe. L'irredentismo italfano mirava a .strappare gli italiani ben trattati dall'ex-impero. Oggi si ritbiece soltanto che agli alto-atesini siano remosciut.; i diritti accordati ai POj)olJ di colore coloniali, i giornali Italiani evitano di rispondere concretamente alle precise doglianze di Kolb; si contraàJio no vicendevolmente, ed è meschina e ridicola la loro insistenza circa le forniture di viveri fatta all'Austria. L'opinione pubblica austriaca attende con grandisismo interesse ma con tutta calma, lo dichiarazioni di Mussolini. L'amicizia dell'Italia risponderebbe ai nostri desideri ed interessi, coni»? l'amicizia dell'Austria e del popolo tedesco agli interessi bene intesi dell'Italia. Ma vera e cordiale amicìzia non esisterà tinche il Tlrolc meridionale soffrirà. All'opinione del popolo austriaco, espressa nella memorabile seduta del parlamento di giovedì, non c'è niente da cambiare, qualunque pe sia l'eco ». Le Wiener Neueste h'achrlclen ritengono che l'Austria deve attendere iranBiii.name.ilte la .■."•sposta di Mussoiiiii, e pubblicano attestati di simpatia pervenuti dalla Germania, Olanda, Inghilterra, America, Francia, confermanti che la questione dell'Alto Adige è divenuta una questione mondiale. Esse ritengono che il minisiro Auritt rimarrà assente da Vienna solo pochi giorni. Affermano che nessuno oggi pensa a pretendere l'Alto Adige, ma che l'Austria non rinuncierà mai ni dirimo di intervenire con parole e scritti per ottenere un trattamento degno di umanità. La Neve Freic Presse afferma che non e in questione l'Austria, ma 11 popolo tedesco, o che si tratta di un problema fondamentale per la politica italiana: se convenga respingere un popolo di 70 milioni di abitanti a causa del trattamento fatto a 200.orm persone. Mussolini stesso ha detto di avere un grandioso programma imperialistico nazionale. Per attuarlo, egli ha bisogno di acquietare le Nazioni, naturalmente disposte a considerar ciò con compiacimento. L'Italia ha abbastanza problemi altrove per aumentare la somma dei conflitti. Le prossime elezioni in Germania. Francia, Inghilterra, rafforzeranno i partiti di sinistra. Sarebbe conveniente precorrere gli eventi utilizzando a proprio van-! faggio le disposizioni dei prossimi vincitori. La riforma costituzionale finanziaria italiana sta compiendosi. In tale epoca di transizione, la paco del popolo tedesco dovrebbe essere considerata come M successo più facile ad ottenersi poiché la minima parte di popolo tedesco racchiuso nell'Alto Adige non piatendo la libertà — che 11 sistema fascista non puòTiaro — ma soltanto una tolleranza nazionale, linguistica, economica uguale a quella degli altri cittadini del Regno. Secondo il Neiics Wiener Tageblalt, 1 discorsi del consiglio Nazionale hanno costituito una sorpresa per l'Italia che erroneamente credeva che l'Austria avesse dimenticato l'Alto Adige. Non abbiamo il diritto formale — scrive il giornale — di richiedere aiuto nè forza materiale per reagire, ma la critica è permessa, come ampiamente ne usava l'Italia prima della guerra. Siamo riconoscenti per i benefici ora rinfacciati, quantunque criticabili, ma questi benefici non hanno nulla a vedere col progettato assorbimento degli alto-atesini, si potrebbe pensare che la furiosa reazione dell'Italia abbia altri motivi oltre alla manifestazione austriaca: la politica italiana ha subito in questi ultimi giorni diverse delusioni. Vogliamo con l'Italia cordiali relazioni dì buon vicinato, perciò, un po' di riguardo verso i nostri sentimenti nazionali basterebbe ad esaudire tale desiderio ». ■ h'Arbetter Zcltung osserva che il Failsmo .più è colpevole e più grida. Il rtgunggio_ della stampa italiana è raowttoariamentc violento e minaccioso. Non sarebbe per questo il primo caso to cui Mussolini lascia per qualche tempo scoperto un posto di ministro. Analogamente agì verso il Belgio Non vi sarà ragione di eccitarsi 15 a Vienna vi sarà un fascista di mono. (Stefani). L'attesa per il discorso di Mussolini Vienna, 27 notte. Incoraggiate dalle ultime manifestazioni, le organizzazioni per la difesa dei tedeschi dell'Alto Adige hanno deciso di iniziare un'azione di propaganda in Isvizzera e in America, servendosi anche dell'appoggio delle Leghe per la Società delle Nazioni, che si sarebbero mostrate sempre pronte a sostenere l'iniziativa in favore delle minoranze. ' . „• ,.,,.„ Nei circoli diplomatici di qui 1 incidente italo-austriaco è giudicato oggi con molta tranquillità. Si è del parere ohe il richiamo del ministro Auriti a Roma debba servire soltanto ad informare il Capo del Governo italiano più dettagliatamente, e si attende il discorso di questi senza temere un inasprimento della situazione. Si è piuttosto del parere che con la risposta di Mussolini l'incidente possa essere considerato esaurito. Commenti francesi a favore dell'Italia Parigi, i7 notte. Nell'attesa del discorso dell'onorevole Mussolini alla Camera pochi giornali si occupano dell'incidente itailo-austriaco. Giacomo Bainvillo tuttavia sulla Liberto osserva: « E' davvero un segno dei tempi che questa Repubblica austriaca, ridotta alla mendicità, oggetto della commiserazione generale, salvata dalla farne dai vincitori generosi, non appena ricuperate un po' di forze faccia del nazionalismo I Se rinasce un militarismo austriaco, dove andremo? Poiché, beninteso, diletto le campagne che si fanno- in Austria e nelle assemblee austriache contro l'Italia circa H Trentino, vi è la Germania. Non può esservi che la Germania. L'Austria, mendicante ingrata, ha preso ii denaro degli Alleati e serve di avanguardia al germanasimo. Oggi si parla di Trento; domani si parlerà di Trieste. E l'Anschluss, la fusione austro-tedesca che si farebbe sotto pretesti morali, intellettuali, economici avrebbe subito per effetto di sostituire la grande Germania ali'exImpero degli Absburgo nella spinta tradizionale verso l'Adriatico ». La constatazione ò giusta. Essa è fatta anche dal direttore del Gaulois, il quale ne trae argomento per scrivere : « Sarebbe evidentemente prematuro prendere in "considerazione una rottura diplomatica; si concepisce tuttavia che l'Italia non possa ammettere l'ingerenza austriaca nel suoi affari interni, e si rifiuti di tollerare nei suoi territori dei centri di agitazione alimentati dall'estero, e nel caso speciale da elementi tedeschi. Tale 6 infatti il fondo dell'affare: è la politica dell'Anschluss che agisce»; è l'influenza tedesca che incoraggia e determina la campagna austriaca, alla stessa guisa che sostiene ed appoggia la campagna autonomista in Alsazia e Lorena. Sarebbe una inabilità da parte dell'opinione francese non considerare questa analogia cosi evidente. L'Ptalta avrà ragione di parlare alto e forte; e di respingere le eventuali proposte di Intervento o di arbitrato, che creerebbero un precedente deplorevole. Un atteggiamento energico e netto è ancora il migliore mezzo per ottenere una soluzione pronta e pacifica di questo deplorevole incidente ». Alla ordinaria sagacia di René Lara non è sfuggita la coincidenza di interessi creata, fra Italia e Francia, dalla energica risposta con cui il Capo del Governo italiano ha fermato la subdola offensiva viennese. Ogni ribadimento dei diritti sovrani del Regno sui territori riacquistati grazie alla vittoria delle ai-mi ed alle sanzioni dei Trattati è una implicita riconferma dei diritti sovrani della Francia suir Alsazia-Lorena, dove Tautonomismo è causa di interventi ben altrimenti gravi che non siano le diatribe dei tedeschi dell'Alto Adige. Richiamando all'ordine monsignor Seipel e gli uomini che si nascondono dietro le sue spalle, Mussolini .rende un inestimabile servizio non soltanto all'Italia, ma alla Fran eia. Quei giornali francesi che credono di toccare il colmo della furberia soffiando sui magri tizzi dell'affare di San Gottardo, farebbero molto meglio a riconoscere lealmente, full'esempio del direttore del Gaulois, che l'amicizia dell'Italia rappresenta per la Francia oggi e rappresenterà a maggior ragione domani, un interesse di prim'ordine; ossia per dirla con Enrico IV, « vale una messa ed anche di più ». C. P.