Una lunga sfilata di testi

Una lunga sfilata di testi La vicenda Chiappe-Moretta Una lunga sfilata di testi l-'episodio spiegato dal Presidente della Congregazione di Carità La fine ad oggi. zione di Car 11 processo Chiappo è continuato ieri con la sfilala della larghissima teoria di testi Citati dal H. M. e dalla difesa: nessun colpo di scena, nessun episodio saliente, durante unta l'udienza, ma una serie quasi ininterrotta di contestazioni, rese necessarie dalle varianti che- i testimoni apportavano con Je loro dichiarazioni alle deposizioni rese in istruttoria. Fenomeno attesto- che 6i verifica In ogni processo. La sfilato si apre con l'escussione della signora Emma Sheringer, proprietaria di un albergo a Rivoli ed amica di casa Moretta. Quali siano stati i passi compiuti dalla signora per favorire il Moretta è ormai noto. Essa conosceva personalmente, il console Spelta, ma essendo questi assente da Torino, si rivolse al cav. Chiappo. La teste, la quale, appena entra nell'aula, è colta da un fenomeno di afonia impressionante, parla a voce bassissima ed obbliga i patroni ed i giudici a stringersi attorno a lei per raccogliere le sue parole. Tra l'attenzione generale ella racconta la parte avuta nella vicenda. La sua narrazione è conforme » quanto ha dichiarato già il Moretta. « Non ho avito che seccature » Pres. : — Nel pomeriggio del 18 agofeto lei ebbe dal cav. Chiappo una telefonata? — Si, mi telefonò per dirmi che il Moretta gli aveva versato al mattino le diecimila lire da destinarsi in parti eguali ai Balilla ed ai poveri della questura. E la stessa cosa mi confermo telefonicamente anche il Moretta. •Avv. Caron: — La teste e in rapporti strettissimi col Moretta. Può negare iforse di essere stata ancora ieri in casa sua? — Non escludo d'esservi stata. Ci so ho stata anche altra volte. Sono amica della signora. Ma in tutto questo 10 non sono mossa da interesse alcuno. Mi sono indifferenti l'uno e l'altro. Per avere detto quello che so non ho avuto che delle seccature. Succede alla pedana Vittorio Pregno, fratello dell'amica del sig. Moretta. La mattina del 18 agosto andò in casa di onesti-per riparare l'automobile di proprietà del Moretta. Dopo avere tirato fuori dar garage la mai-china, sali nell'alloggio. In quel momento rientrò il Moretta che annunciò: — Sono andato a portare 10 mila lire al cav. Chiappo ed ora vado a portarne altre 10 mila alia Congregazione di Carità. Pres.: — Il De Pedrini era presente ed ha sentilo queste parole? — Il De Pedrini devo avere sentito meglio di me perchè si trovava nel salotto, ed era vicino al Moretta. Io mi trovavo sulla soglia della cucina. E' richiamalo il teste Secco. Costui ayeya dichiarato di essere stato chiamato dall'avv. Fubini, da cui si era recata pure la Sheringer. Ed aveva aggiunto che quest'ultima, dopo il colloquio col legale, gli era apparsa impressionata. L'avv. rubini le aveva detto: «ì<ei è proprietaria di un esercizio e guardi perciò a quello che dice • . 11 teste conferma che la Sheringer ebbe a. dirgli di avere ricevuto pressioni per la sua deposizione, ma la Sheringer — posta ora a confronto con lui — nega: — L'avv. Fubini e il min legale e mi recai da lui per i miei affari. Mi Ita parlato della cosa ma non mi Ita fatto alcuna pressione. Secco: — Mantengo quello che ho detto. Del resto devo dire al Tribunale che una persona andò alla segreteria generale dei Sindacati per chiedere che fossi esonerato dal mio ufficio in seguito alla deposizione che a\evo reso. Il prosldooto •tilt Conrrerazions di Carità Secco e Sheringer sono congedati e si presenta a deporro il marchese Demetrio Asinari Di Bernczzo, presidente della Congregazione di Carità. — n Chiappo — dice il teste — ebbe a parlarmi della faccenda Moretta il 17. agosto. Mi accennò che si trattava dì un pregiudicato, perseguitato in seguito ad una serio di lettere anonime, e che si rivolgeva a noi per essere protetto. Gli dissi di farlo trovare alla sera in via Consolata, dove tre. volte alla settimana mi recavo per ricevere coloro che si rivolgevano a noi. Senonchè in quei giorni io era rientrato da un viaggio all'estero ed avevo presso .-di me degli ospiti che mi tenevano occupato. Alla sera non potei quindi recarmi in via Consolala, ragione per cui ebbi alle 10,30 una telefonata dal Chiappo, il quale mi disse testualmente : « Il Moretta è una brava per sona e bisogna che lo aiutiamo. Farebbe un'oblazione di 10 mila lire •. Risposi: « Se proprio e. una brava persona lo aiuteremo. Faccia pure ». Sbrigate le mie cose, al mattino ripensai subito a questa faccenda e poco dopo le'-9 telefonai al Chiappo dicendogli: ■ « Guardi, ho pensato a quanto.mi ha riferito, ma è un affare che non ini piace ». 11 Chiappo mi avvertì che aveva già ritirato le 10.000 lire, ed io re plica! con queste parole: « Rifiuti Unmediatamente. Questa cosa potrebbe a vere l'aria d: un mercato ». .Vile 10.3011 Moretta si presento da me negli ur flci della Congregazione. Pres.: — Aveva un biglietto di pre sentanone del Chiappo? — lo escludo assolutamente. Ho fatto anzi una verifica ed ho trovato i hi ghetti di presentazione per le persone che vennero da me prima e dopo il Moretta Ma quello del Moretta non fu trovato perchè non c mai esistito. 11 Moretta mi disse: « Mi manda il cav. Chiappo, e vengo a versare le 10 mila ìtre per quello che lei sa ». Risposi che non sapevo nulla, ed allora il Moretta soggiunse : € Sono una brava persona: ho avuto delle disgrazie in gioventù ed ora mi vedo perseguitato presso le autorità ». Un» scoila di commozioni — Era la prima volta — prosegue li teste — che io sentivo parlare di autorità. Intanto il Moretta si mise a piangere dirottaiDente. Questa scena non mi jnààtu» w iu avvertii che presso leaaqaRnclnplcvrLiascmdsslcZbdpnsnmc•ma ggl e 1 e r — i a o o e a e e. e e e l a , e a e e eo so i r l lr a•. riai o : a ni ee na 30 r e athi ne ofu 11 v. la si oroto li onn e autori là non avrei potulo fare e non avrei fatto niente. Stava per andarsene quando disse: «L'oblazione posso farla ad ogni modo. Sarà resa pubblica?». Risposi clic la Congregazione rende noto sui giornali tutte le offerte che riceve e lo indirizzai alla Tesoreria. Pres. : — Accennò alle altre 10 mila lire consegnata al Chiappo? — Affatto. Se me ne avesse accennato avrei telefonalo subito al Chiappo. 11 teste aggiunge di essere stato nel pomeriggio in- Questura e di avelie parlato con 11 cav. Palma al quale richiese se poteva incassare la somma versata dal Moretta. Il vice-questore rispose : « Accettano pure quel denaro. Loro ne faranno buon uso ». Sconsigliò invece di rendere nota l'offerta. Il teste accenna quindi agli avvenimenti posteriori. Alcuni giorni dopo apprese che il Chiappo lo cercava affannosamente. Gli fissò un colloquio alla sede di via Consolata e lo trovò agitatissimo. 11 Chiappo narrò allora di essere stato chiamato hi Questura e riferi l'accusa che gli veniva mossa. In ufficio c'orano anche i capisquadra Bosco, Zunino ed altri e costoro dissero subito di avere assistito alla restituzione della somma versata in un primo tempo dal Moretta. Il marchese Di Bernczzo telefonò quindi al Questore, presso cui si recò il giorno dopo. E il leste ricorda una circostanza cui non si è accennato ancora: — Quando il Moretta venne da me, elencò per cosi dire le somme che aveva elargito per beneficenza. Ma non parlò affatto di aver dato 10 mila lire a Chiappo, lo mi dimenticai di riferire questo particolare che poteva troncare l'equivoco subito al suo innzio. Pres. : — Lei ha parlato in seguito col Moretta? — Venne da me alle 16 di quello stesso giorno. Lo ricevetti alla presenza del segretario conte Vassallo. Appena introdotto mi disse: « Non ho avuta la •ricevuta delle iti mila lire date a Chiappo. A sa bht... ». ìa cosa e il tono con cui lo diceva mi pano enorme. Ffci venire i capisquadra Bosco e Zunino c l'agente Bartolonna e si andò tutti in Questura. « Perchè dovevo piangere? » E' chiamalo il Moretta. Spiega di non avere parlato col marchese Di Bcrnezzo della somma data a Chiappo perchè questa somma, secondo le intese corse col Chiappo, doveva ritenersi data soltanto in deposito. Che fosse a fondo perduto il Chiappo lo dichiarò poi al pomeriggio. E il Moretta nega d i avere pianto quando si presento per prospettare il suo caso al teste : — Porchi' dovevo piangere? • Di Bernezzo: — Ha dato luogo ad una scc'tia disgustosa. Avv Quaglia: — E' la commedia che fanno tutti i farabutti. Moretta : — Grazie. Pres. : — Piangeva sulle sue dieci mila lire. Di Revnezzo: — Sulla mia parola d'o nore. Non posso accettare di essere smentito. Il teste riferisce ancora che il Chiap po, in due occasioni (l'organizzazione degli spettacoli dell'uomo proiettile e la gestione di un festiva!) ebbe a rimettere di tasca sua circa 40 mila lire. Ia* due iniziative erano a benefìcio della Congregazione. Avv. Quaglia : — 11 teste ebbe occasione di parlare col Secco? — Lo trovai un giorno nel negozio del cav. Chiappo. Disse che era stato dal Gi'idice istruttore e si espresse in tali termini parlando dal magistrato che lo aveva interrogato, che io credetti di inlonvniiv. Come ufficiale — gli dissi — non posso peniiettem che lei parli cosi di un magistrato. E lo invitai a tacere. Dopo qualche dettaglio sull'attività svolta dal Chiappo a favore delle, opere l»er gli indigenti, il marchese Di Bernczzo è congedalo. Viene inteso il ce. posquadra Luigi Bosco, predente nei i'ufltcio di via Consolata quando la mattina del 18 agosto vi si recò il Mo retta. Il teste, mentre il Moretta stava parlando col Chiappo, s'assentò pochi minuti. Tornato in ufficio, senti Chiappo pregare il piantono di richiamare Moretta. Costui infatti ritornò sui suoi passi ed il Chiappo, porgendogli una busta gli disse: « Qui c'e la busta coi soldi. Vada alle 10,30 dal presidente Un avvocato camte unmChavChavQual fecrsenoladiaddequvig.'mcidat.aCcopoomdechloalsiimundevafamcanriPre.=. al teste. : - - Lei in istruttoria ha detto che ignorava il contenuto del la busta. L'avverto che bisogna dire la verità. Per i testi falsi c'è la reclusione. Ma il toste spiega che in isti-uttoria non gli erano state fatte domande in proposito. E' lasciato tn liberta ed alla pedana dm teisti sale la signorina Felicita Birolo. Alle ore u di un giorno dell'agosto accompagnò il cav. Chiappo in via Consolata. Il Moretta lo stava attendendo e gli si avvitino porgendogli un plico: Qui c'è tutta la mia storta disse. Moretta: — La signorina l'ho vista duo o tre volte, col Chiappo. Ma il 1S agosto io non portai al Chiappo alcun documento. Mi recai da lui in seguito a sua chiamata. Voleva avvertirmi che la somma datagli doveva intendersi senza impegni di sorta circa l'esito dffllu mia pratica. La signorina vorrebbe dire molto al tre cose ma il Tribunale la dispensa E si presenta il caposquadra Giovami Zunino, anch'ogli presente ili ufficio quando vi si recò il Moretta. Depone come il Bosco e cioè conferma la resti turione dulia busta coi 10 biglietti da mille. La sfilata dei lesti continua ininter rotta anche per tutta l'udienza pome ridiana, n'agente di P. S., Luigi Bartolonna, di servizio presso la Casa del Lavoro, riferisce di avere visto entrari in ufficio il Moretta. Chiese chi fosse gli si rispose che era un individuo che voleva fare un'oblazione per evi tare di essere confinato. L'aw. Fubini Salvatore conosce Chiappo da nata quindicina d'anni Quando noli'e state scorsa apprese l'oc cusa che gli veniva mossa, se ne ime slocobttógqsepoiuiltrdaqna(ntericnclsncgaczsppslmcrtgsrrtllczlEig_cdstspp n e a . e a . l a e . ò e e e e i , e mrsi o si r i o io o o a a a a il re ò ressò perchè gli sembrava la cosa impossibile. Pres.: — Lei ha chiamato nel suo ufficio i testi e si è fatto rilasciare delle dichiarazioni. — Mi sono fatto dettare quanto loro sapevamo. Venne anche da me la She-4 rkigcr, che mi ha fatto l'imprcssionel di essere disorientata, premuta dal Moretta. L'avvertii di ricordare bene la circostanza della telefonata, per non cadere in equivoco, e nulla piil. Secco mi parlò del Chiappo in tono altamente elogiativo. Ed a mia richiesta fece una dichiarazione. l'res. : — Dove sono questi documenti ? — Li ho consegnati al difensore del Chiappo. Un meccanico ed un piantona L'ufficiale della Milizia Nico Lnbin aveva riferito in istruttoria die il Chiappo era già stato sospettato di aver compiuto delle malversazioni. Questa voce gli era giunta in seguito al reclamo di un mutilato. Ma in effetto non ha mai avuto elementi concreti per affermare una tale cosa. Giusepiie Della Gatta, insegnante di pianoforte, assicura che il commercio della ditta Chiappo e floridissimo e redditizio. Mario Chiappola, meccanico addetto alla Casa di lavoro, un giorno dell agosto stava ripulendo il camion quando il caposquadra Zunino lo invito a rincorrere il Moretta che stava g.'a uscendo dall'editteio. « Bògia marmota » gli disse Zunino. Inseguì perciò il Moretta e lo invitò a ritornare dal cav. Chiappo. Pres.: — che ora era? — Era di dopopranzo. La medesima cosa afferma anche t.ario Trabucco, piantone presso la Casa di Lavoro. I due sono in disaccordo con tutti gli altri testi. Vengono posti a confronto e dicono di non ri- ordarsi se fosse di pomeriggio o di mattino. Si accerta però che la pulizia del camion la si faceva solo al mattino. Che. fosse di mattino lo conferma anche il caposquadra Aldo Monnei, quello che si recò a chiamare il Moretta alla sua abitazione in via Cibrario. E si ha ora una deposizione che desta impressione. Nell'aula viene portato un cieco, Bartolomeo Pastore, presidente dell'Associazione mutilati ed invalidi civili. Dice di sapere poco della faccenda Moretta, ma di dover dire molto invece sulla figura morale del cav. Chiappo, di cui fa una esaltazione come soccorritore dei derelitti Fervide parole di ammirazione e di riconoscenza per il Chiappo ha anche PCl iidt X STAMPA - 25 Febbràio 1muo lro e-4 nel al ne n co nce uel n il di i. to fnualdco no on nva rrre he la acno ri- di ia o. nelta E ta to sinla re el odi he Pietro Miche-leni, segretario dell'Associazione mutilati civili. Il capo-manipolo Alfredo Talatnona. del Comando di zona, assicura che a carico del Chiappo non fu aperta mai alcuna inchiesta. Conosce il Chiappo come ottimo ufficiale, pieno di zelo e sa che egli sopportò personalmente le spese per la costituzione della banda musicale del Fascio. Quelle spese ammontarono ad oltre 50 mila lire. Due rifiati Seguono alcuni testi che non riferiscono circostanze nuove. 11 conte Ignazio Vassallo di Castiglione, segretario della Congregazione di Carità, afferma che del cav. Chiappo non si può dire che bene. Il commissario prefettizio die eseguì un'inchiesta sulla gestione del Chiappo trovò tutto in regola ed al Chiappo che si lagnava degli attacchi a cui era fatto segno, osservò: « Non dobbiamo attenderci la riconoscenza degli uomini. 11 suo nome sarà scritto a caratteri d'oro sul libro di Dìo ». Il teste presenta copia del verbale in cui sono contenute le confusioni dell'inchiesta e che riconoscono la perfetta correttezza del Chiappo. La signora Leonilda Gobbi Audisio riferisce che il Chiappo era stato richiesto di occuparsi di una vertenza con certo Ferrerò il quale aveva promesso un'oblazione di 25 mila lire e la donazione di una casa al ponte Isabella. Chiappo rifiutò perché la cosa non gli sembrava chiara. Giuseppe Moiso offrì al Chiappo 5000 lire perche la Mutua Gara vini venisse favorita nel posteggio di un ballo. Il Chiappo rifiutò e consigliò a presentare domanda alla Congregazione di Carità. Sull'attività del Chiappo depone anche il corniti, dott. Edoardo Testerà, medico ddla Casa di Lavoro, ed il signor Federico Bona il quale afferma che il Chiappo abbracciò la causa del fascismo con pieno disinteresse. Non badò mai a spese: regalò divise e strumenti musicali e mise a disposizione di tutti Je sue automobili. In totale spese oltre 100 mila lire. Il notaio Bartolomeo Appendila dà infine ragguagli sulla liquidazione dell'eredità lasciata dal vecchio Calzia, uno di quei milionari pezzenti, che vennero scovati dalle squadre rastrel latrici. Chiappo consegnò ogni cosa e gli eredi riconobbero che nulla era stato omesso o sottratto. Restano da sentire alcuni altri testi a difesa che non sono comparsi. Verranno intesi stamani. Quindi avrà inizio la discussione ed in serata il processo arriverà al suo epilogo. l

Luoghi citati: Rivoli, Torino