Un'interrogazione alla Camera italiana

Un'interrogazione alla Camera italiana Un'interrogazione alla Camera italiana Chiarì commenti romani Roma, 31 notte. l.a Stampa ha pubblicato un anipio resoconto della seduta di ieri alla Camera austriaca, con le deplorevoli manifestazioni a proposito dell'Alto Adige. A seguito delle calunniose affermazioni, gli on. Pelizzari, Sansanelli ed altri deputati hanno sta mane presentato alla Camera la se guente interrogazione : « Chiediamo di conoscere 11 pensiero del Capo del Governo e ministro degli Esteri, sulla ignobile manifestazione di odio contro l'Italia svoltasi recentemente alla Camera austriaca e sulla campagna di impudenti menzogne condotta dai circoli responsabili dell'Austria contro la semplice appi! cazione delle leggi italiane nell'italiana- Provincia di Bolzano. Chiediamo se non vi si ravvisino gli estremi di un ormai intollerabile intervento di uno Stato straniero nella legislazione interna dello Stato italiano >. All'interrogazione risponderà subito alla ripresa dei lavori parlamentari il Capo del Governo e ministro degli Esteri e la risposta sarà senza dubbio chiara, recisa, tagliente. Una questione ohe non esiste La Tribuna nota: « E' bene che in Austria, ed anche in Germania, non si commetta il gravissimo errore di credere che la sorveglianza politica, giornalistica ed e ventualmeutc anche diplomatica sulle manifestazioni, che dovrebbero essere responsabili, per la cosidetta questione degli allogeni dell'alto Adige, iterivi da una qualsiasi preocteupazione italiana o dalla persuasione che esista' veramente una questione di tale genere capace di assumere un valore internazionale. Niente di tutto questo. L'Italia fascisi a sorveglia quello che 6i scrive, e quello che si dice nelle as sembleo austriache o nelle leghe pati germaniste, rispondendo, contestando ed ammollendo diplomaticamente quando si pensi dì infrangere le norme Internazionali, solo allo scopo di riaffermare che una questione tedesca dell'alto Adige non esiste intemazionalmente e tra poco non esisterà nemmeno come cronaca perchè l'alto Adi ge è una provincia italiana di frontiera dove si trova ancora una minoranza allogena assolutamente trascurabili1 di fronte alla compatta unità nazionale di tutta l'Italia •* Il Lavoro d'Italia rileva che la questione ha da conservare sempre un carattere interno per lo Stato italiano, che non permetterà ad alcuno di venire a dettare legge in casa propria, e conclude : « La gravità di ciò che è avvenuto ne! Parlamento austriaco consiste nel fatto che il Cancelliere Seipei ed il suo Governo avallano con il loro atteggiamento l'artificiosa agitazione che i tedeschi vogliono montare su di una questione che rignarda soltanto l'Italia. Singolare modo di rispettare i trattati, dai quali la stessa Società dello Nazioni!, cui si vuole faro appello. 6 sorta. Strano modo di dimostrare all'Italia la gratitudine per quanto essa ha «fatto a sollievo del l'Austria in momenti veramente tragici. Noi non sappiamo se e come il Governo italiano risponderà al Cancelliere austriaco, ma il risultato di sforzi eroici e di sacrifici sanguinosi sopportati dai nostri soldati non deve essere da nessuno diminuito, 'rutti gli italiani fauno loro la energica paròla d'ordino che il Duce proclamò: iì Brennero non si toccai ». Il rifletè ben calcolato di atent. Salpai Il Giornale d'Italia ricorda « quan to provvidenziale sia stata la politica italiana' nel soccorso di milioni di cittadini austriaci dalla cessazione delle ostilità ad oggi», e lumeggiata « la portata della politica ita liana nell'Alto Adige e la grossolanità delle menzogne e dello calunnie nei riguardi delle minoranze al logene che fanno parte dell'agitazione straniera contro il regime fasci sta », soggiunge : « Quanto al sig. Seipeè, 11 cui discoi so, eccezionalmente lungo, oscuro ed inafferrabile, mostra evidente l'intenzione di sostenere i clamori austriaci senza troppo compromettere i rapport dell'Austria eoll'ltalia, notiamo subito che il suo rifiuto ad un ricorso alla Società delle Nazioni per l'Alto Adige è, più che prudente, ben calcolato. La Società delle Nazioni si guarderà bene dell'occuparsi dell'Alto Adige e dare credito alle chiacchiere, degli agitatori austriaci. Una tale questione porterebbe in realtà la rivoluzione a Ginevra, perchè tulli i maggiori proiettori della Società internazionale, per darò ragione alle denunzia austriache, do¬ vrebbero prima condannare irrimedia burnente la politica che essi coltivano con abbondanza di mezzi nei nuovi territori acquistati dalla guerra e dalla pace ». Il Tevere: ■ Quando il sangue del buoni viennesi fu asciutto sul lastrico, il reverendo Sèipel tenne un forte discorso al Consiglio Nazionale ; un discorso nel quale erano più che severamente deplorati gli avvenimenti. Nessuno pensò a chieder conto a lui ed al suo democratico Governo del sangue con tanta abbondanza sparso. Il morto giaceva e il vivo si dava pace l E, sì sa, Vienna è poi la città dei valzer 1 Ma ciò che riesce bene in famìglia non è detto che riesca bene sempre e ovunque. Monsignor Selpel, fra im giro di valzer con i sovversivi del Comune di Vienna ed un altro con gli uomini d'ordine della reazione post-rivoluzionaria con lieve perdita di sangue (altrui), riuscì a mantenersi al potere. Ma sono disposti gli italiani a partecipare al ballo dell'Alto Adige ? Monsignor Selpel fa una politica che un anti-clericale non oserebbe di definire con due capi di vestiario: la politica dei calzoni e della sottana. Con 1 calzoni, monsignor Seipel marcia a fianco degli agitatori italofobt, con la sottana si accosta mellifluo all'Italia •. L'Impero : « Al Consiglio nazionale austriaco è ornata in ballo la questione dell'Alto Adige. Il cristiano sociale WoJb ha cominciato col prendere le cose molto alla larga. Niente di meno si è rifatto dal giorno dell'armistizio, 5 novembre 1918, per concludere elio l'Austria non fu costretta alla pace, ma magnanimamente vi si adattò per una speciale delicatezza verso Wilson e quasi quasi, secondo lui, sarebbe stata l'Austria a dover dottare le condizioni. Si capisce che con un simile modo di considerare la storia la questione dell'Alto Adi¬ ge diventi a Vienna uin argomento contro l'Italia, contro questa Italia che con generosità nuova nella storia ha cooperato, anche finanziariamente senza alcuna garanzia, alla ricostruzione dell'Austria. Meno male elio Seipel, pur considerando la questione da un punito di vista austriacantissimo, si è accorto che è inutile adire alla Società delle Nazioni ». Due commenti viennesi Vienna, 24, notte. Commentando il discorso del Cancelliere Seipel, VArbeiter Zettung scrive:. « Mons. Seipel si è sforzato ieri di parlare un po' più risolutamente che non in altri tempi. Pur tuttavia egli ha attenuato una volta di più il sud discorso con innumerevoli schermi ». Il Ncue Wiener Tageblatt scrive: • LUtalia verrebbe meno a tutto . il suo passato, qualora persistesse nella via seguito relativamente al trattamento dei suoi sudditi di nazionalità tedesca. Proprio la nazione italiana, che nella storia dell'umanità si è coperta di tanta gloria, fa male a considerare la forza ed il potere come i mezzi da usarsi nei riguardi di una infelice minoranza indifesa. E perciò, malgrado tutto quello che è .avvenuto, non vogiMamo rinunciare alla speranza che Ài tratti solamente di un episodio di stnarrimento, al quale si sostituiranno un giorno una migliore intesa e un migliore criterio. Poiché l'Italia deve sapere che i suoi sudditi tedeschi non si abbandonano a nessuna utopia; essi riconoscono le frontiere esistenti come un fatto storico, che non può cambiare. Il regno d'Italia avrà, in questi uo mini leali, tranquilli e modesti, dei sudditi ai quali non si potrà muovere alcun rimprovero, per poco che esso voglia loro permettere di vivere e di educare i propri! Agli neflla lingua e secondo il costume dei loro padri ». (Ag. Stefani).

Persone citate: Duce, Ncue Wiener Tageblatt, Pelizzari