Deplorevoli manifestazioni austriache a proposito dell'Alto Adige

Deplorevoli manifestazioni austriache a proposito dell'Alto AdigeDeplorevoli manifestazioni austriache a proposito dell'Alto Adige Vienna, 23, notte. _ La campagna per l'Alto Adige, che si è notevolmente acuita negli ultimi tempi (si ricorderanno l'interrogazione dei deputali tirolesi al Cancelliere e la risposta di Seipel. nonché i discorsi di Stninegger e di Jaeger alla Dieta di Innsbruck, contro alcuni passi dei quali il nostro Governo si è trovato nella necessità di domandare chiarimenti), ha avuto oggi al Consiglio Nazionale austriaco una terza e più deplorevole manifestazione, con la quale Seipel è stato messo nella certo non gradevole necessità di non sconfessare un oratore del suo partito (il quale fra l'altro aveva avuto il consenso di tutta l'assemblea) e di non abbandonarsi a delle dichiarazioni clic suscitassero una immediata reazione italiana In ogni modo, benché il capo del Governo sia stato avveduto nel cercare, le espressioni, ha mostrato assai più chiaramente in altre occasioni il suo pensiero di fronte al problema (identico in fondo a quello degli austriaci in genere e dei tirolesi in ispecie) e ha sviluppato la proposizione conclusiva della sua risposta recente alla nota interrogazione: che la questione dell'Alto "Adige, nella sua fase attuale, sia un ostacolo alla buona intesa fra l'Italia e l'Austria. Egli ha palesato infine il desiderio che avrebbe, e la bossibililà che non si offre, di trasformare tale questione interna dell'Italia in una questione internazionale. Le menzogne dell'on. Kolb La sottile distinzione contenuta nel distorso di Seipel fra ingerenza n faccende interne di un altro Stato e semplici lagnanze per quello che vi avviene, è certo una prova della sua abilità diplomatica proveniente dall'educazione curiale. Ma non può convincere nessuno e nemmeno 6 atta a dissimulare che, in fin dei conti, oggi Seipel si è lasciato andare ad un atteggiamento, date le sue abitudini, assai tendenzioso. 11 primo oratore è stato il deputato cristiano-sociale del Tirolo, Kolb, che aveva firmato con altri colleghi l'interrogazione suaccennata. Egli ha detto che i deputati tirolesi riterrebbero di avere dimenticato il loro dovere sa non indicassero la « passiono elei tedeschi dell'Alto Adige chc, fra tutti ; tedeschi staccati — in seguito ai trattati di pace — dai corpo della nazione, hanno più da soffrire». Kolb aggiunge.di non voler ingerirsi nelle questioni interne di un'altro Stalo, ma dubita che qui possa trattarsi di una questione interna, e dopo a vere proclamato che non intende nemmeno gettare il seme dell'odio fra l'Austria e l'Italia, sostiene che il Consiglio Nazionale, come successore dell'Assemblea Nazionale che ha ratificato i trattati, debba controllare se i trattati stessi siano os servati dagli altri contraenti. Appare subito che questo deputato della maggioranza è in contraddizione con le dichiarazioni di Seipel in risposta all'interpellanza rj Kuardanlc il problema dei tedeschi al di là del Brennero. Il Cancelliere aveva dichiarato, come si ricorderà, che l'Italia ha agito in ogni caso a norma delle sue legei interne, e che quindi ;non vi èra la possibilità di tin intervento estero. A scansare questa obbiezione, Kolb soggiunge subito che, in mancanza di mezzi migliori, l'Austria può .appellarsi ad un altro diritto per giustificale il suo intervento in favore dei tedeschi dell'Alto Adige: il diritto di vicinato. Mnstcpvmdlamdmacl'lrngnèbrcrsz.lepdgdAcsdItgtcdsdCsmKpedm2vraBntezgalaJcdsglpì'pbIudoRsiHtcducaAanPfdcddcfmiSJ,ta\-tn™ "l1 c',le n«l] Alto Adige o(aeeaBda.Koll)} .-i svolgono hanno una sr.percussione assai forte oltre li confi- ene, e cioè nel Irroio settentrionale dove InOttavivono famigliari e .conoscenti dei tirolesi Avi sud. Il diritto di vicinato teosttenc Ko:t>) rappresenta una sua parte noi diritto internazionale. Se però an¬ pellarsi al quale non possiamo rinuh ziarc ». Dopo una grottesca immagine ad effetto, il Kolb conclude con una proposizione che tradisce lo scopo di tuttn la parlala dicendo cioè che la questione del Tirolo del sud — — come qui la chiamano — non è questione interna italiana e nemmeno tirolese e nemmeno austriaca, ma è diventata una questione nionliale. Perdio? Per il fatto che gli italiani hanno preteso dai tedeschi non soltanto la lealtà verso le leggi, ma anche una lealtà di cuore che non era possibile imporre ! Le ambiguità di Seipel Abbiamo riferito — per dire cosi — solo la parte nobile deJ discorso, che fu inframmezzato però dal racconto di una volgare serie di presunti episodi destinati a commuoverà l'opinione pubblica. Gli applausi sono stati generali. Allora il Presidente del Consiglio Nazionale, Miklas, si c alzato e prima di annunziare che si doveva passare al voto del capitolo di bilancio relativo al Cancellierato, ha pronunziato queste parole: « Siamo di fronte ad una lLpshppLdprniA•pssspUluddrGcmmimpressionante manifestazione dilrtutta ìa Camera », ciò che ò valso a csottolineare il successo del tirolese iJKolb. Dopo due brevi discorsi del !sofiftlista. Ahrnm e del tpdpspn n-7 nsocialista Aiti am e del tedesco-mi- nzionale Strafine, che hanno fallo la|frcascrtppdipbbnttsèDsanarrazione di pretese violenze che si commetterebbero in Alto Adige, ha preso la parola il Cancelliere, la cui replica si può cosi riassujnere: « Sono d'accordo con voi, ma non costringetemi, nel momento attuale, a mettermi negli impicci con l'Italia ». Seipel ha dello: « E' notevole che si siia parlato in quesiti discussione solo dei rapporti con l'Italia, il che dipende dal fatto che a nessun altro confine vi sono eguali problemi .la risolvere, li' una questione di politica estera della quale l'Austria uon può tacere, sebbene dalil'altra parte della frontiera lo si desideri ed esiga. Qui non si tratta di supremazìa, ma di mia questione di sentimento. Ho pia precisalo in parecchie occasioni U mio punto di vista in proposito, basato sul desiderio di fare una politica realistica. Anche per questa, come per oltre questioni politiche, Voglio faro una netta distinzione: altro è trattare un problema intemazionale e altro manifestare soltanto il proprio dispiacere per cose che accadono in uno Stato vicino, ma che dobbiamo riconoscere come cose interne di questo Stato. Co! portare in pr'jblico la questione dell'Alto Adige non si .oigliora la sorte di quei tede- vr4 ^^;^5^"bone ^^0?. z^a?^l capo delila politica estera debba am niouire a non intraprendere azioni prive di prospettiva. Con tale criterio bisogna esaminare la proposta fatta recentemente dall'opposizione, che il pròMoina dell'Alto Adige sia portalo dinanzi alla Società delle Naaioni. A questo riguardo osservo ancora una conraddizione : da limi parte si afferma che la questione ha assunto una importanza mondiale; dall'altra, che deve essere portata a Ginevra per richiamare su di essa l'attenzione del mondo. Sconsiglio in ogn.t modo di adire a Società delle Nazioni a scopo puramente dimostrativo, poiché ciò racchiude dei pericoli. Bisogna die ci lasciamo aperta quest'ultima istanza. Ma io dichiara 11 Cancelliere con palese accenno olla dichiarazione Italiana che ogni intervento a .proposito del'Alto Adige sarebbe giudicato atto ostie — debbo rivolgermi anche att'estero, e precisamente al Governo italiano, il quale dovrebbe distinguere tra gli atti diplomatici relativi a questioni interne, e le sempiici lagnanze. Non è possibile pretendere da noi. che abbiamo fede in un diritto superiore, la rinunzia a prendere posizione In una rqestiione di coscienza. Al contrario, io stésso vokUo oppoimi con tutte le forze quando si sotpassiino i limiti deecito e si lancino offese od invettiveperchè ritengo impolitico diffondere delle menzogne I giornali rilevano stasera con grandi ti toh il resoconto della seduta del Consiglio Nazionale. La A'eue Freie Presse scrive : « Il Cancelliere ha riconosciuta nella sua risposta la piena giustificazione della discussione odierna. Speriamo che in Italia si capisca come sia poco vantaggiosa una politica che inetta in gioco le simpatie di tutto il popolo edesco ». Nogli ambienti diplomatici si attribuisce molta importanza adiscorso che avrà senza dubbio — si dice — una immediata risposta da parte del Governo italiano.

Persone citate: Jaeger, Kolb, Koll