Le forze economiche della colonizzazione

Le forze economiche della colonizzazioneLA PALESTINA EBRAICA Le forze economiche della colonizzazione in. La Palestina ebraica presenta una grande varietà, di forme coloniche dovuta sia alla diversità degli ambienti agronomici, sia ai diversi indirizzi mentali e spirituali dei gruppi di immigrati. L'ordinamento economico, naturalmente, risente anche dello stadio economico-tecnico cui, nelle singole zone, sono .giunte le colture. La proprietà privati Fra L tipi di ordinamento si può sé» gradare quello basato sulla proprietà privata ebraica del suolo, proprietà non coltivatrice e gestione in economia. Questo tipo si ritrova per esempio al Potach Tikvah. la più antica e vasto clelae colonie ebraiche, fondata da al» coni abitanti di Gerusalemme nel 1878. La colonia ha attraversato grandi crisi-ed è ora divenuta uno del maggiori mi. elei di agricoltura ebraica poiché ab» braccia circa «.000 abitanti, prevailewte» mente dediti alla coltivazione degù aranci. La proprietà rntvata ebraica al ritrova anche ti Kehovod a sud di Tei» Aviv, colonia fondata nel 1R90, cho no» veva HJOO abitanti In queste colonia i lavoratori ebrei sono semplici riati. La quaLiità «ci proprietari non basta evidentemente a garantire l'Indi» rizzo generale di questa coloiiizzazionaw nei rispetti dui movimento ebraico. Ta. lora i proprietari sono soltanto degli « uomini economici » che cercano sein»> plicemente di far buoni affari, di rea* lizzare il massimo lucro possibOea ciò ò risultato ad esempio, nei giorni appunto in cui io ero in Palestina, 4 Petach Tikvah, coi latti che destarono grande sensazione nel paese, e furono noti anche fuori. Alcuni dei . piantatori » preferirono arruolare salariati arabi per le operazioni della raccolta dogli aranci, malgrado che a Petach Tikvah stesso, a Tel-Aviv e in altri punti della Palestina esistano rilevanti schiere di lavoratori ebrei disoccupati, per quella crisi di cui darò cenno Ini un successiva articolo. I lavoratori arabi — in relazione ail taro basso tenera di vita — esigono, in generale, salari anteriori a quelli che vigono per 1 lavoratori ebrei: ma tuttavia si afferma che l'impiego degli arabi non sia slouratnentc conveniente, anche nel rispetti economici, perché la capacità lavorativa è mollo inferiore. Comunque, 1 proprietari di Petach Tikvah preferirono questa volta la mano d'opera araba, o i lavoratori ebrei si opposero mettendo dei « picchetti » a guardia de* gli aranceti per- imped'imie l'accesso agli arabi; 1 proprietari chiesero l'in, tcrvento della polizia per allontanara le guardie ebraiche, e così avvennero conflitti vivaci, cwi spargimento dì sangue. Quosti fatti clamorosi hanno destato una vivissima sensazione nelle masso ebraiche e una larga agitaziono da parte delle leghe operaie : della questione si ti interessato il Vaad Leuml (Consiglio Nazionale Ebraico), ma noti mi è noto se si sia raggiunta l'afterinazione del principio della preferenza od esclusività dc-ll'oceupazionc di mano d'opera della nazionalità del proprietario. Nel conflitto di Petach Tikvah il contrasto sociale fra classe padronale e classe operaia- ha sovep» eh iato, in fatto, l'interesso nazionale. Indubbi amento la condizione di fondi con proprietà ebraica e mano d'opera araba (qualunque sia la situazione ga» nerale del mercato del lavoro) non significa risoluzione del problema ebraico, non significa costituzione di una Palestina ebraica; cosi come tale problema non sarebbe risalto dalla proprietà ebraici dell'impresa industrialo con salarialo non ebraico. Gli ebrei non si radicano alla terra se si ha semplicemente la proprietà ebraica della terra ed è araba la mano d'opera: l'ebraicità della proprietà terriera come di quella industriale può svanirai con grande facilità e con la massima rapidità. La colonizzazione ebraica dei tipo che qui consideriamo con proprietà non coltivatrice, facilita in sommo grado l'afflusso di capitale ebraica in Palestina, in quanto tale rapitala vada alla ricerca di un buon reddito, cosi come va avvenendo negli ultimi tempi con la rapida estensione degù aranceti: tale colonizzazione è in parla prezioso strumento per attenuare si tuazioni critiche transitorie determinate da squdlibrli momentanei nella disponibilità dei fattori produttiva ma non ha In sè il significato, H compito della rinnovazione ài Israele a della creazione di una Palestina veramente ebraica. Non si può pensare cho il risorto Israele derivi semplicemente e totalmente da gente cht si insedi! sulle rive dal Giordano- per fare buoni affari. Accanto alla colonizzazione cosi svòlta su terre acquistate speculativamente da capitali ebraici, si può presumerà debbano svilupparsi in avvenire su dagli attuali coloni proletari che coltivano le colonie slonste, un altro tipo di colonizzazione, quello della piccola proprietà coltivatrice creata mediante risparmio lentamente costituito attraverso il tempo, attraverso il faticoso lavoro della prima generazione degli immigrati. H desiderio, la fame di terra è fenomeno consueto fra la gente agraria di ogni paese: si può presumera che una tale fame sorga anche fra gli Ebrei giunti negli ultimi anni in Palestina e che ora fecondano la terra procurata dal Keren Kayemed per mezzo dei denari raccolti fra gli ebrei della Diaspora. Forse nella formazione di questa piccola pi-oprietà coltivatrioa, forse nella formazione di molte famiglie, le quali — secondo la bei» la tspressione del Libro del Mao» cabei — vivano ciascuna sotto il sud fico e sotto la sua vite, sta l'avvenire. deMa Palestina ebraica. Le affittanze collettml Di fronte a queste forme di colonia, zazione ebraica, basate sulla proprie, tà privata del suolo, stanno le forma, basate sulla proprietà collettiva. Il Keren Kayemed, coi fondi laboriosamente raccolti tra gli ebrei (MI mondo intero, ha acquistato graduai, mente una cospicua proprietà fondita ria, distribuita in ogni parta delta Palestina, ma principalmente la alcuni punti della Giudea, nei pressi al Giaffa, fra Tel-Aviv e Ge e poi a settentrione nelia pianura Izreèl e più a nord ancora nel pressi del Lago di Tibariade. Il Congresso sionista tenutosi a Londra nel luglio 1920 — riaffermando un principio cho già era stato posto anteriormente —ha solennemente determinato che le tene acquistate dal Keren Kayemed, dal Fondo Nazionale ebraico, debbano rU miinere inalienabile proprietà del popolo di Israele. Le terre devono essere cedute (sia per uso agricolo che per, costruzione urbana) unicamente in affittanza, in concessione temporanea Questo principio scrupolosamente mantenuto si riannoda con una dalle basi del diritto fondiario talmudico: si può rammentare quanto è scrìtto nel Levitico : « Le terre non si venderanno per sempre, perchè la terra è mia e voi state da me come forestieri ed avventizi». Questa norma antica veramente non importava la proprietà collettiva; della terra, ma soltanto la precarietà) del possesso, in vista del mantenimento del fondo fa/nijjiiare: essa però adduceva alla retrocessione della terra all'originario detentore nell'anno giùbilaie: i Sionisti, comunque, hanno esplicita™/nto accolto il vecchio priu- I due preredenti articoli sono stati piu>. Mirati nella • Stampa • del 8 e del 14 :c> reato.

Persone citate: Aviv, Keren, Mao