L'ombra di Mayerling

L'ombra di Mayerling L'ombra di Mayerling VIENNA, Febbraio. Ricorreva ai 30 dello scorso gennaio il trentanovesimo anniversario della morte a Mayerliug dell'arcidu"rreditario Rodolfo e della barona Maria Vetsera. Poche trageJ'amore hanno come questa pointcressare scrittori e pubblico, ombra che col passar degli anni , profonda curiosità diminuisca, ..se perchè nemmeno si fluisce di portare alla luce documenti, o riferire narrazioni lo quali, se non giovano grandemente alla storia, bastano a soddisfare un poco gli appassionati. E come ad ogni anniversario suole avvenire, anche per la recente ricorrenza qualcuno ha tornato a frugare negl'inesauribili archivii, o a raccontare quel che vide o sentì. Gli uomini, alla lunga, volentieri si sbarazzano di segreti. Ma l'unico uomo che potrebbe dirci sulla tragica notte di Mayerliug le cose veritiere tace, deciso a calare nella tomba avendo tenuto fede alla promessa fatta, quasi otto lustri addietro, a Francesco Giuseppe: l'impenetrabile si chiama Giovanni Loschek e vive in campagna, nei pressi di Wiener Neustadt. Chi vada a fare una visita al vecchio c bene accolto e attacca una piacevole chiacchierata, tuttavia Giovanni Loschek non pronuncia sillaba sulla scena contemplata al mattino del 30 gennaio del 1889, quando, conformemente agli ordini ricevuti alla sera, andò a svegliare il padrone. Giovanni Loschek ora entrato sedicenne al servizio dell'arciduca Rodolfo e lo aveva seguito per il mondo, in viaggi, cacce èd avventure il cui ricordo è sempre pronto a rinfrescare. Sparito violentemente il Principe dal teatro delia vita, egli cessò di servire e viaggiare ed ebbe per nuova delicata missione l'obbligo di custodire il k suo » segreto. L'Imperatore gli regalò un podere, la vedova di Rodolfo — Stefania, sposata più tardi .all'ungherese conte Lonyay — gli diede in ricordo l'orologio da caccia che Rodolfo teneva nella stanza del suicidio, la notte del 30. E' un semplice orologio di marca inglese, che sulla cassa porta incisa una R sormontata dalla corona di principe. In epoca recente, l'ultimo testimone ancora vivo del dramma di Mayerling ha a sua volta fatto dono dell'orologio al signor Franz Josef Bòhni, di Miirzzusehlag. Si penserebbe che dato l'affetto da lui nutrito per il _ signor Bòhm, Giovanni Loschek abbia potuto almeno a questi confidare ciò che non gli strapparono di bocca nemmeno americani disposti a pagargli fior di dollari. Il vecchio cameriere ha invece mostrato al signor Bohm il fucile col quale Rodolfo fece l'ultima caccia, un lodai che ancora ricopre le sue spalle, dopo di avere riparate . quelle del pirneipe, indi gli •ha confidato :. e Ella non- sa quanto spesso mi tocchi di ridere sulle infinite notizie dei giornali e sulle molte pubblicazioni riguardanti Mayerliug. Ma una cosa, caro signor Bòhm, voglio dirle.e cioè che tutto quello che è stato stampato sul mio defunto padrone, il principe ereditario Rodolfo, rappresenta un cumulo di bugie ed è assolutamente falso ». * * Dopo una così recisa ed autorevole testimonianza non c prudente accingersi sia pure a vagliare le nuove e lo vecchie ricostruzioni del tragico fatto, rimettersi a discutere se Rodolfo abbia o no avuto il cranio fracassato da una bottiglia di spumante. Quanto avvenne all'indomani di Mayerliug merita però interesse non minore, col vantaggio che gli episodi riferiti sono, perchè più facilmente controllabili, più attendibili. Ecco il dottor Josef Marci- raccontare, nel Pestar Lloyd, ciò che — studente — sentì dire in un'aula dell'Università viennese dal professore Eduard von Hoffmann, che assieme al professor Hans Kundrat aveva proceduto all'autopsia del cadavere del principe (i medici di Corte barone von AViderhofer e von Kerzl, per desiderio manifestato da Francesco Giuseppe, avevano assistito alla macabra funzione senza intervenirvi in nessun modo). Ripreso all'Università il corso interrotto per il lutto, von Hoffmann fece sapere che avrebbe parlato sull'autopsia. L'aula si affollò di studenti e di medici, i quali scorsero allineati sulla cattedra dicci squallidi teschi. Pallidissimo in volto, von Hoffmann dichiarò che nella sua veste di custode della scienza riteneva doveroso diffondere al tempo stesso scienza e verità. e Sua Altezza Imperialo e Reale il Principe Rodolfo, aggiunse, in un momento di ali "dizione mentale si è tolta- volontà .iamente la vita, tirandosi un colpo di rivoltella alla testa. Ecco, o signori, alcuni teschi di suicidi, che in seguito alla prematura sclerosi dello suture del cranio ed alla momentanea alienazione montale da essa provocata hanno posto termine ai loro giorni, ficcandosi una pallottola nella testa. Così è avvenuto anche col defunto Principe: durante l'autopsia, noi abbiamo constatato una prematura sinostesi delle suture del cranio, che per un ignoto motivo di scarsa importanza ha condotto alla momentanea alienazione mentale, facendo impugnare al principe la rivoltella colla quale ha commesso il suicidio. Tutte le dicerie in contrario senso diffuse 6ulla morte appartengono al regno delle favole. Ed ora, signori, riprendiamo le nostre lezioni al punto in cui. le interrompemmo... ». L'uomo della scienza aveva parlato strettamente attenendosi a criteri scientifici, da frenologo e da anatomista. Aridi campi sono questi per chi, occupandosi della morte di Rodolfo d'Austria a. Maria Vetsera. vada invece alla ricerca dei moventi sentimentali, o spirituali che dir ci 1 'dvi rt■ n]scI iitIa|fiddg1rim1slapcdetd1lsdcsvidNlcnsdlpsmrdclpSmmpdgprcsSgelatsvddepGdlemterpastcgvnTsacgnpfercudinilnteyvdcseleVvovpfisaapFbteEuihtal'eascl'p■ teciupEseIse;siliiteti'cojq voglia: in Austria e nel mondo intero non altri furono gli aspetti dui dramma che colpirono, c quale fosse0 stato d'animo dei viennesi al priilo annunzio della fiue di Rodolfo lo apprendiamo dallo stesso dottor Marer, che definisce spettacolo indimenticabilc la commozione dei popolaninelle vie. Si vedeva gente piangere, i vedevano donno buttarsi in ginocchio per farsi il segno della croce e nvocare benedizioni sulla famiglia mperiale, si sentivano animosi tenare, di riportare la calma, fra l'altro asserendo che forse le notizie erano falso. Sì: quella Vienna turbata data commozióne, e magari un poco dalla curiosità destata dallo straordinario evento, noi possiamo immaginarcela benissimo ancora oggi; ed1 Ring affollato di cittadini restii a rincasare perchè volevano accertare l nesso tra 'a morte di Rodolfo e la morte della bionda giovane Vetsera0 vediamo perfettamente. Ma la tessa Vienna anni appresso aveva in arga parto dimenticato la potenza affettiva dell'episodio e giudicava pazza la sua Imperatrice Elisabetta, he vagava per il mondo alla ricerca di pace. » * La sofferenza intima di Elisabetta Francesco Giuseppe dopo la spavenosa morte del figliuolo, che la madre aveva con debolezza adorato ed1 padre tenuto in freno in nome dela ragion di Stato e del cerimoniale pagnuolo, è la pagina meno nota dell'imperialo romanzo. Ora ha cerato di scriverla il von Wertheimer, torico alla cui avvedutezza nello scovare documenti già si doveva la più nteressante biografia del leggendario duca di Reichstadt, il bell'erede di Napoleone. Narra il Wertheimer che 'Imperatrice, quando apprese dal onte Iloyos la morto di Rodolfo, non ebbe forza di comunicarla lei ola al marito e si fece accompagnare all'attrice Schratt, la quale già alora esercitava su Francesco Giusepe il fascino che poi l'ha resa famoa. Fu una scena commoventissima ; ma la ferrea natura del Monarca la ese tanto breve, che a pochi minuti i distanza il ministro degli Esteri onte Andi-assyi, presentatosi a fare e condoglianze, doveva rimanere stuefatto della calma con la quale il ovrano, avendolo ringraziato, si mise a parlare di politica. Francesco Giuseppe era notoriamente troppo religioso perche oggi si ossa a cuor leggero accusarlo di crueltà o di cinismo; chi voglia spiearsi com.e riuscisse ad imporsi, nelle iù spaventose ore, la maschera di seenità, deve piuttosto rammentare la oncezione che egli aveva del suo metiere di Re e dei relativi' obblighi. enza sentirsi soprannaturale — alla uglie! min a — conferiva al suo rango d alla sua persona una rigidità che a fede in Dio, talvolta, anziché miigare, accresceva. Egli si riteneva upinamente Monarca per diritto diino'e si sforzava di manifestarlo riucendo a nulla il proprio io, e ageno secondo uno spirito che in realtà ra piuttosto un freddo amalgama di rincipii. Morto Rodolfo, Francesco Giuseppe dimentica o nasconde il suo olore lavorando con raddoppiata ena, Elisabetta lo mostra invece al mondo intero, fuggendo irrequieta di erra in terra, cedendo ai capricciosi morbosi istinti che furono una caatteristica dei Wittelsbach, la stire sua. Più Francesco Giuseppe si legava l tavolo nel castello di Schonbrunn ul quale, giorno per giorno, gli aiuanti posavano buste, gonfie di pratihe che" il Sovrano a sera aveva dilientemente sbrigate, più Elisabetta agava tra Wiesbaden e Ischi, Merao e Corfù, il Portogallo c l'Egitto. alvolta assumeva il nome di contesa Hohenembs, tal'altra si faceva hiamare Mrs. Nicholson. Prima di iungere in certi luoghi, faceva esoerare dall'obbligo del saluto i dilomatici che la conoscevano. Nel ebbraio del 1S92, trovandosi al Caio, volle che allo 7 del mattino fosse elebrata nella chiesa della Missione na messa di requie e anziché prenere posto in prima fila, se ne stette n piedi vicino la porta, nascondendo volto sotto un grande ventaglio ero. Un ex-funzionario austriaco inervenuto alla cerimonia racconta nel eu.es Wiener Tiiijblatt che la Sorana vestiva un semplice abito nero i cotonina. Elisabetta, dopo il suidio di Rodolfo, non volendo conrvare nessuna delle splendide toette, le aveva divise fra le figliuole aleria e Gisela, assieme ai pizzi, ai entagli ed al resto, dichiarando che ramai quelle cose per lei non aveano più nessun valore. Solo nel '9U, er assistere al battesimo di una glia di Valeria, acconsentì a indosare per poche ore un abito grigio e fare sfoggio di diamanti. Nelle sue peregrinazioni l'accomagnavano la dama di Corte contessa estctics e il maresciallo di Corte arone Nopcsa, che in Egitto dovetero badare ad impedire incontri fra lisabetta e Flinperafcrice Eugenia, gualmente dolorante per la morte h Africa dell'unico figliuolo. Capiata a Firenze Elisabetta mise nelmbarazzo Crispi, preoccupato dalla ventualità di una sua visita al Papa, nzi vi fu tra Roma e Vienna uno ambio di telegrammi terminato con assicurazione di Francesco Giusepe ohe la donsorte non aveva in- nzionu di recarsi a Roma, a Le desioni dell'Illustro Signora, dicova n informatore, talvolta però non si ossono esattamente prevedere... ». d'il Wertheimer, nel riferire la fra, aggiunse che a Francesco Giuppe non piaceva cho l'Imperatrice trovasse in Italia, anche per movi politici. Non si sapeva cho Elisabetta, mor Rodolfo, si fosse data a esperimen medianici a Monaco, servendosi me medium di una contessa P., la ualc, da lei interrogata, cadeva in g i e o i , e a o istato di ipnosi e scriveva automaticamente, lasciando guidare la mano dagli spiriti... Lontana da Monaco, l'Imperatrice incitava per lettera la contessa, la cui buona fede non viene posta in dubbio, a chiedere consigli a trapassati. Possibile che Elisabetta ignorasse l'avversione che Rodolfo aveva sempre nutrito per gli spiritisti? Il giornalista Szeps (nel frattempo morto anche lui) cinque anni addietro ha pubblicato, con altri documenti autentici, la' narrazione di una seduta spiritista che Rodolfo, diffidente ed impulsivo, mandò a monte in clamorosa maniera. ITALO ZINGARELLI. Lpdtanidedgfqndo