L'omaggio del Principe Umbero ai gloriosi caduti di Adua

L'omaggio del Principe Umbero ai gloriosi caduti di Adua L'omaggio del Principe Umbero ai gloriosi caduti di Adua L'austero rito rievocatore davanti all'Ossario - L'ori. Bolzon esalta il sacrificio dei morti insieme con le opere di civiltà del Regime •* La pittoresca folla convenuta sui luoghi di battaglia da tutta l'Eritrea' Asinara. 21, notte. Il trionfale viaggio in Eritrea del Principe di Piemonte, ha destato sull'altra sponda del Mar Rosso una simpatica, vivissima eco. Il figlio dell'Iman lahia Self, Mohammed, che visitò l'Italia 'nel. giugno scorno con la missione Pcmenllli e si incontrò col Principe a "l'orino, ha telegrafato a Sua Altezza il suo volo augurale, ricordando i rapporti di simpatia che esìstono fra l'Italia e lo Jemen e manifestando tutto ii suo rammarico per non aver la possibilità di ricambiare tutte le gentilezze ricevute in Italia. Anche gli italiani di Hoilcida c di Sonda, con vibranti telegrammi, hanno temilo ad unirsi ai connazionali dell'Eritrea in una sola espressione di tede nell'omaggio al Principe. La visione dell'altipiano Ieri mattina Sua Altezza ha lascialo in. automobile l'.ismara, per recarsi a portare un tributo d'amore e di riconoscenza ai caduti di Adua, le cui spoglie sono stale trasportate al contine della colonia, in Adi Qualà, ove riposano all'ombra della bandiera della patria. Nel viaggio il Principe ha voluto avere una visione, sia pure rapida, della zona dell'altopiano, dove appaiono aspetti di paesaggio alpino ■protondamente in contrasto col panorama dell'Africa tropicale ammirato nel bassopiano. Sono partiti con il Principe, oltre al governatore Gaspcrìni e all'on Bolzon, che è l'oratore ufficiale della, giornata, il vicario apostolico e altre personalità. Lungo il percorso, molta folla, tutta gente d.m Seraè che non era. affluita ad Asinara, è accorsa ad acclamare il Principe. In tutta l'Eritrea non vi è un solo villaggio, sia pure lontano e sperduto, ove la figura del Principe non. rimanga impressa negli occhi dei. suoi abitanti. Alle 9,30 il corico delle automobili giunge ad Adi Agri, il capoluogo del commissarialo. All'ingresso del paese sono slati innalzali archi di trionfo. Sono schierate le truppe e gli alunni della scuola indigena San Giorgio. Il clero, i notabili, la popolazione, fanno una duplice ala su tutta la strada prln. cVpale del paese. Il cascl della Chiesa di Adi L'uri presenta al Principe la Sacra Croce. Il fervore delle accoglici! se è tanto più intenso guanto breve è la sosta. Alle 11 l'Ospite giunge ad Adi Qualà a 30 chilometri dal fiume che segue la lìnea di confine del Tigrai. Lo squadrone di indigeni scorta il Principe, che trova a riceverlo all'arrivo il lito lare della nostra agenzia commerciale di Adi, il commissario, i mestante della regione. Il primo battaglione eritreo rende gli onori. La Messa in suffragio viene officiala sotto il baldacchino di una grandissima tenda riccamente pavesata. . Splendore della gesta lontana Dopo la Messa Voti. Bolzon ha prò. nuli ciato il seguente discorso; i II raccoglimento, il silenzio e il giuramento, dovrebbero essere i tre aspetti della commozione, non la parola sempre inferiore alla sostanza, non il commento sempre dannoso all'uzione. Se guanto anelavano i combattenti nel vivere il loro maschio poema è ciò che 10 credo, intorno alle tombe baciate dalla gloria debbono le mani dei co. struttoli gettare il più verde alloro e la più dura guercia. Non sono forse le cose dintorno a dettare l'elogio e la vita a conforlarer~con i suoi imperativi di energia e di fede? La giovinezza incalza e già colma i vuoti della battaglia e i morti non giacciono più sotto la grande mole dell'epigrafe, ma sono in testa alla Nazione, che nella sua marcia precorre l'avvenire, tutte riordinale le sue gerarchie, tutte agitando e vivificando le sue energie, tutti al vento spiegando i labari di pace e di guerra, dopo aver espresso dai solchi della terra più, appassionala e ferace un Duce, che riassume possentemente la voce più schietta del popolo vittorioso. «Altezza Reale! Dopo aver risalito 11 corso del favoleggiato Nilo, e nella vampa della sabbia e della solitudine aver sentita la significazione del miti che sulla terra del Faraoni imperano da millenni; dopo aver iniziato il vostro viaggio di riconoscimento e di riconsacrazione da Cassala, avanguardia di disperato valore, per raggiungere, attraverso Tessette] feconda, Agordat eroica, Cheren ridente, il sommo del luminoso altopiano su cui si stende e riposa nella sna^razia fiorita Asinara, ecco la scia di luce e di esaltazione che vi ha ravvolto di ardenti benedizioni ingenue e tributi da parte di queste fierissime genti salendo dal Gasc su per selve e piani, attraverso il Barca per gole e balze fulve come giubbe leonine, solversi, ad incanto ai piedi di quel tumulo, come ai piedi di un aliare, dove palpita l'anima immortale della Patria. Ed essa vi saluta, o Umberto di Savoia, figlio benedetto e augusto della Vittoria, perchè venuto a placare i tormenti della lunga attesa di quanti qui caddero nel nome dell'Avo di cut oggi qui recale, con gagliarda giovinezza, lo stesso nome e lo stesso amore. « Oh, splendore della gesta lontana, chi contristerà più, la tua purezza, chi recherà più offesa alla tua glotla? Sulle vette abbiamo ormai eretto tutti gli ossari, perchè più alta e più oltre della battaglia del sacrificio e del coraggio — sinché brilli la sanguigna luce delle faci accese da nord a sud a segnare la magica, cerchia entro cut la Patria compie i suoi prodigi e dal granitico sperone del Pasnbio, dai freschi pendii profumati di timo, a questo luogo che solo conosce tenerezze lunari e lacrime di stelle — In morte incida ver l'eter¬ NPtdatpc i nità le stesse scritte, onde rivelare ai viventi ed al futuri la ragione ideal» del nostro ascendente destino. Pionieri e soldati 1 « Farò io la chiamala def morti?. Non sono essi presenti tutti intorno al Principe? Non sono tutti qui convenuti per uno spasimo di, passione dalli coste, dalle valli, dalle ambe tutti, tulli' — da De Crìstoforis a Galliano, da Massolto a Da Bormida, da Cecchi a Bottega, da Martini a Toselli — tutli coi loro soldati, ì loro compagni ■ travolti dallo stesso gorgo, quelli delle prime esplorazioni, quelli dei più atroci scontri, quelli schiantati dal morbo, quelli, trafitti dalla lancia e dalla 'zagaglia? Assaltatori della morte e della vita, sono essi, o Principe, serrati a Voi intorno; vogliono vedervi, benedirvi. Non soffrono più, non invocano più, non disperano più. Che se tra noi vi. è ancora chi ricorda l'angoscia che fu e gli. anni di martoriata storia che seguirono, mentre il nome delle molte battaglie africane -si dibatteva fra l'or-' goglio e la bestemmia, a seconda che, generosi o pusilli erano i cittadini, guai segno di più propizi eventi potrà essere celebralo di questa volontà, martellata come lama protesa a superare ogni incertezza e di questa oitfvìnezza libera e liberatrice avvolta nel fremilo sacro e luminoso del risoltevaio tricolore? « E' lutto un popolo rinnovato, è tutta una Nazione consapevole della sua forza, che trae dal vostro viaggia. Altezza Reale, un auspicio, una cer. tazza. Niuna ombra nel nostro dire, niun rancore nel solenne rito: in vista dei. campi di Adua, l'anima è voila a Roma. Il sangue non ha indotto, gli spiriti all'odio, bensì alla collabora:, inm:. E' la storia che passa, col soffio di una civiltà trasformatrice. n tempo esaurisce e dissolve le passioni torbide nel corso vasto delle sue correnti e innalza a Dio il sangue dei prodi in un solo peso. Da Dogali a Tesstnej « possa l'Italia, che nel tempo hcl manifestato tanta bellezza d'opere, lauto splendore d'armi, iissemvaark questa colonia primogenita di vie tip cure e di fervidi mercati, onde moltiplicare l'ausilio alla faticosa operq. Certo fra l'eccidio di Dogali e le viatorie dell'aratro a Tessenej, a tale il balzo che può dirsi che fra gli sbarramenti del Gasc e i moli fervidi di traffico sul mare aperto, è il valica fra Africa e Asia. A che indugiare dunque lo spirito, se l'ardimento voh le recisi tanti campioni lungo il tra. mite della gloriosa ascesa? Ogni esperienza non costa forse brandelli di vita? Di spine non è cinto il capo, degli eroi? Date ala alla vostra forza, 0 camerati! Innanzi è la terra coi suoi solchi, il mare coi suoi tesori, il tempo con le sue conquiste; gettiamo oltre ogni limile il cuore audace a la fede incoronata! « Altezza Reale! Fra breve voi scenderci:: verso Massaua risorta, giusto nostro orgoglio sul Mar Rosso, e prima di salpare sulla nave dal nome augurale che vi condurrà verso l'Equatore, all'estremo del nostro Impero, voi forse ascolterete nella meditazione pil alta\ e segreta l'eco delle innumeri fantasie guerriere e1 dell'irresistibile plauso dei pionieri tenaci. E tutto ciò vi parrà l'offerta più schietta di chi tutto osa e spera nel nome d'Italia; e il mare vi rivelerà perchè fu necessario aprire un varco alle legioni e perdite la prua fu il primo acciaia che additò la mèta. Questi morti non chieggono premi, non chieggono lodi vane e tanto meno vendetta. E sono certo che li ricorderete, o Altezza, nel palpito devoto, nell'ardente preghiera, quando curverete innanzi al Santa Sepolcro, nella città di Sion, il petto crociato. Ebbene, raccomandatevi per tutto l'amore che in quest'ora vi circonda, al Dio di tutti i popoli, in nome del i tfsio che. traendo luce divina dal sangue, il. sangue versò per tutti affinchè il ilotore toccasse la più alta vittoria dello spirito, la più duratura salvezza ». La visita all'Ossario n discorso, pronunciato con Ut con* svela foga oratoria dall'on. Bolzon, su. scita la più grande impressione. Una prolungata ovazione ne accoglie la chiusura ispirata. Quindi il Principe, col Governatore^ con fon. Bolzon e con tutte le autorità e il. seguito, visita l'Ossario. Vegliato dagli ascari, esso è ricoperto di bandiere tricolori e di co. ronc di palma e di all'oro. Nell'interno, tra i fàsci di fiori olezzanti, bruciano 1 ceri della pietà cristiana. Sulla soglia il Principe sosta un istante e porta la mano alla visiera. Due veterani di Adua portano ttna grande corona di palme, che il Principe depone personalmente. Poco dopo S. A. sale poi a cavallo e 'A reca ad una posizione dalla quale si domina il campo di battaglia di Adua. Al suo fianco cavalcano fieramente due grandi capi del Sensè: Degiac Chida Nemarian e Degiac Gnlgige, reduci dalle campagne abissine, decorali di vario medaglie d'argento al valore. Alle 15 /{ Principe, dopo essersi fatto spiegare minutamente tutte le fasi della nloriosa, se pur sfortunata battaglia, riparte coi seguito direttamente per l'Asinara, ove giunge alle ore 1S. Dopo la partenza, il giardino 'del palazzo governatoriale viene invaso del una folla osannante che eseguisce la manniflca fantasia dell'Ole, ima. frodi*

Persone citate: Bolzon, Bottega, Cecchi, Duce, Sonda, Toselli