Ancora a Ginevra

Ancora a Ginevra Ancora a Ginevra Veramente? Si riprende a discutere di disarmo? SI, emiro lettore, il 2f) febbraio. Quando questa data venne fissata, sembrava' remota; ma. il tempo vola ed il giorno della ripitesa è imminente. E discuteranno per un pezzo i poveri delegati vittime di un'idea ò di una tesi o di ordina ricevuti. Le paratoie, elio resistettero nella precedente sessione di novembre, dovranno ora esser •tolte, perche così fu allora inteso ed i torrenti verbali avranno libero corso. Non vi sarebbe che da lasciarli scorrere, lieti che ciò accada lontano da noi, intenti ad opere più praticamente costruttive, so parecchi recenti avvenimenti non stessero ad indicare che il gigantesco problema di opposi zlone alla guerra occupa sempre piti nel mondo i governi e l'opinione pub bilca. SI pensi: tal questi ultimi tempi si sorto avuti: il trattato di pace perpetua tra Francia e Stati Uniti; la prò posta d1 questi ultimi all'Inghilterra «vi al Giappone di stipulare analogo patto; la proposta, sempre degli Stati Uniti, di un patto dello stesso tipo esteso a quanti più Stati è possibile; la proposta Kellogg (ancora gli Stati Uniti) di sopprimere i sottomarini; il congresso, pel momento rinviato, della Paneuropa, a cui hanno promesso d'intervenire Briand, Palnlevé, Seipel, loebe, De Broukère, Politis, ecc. Ed allora le discussioni di Ginevra non possono più essere considerate soltanto come Inutili chiacchiere, specialmente nelle loro conclusioni. Queste, qualunque sia H giudizio di prati sa attuazione, rappresentano ormai uno dei molti, degli infiniti fattori dei movimento evolutivo dell'umana società verso nuove forme di convivenza civile, dai quali non si può prescindere. Si rassicuri però il lettore. Non ho affatto l'intenzione di infliggergli una esposizione di tesi o di principii; ie une e gli altri hanno ormai assunto ii carattere di vere speculazioni filosofiche, che non possono venir trattate w non ocmpl et arni ente ed ampiamente e quindi non in un breve articolo di giornale. Mi limiterò ad un po' di cronaca sul lavoro compiuto in questi ultimi tr^ mesi ed all'enunciazione del programma per la prossima, rappresentazione sulla base dei documenti 11etribuiti dal Segretariato della Società delle Nazioni, che in questa, diligente sollecita opera e veramente encomiabile e, sarei per dire, unico nel genere. L'Assemblea del settembre decideva che la Commissione preparatoria della Conferenza pel -disarmo nominasse' un Comitato per studiare le misure suscettibili di dare a tutti gli Stati le garanzie d'arbitrato e di sicurezza necessarie per poter fissare U-livello dèi loro armamenti alle più basse cifre in un conii-ft-te internazionale. La.^ortmi*sione s riuniva il SO-novèmbre e' :it£ minava il Comitato composto di rappresentanti dt tutti gli Stati facenti parte della Commissione e membri della Lega, esclusi quindi gli Stati Uniti e la Russia. E' - questo il Comitato, ch-j si deve riundreil 20 corrente per elaborare il materiale da presentare alla Commissione che, alla sua volta, è convocata pel 15 marzo. Affinchè il Comitato (assai numeroso) abbia esso pure materiale prepanato, vennero nominati tre relatori oer le tre questioni poste dall'assemblea: U finlandese Holsti per le questioni di arbitrato, il greco Politis per la sicurezza, l'olandese Rutgens per l'applicabilità delle disposizioni del Patto; presidente il cecoslovacco Benes. Jn una riunione avvenuta a Praga dal 2(> gennaio al 3 febbraio, ciascun relatore presentò il proprio rapporto che, eiecusso e messo in armonia cogli altri due, va ora all'esame ed alla discussione del Comitato, preceduto da una introduzione assai interessante. Ma intanto avvenivano alcuni fatti Importanti. La Delegazione sovietica, inierveijendo per la prima volta al lavori della Commissione preparatoria, deponeva il noto progetto-di disarmo integrale ed immediato accolto nel modo, che si sa, dalle altre delegazioni e dall'opinione pubblica mondiale, ma con la promessa di discuterne nella prima riunione di marzo. E' un vero peccato che lo spazio manchi per far gustare le considerazioni contenute :n un'ampia appendice al progetto e, più ancora, quelle esposte dal Litvinoff al congresso del partito il 14 dicembre. La Germania, per bocca del suo delegato Bernatorff, concordava in certo quei modo con la Russia sostenendo la tesi del disarmo precedente la sicurezza e come mezzo efficace per ottenere questa. Era battuto dal blocco delle altre delegazioni, ma la spuntava contro la tendenza di queste di differire le discussioni, ottenendo cho venisse fissata una data precisa per la ripresa del lavori, il 15 marzo. Terzo fatto importante, l'invio di memoriali per parte del governi di Germania, d'Inghilterra, del Belgio, della Svezia e della Norvegia. Nulla da partp degli altri. Gli Stati scandinavi trattano diffusamente d'arbitrato e di conciliazione, ma tacciono sulle garanzie e sulle eventuali sanzioni. Il memorandum britannico, molto diffuso, ripete le note riserve derivanti dalla decisione di non impegnarsi oltre gli obblighi contratti a Locamo e dalla necessità di tener conto dell'atteggiamento piuttosto ostile dei Dominions; respinge l'arbitrato obbligatorio per quanto la concerne; propone che unica sanzione sia quella dell'opinione pubblica; ritiene che il Patto contenga anche troppe obbligazioni ìr> materia. Il memoriale germanico è tutto ispirato al ben noto concetto che, avendo la Germania disarmato, tocca agli altri di fare altrettanto come — essa dice — ne hanno preso impegno » Versailles. « Non è — conclude — preparando la guerra contro la guerra che si evita questa, ma soltanto facendone sparire le cause ». In sostanza si constata una nuova ripresa delle posizioni già difese con copia, d'argomenti in passato. Per gli Stati che hanno serbato il silenzio, e sono i più, è logico presumere che rimaiTan.no anch'essi sulle primitive posizioni; la Francia con la tesi: arbitrato innanzi tutto; conseguente sicurezza: conseguente disarmo nei limiti delle necessità nazionali ; l'Italia con l'affermazione ohe il .Patto è sufflcente, che bisogna dar tempo aj tempo, ch'i altrimenti v'è rischio di rompersi il collo. Quindi vi sarebbe da concludere ohe le cose rimarranno hi punto morto ove stanno, se non intervenisse quella pressione della pubblica opinione di talune nazioni, alla quale accennavamo sopra, e se l rapporti dei relatori di Praga non ponessero talune questioni precise. II Patto — dioono i relatori — crea una sicurezza, di rati bisogna riconoscere tutta l'importanza ' (è la tesi italiana). Gli articoli del Patto sono suscettibili di tali applicazioni, che poksonc, nella maggior parte dei casi, prevenire la guerra, come l'esperienza ha dimostrato in questi ultimi tempi. Ma non conviene voler stabilire una lista rigida, una regolamentazione di tutti i casi, che possono presentarsi, rome non conviene una regolamentazione delie misure da adottarsi; lo svolgersi degli eventi è il miglior consigliere dei provvedimenti da prendere. Il congegno del Patto è tale che diventa sempre più difficile imaginare che un* guerra scoppi senza che una responsabilità si riveli chiaramente. Infatti — osservano i relatori — prima dell'esistenza della Lega, Il punto di vista nazionale era il solo che l'opinione pubblica di ciascuni paese r> nóscess* durante le crisi. Oggi, invece, la pubblicità delle discussioni del Consiglio/ consente che il punto di vista della parte avversa sia meglio esposto nell'altro paese e In raccomandazioni de1 Consiglio costituiscono un utile elemento di giudizio per l'opinione pubblica Internazionale. La pubbli citò integrale delle raccomandazioni del Consiglio influirà nel sraso di rendere difficile ad •un Governo di rifiutarle nettamento; se questo accadesse, si avrebbe un elemento di apprezzamento molto significativo sulle intenzioni di questo Governo. In altre parole, con un semplicismo invero un po' eccessivo, si risolve l'insolvibile definizione dell'aggressore. • Lungo discorso potrebbe farsi su questo argomento, -e esso non fosse stato ripetutamente trattato da par suo dal nostro Direttore, mettendo in chiaro come sia puerile, in questioni tanto gravi da indurre un popolo ad arrischiare tutto in una guerra, voler dedurre la figura dell'agf.Tessore dall'atteggiamento preso all'ultimo momento di fronte a raccomandazioni fatte da chi può avere interessi diretti od indiretti in gioco. Venendo infine a discorrere dei trattati paiticolari, di cui l'Italia detiene, credo, il record, i relatori li approvane caioi osamente come il solo metodo pratico da raccomandare agli Stati che ntf.ngono insufflcenti le garanzìe i'el Patto. Oltre ai trattati d'arbitrato e di sicurezza bilaterali o collettivi, i'.<5si rorcomandano anche i patti regionali come sola procedura attualmente pi atica e possibile, per quegli Stati cho si trovano ad averne comuni interessi o comuni pericoli, i quali patti -iovrebbe.ro giocare quando fallissero tutte le procedure tentate per prevenire un conflitto. E qui si stenta a mettere d accordo questo concetto, che tende a ore-are delle alleanze, che i puri 'nterpretatori del Patto condannano colpe fomentatrici di guerre, con quello precedente di costringere gli Stati hi litigio ed accettare le raccomandazioni del Consiglio, pena la qualifica di aggressore con tutte le conseguenze che essa cemporta. Ma tutto si spiega se si pensa... che il rapporto 6 stato redatto a Praga. Gen. GIOVANNI MARIETTI.

Persone citate: Benes, Briand, Giovanni Marietti, Tessore