EURASIA

EURASIA EURASIA | Tutta la storia della Russa, dal ol° XVI ad oggi, è un continuo alternarsi da tendenza ad Occidente l° ad 0nellte dell'esteso territorio ni d i o e a ; a r o e , o n l — a o a o, o o no , e e r e e fisa a n e di adi a ld oert a to et mi hé ni di li sse so er bi ale rtù ad rara. getiiedeorde a aosa on olinon uoegli di sati Egli uo smo ea! riti la che. taruith est peveri o e cui cui, fermatosi dopo le migrazioni a cui si dovette tra l'altro accentuarsi ' delle differenze tra vari popoli slavi, ■ ■il popolo russo creò gradualmente il suo grande Stato. La lotta più o meno aperta tra gli elementi favorevoli alli cultura occidentale e quelli ad essa contrari cominciò ai può diro quando con Maksim Grek parve sof-tiare sulla Russia quel vento di ribellione spirituale da cui il fervido umanista, russo d'adozione, s'era sentito avvolgere e travolgere nella gloriosa Firenze del Savonarola. Ma poi, con i t i favori concessi dai sovrani moscoviti agli occidentali fino a Pietro il Gran- i de, che non aprì una finestra ma apalancò tutte le finestre e le porte della Russia al mondo occidentale, la penetrazione di carattere prevalentemente pratico fu tanto più insistente, quanto più teorica era la resistenza che vi ai opponeva. Tutto il secolo XIX è un seguito di tappe delle graduali conquiste di questa europeizzazione delle forme di vita del ■ popolo russo, ma anche un seguito di tappe della tenace resistenza ad essa,' fondata su motivi di diversa natura (politici, religiosi, sociali, spirituali) ma sempre sull'idea che la Russia non è Europa o lo è soltanto fino ad un certo punto. Il momento più saliente della contrapposizione tra i fautori dell'occidentalizzazione e quelli della resistenza autoctona, fu il secondo venticinquennio del secolo XIX in cui gli sparsi rivoli delle due tendenze si unirono nelle due grandi correnti dell'Occidentalismo e dello slavofilismo. Si ebbero in quel periodole enunciazioni teoriche precase di quel che era stato o un sentimento o l'esplicazione di una necessità pratica. Una delle note caratteristiche del-' la lotta fra le due correnti è' il paesaggio che ai nota ned maggiori spiriti russi dall'entusiasmo alla disillusione, dopo aver avuto contatto con l'Europa; così in Ciaadaev, il primo propugnatore teorico delP occidentalismo, in Gogol, Dostojevskij, e nello stesso Herzen, che l'Europa in tanta parte potè considerare un pensatore occidentale. Nella seconda metà del secolo,, e più specialmente dopo la guerra di Crimea subentrò una distinzione più particolare nella lotta del pensiero russo nei riguardi dell'Europa, e cioè la distinzione tra motivi più specialmente politici, e quelli più specialmente spirituali e. religiosi. Da una parte Ivan Aksakov, per cui l'anti-occidentalismo. è una risposta all'odio < spesso istintivo dell'Occidente per il mondo slavo ortodosso », fondato nell' antagonismo di due principi di civiltà del tutto opposti e sull'invidia di un mondo decrepito per un mondo nuor vo; il Panilevskij, per il quale il mondo russo rappresenta un particolare tipo storico-culturale, non ancora manifestatosi in tutta la potenza delle sue forze creative, e il Leontjev, il cosiddetto c filosofo della reazione », che questa idea del tipo a se del mondo russo sviluppò, nel timore tuttavia che esso fosse già troppo inquinato dagli elementi occidentali. Dall'altra parte Leone Tolstoj che nel popolo russo vedeva conservato il vero cristianesimo, come dottrina di fratellanza, eguaglianza, conciliazione, amore, e Fjodor Dostojevskij che dopo varie indecisioni finiva coll'affermare decisamente, doversi il popolo russo considerare asiatico almeno quanto europeo se non più e dichiarava la missione asiatica della Russia assai maggiore di quella europea. Non son questi che accenni e spunti, ma sufficienti a mostrare quanto il problema della Russia si sia presentato sempre come problema di contrapposizione tra la Russia stessa e l'Europa. Molti di questi motivi sono stati oggi ripresi da una corrente nata e sviluppatasi nell'emigrazione russa e che dalla considerazione dei due elementi contrapposti ha preso il nome di « eurasismo >. Il punto di partenza della corrente eurasista è che nel processo della guerra e della rivoluzione, 1' « europeismo » della Russia % caduto come può cadere la maschera da un volto. Caduto il velo che nascondeva l'immagine della Russia — scrive uno dei primi teorici dell' c eurasiamo », il Savdckij, — s'ò visto che essa aveva due facce, una rivolta all'Europa, alla quale, come la Francia del '93, essa grida una « nuova parola », la parola del * comunismo », ma l'altra %-olta dalla parte opposta all'Europa — verso l'Oriente. Wells racconta di aver visto Gorkij spaventato all'idea di questo rivolgersi della Russia verso l'Oriente. Ma, domanda il Savickij. non è la Russia stessa Oriente? Sono molti i russi nelle cui vene non scorra il sangue dei tartari e degli altri popoli asiatici che nei sec. XTII-XV invasero la « terra russa »? sono molti quelli estranei al misticismo e alla contemplativa pigrizia orientale? Nelle masse russe si uota una organica fratellanza con i nomadi e i paria dell'Asia, il che fa della Russia un paete ortodosso-musulmano, ortodosso-buddista. La Russia non è soLanto Occidente ma anche Oriente, non soltanto Europa ma anche Asia, anzi essa è senz'altro € Eurasia ». Da ciò deriva la particolare ico, ! importanza della rivoluzione russa. . Da grande rivoluzione francese Iti

Persone citate: Gogol, Gorkij, Ivan Aksakov, Leone Tolstoj, Maksim Grek, Wells