Emanuele Filiberto

Emanuele Filiberto Emanuele Filiberto La rievocazione del prof. Vìdarijall'Accademia delie Scienze Il r>rofe«or Giovanni Vidari della no-™ iinivBreità ha wntito ieri mattina iletra Università ha lanuto ieri discorso umciaU d'inaugurazione al-Hanno assistite aUa cerimonia ilDuca d'Aosta, il generale d Armata Pe-d. il Prefetto. 1 vice-Porte titti di Roreto. il Prefetto, il vice-Porte btà conte inj?. Orsi, il gcn. Montennalc,nonchè un pubblico numeroso ed elei-tissimo che ha Iettera'.menie gremito ilvasto ed austero salone dell'Accademiadelle Scienze. Questa volia lo stessogrande numero dell? personalità Inter-venute ci dispensa dai fare nomi, chebisognerebbe ricordare tutti I presenti,uno ad uno. C'erano, infatti, tutti gliesponenti del nostro mondo intellet-tuale: professori di tutte le scuole sii-periori, studiosi, cultori di disciplina,nonché artisti uomini "politici, fra cuisenatori e deputati, ecc. Smagliante ed Intéressantissima èSmagliante stata la rievocazione del prof. Vidaxi. L'oratore nera è soeso ai particolari della vita e dell'opera del grande Principe, accontentandosi di accennarli. Ne ha invece considerati la carat'eristica, nobile figura, da un punto di vista alto e generale, che potremmo chiamare storico e civil? Ha collooat • Emanuele Ftlib9rto nel gran quadro non solo della vita politica italiana, ma europea, ponendone in risalto le virtù con acutezza di osservazioni, originalità di dottrina, compiutezza di erudizione, della quale diedp anche qualche saggio nuovo e Inedito. In una parola, il Vidari, fu, dei cali e delle opere del Principe, piuttosto che l'espositore l'Interprete ge. alale e commosso. Il « Oardinalino » Quando, l'g luglio 152S. Emanuele Fi-liberto nacque a Chambery, 1 Italia eraìn dissoluzione politica. Nel suntuosofasto delle Corti già era 11 germe dellosfacelo. La gloriosa Italia dell'Umanesimo e del Rinascimento declinava, di fronte al costituirsi ed all'affermarsi dt forti nuclei nazionali sorti dalla fenda- lità. Ma fu ventura che in Italia, unpaese fosse rimasto quasi estraneo allafiamma splendente e divoratrice delRinascimentor il P'emonte. E la terrapedemontana rimasta rozza ma forte, ebbe in Emanuel-. Filiberto U suo se minatore. Nato maliticcio da un prin^pe ri dotto allo stremo dell'impotenza equasi alla miseria, il piccolo Emanuelepareva recare i segni dell estinzionedella sua casa; ed invece quegli enegià veniva chiamato il • Cardinalino » dalle angustie stesse ir: cui dibaitevasila sua ca=a trasse stimolo e forza per' rivendicazione del prestigio e della■•.potenza dei suoi avi. Si educò agli esercizi fisici e, se non coltivò le ani Quantunque le apprezzasse, curò la storia, la politica, e piti ancora lo matematica. E cosi a 18 anni, irrobustito di corpo e di spirito, raggiungeva ''Imperatore e zio Carle V, e lo invitava acenatane ^X^f^t^è^M SSS v? sfiatic;*el nome di Francia f Spagna. £ Qui l'oratore segue la fortuna nulilare di Emanatele Filiberto, negli eserciti dello zio imperatore, fortuna cheanziché farlo dimentico della sua terra 1% dulia sua gente, lo faceva sempreSiù fermo in quel suo antico pensiero i redenzione politica ed economicala sua personalità già si afferma, e contro (tt lui s1 appuntano le insidie t le Invidie dei Gonzasra. Invano. Do •po là vittoria, di San Quintino e la ■pace di Casto! Cambresis, egli pu° finalmente tornare nelle terra del suol ;;avi, dal suo genio riconquistate. Ma :xm duro compito, dopo quello della guerra, lo aitenrie: quello della pace: anello di risollevare le disastrose condizioni in cui il Ducato era ridotto. L'avvenir» sai mira L'uratore. nell'Ulustrare il sapiente lavorìo diplomatico co! quale potè ottenere lo sgombro dalle soldatesche spagnuoie e francesi di tutti i suoi Stati, cosi commenta: « Lu peculiare 'e più insigne benemerenza di quel .principe-statista, di quell'uomo di guerra trasformatosi ini uomo di Governoè l'avere egli, più che intuito, sentito e vissuto con vigoria, e dirittura la -missione italiana de! suo Staio e della sua Casa. In un tempo in cui grandi Stati unita-ri si costituii vano e rafforzavano ver onera di monarchéhe raccoglievano nelle proprie man•le somma del potere •:- le f.vrze militaricome la civile •• la religìofa, rivolgevano ai lini dello stato nazionalmente stij.uifo, Emanuele Filiberto compreche analoga funzione, sia pure in jtóù modeste proporzioni, a lui spetta (fa in Italia». Epperò tutta Iti sua po litica, si ispirò a quel loncetfó. "Egli comprese che verso il mare doleva tendore l'espansione dei suo Staio- 00=1, mentre 'rafforzava»! in terraaa' Nizza o Villafrariea, già sue, teneva d'occhio Savona ed IL Finale, ed iiÉoauistava Tenda ed Owéglla. Ed inaiando galee à Lepanto affermava, con Sue! primo cimento navale dei s>a.voiaTasptrazione a raccogliere ! eredità èLorios» lielier repubbliche mannare. * Cdnitno&ndo, il prof. Vidari nassa In rassegna l'opera instancabile etliul'tenlmSTli "tiace del' Principe; opera che abbracciava la giustizia, la coltivazione del suolo, il regime delle, ao oue lo sfruttamento delle minierel'impianto delle industrie; ecc., ed era mi c-ortfiTMO-siimelo all'emulazione fra 1 produttori. Interessante è vedere come il Principe vagheggiasse un impresa che solo due secoli pm tarda fu raggiunta, cioè l'eraaiioipozlone deeftrvi della gleba. . Un altra aspetto sotto Olii va consi derata la figura ili Emanuele Filiberto è quello iìpì suoi rapporti con le questioni rellttiose e in genere con i problemi (lejio spìrito; "e l'oratore afferma e dimostra che fu in certo qual senso un precursore, in quanto come cattolico protesse e labori la Chiesamentre come Principe a oppose allo sue esagerale ingerenze, e ad un tempo come uomo rispetto la libertà di coscienza e di culto, mentre come cattolico Impedì il dilagare ael'e eresieImponente ed essenziale fu poi t'aiuto da esso dato al fiorire degli stadi, portando a splendore lo studio generaldi Mondovì, che venne poi da im trasportato definitivameie a Torino. li Principe nuove Che cosa rappresenta, che posto ocupa Emanuele Filiberto nella storta— si domanda ti prol. Vidari. E rmonde ohe egli rappresenta il Pricipe nuovo, che la sua opera rastaratrice dello Stato segna un nuovo idirizzo nella vita nazionale. In luogdelle compagnie di ventura, delle soiSi e insidiose avvedutezze affaris" del fasto e della corruttela, egS"'òttà"il prestigo e la forza di unJroprifc vittoria^ militare, una^ propril aia nazionale, una marina, e neCorte un'austera signorilità. Per lprincipato non è strumento delArnnria personale grandezza, ma Sèzzo di realizzare uno Stato forte potente, capace di difendersi da satto ad entrare nel Xr\e7.7.n di realizzare uno Stato forte mezzo ui difendersi da s». i„ii,^f«««tto ad entrare noi gioco dello foràmmuare ed applaudire ii EriDCiopolitiche citoostaatL Per "«1> P°Pfazione non e la pialla d.estmata a ™ a massa cui bisogna offrire lecondizioni fondamenialt del vivere ci-vile, la prosperità e la giustizia. E l'oratore chiude dimostrando cometava. per nStf^i f n^c-ma ctllaJia; e cosi termina U SUO0."'-': u .noi, celetimiido lo iigura di Emanuele Filiberto,, celebriamo in luij^^pu^ non Pure la Dinastia della quale «gli se in ante ."finché'la arassero uri giorno dall'umiliazione del servaggio "alfa gio ria della libertà e la. drizzarono infine ria della libertà e la. drizzarono inltne davanti agli occhi stupefatt del mon- do alia e bellissima, nella luce inestin- guibile di Vittorio Veneto ». La magnifica orazióne, in cui la for- ma smagliante ed avvincente fu pari alla penetrazione storca, fu.salutala al- la tine da un lungo, unanime applau- so; e l'oratore venne vivamente com- plimeata.o dal Duca d Aosta e dalle autorità. l La pro'uslone del prof. Vidari è stata preceduta da due brevi relazioni, do- vute al presidente senatore Buffìni, ed al prof. Mattirolo pei la classe di scien-,ze fisiche.