Il Museo zoologico

Il Museo zoologicoIl Museo zoologico di Palazzo Carenano, dov'è ori" esso ha la sua sede, custodiscono con argo- gio i doni di Carlo Alberto, di Vittorio Emanuele II, di Vittorio Emanuele III 7e £ KaS Civili, oltre al- le raccolte del conti Belino e Carburi, non c'era che il desiderio di fare raol- to anzi tutto, pbichè tutto mancava. E la fatica incominciò. Al naturalista Vitaliano Donati (1717-1761) chiamato da gadovavper insegnare la botanica, era stato affidata dal Re una missione scientifica, grave e avventurosa: quel- le di un viaggio In Oriente, con lo scopo di raccogliere del materiale per arricchire 11 primo nucleo' del Museo zoologico. Quattro anni di viaggio, poi H Donati mori in mare. Strano destino che. a distanza di anni, dovrà seguire anche un altro naturalista, il De Filippi, partito per portare a Torino nuove preziose raccolte. Una fatica di diciotto anni ^""g^S* Due cose importanti attende una del- le nostre maggiori istituzioni culturali, il Museo Zoologico: la nomina del di- rettore e l'ultimazione di alcuni lavori di restauro e di sistemazione al locali. In attesa che i due provvedimenti ven- gano realizzati, cosi da assicurare e continuare al nostro Museo la fama di uno dei migliori del genere, tornerà utWe conoscerne la storia, vista altra- verso i vari! scienziati che ne ebbero la direzione Il Museo 'è dovuto all'iniziativa di re Carlo Emanuele III, che lo creò nel secolo XVIII. Erano molto ammirate in quel tempo lè raccolte zoologiche del conte Belino o del rnntp Carburi • le che formarono il primo nucleo del Museo. Acquistate dal Re, vennero col- locate in alcune stanze dell'imponente 8«é%£SS Mora a MS. Museo l'interesse più vivo, e le sale rwi,„ . tnni8aF%3!J& .hann2 JJ* Glor?a (1741-1809), continuatore dell'opera del S« Pl« Sicura che segna si può dire, la vera fondazione del Museo- come il complesso, di un patri- momo faunistico di indiscutibile vaio- Ife Prei»™*? secondo le SSSSPi df1 f conservazione degli a- ìl 181L „ „, „ 9^?^? .fra™» Andrea RonelA. a soli ventisette anni, saliva alla cat- tedra di zoologia dell'Univesita, va- caute per la morte del Giorna. Nono- 5Ì?15*8.1* »lw«nissima.etàe non poche prevenzioni, il Bonetti potè salire alla cattedra con l'appoggio del grande Cu- w' „ F?01*0 10 «taiava. Ma a Museo era poco più di un nome, polche le collezioni erano scarse e le raccolte del Donati non avevano raggiunto Torino che in minima parte, Mancava l'Impulso di una mente che coordinasse ogni cosa e richiamasse 1 attenzione degli altri Musei, iniziando una serie di scambi internazionali che desse a noi la fauna di altri paesi. Di- riotto anni di lavoro e di fatica- e il Museo di Torino, con l'aiuto di re Car- lo Felice, con la saggezza del Ministro Prospero Balbo e la» volontà del suo direttore,' divenne il primo d'Italia. 11 Re, che sempre aveva finanziaria- mente alutato l'opera del Boneili, fa- vr-rl 11.progetto di amplificazione, fa- cendo costruire una spaziosa sala ver- so piazza Carlgnano. Ma quando il Bo- usui stara per prenderne possesso, un sso collega e amico, celebre anatomo, a sua insaputa, che la sala ■ • ni- DtenatàtLiàl anatotIrrorno <me^Boneiaì lo, fu colto da paralisi. Mori sei "opp. continuatore insigne fu Glusep- pe Gène. Dirigere un Museo non vole- va e non vuol dire soltanto conservare e sviluppare le collezioni, ma fare che esse servano «Ha scienza mediante la determinazione, far fiorire numerosi studi legati a problemi zoologici, poi- chè accanto al Museo sta l'Istituto Uni- versitarlo. L'operosità del Gene venne spesa tutta a beneficio delèo scopo da raggiungere " « Un viaggio- intorno al mondo ... .. .. , Uno dei desideri più profondi di re Carlo Alberto era quello di.migliorare ie condizioni della Sardegna, ma egli comprendeva che per migliorarle era necessario anzitutto conoscere bene l'i- sola. Il Gene fu incaricato di espio- rarla per ricerche zoologiche: aveva già compiuto quattro viaggi e stava per radunare un primo lavoro d'insie- me, quando improvvisamente mori, Filippo De Filippi, medico e natura- lista illustre, venne da Carlo Alberto chiamato a Torino, quale continuatore dell'opera del Gene. La scelta non poteva essere fatta con migliore accorgi- li introdusse lo stu- dio dell'istologia ponendolo a base delle ricerche anatomiche e diede al Museo una poderosa spinta per quanto riguarda le collezioni degli uccelli e dei pesci, pur none-trascurando i rettili, gli anfibi e i mammiferi. La collezione de a a gli insetti, che allora comprendeva500.000 esemplari, - era invece saggia- mente affidata alle cure del Giuliani, assistente ai Museo ed entomologo diindlscusso valore. Nel 1862 il De Filippi partiva con I diplomatici che andavano in Persia perportare allo Scià il collare della SS. Annunziata; missione di altissimo, va-lore, che condivise pure un giovane e avventuroso naturalista, chiamato a compagno dal De Filippi: Michele Las-sona. Poco dopo H ritorno a Torino, il Governo lo volle capo di un viaggio di circumnavigazione, il primo di unanave d'Italia- La nave Magenta por-lava Intorno al mondo la sua Missione e voleva dal suol uomini una faticacontinua: cosi forte e cosi difficile che ìl De Filippi, già molto malato dovettesbarcare a Hong-Kong. Di dove piùnon riparti... Lo scienziato fece riterno,n.< ItaliaJn per vodon,à d?! Governo,chiuso nella sua cassa, e lo accolse il*ss«8£k242 C°T,?' ^?ìch£liiesso5®;Il discepolo sali alla cattedra delMaestro con sicuro destino. La popò-larita.del suo nome .chiude tuttala suavita in espressivo segno, e forse c'èchi ancora lo ricorda, dicitore brillan-te, medico e naturaliste, senatore delRegno, patriota. La scuola fiorita ac-'canto all'opera del Maestro, ha datozoodogi insigni come Lorenzo camera-no. Daniele Rosa Ermanno Gigdio-Tos.Doni di Principi . „ . . E accanto a questi, che rappresenta-no l'evoluzione del pensiero filosoficodella scienza della vita, altri sono statie stanno egatìi al-Museo daBo swdipdella zoologiai sistematica : il e^ribal.dmo conte Tommaso Salvador! 1 orni-tologo illustre; Giacinto Peracca l'er-petologo che la scienza tiene maestro eche molti ricordano in Torino per laSiusS Sobil"^^^ s^rei^rarin pollone™ ló odioso d2 mS^ìicW^Sri anuSnSntó Alfredo Ho ^Su^WJ^^&SSììmwS^continuato™ aIvo^TAdèl9^ttóoÀ raccoglitori destinavano al Museo peril grande credito degli studiosi che Incuravano: ed erano collezioni prezio-come le raccolte della spedizionepolare del Duca degli Abruzzi, gli uccelli raccolti dalla Duchessa Elena d'Aosta nella regione dei laghi equa toriall, e volta a volta 1 doni dei Sovrani. Seguirono al Lessona r.ella direzione e nell'insegnamento, dal 1894 al 1922Lorenzo Camerano. Ermanno Giglio Tos, Daniele Rosa, ognuno con una propria imnrrtnti Qnoecttora brifcton o ^J^S^d^^'^Slkla lab° - 22 iJfif\ mi,J£2 rinli?? „ o Z&aeolo Der^mnróvvW ,0m~laIEi I GteHo Tos ""Provvida morte del - g™» «Sffl , £2^^J^„Z01^»SWh}LS^, V15sut0 - „£V£S°e SaSirtóteS^J&S? . ìraitter^loKC. Marfo R^7 a ouésta^l^?ì•orYb?ft^n»À• Jl»™ncJle a 8^fa una menuT dSSuK? o a ™0°% venuto noichèBne,7l e Sechi iriomlri^niA nJifno mort0 - P(xml gloml dopo Ia nomlnao rie di vertebrati e invertebrati, appas-'. Isionato cultore di studi somatometricil degli animali, il Camerano ha arric- " Mu*e° <" ì??,601* ?,rezios?. .ta, SSE^lJ^^Efìl ^?Ja28pe a,pi,n(> - della maggior parte della fauna raduri nata; 11 GlfUo-Tps è stato, prima di . !^rebiologo .^1 opinale persoitili.a, - f^mJ>JW° v^le,±i,e 11 Rosa h,a pae ÌS^Ì^^i^ÌSJL^ w''.iandosl j" i ^g?'^? »H indagine d .. -votazione dei à _„, looa ,,, _„ , .. _ __. - "«,11*? ?, KS? ,8SC,1,0 ^ o ^J?L}l?^tedra Umberto Pierantoni venne da Napoli portando i H,naiH?v t,?S£fj£e ^tudia 1 probl* l ?Ji dellai bioluminescenza. La sua so- e ita^ ^P^^^^V.h^'1^? ¥ ?}B]Ì° e J^^fll0" DlnP„sA1„desnai 11 desiderio • àei ritorno a Torino, di dove si era al- l ^f.'^JJ g1',, imputanti - ff^^^* m^r'S 1 d<*x° SVJ,U£&?- e Z?n%?iS^^av«^J?& . rttro^se? dopoun- r»o ai i„t e &&SSJ^iS^SZkJSa& d-°Jl°