L'esposizione finanziaria di Poincarè nella sua prima giornata

L'esposizione finanziaria di Poincarè nella sua prima giornataL'esposizione finanziaria di Poincarè nella sua prima giornata Parigi, 2 notte Per mettere una parentesi di buon timore nell'aridità della giornata parlamentare, interamente votata all'esposizione finanziaria di Poin care, qualcuno aveva pensato di fa re entrare oggi in scena gli operatori cinematografici, i quali avrebbero dovuto «girare» il Presidente del Consiglio alla tribuna, il presidente della Camera col suo corico di uomini d'arme durante il clàssico tragitto dal palazzo presidenziale all'aula delle sedute, l'animazione deli la sala delle Quattro Colonne e quella dei Passi Perduti, e così via. L'idea era pittoresca e alla fine dei conti, la Camera francese, prestandosi ad entrare nel mondo della pellicola, non avrebbe fatto se non seguire, col dovuto ritardo, l'esempio del Reichstag, della Lega delle .N'azioni e di molte altre assemblee fietere. Ma all'ultimo monienio . gli scrupoli ed il misoneismo prevalsero, ed i socialisti, per timore di servire la propaganda poincarista, e Poincaré per timore che si potesse accusarlo di libidine di popolarità, ei opposero a che il progetto venisse (tradotto in atto. il ritiro dei cinematografisti La seduta, non appena aperta, do Vette quindi venire sospesa per un quarto d'ora, per dare tempo agli operatori di ritirarsi coi riflettori, gli apparecchi, le armi e i bagagli; e non rimase di conseguenza ai deputati altro sollazzo fuorché quello di immergerei subito dopo, corpo e anima, nell'audizione del discorso del Presidente del Consiglio; il quale discorso essendo rimasto rigorosamente nel campo della tecnicità., non conserte e non consiglia se noti una relazione molto sommaria, tanto più che il Presidente del Consiglio terminerà di parlare soltanto nella seduta antimeridiana di domani. Poincaré, esordendo, annunzia che fei limiterà, per il passato, all'esame «agli sforzi compiuti dal luglio 192G, astenendosi sistematicamente da Qualsiasi polemica retrospettiva minante alla legislatura precedente e ai due primi anni di questa: — Con tutti i miei colleghi del Governo — égli dice — mi sono studiato di periseguire una politica di riawicinamento e di concordia. Non dirò una sola parola che possa compromet terla. Il Presidente del Consiglio dice risultare dall'ultimo resoconto della Banca di Francia che l'anno 1927 ha segnato una tappa decisiva nell'o pera del raggiustamento finanziario 'del paese. Il nuovo gabinetto dovette dal luglio 1926 preoccuparsi d creare delle risorse nuove, di stabilire l'equilibrio del bilancio e di far fronte alle scadenze. Occorrevano delle divise-straniere. Gli esperti consigliavano di stabilizzare a qualunque tasso e di ratificare gli accordi di Londra e Washington. Ma Poincaré non volle assumere per la Francia degli Impegni che l'avrebbero messa sotto la dipendenza finanziaria di qualcuno. Gli si diceva: — Fate attenzione; il franco sarà spazzato via; se non ratificate, non sarete più padroni del campo. — I consiglieri ufficiosi attorno al Governo non avevano in bocca che queste due grandi parole: stabilizzazione, ratifica. Sotto questi tristi auspici, il Governo si mise al lavoro. Due profezìe smentite Poincaré ricorda l'accoglienza che i socialisti fecero ai suoi progetti finanziari quando li presentò alla Camera allo fine di luglio del 1926, e cita deprli estratti del discorso di Vincenzo Auriol in cui era detto che il Governo faceva una politica di illusione e giuocava di fiducia, e che il franco sarebbe ribassato ancora di più, ecc. — Non abbiamo conosciuto queste catastrofi! — dice Poincaré. — Il franco si è risollevato, e se non avessimo avuto dei riguardi per l'industria e per i lavoratori delle officine, avremmo potuto fare scendere la ster^na al di sotto dei cento franchi. (A" destra, al centro e su numerosi banchi di sinistra, queste parole sono a lungo applaudite). Il Presidente' del Consiglio ricorda pure che all'Assemblea Nazionale di Versailles, Leone Blum aveva paragonato i suoi progetti a pillole somministrate a malati nervosi. Esse non dovevano far male e neppure bene, perchè non contenevano nulla. E Blum proponeva come rimedio un salasso terapeutico: il prelevamento sul capitale. — Orbene — dice Poincaré — il Governo ha dato ai fatti stessi la possibilità di giustificare la sua terapeutica. Esso non ha precipitato la stabilizzazione, non ha insistito per una ratifica degli accordi di Londra e di Washington. E il Presidente del Consiglio prosegue : , , «Da un anmo il franco è al sicuro dalle funeste fluttuazioni che aveva conosciuto; la Banca di Francia detiene una riserva considerevole che la rende padrona del mercato dei cambi e, ameno di pazzie, sì sente al riparo da qualsiasi avventura. Il raggiustamento finanziario è sulla buona via, ma se voi volete compierlo, non dobbiamo abbandonare alla leggera il metodo seguito da 18 mesi ». « Denigrazione elettorale » Sui banchi della maggioranza scoppiano applausi. Il Presidente del Consiglio fa osservare non essere esatto eh* tutto sia stato sacrificato all'equilibrio del Bilancio, poiché numerosi miglioramenti apprezzabili sono stati approvati. E siccome delle esclamazioni ironiche partono dall'estrema sinistra, Pbin care esclama: « Il Paese non io di mentica, e non si lascierà influenzare dalla campagna di denigrazione che precede ogni consultazione elettorale ». Dopo di che, il Presidente del Consiglio enumera quello che è stato fatto per gli sgravi dei contribuenti, gli stipendi e le pensioni de gli impiegati statali, le opere di provvidenza sociale. A questo punto, il Presidente del Consiglio interrompe il suo discorso che riprenderà .domattina alile ore 10. Nella seduta pomeridiana, con l'intervento di Leone Blum, si intavolerà il dibattito politico. E, a quanto si afferma, si farà ogni sfor. zo per poter terminare in serata la discussione con la votazione di un ordine del giorno. C. P. zfP^

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