La «tettoia Pinardi» di Don Bosco dove entrarono due Pontefici

La «tettoia Pinardi» di Don Bosco dove entrarono due PonteficiLa «tettoia Pinardi» di Don Bosco dove entrarono due Pontefic I L'Inaugurazione della nuora Cappella e del fabbricato per gli allieii artigiani Alla Casa madre dei Salesiani è stato ieri commemorato il quarantennio della morto del fondatore Don Bosco. Commemorato al modo salesiano: cioè, con nuove opere, o per lo meno con la sanziono ufficiale di nuove opere, riservando alle parole il puro compito di illustrare tali opere. Neppure un anniversario di morte, anche se del fondatore, può per i Salesiani essere motivo di semplice ricordo o di contemplazione. Fatti, invece, vogliono essere. Cosi ieri: l\Inauguraztonc di un nuovo vasto fabbricato dedicato agli allievi' artigiani, l'inaugurazione di una cappella. La nuova cappella ha riportato in primo piano sulla scena dei ricordi il sorgere dell'opera di Don Bosco, 1 suoi primi passi, faticosi e tormentati, ma già contrassegnati dal crisma del miracoloso successo. La cappella, infatti, a stata edificata in quella che fu la famosa «tettoia Pinardi», la prima sede stabile dell'Oratorio Lo spirito di un Cardinale Numerosi e veramente Interessanti sono i ricordi che si allacciano alla « -tettoia Pinardi ». non Bosco aveva già stabilito qua o là il suo oratorio, ma aveva sempre dovuto sloggiare. Ovunque era capitato, gli inquilini avevano elevate fiere proteste contro i suoi protetti, i ragazzi, che col loro chiasso ne disturbavano la pace. E quando nel 1846 gli era capitata l'occasione di prendere in affìtto quella catapecchia in i-eglone Valdocco, isolata in mezzo ai prati, il cuore del buon sacerdote si era aperto alla certezza che di li incominciava veramente l'opera sua. Proprio quest'anno ó stalo ritrovato il contratto stipulato tra don Bosco e il Pinardi. 300 lire di affitto; ma don Bosco si impegnava a pagarne 320 se al locale fossero stati apportati sollecitamente quel lavori ili restauro che necessitavano. E nel documenlo venivano registrate tutto lo opere di cui il locale si componeva, internamente ed esternamente, con una meticolosità che quasi tradisce la gioia di Don Bosco di poter enumerare tante cose... Poiché erano le cose, anche se in definitiva si riducevano ad una tettoia, di cui poteva finalmente dispone a suo arbitrio, per il bene dei suoi ragazzi. E quivi difatti, .1 giorno di Pasqua, 11 12 aprile 1846, cominciarono a raccogliersi, aumentando ogni giorno di numero, 1 monelli di Don Bosco. E l'Oratorio conobbe i primi timidi miglioramenti, i primi abbellimenti. Vi sorse così una cappella. Un giorno il cardinale Franzont fece una visita solenne alla cappella, visita che servì, oltre a tutto il resto, da curioso collaudo della chiesetta. Entrando per la angusta porta il Cardinale si 6 dimenticato di avere in capo la mitra, e questa, battendo contro l'architrave, ruz zolò al suolo. I monelli interruppero la loro divozione ridendo, mentre Don Bosco arrossiva. Ma anche il Cardinale rise, e trovò anzi un motto di spirito che mise a posto le cose, ed in primo luogo la confusione di Don Bosco. — Ho capito — disse 11 Cardinale. — Bisogna presentarsi ai ragazzi a capo scoperto... „ Camillo Cavour in proceitìoM Sei anni durò la cappelletto, nella quale predicò il celebre padre Rosmini. Poi, provvisto in mi-gnor modo alla Casa del Signore, essa venne abbattuta e mutata in refetlorio. Quivi Don Bosco prendeva i frugali suoi pasti insieme ai ragazzi, quivi riceveva ì suoi visitatori. E quivi furono a colloquio con lui il canonico Giuseppe Sarto, che doveva diventare Papa Pio X, e più tardi un giovane sacerdote lombardo, don Achille Ratti, l'attuale Pontefice.., Ma anche la figura di un grande statista, nientemeno che Camillo Cavour, si ricollega alla misera ex-tettoia Pinardi Nel 1848 Don Bosco promosse una processione in onore di San Luigi. Essa era composta quasi per intero dai suoi piccoli protetti, e la processione si svolgeva, un poco solitaria e malinconica, nei pressi dell'Oratorio, cloò quasi In mezzo della campagna. Ma vicino a Don Bosco, ai lati della etatua di San Luigi, col cero in mano e leggendo il libro di divozione, erano due grandi amici di Don Bosco, 1 fratelli Gustavo e Camillo Cavour... Tutto ciò ha ricordato ieri, con cuore commosso, l'oratore ufficiale, l'economo generale della Casa, Don Giraudl; e la « tettoia Pinardi », che fu un poco la capanna di Betlemme del Salesiani, poiché in essa ci compì il Natale dell'Opera, apparve al suoi ascoltatori _ allievi, confratelli, suore, autorità — circonfusa da una luce di simbolo... Solenne, e tuttavia semplice, raccoi ta ne' limiti per così dire famigliari fu la cerimonia di ieri, svoltasi nel pomeriggio al teatrino di Valdocco tutto addobbato di festoni, di tricolori e. vicino al palco, in una vivace parata di colori che andava assai al di là di una decorazione, da decine di vessilli, ognuno dei quali rappresentava una Missione; quelle Missioni che han no solcato e guadagnato alla causa d Cristo e della civiltà il mondo intero Una commossa rievocazione Gremita la platea di sacerdoti, di suore, di chierici, di ex-allievi e d dame patronesse; gremitissime le gallerie, formicolanti degli alunni, studenti ed artigiani, di tutti i dodici istituti salesiani di Torino. Ogni allievo reca una bandierina tricolore. Al centro, a completare il quadro di armonia giovanile, è la banda salesiana. Un piccolo busto bronzeo di Don Bosco è sul boccascena del palco. L'immagine, viva e paterna, guarda sorridendo la imponente adunata. E la piccolezza del busto fa pensare alla grandezza dell'uomo. Alle 14,30 giungono le autorità, che prendono posto sul palco: il Cardinale Arcivescovo Gamba. 11 Cardinale sa¬ esiano Hlond, Primate della Polonia, il Protetto De Vita, il Podestà ammiraglio Di Sambuy, il conte Di Robuant, segretario della Federazione provinciae, 1 vescovi rinardi, Perlo c Coppo, il sen. Rebaudengo, il Procuratore del Re Maiola, il Rettore generale del Salesiani Don Rinaldi ed 11 prefetto Don Ricaldonc, che fanno gli onori di casa. La cerimonia 6i apre con la Marcia Reale intonata dalla banda, quindi un allievo rivolge a nome dei compagni uno spigliato discorsetto alle autorità ed ai superiori. La banda ed un coro di centinaia di fresche voci giovanili si fondono insieme nelle note dell'inno di Don Bosco; dopo di che prende a parola l'economo Don Giraudi. Egli, come abbiamo detto, narra le prime vicende della Casa madre salesiana, a spiegare il significalo della cappella che sta per essere inaugurata. Poiché i salesiani, dice, vogliono ricordare l'anniversario della morte del loro cadre spirituale senza lutto, anzi con spiriti di fervore e di vita, con la giocondità del bene e delle opere, quest'anno la commemorazione é diversa dalle altro e più importante. Una cappella o un edificio sono stati innalzati. » Opjgi 31 gennaio, giorno della morte di Don Bosco, martedì, come fu martedì quello, noi l'ima e l'altro cogliamo come due fiori e li offriamo a Don Bosco, facendo proponimento che le mille e più istituzioni salesiane che sono sparse pel mondo abbiano ancora ad accrescersi, die il bene da esso compililo abbia ancora ad aumentare ». E Don Giraudi ha chiuso il suo diro, interrotto frequentemente da applausi, ricordando il novantenne Don Francesia, testimone vivente delle vicende dellia « tettoia Pinardi ». poiché egli, ragazzo, alla cnippellelta pregò vicino a Don Bosco, e del suo maestro continua la santità o la fede. II luogo del Natale salesiano Dopo il discorso ufficiale, un coro formato dagli allievi dell'Istituto internazionale salesiano della Crocetta, e diretto dal maestro Don Grosso, eseguisce In modo impeccabile il «Natalo » del salesiano maestro Don Paella. Prendo poi la parola il Cardinale Gamba, il quale, nel manifestare la sua soddisfazione -per le coso viste e sentile, annuncia che la causa ili beatificazione di Don Bosco é alla vigilia di chiudersi con la proclamazione che inalzerà Don Bosco agli onori degli altari. E queste parole sono accolte dai convenuti con un irresistibile applauso, che dimostra la grande, prò fonda venerazione per il fondatore del l'opera salesiana. Al suono delia Marcia Reale, il teatro si sfolla Le autorità, seguite dagli altri convenuti, si recano alla eao polla e quindi al nuovo edificio delle scuole professionali. La cappella è dovuta all'architetto salesiano G. Vallot11 ed al pittori Guglielmi no e Crida. Bassa e angusta, poiché occupa precisamente lo spazio della famosa tettoia, è però decorata artisticamente con eccellenti affreschi murali e fregi L'altare è ricco, di una bella linea decorativa. Sulla opposta parete di fondo è murata una lapide — che viene scoperta dal telone che la ricopre dal Prefetto De Vita — la quale dice: « L'Oratorio — iniziato da Don Bosco nella Chiesa di S. Francesco di Assisi l'8 dicembre 1841 — trasferito successivamente al Bifugio della Marchesa Barolo — ai Molini della Dora — a S. Pietro in Vincoli — nella Casa Moretta — e nel prato Filippi dopo fortunose vicende o dure prove — guidato dalla Vergine Ausiliatrice — giunse finalmente alla mèta — trovando stabile sede — qui dove era. la misera tettoia Pinardi — umile principio di questa Casa Madre della Società Salesiana — e per sei anni unica e poverissima Cappella che Don Bosco benedisse e occupò il 12 aprile 1846 Pasqua di Besurrezione. — Questo locale — costruito sul luogo dell'antica Tettola — e dove per molti anni Don Bosco sedette a mensa con I suol figli — in memoria e in omaggio — fu ridotto a Cappella dedicata a N. S. Gesù Cristo gloriosamente risorto — 31 gennaio 1928, XL anniversario della morte di Don Bosco». i nuovi laboratori Dalla Cappella i visitatori si portano poi nel nuovo edificio. E' questo un ampio, vasto fabbricato, di architettura sobria e indovinata, munito di uno spazioso porticato e di un aperto terrazzo. Esso completa, cogli edificgià esistenti, il bel cortile-giardino che forma la parte estrema della Casa madre salesiana. Il pianterreno, che occupa uno spazio di 700 metri quadratiè destinato a laboratorio dei falegnami: il primo piano, di 500 metri quadrati, è adibito a laboratorio dei sartiU secondo ed ultimo piano è riservato all'Infermeria. Anche qui tornano ad affacciarsi la figura e .'e parole profetiche di Don Bosco: — E* da questa parte — disse un giorno l'apostolo della gioventù, quando si sentiva costretto nella misera se de di casa Pinardi, indicando 1 pratora ricoperti da tanta ricchezza di costruzioni — è da questa parte che inostro Oratorio avrà il suo sviluppo. Tali parole sono ora diventate realtà. Ed è con questo sentimento di legittima soddisfazione e di giusto orgoglio che Don Rinaldi e Don Ricaldone illustrano alle autorità la nuova operaE nell'aria pare realmente aleggi lo spirito di Don Bosco, sempre vivo e operante, ed ora più che mal lieto nel la sua 'semplice bontà, poiché vede iseme da lui gettato sempre rlnnovellarsi e germogliare; e nella sua paterna sollecitudine pare di vederlo sorridente, benedire al suol continuatori, ai nuovi alunni, a quelli che verranno... bba i dti

Luoghi citati: Assisi, Betlemme, Polonia, Torino