La bellezza e il falsario

La bellezza e il falsario La bellezza e il falsario CI si è occupati, In questi giorni, di un falso . Tirano » venduto a caro prezzo-, cerio non interessa pran che il caso di qnol signora cho avrebbe sborsato un palo di miioni per tirarsi in casa una crosta: egli ha creduto di soddisfare in tal modo un suo desiderio di alto contemplazioni, o ciò c. tutto. Ma ci vlcn fatto, ora, di ripensare o fragili sorti della heUezza e la precarietà del giudizio umano. Quanti di noi saprebbero riconoscere d'istinto, con prepotente o rapida intuizione, Tiziano, Veronese, Tìntorotto, quanti saprebbero scoprirò un verso di Dante sperduto, senza firma e senza commenti, tra gli endecasillabi d'occasiono di una miscellanea? Se la magnificenza del genio ed 1 suol mirabili prodotti, se le statue, le tele, le musiche, io commedie, I poemi, non fossero ben catalogati, guardati a vista, bersagliali di segni indicatori, di avvertenze, di annotazioni, di proemi e introduzioni, oseremmo affermare cho la fulgida evidenza del loro strano mistero ci saetterebbe, all'improvviso, come una scarica olottrlca? Oh noi miseri, soli spordutl ncauti In qualche mu^eo mai sentito nominare: quali rossori si effonderebbero sullo tronfie gote della nostra sensibilità titubante! Intenditore: una parola. Com'è naurale, si ò Intonditort di case ben noto e pacifiche e senza scappatole, Inventori si dovrebbe essere. Ma 11 fremito, 11 sussulto delle armonie Insospettato ci e quasi sconosciuto. Perchè il problema non e di sapere cos'è II bello, ma dove si trova; e saperlo di propria iniziativa. Non si tratta dunque di fondare un'estetica, ma di poterne farà a mono. Attraverso i secoli si è creato un perfetto, macchinoso, burocraticissimo sfruttare €mto della bellezza: si è raccolto un po' di tutte, dati statistici, dogmi di accademia, monellerie d'« atelier », modo scomparse, giudizi avventati, spropositi eruditi, giuochi entusiasmi e sdolcinature di gusti tramontati, leggenda e voct cho corrono; si è raccolto questo gran guazzabuglio, In al fi riordinato, suddiviso, ben disposto in teoremi e corollari, e se n'è fatto il codice della nostra Infallibilità. Non possiamo plv farne a meno: slamo prudenti,' circospetti, arblamo una paura maledetta di fare delle • gaffes ». Ci vorremmo magari commuovere. perchè abbiamo dinanzi agli occhi qualcosa di commovente, o che per lo meno com muovo noi, meschini. T.'n momento: prima s'ha daconsultare 11 cornee dell'Infallibilità. Ci vorremmo abbandonare all'entusiasmo, perchè abbiamo Innanzi agli occhi qualcosa di esaltante, o che per lo meno esalta- noi. poveri diavoli. Alto la.- t meglio prima osscr sicuri; mano dunque nll'lnfalllbllo codice. E poi ci si stupisce che quel certo signore abbia arrpilslnto un falso Tiziano per duo milioni. Ma, di graia, non vi ha preso malli dubbio che 11 quadro tale, numero tale, nella tal Pinacoteca, segnato con triplo asterisco corno un capolavoro e da. tutti corno capolavoro ammirato, sia orribilmente brutto? Non v'è mal avvenuto, ad un concerto, di saltar coU'Occhlo distratto un numero del programma, e di andare In brodo di giuggiolo por l'ineffabile senso della natura di un pozzo musicale, che verrà viceversa eseguito nell'altra parlo del trattenimento? Un po' di coraggio, andiamo! e finiremo col riconoscere cho la bellezza è cosa ben vaga e fuggevole e Incerta. E' voro: tutto do è greve di malinconìa. L'uomo moderno che si è adattato a Igno.rare la verità, non ammetto di èssere un animale esteticamente fallace. Il bello è per noi una cara fede che non Indulge a relativismi; sulla bellezza noi vogliamo giuTaTe; 11 trucco, l'inganno, la trappoleria ci sorprende prima, ci sdegna e ci umilia poi. Non poter credere più neppure alle prospettivo, al colori, al suoni, al marmi, alle rune: alla luce, all'ombrai Ma allora? Sarebbe curioso rintracciare lo origini di questa nuova mitologia; a noi basti 11 constatarla. Non senza amarezza la pagina che ieri ci apparve splendida, è oggi grigia e fumosa. Colpa della bellezza, cho è Instabile e senza legge? colpa nostra, ancho piti Instabili? Le nostre sensazioni sono mutevoli: questo ci accora. Ma pazienza: purché fosse eterno II divino fulgore della Venere Medicea o della Gioconda. Fulgore? divino? ancora, sempre? Noi, tuttavia cosi smaliziati alla iuta, cosi lndincrentl al disperalo Unire del mondo, vorremmo immobile. Indiseli libile, matematico, quello che è 11 supremo flore delia fluente sensibilità umana. Eppure, quell'alba Incappucciata di bigio tra Tosel brividi, quell'alba che ci sedusse fanciulli, non fu anch'essa una fragile cosa? effebl.

Persone citate: Tosel, Veronese