Il "memorandum,, tedesco contro Versailles

Il "memorandum,, tedesco contro Versailles Il "memorandum,, tedesco contro Versailles r a k a Manovra aofìfrancese La portata dell'atto vista da Berlino Berlino, 28, notte. Il memoriale del Governo tedesco .sullii questione della sicurezza, diretto al Comitato per la sicurezza e l'arbitratoj riscuote l'approvazione di tutta la stampa. Il giudizio generale è che esso rappresenta anzitutto un pratico punto di vista ed una efficace presa di posizione su un terreno solido, col rifiuto implicito — quando non addirittura esplicito — di ogni ideologia e dì ogni illusione possibile sull'efficacia di sanzioni comuni — come quelle stabilite dallo stesso statuto della Società delle Nazioni — quando un pericolo di guerra si sia già manifestato o, peggio ancora, quando una infrazione alia pace abbia avuto luogo. Stresemann appoggiato da tutti La tesi tedesca è che bisogna prevenire anziché illudersi di potere realmente reprimere, e che per prevenire bisogna adoperarsi a creare uno stato di cose che abolisca, per quanto è possibile, le ragioni del disagio europeo — qualunque esse siano — le quali costituiscano o possano costituire cause di guerre future. E' naturale che queste ragioni la Germania le veda nel complesso dell'attuale stalu quo europeo quale esso risulta per la massima parte dal trattato di Versailles, e che quindi la sua tesi costituisca il contro-altare e l'antitesi precisa di tutte le tendenze che si riassumono o sboccano nel tentativo dà consolidamento del trattato stesso. Il memorandum tedesco si risolve quindi in una critica a fondo, al sistema di cristallizzazione del trattato di Versailles sostenuto dalla Francia e dietro cui spunta e si riproduce niente altro che il vecchio sistema di alleanze dell'anteguerra (le quali, sotto il nome di al. leanze per la pace, altro non erano che alleanze di guerra, preparazione esplicita della guerra ed in questo senso guerra anticipata e mentita).. In questo campo, tutta la stampa di ogni partito si schiera oggi dietro al signor Stresemann. La Deutsche AUgcmeine Zciiung approva il Governo per avere precisato ancora una volta chiaramente il suo punto di vista nella questione della sicurezza e la sua volontà di collaborare positivamente alla soluzione del problema. In fondo, si tratta di verità note, che però non è mai inutile ripetere : « Due sono tali verità: 1) Tutte le guerre possono essere impedite soltanto eliminando le cause che potrebbero portare a conflitti; 2) Rifiutare il sistema di alleanza che la Francia, dopo la guerra, ha nuovamente inaugurato in Europa. Le convenzioni particolari tra Stati non fanno alcun male, purché però non si rivolgano • contro altri Stati; ma il sistema dell'egemonia militare Inaugurato dalla Francia porla inevitabilmente a raggruppamento di alcuni Stati che dall'imperialismo francese si sentono minacciati. In ctuesto senso le osservazioni del Governo del Reich sono da salutare con soddisfazione, perchè chiamano le cose col loro vero nome e liberano la discussione della questione della sicurezza dalla nebbia di una bugiarda fraseologia pacifista, che altro non è se non la foglia di fico che copre le pretese egemoniche ». La Taeglische Rundschau, anch'essa approvando, delinea il compito fondamentale della riunione del Co mitato per la sicurezza nell'accertamento dei limiti massimi a cui si potrà giungere nella creazione di un procedimento per il pacifico regolamento dei conflitti nascenti. Si tratta di elaborare misure praticamente eseguibili accettabili da tutti. Il lavoro preparaiorio che si svolge a Praga dovrà dunque fare una sin tesi delle tendenze fino» manifestatesi per raggiungere il pacifico regolamento dei conflitti per via dell'arbitrato, ecc. A questo fine il memorandum tedesco dà il massimo contributo. Anche i giornali di destra, solitamente non propensi ad approvare la politica di Stresemann, danno oggi il loro consenso incondizionato al memorandum; ed una importante esegesi ne fa la Deutsche Tages Zeitung, la quale comincia coU'esprimere l'opinione che il memorandum tedesco vada di pari- passo con quello inglese: « Evidentemente si è creduto di formularne alcuni punrtri in modo tale che ne risulti una coincidenza tra Londra e Berlino. Naturalmente, la nota tedesca va oltre quella inglese in questi ounti, perchè il Governo del Reich, come rappresentante di un Paese disarmato, si trova in una situazione tutta speciale », U contenuto dol nanorandan Passando al contenuto del memorandum, il giornale si compiace del fatto che la Germania non si presterà a dare il suo appoggio ad un sistema che renda stabile l'attuale stato di cose europeo — ingiusto ed insostenibile — a mezzo di un generale trattato di garanzia. E del resto, un trattato generale di questo genere non creerebbe nessuna sicurezza perchè la sicurezza non si può avete che risalendo alle origini. Ap punto nell'interesse della pace, la Germania rifiuta tutte le costruzioni teoriche, che non farebbero se non rafforzare lo stato attuale ed impedire ogni possibilità di revisione. Il memorandum lascia chiaramente intendere che la Germania po. vie come premessa di una efficace organizzazione della pace tanto l'ampliamento dell'articolo 19 dello statuto della Società delle Nazioni — cioè la rivedibilità dei trattati diventati una minaccia per la pace — quanto una giusta equiparazione di potenza tra gli Stati facenti parte della Società stessa, equiparazione per la cui mancanza — come bene avverte il memorandum tedesco — è praticamente inattuabile una esecuzione delle sanzioni previste dall'articolo 16 dello Statuto della Società delle Nazioni. Il lag nota che queste proposte al tro non costituiscono se non un nuo vo materiale per la soluzione di una questione che non potrà mai essere risolta finché una completa parità degli armamenti non sia raggiunta. Una tale possibilità è però limitata dal fatto che la Francia adopera tutta la sua politica di trattati per rafforzare un solo trattato, quello di Versailles, e che nè la Francia nè altri Stati pensano minimamente ad ftmmpttpro la pariià di disarmo o di atdcodvpimcsttmpvfecpr e e è à a e a armamenti. La nota tedesca per tutto ciò costituisce una critica a fondo di tutta la politica arbitrale por la cosi-detta sicurezza che si persegue oggi in Europa. Anche la Gazzetta della Croce approva la nota e vi vede anche essa una fissazione di principii antitetici alla lesi francese in armonia con quelli inglesi. La nota tedesca può essere considerata come l'esordio di una consapevole conlroensiva contro le tendenze difese dalla Francia e dal gruppo di Potenze sue seguaci. La lìoersen Zeitung nota che il Governo tedesco, rilevando la disparità degli armamenti dei vari Stati e designandola come la maggiore causa di guerra è passato consapevolmente all'offensiva contro il sabotaggio del disarmo fatto dalla Francia. C. P. la Francia, l'arbitrato e la «guerra totale» Parigi, 28, notte. Al memoriale germanico sulla sicurezza e l'arbitrato, il l'emps oppone stasera due argomenti caratteristici e in flagrante contraddizione fra di loro. Scrive l'organo repubblicano: « I^a Germania, disarmata in un primo tempo dal trattato.di Versailles desidera evidentemente che aure potenze disarmino nelle stesse condizioni ed è portata per tale fatto a vedere nel disarmo la più sicura garanzia del mantenimento della pace. Questa lesi è falsa dal punto di vista dell'interesse generale, poiché il disarmo non può essere ad ogni modo che una conseguenza della pace solidamente organizzata, conseguenza che deve essere subordinata adda sicurezza acquisila. Inoltre, non è il fatto che certe potenze sono disarmate in virtù dei trattati che può costituire un argomento decisivo a favore del disarmo generale, poiché le dette potenze sono obbligate a conformarsi alle clausole militari dei trattati, quale sia la soluzione che intervenga a Ginevra o altrove per ciò che riguarda la limitazione degli armamenti sulla terra, sul mare e nell'aria». Quando si dice che il disarmo deve essere subordinato ad una solida organizzazione della pace, sarebbe logico dedurne che esso non possa essere se non la conseguenza della soppressione delle cause di conflitti che insidiano la pace. Idea giustissima e già più di una volta sostenuta su queste colonne, ma che pare invece non sia nel pensiero del Tèmpi, il quale continua: « Quando il memorandum dichiara che bisogna risolvere il problema della sicurezza non stipulando dapprima delle sanzioni militari da prendersi in caso di guerra, ma sforzandosi di sopprimere le cause di conflitti regolando tutte le situazioni di rftuura tale da mettere In pericolo la pace del inondo, ci si renda perfettamente conto che lil gabinetto di Berlino maschera con una formula abile la sua costante preoccupazione di lasciare la porta aperta alla revisione, per vie specifiche, dei trattati di pace che a suo giudizio racchiudono germi di crisi. Questa tesi è abbastanza naturale dal punto di vista tedesco, ma non recherà meraviglia che le Potenze del mondo le più sicure non considerino l'organizzazione della pace duratura se non sulla base dei trattati esistenti- Quando si constatano delle difficoltà e ci si urta per realizzare a Ginevra accordi su del principi elementari, non si può pensare seriamente a sacrificare le garanzie che noi deteniamo dai trattati firmati come conclusione della vittoria. E, alla stessa guisa che gli accordi di Locamo non hanno potuto esser conclusi che nella cornice del trattato di Versailles; è colla preoccupazione del mantenimento dei trattati che bisogna cercare lealmente di organizzare la sicurezza delila pace duratura. Ciò non impedisce però che il memorandum tedesco si ispiri ad uno spirito conciliante e metta in luce certi principi! — in particolar modo per quello che concerne l'arbitrato — che devono attirare l'attenzione del Comitato speciale di Ginevra ». . Questo commento dell'organo repubblicano chiarirebbe in modo indubbio, dato che ve ne fosse bisogno, quanto relativo sia, agli occhi della Francia, il senso della politica di arbitrato. Arbitrato sì, ma per applicare gli articoli del trattato di Versailles e non per perfezionare quest'ultimo. Qual meraviglia se non tutti i Paesi di Europa sono di tale •parere? Mentre l'accademia continua da capitale a capitale, il Senato francese si prepara a intavolare la discussione del progetto di legge sulla organizzazione generale della Nazione per il tempo di guerra. Si tratta di adattare, di coordinare e di utilizzare non più soltanto le forze militari del Paese, ma anche quelle industriali, agricole, finanziarie e morali. L'origine del progetto risale al 1921. Esso fu studiato nel 1923 dal Consiglio superiore della guerra, presentato nel 1925 alla Camera, votato finalmente da questa il 7 marzo 1927 con 500 voti contro 31, Da quell'epoca esso è al Senato, Per le persone, la Commissione propone che tutti i francesi non sottoposti agli obblighi militari possano essere requisiti, cominciando dai più giovani e tenendo conto della situazione di fami-glia. Essi saranno utilizzati secondo le loro facoltà, e per far questo, al momento di ogni censimento, ogni abitante dovrà, sotto pena di una multa (che va da 150 a 6000 franchi, cifra che verrà raddoppiata in caso di recidiva) in difare le sue altitudini professionali. Per le risorse, sarà proceduto, fin dal tempo di pace, al censimento delle materie, dei mobili, degli immobili, delle installazioni, degli animali e potrà essere fatta qualsiasi prova ritenuta indispensabile. Che avverrà in tempo di guerra del Parlamento? Il principio è che le Camere rimarranno in funzione. Ma il progetto comporta tuttavia questa restrizione: che i deputati e i senatori potranno, se vogliono, servire nelle unità combattenti. Occorrerà per questo che lo facciano fin dal principio della mobilitazione e che designino uno dei loro colleghi per esercitare il loro diritto di voto. Continuando in tal modo le Camere a controllare il Governo, questo dirigerà, costituito m Comitato di guerra, sotto l'autorità del Presidente della Repubblica. Si tratta, dunque, di preparare la cosidetta « guerra totale ». Ecco la fredda realtà che risponde al memoriali diplomatici sulla sicurezza e sull'arbitrato. 0. P. RcvFteRstdtisesgnpciccztnszabGnnnz