Gli artisti piemontesi alla XVI Biennale di Venezia

Gli artisti piemontesi alla XVI Biennale di Venezia Gli artisti piemontesi alla XVI Biennale di Venezia Museo Civico d'Arie Antica, lo scultore critico d'arte Antonio Marabù riassume con voce pacata e suadente il lavoro compiuto in questi due giorni a Tonno per la partecipazione dell'arie piemontese alla XVI Biennale veneziana die s'inaugurerà, come è noto, sul Unire del prossimo aprile. Egli, nella sua qualità di segretario generale della mostra, s'è recato negli studi dei sei artisti torinesi invitati per discutere e scegliere con l'autoce l'opera — o il complesso d'opere — che figurerà nella prossima esposizione; di più, coadiuvato dal dott. Rovere, ha trascorso alcune ore nella Galleria d'Arte Moderna per togliere quei quindici o venti pezzi che nella grande mostra retrospettiva dell Ottocento (massima attrattiva, probabilmente, della XVI Biennale) saranno destinati a dire come la pittura piemontese del secolo scorso non debba so verchiamente temere confronti con quella di altre regioni d'Italia dello stesso periodo. Antonio Marami, organizzatore abilissimo, studioso di rara competenza e informazione, che dall'esercizio diretto dell arte trae particolari elementi di gusto e di misura nella scernita dei valori, naviga da mesi per un more irto di scogli asperrimi; ma come la sua signorilità tranquilla e cordiale è riuscita fin qui a placare i molti dissidi, cosi la sua sorridente sicurezza di buon pilota ha ormai quasi ridotto a sicuro porto la pesante nave ch'egli governa Dei buoni affidamenti avuti dall'estero già s'è data notizia. In linea di massima è assicurato alla XVI Biennale l'intervento ufficiale di tuttele nazioni che hanno un padiglione ai Giardini; e il viaggio del Maralni a Londra, a Bruxelles, a Parigi ha avuto come risultato la preparazione delle mostre •personali di Augustus John, Dobson e Laurence fra gli inglesi, di Gauguin, Matlsse e forse Mafllol fra i francesi, e di Van Dongen fra gli olandesi. Dal canto suo Margherita Sarfatti s'è accaparrata l'adesione dei più significativi artisti della nuova Germania. La Spagna manderà Picasso, l'Ungheria Rudnai, e Russia, Belgio, Cecoslovacchia gli esponenti delle correnti artistiche dominanti nell'ora presente. Per quanto riguarda lo « spoglio » dell'arte italiana contemporanea, Napoli, Roma Genova, Firenze e Torino hanno già dato il loro contingente; le tappe del Maralni a Milano e a Bologna, e un giro per le città del Veneto completeranno il lavoro di selezione. Perchè — come è noto — la prossima biennale veneziana sarà informata a un concetto organizzatore assai diverso da quello tenuto fin qui, e specialmente per le ultime esposizioni sulla fisionomia generale delle quali gravavano forse un po' troppo le mostre retrospe Ove e di numero degli invitati. Veninfatti, sono gli artisti invitati senza nutazione alcuna di scelta: — qu cioè' pei quali — da Miohetti a Can nica, da Mancini a Gemito, da Bisto! a Calderinl — il giudizio dei conterà poranei si rimette pienamente al nome da codesti valentuomini ormai acquisito. A questa élite — quasi, potrebbe dirsi, passata nel dominio della storia si aggiungono gli artisti (in un numero che s'aggira intorno ai duecentocinquanta) che più variamente e combattivamente tentato di interpretare la nostra sensiffllità di oggi; e per costoro appunto — invitali all'opera — il Maralni, forte della fiducia del Comitato direttivo, sta compiendo il suo laborioso giro. Tra le opere di quegli altri concorrenti che — non Invitati nè ad personam nè all'opera — invieranno alla Commissione giudicatrice i loro lavori, cento circa ne verranno scelte. Se l'aver ristretto cosi il numero degli inviti e l'averlo specialmente limitato ai giovani e ai giovanissimi con una forte esclusione di quegli altri artisti sui quali fin qui gravavano il peso e la responsabililà della maggior esposizione intemazionale d'arte, 'sia un bene od un male, non è il caso di in dogare ora. Soltanto il risultato potrà dirci una parola chiara e definitiva e ammaestrarci per l'avvenire. Felice Casorati, Gigi Chessa, Francesco Menzlo, Agostino Bosìa e Gastaneo Orsolini sono i piemontesi nel cui studio 11 Maralni s'è recato ieri per esaminare l'opera che figurerà alla prossima biennale. Fra i « venti », il Piemonte dà il contingente di Giacomo Grosso, Marco Calderini, Leonardo Bistolfl, Pietro Cinonica. Si aggiunga a gli uni e a gli altri Edoardo Rubino, il quale — con il Podestà di Venezia, conte Orsi, Antonio Maraini, Margit rita Sarfatti, Arturo Tosi, Beppe Ciardi, Italico Brass, C E. Oppo, Nino Bar bantinl e Bazzoni — fa parte del Consiglio direttivo dell'Esposizione. Ma se questa selezione dell'arte contemporanea piemontese potrà suscitare disparità di giudizi, rammarichi, polemiche e fors'anche scandalo, Antonio Mai-alni ha pure lavorato, ieri e ier l'altro, su un terreno più quieto, un terreno che vide già, nel passato, battaglie molte che ora gli anni hanno composto in una pace culturalmente ed esteticamente fecoa da. Alla Galleria d'arte moderna, e nelle due a tre private quadrerie torinesi che gli sono state cortesemente aperte, il segretario generale della biennale veneziana s'è indugiato ad e saminare le opere di quegli artisti piemontesi dell'ottocento sui quali s'è fermata la scelta di Ugo Ojetti, Margherita Sarfatti, C. E. Oppo, Cecchi, Barbamini e Guardascione, studiosi di arte, ohe — col Maraini stesso — compongono il Comitato per le Mostra dei duecento più significativi pezzi di quella pittura ottocentesca italiana che a Venezia costituirà un termine di confronto col presente. Per suggerimento deil'Ojetti, questa imponente dimostrazione di un magnifico periodo vittorioso non si dissolverà con la chiusura dell'esposizione. Raccolte in volume, le riproduzioni dei singoli quadri, descritte e documentate, formeranno una raccolta che p ara servire di Illustrazione 'a quella compiuta storia della pittura italiana del secolo scorso che ancora si attènde dopo il primo troppo arido sag gio di Emilio Cecchi. ✓ E a noi è particolarmente caro che il nostro Piemonte pittorico vada a Venezia con Fontanesi, Avondo, Del leani, Pasini, Polizza da Volpedo, Pitterà, Quadrone, Gastaldi, Migliaia, D'Azeglio, Ricci, Bonatto-Minella e Boccardo. Per lo stesso Maraini, conoscitore profondo dell'arte moderna italiana, alcuni di questi autori, come il mite Federico Boccardo, sono stati una rivelazione. Di fronte a una teda di Giuseupe Ricci, egli esclamava sorpreso: « E' bello come un Renoir > ; e l'abbiamo poi visto indugiare amorosamente su quei piccoli paesaggi di Massimo D'Azeglio che (nessuno gridi all'eresia) segnano, con il loro punto d'arrivo, il punto di partenza dell'arte (onteneslana del periodo calamitino; e con non minore amore sostare dinanzi a certe vedute di paese di Giovan Battista Quadrone l'esame delle quali consigliamo serenamente a quanti — in questo maestro — non sanno riconoscere che un calligrafo o un povero pittore generi sta privo di ogni verace ispirazione artistica... mar. ber, Il maestro Mascagni a Padova Padova, 27 none. Proveniente da Vicenza, è giunta oggi, nel pomeriggio, nella nostra città il maestro Pietro Mascagni. Egli dirigerà dapprima le prove e quindi la prima rappresentazione del Piccolo Marat, che andrà ! i sten* il 8 febbraio taossisuo al t i enfi,