Il Sole dei Morti

Il Sole dei Morti Il Sole dei Morti Come il Bolscevismo depaupera la Russia La rovina del Caucaso: devastazione delle foreste» abbandono dei campi — Montanari e cosacchi. i i o a e a ò i a a o o e e i n o a i e o ; , . ; è a e o l ; e l o aa e ni nli e li nostro «nuovo Dostoievski» Ivan Chmelov, nel suo geniale « Sole dei Morti », scritto in Crimea, ha dimo, strato come il potere bolscevico, manda in rovina non solo la cultura e l'ambiente della pacifica vita umana, ma anche la natura stessa, lasciando perire tutte le sue ricchezze e tutte le sue possibilità, per quanto esse siano immense e inesauribili nella oramai letargica Russia. In questi giorni io ebbi la visita di "un .profugo georgiano, notissimo nel suo paese, nazionalista, pedagogo per professione, anche un po' letterato. Quest'uomo, che io conosco da più di 25 anni come persona onestissima e la cui veridicità non può essere messa in dubbio, mi ha raccontato a proposito delle ricchezze naturali del Caucaso , cose quasi identiche a quelle pubblicate dallo Ghmelov. Il mio pspite, avendo perduto dopo la rivoluzione il suo posto di pedagogo, aveva accettato quello di guardia forestale nella provincia di Kutaiss e, dopo cinque anni di, servizio, non a causa di qualche persecuzione, perchè i bolscevichi erano contentissimi del suo lavoro, ma di propria iniziativa abbandonò la sua occupazione. Taglio spietato — Mi era troppo penoso — mi diceva. — mi si stringeva troppo dolorosamente il cuore vedere la rovina del mio paese causata da quell'economia ignorante e rapace. Sulle te ste del bolscevichi pesa come una strana maledizione, quella di dover far del male anche con intenzioni buone ed utili. Prendiamo ad esempio, la questione delle ferrovie. Nes siino potrà negare che il Caucaso ne ha .stretto bisogno per poter essere infine civilizzato. Le grandi linee di Rostov-Nadikaveaz.Baku-Batum non sono certamente,sufficienti a questo scopo. Orbene, i bolscevichi avevano ideata tutta una rete di ferrovie a scartamento ridotto, che avrebbe do. uto penetrare dentro le catene del Gran Caucaso, usufruendo delle, vai late dei fiumi: Malka, Liachva, Terefe, Kurà, Kuban, ecc. : undici grandi fiumi, senza contare i confluenti del Kurà e del Kuban. « E' pacifico che, per finanziare queste linee, il Governo sovietico manca completamente-di denari. Per trovarli esso ricorre allora al solito mezzo : spogliare il Paese dalla sua ricchezza naturale, le foreste. Pro prio quelle famose foreste vergini del Caucaso centrale, le cfuali, durante il regime zarista, come ben sapete, erano gelosamente conservate per ragioni non solo economiche, ma anche per motivi di difesa militare e climatica. \oi sapete che nelle montagne caucasiche, dove muore la foresta, rimane nuda pietra, che cede il posto a poco a poco alla sab bia, e il paese fiorito si trasforma in deserto. E' comprensibile che senza sacrificare una certa porzione di foreste sia impossibile costruire ferrovie che vi devono passare in mezzo. Ma che cosa hanno pensato di fare i nostri bravi « compagni »? Essi hanno concesso nientemeno che l'utilizzazione illimitata delle foreste nelle vallate dei fiumi sunnominati, e anche di quelle dell'Abastuman, dell'Alazan, dell'Ardon, alle Compa gnie ferroviarie e industriali, nelle anali la più gran parte degli azionisti era formata da « compagni » commissari, mascherati da amici parenti. « Il risultato è che in otto anni, le foreste sono state distruttte a decine e decine di migliaia di ettari: si fa un taglio spietato tanto delle foreste vecchie, che delle giovani e non soltanto rielle «vallate, ma anche sulle faqvfldmptps a a r i e e i n o o a l i e o r o a i e a e e e e a i i ? e e , , e » e e a e e falde delle montagne e poi su fino alle cime. Di conseguenza ora non si sa più che fare contro le frane, quasi quotidiane anche in quei posti dove prima esse non si erano mai viste. La popolazione fugge impaurita. E non parliamo poi delle perdite estetiche : le vallate più belle e floride del Caucaso rimangono denudate e destinate a diventare deserti. — Ma ho sentito dire — replicai io al mio ospite — che il progetto della rete ferroviaria caucasica è stato sottoposto in questi giorni alla critica di una Commissione tedesca autorevolissima, e che questa Commissione lo ha approvato. 11 georgiano si strinse nelle spalle. . —* Possibile. Perchè no? Che può importare ai tedeschi di vederci finire tutti quanti in miseria? Sono proprio loro i più appassionati compratori di foreste destinate alla distruzione: è naturale che approvino il progetto; è naturale che, per aver il materiale costruttivo .non solo a buon mercato, ma quasi per niente, i tedeschi non possano che approvare questa sistematica rapina. Ma la popolazione indigena? Bisogna essere un georgiano, come sono io, un ossetino, un ingusci, un caucasiano in somma, per valutare giustamente questo disboscamento del Paese e le conseguenze orribili che esso apporta alla popolazione! L'esproprio dei cosacchi L'ospite ha soggiunto: —a Colla popolazione delle montagne poi, i bolscevichi non fanno solo esperimenti fòrestal-IT Sembra a volte che essi scherzino col destino del popolo, come se questi fosse un giocattolo. Con decreto del Z.I.K. (Co mi tato Esecutivo Centrale), 1920, a tutti i montanari fu proposto di scendere nelle pianure, per occuparvi non solo i terreni, ma anche le case, rimaste vuote dopo che ne era no stati banditi i proprietari : cosacchi e, più ancora, di origine russa. Tale misura fu applicata a suon di tamburo. Pensate un po' : i Sovietl restituiscono ai montanari le terre delle pianure che avevano dovuto lasciare nelle guerre dell'imperiali smo russo! I montanari senza esitare accettano il dono e si stabiliscono nelle « stanize » (paesetti) dei cosacchi e nelle ville dei russi. Essi ritornano nelle loro terre native e trasformano tutto, senza risparmiare i mezzi, nè le forze; tutto a loro gusto e piacimento. E le terre abbandonate sui monti sono messe a disposizione di quegli alti montanari che non hanno potuto o non voluto scendere al piano. « Voi saprete certamente che cosa si intende per « pezzo di terreno » nelle montagne del Caucaso. Conoscerete forse quel nostro proverbio: ogni pezzo di terreno occupato dalle quattro zampe di una mucca vale più del costo della medesima. Conoscerete anche la tragicomica storia di quell'<c ossetino » che, accaldato dal lavoro, si levò dalle spalle la sua « burka » e, avendola buttata per terra, non trovò più il « pezzo di terreno », rimasto coperto dalla «burka» stessa. La terra, nel Caucaso, è stata creata non solo da Iddio, ma anche dal lavoro umano. Ogni centimetro vi è stato irrigato di sudore e di sangue, è stato conquistato alle roccie, ai sassi, attraverso fatiche di decine di generazioni. Ogni montanaro ha portato sulle proprie spalle la «sua» terra dai burroni fondi e dalle vallate fluviali, per poter utilizzare ogni palmo di terreno per i pascoli e le seminagioni. Tali pezzi di terreno furoao appunto lasciati dai montanari, scesi in pianura, e messi a disposizione di coloro che erano rimasti in montagna. o n e, i i ure ui. ai o è a a me. ò ioauil il n ee oe sn e e rao lel oo a di rle a ca. di tl re to i ano cra i to te ne on re sa » oo: le le oia to la ta zo la udo. to naole ai li, di opesi ne n« Che cosa ne derivò? Un'assurda prescrizione di stile comunista, e cioè la spartizione dei terreni da ripetersi ogni anno, fece sì che nessun montanaro volle più liberare la sua sezione di terra dai sassi e dalle frane; nessuno più volle concimare, dato che questo lavoro non gli avrebbe arrecato alcun utile ma sarebbe stato goduto da un altro. S'intende che i terreni cosi trascurati inselvatichiscono con una rapidità che può essere apprezzata nella sua minacciosa aggressività solo dagli abitanti delle montagne. Mischia di odi « Ed ora poi si prevede un altro bel fatto: questi terreni inselvatichiti sono destinati a rivedere presto i loro primi padroni. Nel 1927 è uscito un nuovo ordine del centro: la proposizione agli ex-proprietari cosacchi e contadini di ritornare ai loro posti.. Di modo che ai montanari che hanno lavorato terreni di pianura per otto anni, toccherà ora ritornare ai vecchi nidi di montagna, spossessandone quelii che durante la loro assenza li hanno coltivati. E' perfettamente chiaro che questo assurdo spostamento delle popolazioni non ha altro scopo che « dividere et imperare » : incitare una parte della popolazione contro l'altra e indebolire in questo modo l'irritazione generale contro il potere sovietico. Questo stato d'animo,, molto teso in tutte le montagne, è frenato solo dal completo disarmo del popolo e scoppia ogni tanto là dove si trova la minima possibilità di procurarsi delle armi, nonostante le crudeli repressioni, quali non si sono mai viste in Caucaso neppure nei tempi remoti della conquista del Caucaso da parte degli eserciti zaristi. « Al principio della rivoluzione i bolscevichi lusingavano i montanari, come elementi notoriamente scontenti e, per ingraziarseli, spossessavano russi e cosacchi, come elementi notoriamente antibolscevichi. Ma i montanari ingannarono le aspettati ve dei bolscevichi. Musulmani fedelissimi e agricoltoruproprietari, essi non diventarono comunisti, facendosi invece « elementi borghesi » più dei possessori russi e dei cosacchi spojsessati, trattando la propagandabolscevica con un disprezzo non nascosto. Persuasi ormai della loro completa inutilità al posto di quel contadini e cosacchi spodestati in un primo tempo e con i quali duran te questi otto anni il Governo sovietico ha potuto fare un po' di pace, i bolscevichi fanno oggi rinculare i montanari nelle loro tane di prima.« Ora guardate un po' : i cosacchi ritornano odiando certamente i mon tanari, per i quali essi rimasero otto anni senza casa. I montanari che se ne vanno sono pieni di odio certamente per i cosacchi che ritornano. I montanari che erano rimasti sui monti sono irritati contro quelli che sono ricacciati sulle antiche posizio ni perchè obbligati a restituire loro gran parte dei terreni. I montanari ricacciati odiano quelli che erano ri masti, perchè questi rendono loro i terreni in uno stato di selvatica desolazione. ' « Come si risolverà questa mischia di odii, sulla quale fonda la sua sicurezza il potere sovietico in Caucaso? Un futuro molto prossimo, darà la risposta. Io intanto posso testi moniarvi soltanto di aver lasciato quei luoghi in istalo di grave fermento. L'odio per il Governo sovietico nell'ambiente dei poveri contadini caucasiani è forse molto più forte di quello della borghesia cittadina ». • AMFITEATROFF

Persone citate: Esecutivo Centrale, Ivan Chmelov, Malka

Luoghi citati: Crimea, Russia