Gli ebrei in Romania

Gli ebrei in Romania Gli ebrei in Romania i a l i o , a o a i e e o e n e l a o n i e è , o i ri o ro ae el Le gravi agitazioni antisemite in Romania attirano di nuovo l'attenzione' dell'opinione pubblica europea sulla situazione della popolazione israelita nel paese classico dell'antisemitismo, j.* * Prectearffanto un anno fa, 11 17 dicembre 1926, Luigi Luzzatti, rinstancablle difensore delle minoranze religiose, dopo i tumulti antisemiti avvenuti in Jassy ed a Bucarest, e che non ebbero però la gravità delle manifestazioni studentesche di Gran Varadino, in un appello rivolto alla Lega delle Nazioni, la Invocò di assumere la tutela desila coscienza religiosa, perchè la pace in Dio — scrisse allora l'illustre statista — è' la foriera di tutte le paci, politiche ed economiche. Non era la prima volta che Luigi LuzzéKtl interveniva pubblicamente in difesa degli'ebrei romeni. Difensore di tutti i credenti offesi nel patrimonio più sacro della lóro coscienza, non poteva non alzare la sua voce in favore di quelli chiamati da lui ■ gli olitimi servi che esistono ancora Vn Europa ». Come è noto, nel Trattato di Berlino (1878) le grandi Potenze, influenzate dal primo ministro britannico, volendo 1 ìomidave la situazione insostenibile in cui si trovavano gli israeliti romeni, avevano posto come una delle condizioni per riconoscere l'Indipendenza romena l'emancipazione civile degli ebrei. • L'articolo 44 dal Trattato, che sanzionò la creazione di una Romania indipendente, era infatti cosi concepito: «In Romania la distinzione delle credenze religiose e delle confessioni non potrà essere opposta a nessuno come motivo di esclusione o di incapacità per tutto quanto riguarda il godimento e i diritti civili e politici, l'ammissione a nubblici impieghi ed onorilicenze, o l'esercizio delle varie professioni ed industrie in qualsiasi località ». Ma la condizione degli israeliti romeni, anziché migliorare, dopo il 1878 è stata seriamente:colpita da leggi restrittive, die li spogliarono perfino dei diritti goduti fino allora. Nella sua Costituzione la Romania introdusse il famoso art. ,7, dichiarando che tutti gli stranieri, ebrei compresi, potranno per legge ottenere la naturalizzazione individuale, ciò che interamente contrastava con l'art. 44 del Trattato di Berlino. Solamente in seguito alle assicurazioni fatte dal ministro degli Affari Esteri, Boeresco, sulla revisione dell'art, 7 ed al suol precisi impegni in favore degli ebrei, le Hotenze sottoscrittrici del trattato, nella loro nota collettiva dell febbraio 1880 a Bucarest, dichiaravano che, « confidando nella volontà' del Governo romeno di avvicinarsi sempre più ne.H'nippllcazione delle disposizioni riguardanti le persone di rito non cristiano al pensiero liberale a cui si erano inspirate le Potenze, e prendendo atto delle assicurazioni formali trasmesse a questo fine, si decidevano a riconoscere il Principato di Romania ». Ma tutte queste assicurazioni non furono rispettate e gli israeliti romeni, in seguito-a provvedimenti ristrettivi, perdevano anche i diritti che prima godevano. Questa situazione, che durò ben 40 anni, pareva prendere per gli israeliti romeni una piega migliore, quando si giunse alla seconda guerra balcanica. La Romania, infatti, chiamando alla mobilitazione, promise ai soldati Israeliti la naturalizzazione a guerra finita. Finite però le operazioni militari balcaniche, i partiti romeni non erano d'accordo sulla questione ed una parte dei conservatori voleva che essa fosse decisa da una Costituente. li partito "iberale subordinavn questa soluzione al compimento di due grandi riforme interne :, la riforma elettorale e la riforma agraria. Il partito nazionalista, antisemita, minacciava con atti violenti contro qualunque concessione e pareva che da tutte queste controversie fra 1 partiti romeni la situazione già critica degli ebrei venisse ancor più aggravata. A tutto ciò si aggiungeva un'altra preoccupazione. La Romania voleva essere compensata con una rettificazione di confine per la neutralità mantenuta durante il conflitto balcanico, e la città di SHistria sul Danubio le doveva essere ceduta. Qualora questo fosse avvenuto, gli ebrei di Silistria, che nello Stato Bulgaro godevano tutti l diritti, li avrebbero' perduti, passando sotto la sovranità romena. Luigi Luzzatti credette allora II momento opportuno per sollevare la questione degli Israeliti romeni e pubblicò un « appello alla diplomazia europea per salvare'la libertà religiosa». «I popoli — si leggeva in quell'appello — che non sanno liberare gli ebrei o gli altri seguaci di Culti diversi, nè pareggiarli nelle malleverie costituzionali attestano perciò solo una organica inferiorità. Ogni popolo ha gli ebrei che si merita... ». Questo appeillo produsse una Impressione profonda nella opinione pubblica europea. Luigi Luzzatti inizia contemporaneamente una attività diplomatica — degna del suo grande correligionario Beaconsfleld - DTsrarll — per assicurare la futura sorte degli ebrei di SAIstrta. Indusse iil Ministro DI San Giuliano a prendere tutta l'iniziativa m favore degli ebrei, che dovevano passare sotto II Governo romeno, ed rnmMi il Governo italiano, fi 13 morso 1M3 tnviò alle Ambasciate presso 1 prrnel pali Stati europei ui.-v circolare m que sto senso. All'Iniziativa italiana rispose Immediatamente Lord Grey, Ministro degli Affari Esteri britannico, il quale considerava l'occasione propizia per regola re pure definitivamente la questione da anni Insoluta, degli ebrei in Roma nla, mentre I Governi russo, francese ed austriaco rispondevano con una cer ta riservatezza. Il Governo Romeno intanto comln clava col giustificarsi e mezzo de! mi nistro Mattano a Bucarest affermando « non esservi motivo di apprensioni circa la sorte degli ebrei nei territori contestati tra la Bulgaria e la Romania poiché essi diventando sudditi romeni conserveranno 1 diritti di cui godono presentemente ». Luigi Luzzatti informato dei passi intrapresi dal Governo romeno e volendo persuaderlo che era nel suo interesse di 'tnutaT *tn>gginmento verso ;1l ebrei, perseguitati solo per « reati ligzctaesAdamspre di l a S; of o b o ra o b a o di re n a o r§1 religione », pubblicò allora un altro articolo, nel quale esortava la Romania ad emancipare gli israeliti romeni per «spontanea elezione» b non come se que.sto dovesse avvenire sotto le pressioni del sentimento internazionale. Infetti a Washington veniva già formato un Comitato americano per l'emancipazione denti ebrei romeni, sotto la presidenze dell'on. Champ ClaTk, il cui scopo era di formare simili Comitati In tutto il mondo e di riunirsi alla fine del 1913 nella Capitale tedesca per protestare presso le Potenze firmatarie del Trattolo di Berlino e solleci tarle a fare alla Romania delle rimo stranze per non essersi conformata a quel patto. Lo stesso Comitato aveva pure votato una lettera da indirizzare al Re di Romania, firmata da Teodoro Roosevelt, Andrea Carnegie. Vincent Astor, dall'Arcivescovo della Chiesa greca a New York e da moltissime altre eminenti personalità. Da parto sua il • Conlotnt, Jewlsh CommFttee » di Londra mandava a Sir Edward Grey un vibrante appeiio perchè, al momento della revisione del Trattato di Berlino, il Governo inglese d'accordo colle Potenze firmatarie, imponesse alla Romania, l'obbligo di trat lare equamente la minoranza ebraica. Quasi contemporaneamente il ministrogli Affari Esteri francese, Pichon, omunicava pura all'ambasciatore itaiano a Parigi, Tittoni, che la Francia Intendeva di uniformare la sua linea dt condotta alile direttive Inglesi. Anche gli stati Uniti st associarono ufficialmente chiedendo che rutti i trottati da concludersi a Bucarest Ira i cinque Stati (Romania. Bulgaria, Serbia, Grecia e Montenegro) debbano contenere la clausola che sanziona la eguagidanzu del diritti elmi e la piena libertà religiosa delle popolazioni ohe paesano da uno Stato all'altro. Il plenipotenziario deHa Romania, Malorescu, che presiedeva la detta Conferenza, dopo aver dato lettura della lettera Inviata dal Ministro degli Siati Uniti a Bucarest; Mt. Jaosoho, dichiaro che la nota americima non avrebbe incontrato nessun contrasto perchè gli abitanti del nuovi territori avrebbero goduto la stessa libertà civile e religiosa di tutti gli altri abWftnti dello Stato. Ma poco dopo emette dichiarazioni solenni del Ministro Malorescu, i nazionalisti romeni riprendevano con ancora maggiore vigore la loro campagna contro gli ebrei, e la « Lega culturale » in varie città incitava a violenze antisemite. In seguito a queste dichiarazioni e ad un appello per la protezione degli ebrei romeni firmato dal marchese Visconti Venosta, da Gaspare Finali, da Alessandro RIbot, da Anatole Erari ce, da Roosevelt, Bryce, Bernard Shaw ed altri, Luigi Luzzatti Iniziò eon 1,1 primo ministro romeno, Jone! Brattami, uno scambio epistolare assai vìvo, rimasto però infruttuoso. Nel frattempo scoppiò la guerra europea, durante la quale i,dissidi interni in Romania perdettero la loro acutezza. Finita la contiagraziane europea nel 1919, dopo motte pratiche ed insistenze, finalmente, un decreto legge, ratificato poi dalla nuova Costituzione romena, accordava 1 diritti di cittadini agii ebrei nati in- Romania e che non godessero altra protezione straniera. Con l'emancipazione legale degli ebrei romeni — come attestano gli avvenimenti svoltisi dopo il 1919 e particolarmente gli ultimi moti di Gran Varadino—la situazione morale di questi non si è sostanzialmente avvantaggiata. Nonostante la Costituzione liberale una campagna antisemita che ha 11 pretesto del « numerus clausus • nel centri universitari è dilagata in tutto il paese. Patrocinata dal professore dell'Università di Jassy, A. Cuza, questa campagna, chiamata in una interpellanza alla Camera dall'illustre storico romeno prof. Jorga « vera onda anarchica ». tende ad attirare non solo 1 « vecchi romeni » ma anche quelli delle Provincie annesse. Gli ultimi avvenimenti in Transtlvania — i più gravi fra quelli che sono stati Inscenati dal prof. Cuza nel periodo del dopoguerra e la cui gravità fu paragonata dalla stampa europea ai « pogroms » dell'antico regime russo — per gli imbarazzi che creano alla Romania anche sul terreno internazionale, forse richiameranno alla prudenza gli accesi spiriti degli antisemiti romeni. Le autorità governative non mancheranno sperabilmente di condurre al buon senso gli elementi incoscienti che turbano la ricostruzione e la vita pacifica del paese. ED. D. KLEIHLERER.