Bendasi rinnovata

 Bendasi rinnovata Bendasi rinnovata o a a è e i e e e à è . , a n a l a e a e e e i ' , , n o i a i e ti n. a ai re mi si uo o a r ri ae o t e. e a o e e di oa e re ) a si bengali, gtnnnlo. E' veramente eccezionale IL progresso edilizio che Bengasi ha compiuto in questi anni del dopoguerra: progresso che, proporzionalmente, non pare uguagliato nemmeno dà quello stesso straordinario, e tanto più grandioso, di Tripoli, e che certo non ha confronto, sempre proporzionalmente, con quello di nessuna città metropolitana; progresso, che, come spiegherò più avanti, Unisce per concorrere in misura rilevante a produrre quella • crisi» economica, che la città, in uno con l'intera colonia, oggi indubbiamente attraversa; ma di cui i Bengasini, parlandone da direttamente interessati, tendono a esagerare la portata e le angustie. Appunto — dichiariamolo subito — si tratta in gran parte, per ciò che riguarda specificamente Bengasi e la colonia, d'una crisì di progresso: del trapasso cioè da un'economia di specie interiore a una nuova economia, quale comporta la superiore civiltà che noi veniamo imponendo al paese. E il trapasso, come sempre in questa materia, non avviene senza gravi difficoltà e senza inconvenienti, e anzi .necessariamente assume, in certe sue fasi più "delicate, quale l'attuale, aspetti, forme di morboso travaglio. Ecco la • crisi ». Bengasi, in questi anni, s'è assai più che raddoppiata, forse quasi triplicata, In estensione di area fabbricata; inoltre, della parte vecchia, almeno una buona metà è stata ricostruita, o ri sistemata e riattata. Non contiamo gli adattamenti; le ripuliture, gli abbellimenti di vecchi, edifici; e poi tutto l'insieme del rinnovamento stradale — opera, questa, di per se sola ingentissima e ammirevole ; — ma, per tenerci a un puro'elenco di costruzioni, di quelle sole cui ha provveduto rUfBcJo governativo delle Opere Pubbliche, dal '20 a oggi, annoveriamo 11 nuovo edificio delle scuole inedie e Quello delle scuole primarie, quindici palazzine sul Corso De MarUno, il palazzo che ospitò già il Pai i della Cirenaica, e che ora è „ a sede dei Tribunali, il palazzo degli Uffici di Governo, la chiesa della Berca, I nuovi padiglioni della Radio-Marina, Il padiglione chirurgico e' quello del laboratorio batteriolo gico e quello della sala mortuaria al l'Ospedale Coloniale, la caserma dei la Milizia Nazionale, ampliamenti del carcere, Il Lazzaretto alla Punta della Giuliana, 1 nuovi uffici e magazzeni dell'Agraria, il gruppo delle case operale a Sldì Hussein — villaggio Giurlatl — e il gruppo delle casette per impiegati, pure a sirti Hussein, la sede e i magazzeni della Sanità Marit tima. la Regia Dogana... Ma l'opera di cui il capo dell'Ufficio, ring. De Fino, va giustamente più orgoglioso, quella di cui egli, cortesemente condiscendendo alla curiosità del visitatore, vi mostra con particolare amore gli studi e 1 progetti attraverso ciU fu preparata, e ^illustra diffusamente il lavoro • dell'attuazione, è l'acquedotto : duemilaseicento metri di gallerie filtranti, che raccolgono l'acqua del sottosuolo al Fuelàt, a circa sette chilometri da Bengasi: Indi l'acqua viene pompata nel serbatoi sopraelevati a una ventina di metri sul livello del suolo. Indi condotta, per sette chilo metri, fino alla città, e distribuita, per altri quattordici chilometri di condutture principali. E ora, poiché la città ancora si estende, e la popolazione s'accresce, e i bisogni dell'acqua in proporzione, è in progetto là costruzione di tutto un altro più esteso complesso di gallerie filtranti, sempre intorno al Fuelàt, con altri Serbatoi e altre condutture. Tali, 1 principali lavori dell'Ufficio delle Opere Pubbliche del Governo; c se ne potrebbero ancora elencare diversi, riguardanti 11 porto — U porto che diremo vecchio, per distinguerlo già. auguralmente, da quello futuro, per ora, ahimè 1 poco più ohe in progetto — banchine, pontili, colmate, fari di allineamento. Ma poi, a rinnovare Bengasi, ha lavorato e lavora 11 Municipio: e hanno lavorato e lavorano soprattutto i privati. Hanno costruito, questi, e continuano a costruire in proporzioni impressionanti. Edifici e palazzine di stile e di gusto spiccatamente europei s'alternano a palazzine e case in cui si sperimentano riproduzioni e adatta manti, molto spesso veramente felici dello stile moresco, o più semplice mente della comune abitazione lndige^ na: che s'è dimostrata anche, come del resto è troppo logico, la meglio idonea alle condizioni climateriche del paese, la più conveniente di tutte, anche per noi Europei. Se ben si osservi, la pian ta dell'abitazione Indigena, se deriva In forma ridotta, semplificala magari atlrv schema elementare, da quella tradizionale della casa moresca, o arabicospagnola — fabbricato quadrangolare a uno o due piani; terrazzo In luogo del tetto; scarse e misurate, e convé nientemente, al caso, protette, le aper ture verso l'esterno, o addirittura nes suna, oltre la porta d'ingresso, e pra ticate invece distribuite amplamen te verso l'Interno, sul cortile centrale — U classico patio. — nelle abltr.zioni più lussuose contornato da portici, rln frescato da un fluir d'acqua in una ve sca.con qualche albero o qualche fiorita aiuola ad allietarlo; — la pianta dell'abitazione Indigena, dunque, corrisponde anche, dal più al meno, a quella della cosa pompeiana, cioè ori ginalmente della casa greco-romana: t la pianta tipica Insomma, inveterata millenaria, della casa dei pnesl medi terranei meridionali, che conoscono l'acceso dardeggiare del sole e Insle me l'impetuoso.soffiar del venti, la calura afosa e improvvisi sbalzi della temperatura. Chi fu mai? che sdottorò qua: — Bando al ■color'locale»! Noi non ci umileremo, nella nostra colonizzazione, a derivare nijlla, nemrne no per l'edilizia, dalla vecchia e sor passata civiltà arabica, e In queste de generi estrinsecazioni nord-nffricane Tutto rifatto, ha da essere, e ventesimo secolo! — Presuntuoso e stolido errore! che viene espiati}, come si conviene, al giorni torridi estivi, e peggio a quei di vento, e peggio ancora se gìtlbii, da tccssaigdmmvgtccpdrdsdndprtsqlfcvcrrstasctogn ulli coloro cui tocca abitare in case costruite bellamente all'europea, e poiché di recentissima fabbricazione, costruite anche secondo il più moderno stile, con più aperture che non muta all'aria libera e al. sole. Sicché non ò taliano qua immigrato che, dopo adeguata esperienza, non cerchi piuttosto d'installarsi in una casa indigena, o meglio, in qualche casa costruita, come assennavo, con opportuno adattanentoSlel tipo di quelle indigene: derivazione moresco-spagnola, derivazione greco-romana, queste, nella loro rianta tipica, ripeto, corrispondono alla consolidata esperienza, e tanto più precisa e sicura In quanto s'è riprodotta e perdura in queste architettoniche modeste, anche umilissime manifestazioni. Ma certo deriva dall'errore che sopra riferivo, da una malintesa cioè fobia degli usi inveterati dal paese e del cosiddetto color locale, e dalla mania del nuovo a ogni costo, la ricostruzione, in forma di portico in muratura, dei siik — ossia 1 mercati coperti. Quieta, l'ha fatta il Municipio. Mentre, prima, le vie del suk, opportunamente riparate dalle tettole o dalle graticciate di legno, o anche semplicemente da stuoie, che le coprivano, facendo a esse quasi soffitto tra l'una e l'altra fila dele case, dilungavano e s'intersecavano fresche nell'ombra, con disordinate t colorate, qua e là, chiazze di ìacé vi va, e offrivano quel bizzarro aspetto, così caratteristico, insieme con gli odori agri e gii effluvi molli, e cosi pittoresco, dei mercati d'Oriente; ora. questi modernizzati sttfc bengasinl. trasmutati In sottoportici chiusi, di 'banale architettura e senza vicenda di colori, sorta di budello edilizio spalmato di cruda calce, sono diventati monotoni e tristi: hanno perduto la curiosità 9 ogni attraenza esotica, senza avvantaggiarsi per nulla in- altro senso — almeno, cosi mi pare — nemmeno per »1guardo all'igiene: che i lezzi insieme e i profumi dell'Oriente vi ristagnano, putrì egualmente. E ancora 11 Municipio, invece, per cgpffapppsto, ha dotato Bengasi di un de' suoi più belli, più intonati edifici: quello precisamente dove esso ha sede, quanto mai indovinato nell'ideazione e nella costruzione, delizioso palazzetto, In etti l'architetto ha trattato oon fresca originalità e svolto con gusto moderno motivi tradizionali moreschi, riuscendo a un armonioso effetto di nobiltà e di leggiadria, Cosi: la nuova Bengasi risente, nel suo vastissimo sviluppo edilizio di questi anni — e forse non in questo sviluppo soltanto — di due tendenze, che mostrano di opporsi l'una all'altra; e l'una che mira, direi, a un'europelzzazlone, più esteriore che sostanziale, ma europeizzazlone a oltranza, senza tenere conto, anzl'ln dispregio di ogni condizione locale, climaterica o di usanze, ambientale In genere, mirerebbe anzi, se possibile, a violentare o distruggere tali condizioni; e l'altra che s'esprime tentando come più moderatamente e agevolmen te adattare, Intonare l'europeismo al la natura, alle tradizioni, in sostanza alla realtà sussistente del paese. Molti degli errori compiuti qua — e davvero non soltanto nel campo edilizio sono imputabili all'una, e molti anche all'altra delle due tendenze... Forse poi il giusto, la verità, la saggezza tutte queste ottime cose consistono semplicemente nel non accentuarne troppo nessuna delle due, nel non mettersi decisamente e recisamente per l'una contro l'altra ; ma nel trattarle a vicenda, caso per caso, nel contemperarle empiricamente runa con l'altra, cercando, trovando quel l'oraziano quid medium... La crisi, già! Lo straordinario progresso edilizio di Bengasi ha concorso a produrla e raggrava in questo senso: ohe ciascuno — intendo ciascun privato — non soltanto se provvisto di scarso capitale, ma anche non disponendo d'altro che d'un po' di credito, avvistando però la palese convenienza d'ogni nuova costruzione, in questi anni d'eccezionale sviluppo della città, mentre oon promettenti prospettive s'inizia l'opera di colonizzazione agricola dell'interno, s'è lanciato in una sua impresa ediliziaqual si fosse. E ciascuno oggi, prò gredendo il paese, è tanto più certo d'avere fatto II suo buon affare, davere acciuffato anche lui un riccio lo della chioma fluttuante della Fortuna. Ma 11 capitaletto intanto è esau rito, le banche hanno ristretto ogncredito, il danaro è diventato prezioso, quindi raro... Piuttosto che mo menta di crisi, è momento di costret ta, ma opportuna stasi. Forse, si è corso troppo, in questo senso, e troppo presto: bisogna sostare, riprendere flato. Attendere che la campagna, che va assai più a rilento, raggiunga, nesuo precipitato progresso, la città. MARIO BASSI

Persone citate: De Fino, Hussein ? Villaggio Giurlatl, Sanità Marit