CIMELII DONIZETTIANI nelle vetrine del Museo a Bergamo

CIMELII DONIZETTIANI nelle vetrine del Museo a Bergamo MUSICA E bA COMMEDIAhA CIMELII DONIZETTIANI nelle vetrine del Museo a Bergamo ,,M ricotte d'eventi, come Queste, di Ber- » musicete che G. Donati Petteai, bile saggiatóre d'ar#omentt lette1 e musica-, ba redatto eoo amore e «tra. e l'Istituto d'arti gra&ohe atam■Ma con la oonaueta eleganza, ewa oantiene _ sostanza tutta la storia delti musica a Bergamo, polche, dedica- al Conservatorio, a&a Cappella di Maria Maggiore; al Museo doni-Me abbraccia quasi cinque ascoll, aoaannandoai a tthiniinarne i maggio- al 1S65 pfr riconoscere le origini del pietoso, benefico Consorzio daùa MJaerioordi* Maggiore, al quale che già si ornavaBfayr o il canto Sorvoliamo i secoli e le cronache minori. Nel 1805 la Misericordia, accogliendo la proposta di Simone Mayr. fondava il Conservatorio, modestamente tienonoInaio . Lezioni caritatevoli di Musica ». e lo apriva al poveri, come < un nuovo mezzo dì sostentamento >. Ma Simone Mayr. bavarese d'origim*. italiano per gii Insegnamenti di Cario Lanzi e di Ferdinando Bertoni, acclamato autore della Saffo e delia Lodovitlta rappresentate a Venezia, nel proporre l'istituzione del Conservatorio di Bergamo mirava non tanto alle opale benefiche quanto al mezzo che egli avvisava più opportuno per « prevenire la decadenza e risvegliare a nuova vita la languente scienza della musica ». Mirava soprattuao al teatro, nel quale «la decadenza si mostrava più evidenti» e propugnava (udita I udite, o oantanU !) « l'esercizio delia declamaalene, facendo che i ragazzi rappreseti Mao piccioli drammi musicali, onde ■vestendosi della condizione e situa ■Ione dal personaggio, apprendano il gesto effettivo e la pronunzia netta che m sentire la parete e il numero della poesia e si modifica secondo I diversi •entimemi.. Propugnava inoltre .le cottura, accoppiando la musica con al tra oogntrlenl necessarie, tomi* dee* belle latterò étto secoli dopo veniva commeesa fam-3Zw__»^,«Jv2hi ™2n. STiuL^r^i oTt, «Marta MaegAoreghc^ju ei ornawoTunnaustre cgppeEa musicala. Il Con. oortìo l'affrettò a istituire scuole di iettare, conto a suono, e aprirle ai chierici scelti tra 1 poveri, a maggior decoro della liturgia; e l'Accademia di lettere s'accrebbe d'una Scuola di Musica, dalla quale derivò l'attuale Conservatorio. Organi ed altri lstrumeoti, messali e antifonari-i,' venivano raccolti, per l'uso pratico, per la nascente biblioteca. Uno Tra ì più insigni teorici del Quattrocento italiano. Franchino Gemitìo, diresse la Cappella e la Scuola, tinche Milano non lo lusingò a .attrasse. Altri maestri illustri nella polifonia vocale, nel dramma, gli successero, da Giovanni di Burgundi» e Alessandro Grandi a Filippo Vitali e allò Zianl. L'organista della Basilica, dal canto suo, accompagnava la liturgia, restando oscuro e dimenticato se non avesse legato ti suo home a boccaccesche avventure, come avvenne a frate Elia, negli ultimi del Quattrocento; interdetto e sospeso per peccati e scandali, egli fu serbato al suo posto, grazi* al favore del popolo e del Con-' sorzio, tanto era valente e stimato nell'arte sua. ti Coni eira/torto; Donisetti n corso d tooognonw di studi Minisi udite!) .un Urroeve — deve ooneecari atta fieni la sua propria lingua, s agii sappia pronunziare chiare le parole, ben articolate, intendere a vero OliTHftnoto e penetrare le finezze dello stile. Quegli che dedicasi al teatro deve rendersi istruito nella mitologia e nella storia moderna ed antica, deve leggere e saper gustare i poeti, perchè questa lettura del pari di quella della storia, arricchirà la sua memoria, riscalderà la sua immaginazione, e terrà la sua anima in quella specie di tensione, la quale fa d'uopo per esprimevi le grandi passioni drammatiche e por vestire esattamente IH caràttere del personaggio ch'ei deve rappresentare, al storico che favoloso >. Donizetti o Verdi • Gaetano Donizetti. I suoi progressi Bono 1 più spiegati si nel canto che nel cembalo. La sua condotta è ottima' Questo 11 giudizio di Mayr, nell'anno scolastico 1811-12. Il buon Maestro avevo, intanto difeso il piccolo Donizettiserbandolo all'Istituto, quando egli corea pericolo di esserne dimesso a cagione d'un difetto organico della voce. Grazie al Direttore, Donizetti ottenne di continuare lo studio del cembalo e «Mio altro materie. Più tardi Mayr taceva ritoccare il Regolamento, a favero dei giovani Che, ammessi nella Scuola di conto, avessero perduto la voce durante gli • anni della mutazione. 11 giovanetto intanto progrediva, inserii tosi, a una scuola di architettura, col ttvava l'italiano, il latino, la storia Nel Conservatorio, meritava l'incarico di ripetitore al pianoforte e l'ammissione anticipata allo studio dell'armonia, frequentava le scuole di organoflauto a cootrabasso. Otteneva premii•Ila fine dell'anno; Poi, «orso 1 diciassette annll 1 rapporti scolastici denunciano • una condotta non troppo regolare ». fuori dell'istituto, che si riflette pure nella negligenza dagli incarichi scolastici Ramanzine, minacele di espulsione. Non eri tanto una crisi fisiologica — interviene a dire, con indulgenza, ti Petto ni — quanto una crisi spirituale; poiché il giovane se trascurava ad esempio i piccoli allievi a lui affidati era invece ansioso di conoscere scienze ed arti, di frequentare i teatri e le sale private; inoltre componeva abbondantemente quartetti nolo stile dei maggiori tedeschi, messe e sonate. Già l'ambiente bergamasco gli sembrava troppo angusto. Lo stesso Mayr convinse Andrea Donizetti dell'opportunità dInviare il figliuolo Gaetano alla scuola di oootrappunto del padre Mattel, a Bologna. Sussidiato dalla generosa Congregazione. Donizetti lacava la cittàLe memorie ■ s'affollano commoventee con la guida del Pettini ripercorriamo l'esistenza del Donizetti, esistenza che U Museo donizettlano sembra fedelmente narrare nella moltitudine dogli oggetti, dei ritratti, delle letteredocnmeuti eloquenti degli anni splen didl e della misera fine di lui. Ma fuori dei frivoli documenti delle ere spensierate, chiama l'attenzione una raccolta di lettele del Donizettalte sua ammiratrice ed amica Giusepplno Sir log belli, la qjale sovente iospitò a Milano. L'epistolario è da attribuire al 1812- Esso tocca due volte di Giuseppe Verdi « Vi scrivo Ignaro ancora del destino artistico del nostro Verdi, ohe gli auguro del resto felicis Simo e sul quale non dubito.. Per ogndova fo di ini s de! suo talento i più grandi elogi. Oltre l'amicizie che a lumi lire... . e più tardi . Mi hannoStto che voi non respirate né palpile più che pei Verdi; la vostra stesslatterà vi tradisce... Ma io approvo «•tra passione; vi stimerò sempre chamiate artitf' di grando talento. Nonro dolermi se la mia volta o passa» Miiinrtn eoo un altro ocmp o.monovuoenuov; altri hanno ceduto a noi il posto, noi lo cediamo agli altri... felicissimi di cederlo a gente di talento come Verdi... Siate tranquilla del successo di Quei giovane. 1 veneziani io stimeranno quanto l mHaneai; poiché il cuora è uguale dovunque. Se pure il successo non coirUpondosee alle speran ae dei suol amici, ciò non impedirà al buon verdi di occupare ira poco tempo uno dei più onorevoli poèti nella coorte dei compositori •. Pagliari suFarte In questo fascio di lettere, per lo p ù lpfpctMmdnIgaie e vivaci, si fa già stwda un sen! r' " ' "aspirazione pno alia fortuna che pure gli eraT a quei tempi, propizia. « Tutto è falso >. sdattaenV Ài m.iir^Sir "fpeuto di malinconia, una»n.xi<tiii>ut ^- ,?oll.tudlne' «no scetticismo Intor- MUn manoscritto, poi, uno schema dei discorso che Donizetti pronunciò nella; mcerimonia della sua ammissione all'I-aistituto di Francia, contiene pensieri esull'arte. In parte essi procedono da: dMayr, come U seguente: «La musica: inon è che una declamazione accentata mda 6uont e perciò ogni oompositore :6oeye intuire e far sorgere un canto 'adati accento della doolamazione dello sparolo. Chiunque in questo non riesca, znon comporrà che musica muta di san- stlmeato •. In parte rivelano la diretta! Lconoscenza delle necessità artistiche he o e o o o a a e n l acquisita nella pratica e maturata nel le estetiche considerazioni. Ecco qualche frammento. JSSSP* ,può apprenderti da ognuno £?" l» pratica 1» si acquista con te occadool, co; uarsgiio. Il gusto ed U genio devono essere limati nel compositore. Eccone l'effetto: Rossini e genio, e, come tale, ha aperto l'immaginazione del suol contemporanei. Egli operò una rlTOluiione. popò di lui — parto dell'ltuia' — ogni altro compositore * vissuto o vive con la "p1*"** e col gusto, o con la pratica nata dallo stile creato da questo genio». « Uno che. dopo Rossini, tentò e tenta tuttora d'avvicinarsi ai compositori tedesebi è Mercantante, di quale, nudrtto a buona scuola, avendo per sorte potuto In molte parti del mondo sentire I differenti caratteri musicali, fa nelle opero sue una felice fusione di canti Italiani cogli accorgimenti tedeschi». «L'essere genio (lavoro U genio di Rossini), non t dato a tutti, però da quel foco ne nacquer scintille, che a poco a poco vissero, crebbero e lottarono, benché per via opposta. Bellini, Mercsdante col loco primiero presero loco convenientemente dopo Rossini. MI spiego: Meyerbeer, Paer. per le occasioni che ebbero di far studio a sentir sopra loco gli autori alemanni, furono t primi ad arricchire d'tstrumtmtale, quindi, di nuovi effetti le nostre orchestre, nei primi anni di ernesto secolo. Dalle semplicità a'istrumentazlone di Olniarosa, Pnér o zinpareUl si passò, a causa di questi novatori, a Guglielmi, Generali. Coccia, ecc. Rossini apparve, e compi ciò che ad un genio solo era dato compiere. Non lo studio, ma lo frequenti occasioni di scrivere lo corressero o lo fecero più castigato nell'arte. Da tanto Renio, da tanta pratica, e. -malgré, lui», da tanta scienza sane il • Guglielmo Teli ». In caia Buoni-Scorti Commovente, nel volume del Pcttèni, è la descrizione delle ultime ore del Donizetti, quale risulta dalla lettera, in lingua francese, che la signora Basottl-Scotti invio ad ima sua umica Donizetti viveva già da tempo inerte e Abbandonato nel manicomio di Ivry, Pietosi amici riuscirono A I là e avviarlo in Italia. ParParigi il 20 settembre 1847, "'Jtìatasf te Bergamo,- nella signori Basoni-Scotti, i quali plkxlo, la sera del 6 ottobre. <C reggersi, muto, attonito, Jobbe alcuno. Le donne di 1 ruppero in pianto; una '«glosse aveva acconsentito, in tempo ansai lontano, a sposare l'infelice compositore.» ogni cura fu vana nel ravvivare la sopita intelligenza di lui. Qualche cenno del capo, piangeva, riconosceva debolmente le persone, ma non più la sua musica. Sei mesi trascorsero. Si sperava nella primavera. • II 5 aprile, alle 6 di sera, a meta del XLW^kW^iVJ^^^^e la bocca, e gli paralizzò il braccio e la.mgamba sinistri. Restò tutta la notte tn tale stato, malgrado una dozzina di senapismi ^■■^M.,^1^p^^JL,J*Je.^1,'so'a^lalcunché, avendo 1 denti dei tutto serrati, Alle 7 del mattino si riuscì a fargli In-1 Belare qualche cucchiaiata di brodo, e la fisionomia del maestro ritornò gradevole, con gli occhi Intelligenti. Alle io gli tu applicato un vescicante sotto la nuca. Sopravvenne la febbre fortissima, che continuò, malgrado l'applicazione di 16 sanguisugne dietro le orecchie. Poi potette bere un poco di breno. Si cominciava già a erare. Sfa la febbre ricominciò pia Iurte sctiupnemmtpvaordsVtiltmrCpgrgApMmda„"ago°nla°: e" ré ^"WW •a, rese.l'ultimo respiro, assistito da sperare. Ma la febbre ricominciò più fòrte, i Nuove applicazioni di diciotto sanguisughe : alle tempia. Quando U sangue cessò di ' scorrere, l'ammalato fu preso da convulsioni die gli torcevano le mèmbra spaventosamente. Tutti credevamo che 11 signor Gaetano stesse agli ultimi momenti, si fece Immediatamente chiamare l'arciprete, ti quale gli recò l'Olio Santo. La convulsioni durarono circa tre quarti d'ora, poi la febbre s'accrebbe ancora. Sudava abbondantemente. Al quarto giorno appariva indescrivibilmente dimagralo. Intanto, tn tutte le Cappelle della Vergine si recitavano Messe, e una grande funzione si svolse sull'altare del Santo Crocefisso nella Cattedrale. Sei giorni 5, 6, 7, 8. Il signor Donizetti visse in ai sera. _ un prete e circondato da mia madre, da me, dal suo Intimo amico signor Dolci, e dal suo affezionatisi Imo domestico ». La lettera reca pure notizie dell'autopsia e alcune frasi oscure intorno alle origini della malattia che aveva determinato la perdita della coscienza e la catastrofe. Ciò che è interessante riferire appunto perchè si tratta di persona che apprese per prima le ipotesi dei medici ; probabilmente le frasi che a noi sembrano oscuTe erano intelligibili a colei cui era inviata la lettera. • Dall'autopsia risulta: l.) che la malattia gravissima era localizzata nel midollo spinale, il quale si trovò trasformato in qualche cosa come del catte e latte; 2.) che un liquido s'era diffuso nel cervello, cagionando l'attacco apoplettico. I dottori, in numero di undici, hanno assicurato alla u_aaita che se la malattia fosse stata curata dall'Inizio 11 Maestro avrebbe potuto guarirne, essendo sano noi fegato e nei polmoni; 3.) il cuore era molto diminuito, prova certa che esso aveva a lungo sofferto (per colpa di coloro che non ne avevano puntoi). I medici hanno detto che il cervello del Maestro pesava un terzo di quello degli uomini ordinari, e vi hanno scoverto f più evidenti Indici della musica, della memoria o del talento». La lettera'conclude : • Quanti rimorsi (se no sono colpevoli), devono avere le persone che hanno contribuito alla sua perdita! (forse tnvolontarlamente). Io non cercherò la scusa di questa rdltal Nè 1 suol autori. Se 11 povero ma'enza o dell'Interesse di questa o quella persona, lascio a ciascuno la cui» di canaultaro la propria coscienza, per concentrarmi solo nel doloro che rende più amaro il ricordo delle sventure iirovafe da questo grand uomo negU ultimi ansi della sua vita ».. Reticenza e pudori degni di una gentildonna, ai quali la scienza medica ha già opposto diagnosi semplici e precise. Óra 11 Museo raccoglie nelle sue ricche ed austere vetrine ciò che delia vita materiale di Doniaetti resta; d'una vita iniziatasi nella miseria e nell'oscurità. « La mia nascita scriveva al suo maestro Simone Mayr — fu segreta, poiché nacqui sotterra, in borgo Canale. Scendevasi per una scala da cantina, ove ombra di luce mai non penetrò... ». a. d. e. G. DONATI PETTENI: «L'Istituto Musicale Donizetti. la cappella di S Maria Maggiore, il Museo donizettlano ». — Bergamo. Istit. Ital. di arti grafiche. Il tolume sarà in vendita U ib gennaio, al preso di U ».