RAZIONALIZZAZIONE DELL'INDUSTRIA

RAZIONALIZZAZIONE DELL'INDUSTRIA RAZIONALIZZAZIONE DELL'INDUSTRIA n vero fine delle Industrie è — secondo Eurico Ford - « di liberare lo spiri to e il corpo dalle penose faiictie dell'esifctena* riempiendo il mondo di prodotti ben (atti e a buon mercato > Non è esano dire che il mondo non può h» fiorbire che una quantità determinatartl prodotti. Si può e si deve sviluppare il consumo dando ai bisogni esistenti la possibilità di essere soddisfatti. A qu«sto scopo occorre produrre di più e a minor costo: e tale è lo sforzo a cui tende la cosi detta razionalizzazione dell'Industria, specializzando ia produzione, ottenendo il massimo rendimento dalle macchine., la migliore utilizzazione dagli operai, ovviando alle perdite che subisce l'economia generale, sia dalla imperfetta organizzazione dei mercati che dal mancato ariattamento della produzione in ris -ito al mercati stessi, sia dall'esist . i di aziende non economiche, dalle '< Ut generali e stagionali, dalla cattiva organizzazione dei trasporti, dalla molteplicità degli Inter' >diarl. dalla varietà Inutile dei pr; itti. I risultati finali della razionalizzazione devono essere di aumentare il rendimento del lavoro e 1 ridurre il prezzo di costo dei prod , e tali economie portano per cons" .uenza lo sviluppo della ca parità di assorbimento del mercati di acquistò. Negli Stati Uniti Negli Stati Uniti la razionalizzazione si è accompagnata ad una politica di alti salari: è col miglioramento delie condizioni di vita della collettività che si vuole assicurare l'utilizzazione della produzione accresciuta. I. metodi essenziali della razionalizzazione sono: standarnizzare i prodotti e organizzare scientificamente il la¬li» standardizzazione, ossia la creazione di tipi uniformi, deve essere 11 risultato di una elaborazione dei modelli più conformi ai bisogni del pubblico. Scelto il modello, tutto il procedimento di fabbricazione deve tendere a produrlo nel modo più perfetto e al minor costo. Per tal fine ogni stabilimento specializza tutta la propria organizzazione direttiva, meccanica, operaia, in una determinata produzione, e l'applicazione di tutto questo complesso di energie, volto alla fabbricazione di un solo prodotto, può ottenere più facilmente i risultati più perfetti e più economici. L'attrezzatura dello stabilimento e la relativa manutenzione sono grandemente semplificate nel produrre un'solo modello, 11 lavoro p meglio distribuito e utilizzato, ed enormi economie sono possibili nella organizzazione della produzione di tutti 1 suoi momenti, a cominciare dall'acquisto su più larga scala delle materie prime, a finire alla vendita in massa dei prodotti Uniti. A questi evidenti vantaggi della standardizzazione per il produttore, corrispondono non minori vantagiri per il consumatore, a, cui viene offerto un prodotto meglio elaborato ad un prezzo minore. L'organizzazione scientifica del lavoro mira ad eliminare qualsiasi forma di sperpero sia di materiale, di tempo, di trasporto e di mano d'opera, non soltanto nell'interno delle officine, ma in tutto il processo della produzione e degli scambi Si deve profittare di tutto il valore del lavoro per poterlo remunerare al massimo, per questo stesso valore; ecco perchè dalla materia deve trarsi il migliore partito possibile, affinchè il tempo di lavoro umano Impiegato per estrarla, per traspor tarla, per elaborarla, non vada perduto In un'officina idealmente perfetta il servizio cosi detto di recupero sarebbe superfluo A differenza, poi, dello sperpero di materiale, lo sperpero del tempo, come quello del trasporto, non è mai recuperato Sperpero è l'acquisto di un quantitativo di materiale superiore alta necessità della produzione, ciò che equivale a una immobilizzazione inutile di energia umana, che ne deprezza anzi il valore. ' D'altra parte, è ugualmente uno sperpero restringere le previsioni e limitare gli « stocks » al punto che la produzione possa su bire dello interruzioni, In caso di acci denti Occorre trovare una via di mezzo, che dipende in gran parte dalla facilità e dalla rapidità dei trasponi, ma vi saranno sempre delle difficoltà mtando si spediscono quantità superflue di merci. . Tutto 11 problema del rendimento dei lavoro rons!«tp nella ut'l'zzazione massima del fattore operaio. Taylor ri. tiene che. abbandonando il lavoro pigro, il sotto-lavoro In tutte le forme, e meglio regolando le relazioni tra imprenditore e operaio In modo che questi lavori del suo meglio e con la maggiore ran'dità, e con l'intima cooperazione che deve essere nell'ordinamento di tutto il lavoro, e con l'aiuto che avrà dalla direzione, ne deriverà in media quasi un raddoppiamento di produzione ir>er ogni uomo e per ogni macchina Ford cita molti casi In cui la più saggia utilizzazione del lavoro ha recato economie pivi che raddoppiae. Il principio da cui parte può riassumersi cosi: che un operalo, se possibile, non abbia mai da fare più di un passo, e che egli non abbia bisogno di distrarsi dal ritmo del suo lavoro col piegarsi a destra e a sinisrraj ciò si ottiene col collocare strumenti ed nomini secondo l'ordine successivo della operazioni, In modo che ogni parte abbia a percorrere fi minimo sparo durante il processo di lavorazione. € L'operaio deve far possibilmente una eoe» sola con un solo movimento ». In Germania M grande interasse è il recente sviluppo della razionalizzazione in Germania. Sotto l'Impulso delle difficoltà economiche che quei paese ha conosciuto a causa dell'inflazione e dei debiti di guerra, l'economia tedesca si è appropriata, più rapidamente degli altri paesi europei, e in una più larga misura, 1 metodi americani moderni di organizzazione scientifica del lavoro. Da un recente studio compiuto dall'Istituto Nazionale per la Esportazione, riportiamo, a mo' d'esempio, alcuni dei risultati ottenuti dalla rozioimnzzasione delle industrie In Germani». Questo movimento si è svolto in due modi, quasi sempre simultanei: con l'acceleramento della' concentrazione delle aziende e con la riorganizzazions generale di queste. Una concentrazione orizzontale succede cosi alle coossali concentrazioni verticali che, nel periodo dell'inflazione, raggruppavano ootto una stessa ragione sociale tutta a gamma della produzione, dall'estrazione al prodotto finito c talvolta, coese epeci alni ente nel Konzern Stinnes, euauprendevano altresì impreso di nato» diversissima. Prendendo (rionalmente le tre grandi categorie dell'attività industriale, l'insieme dei caplta'i raggruppati in conorzi, in relazione all'insieme dei capitali impiegati in queste industr e. rappresenta: er rtmhutrla delle materie prime 88% . > ' del prodotti trasformati SO % » • dei trasp. e commercio 68 % Tali concentrazioni sono state effettuate con scopi diversi, a seconda de! casi: geueralmente in vista di raccogliere gli sforzi collettivi, per ottenere, In un'operazione comune, il massimo rendimento con la massima economia nella produzione iconcentraz'one mineraria e siderurgica!; ma possono ancjte determinarsi per fissare I limiti dela produzione per ogni associato, in elazione ai bisogni de! mercato; possono rappresentare inlese comini di carattere commerciala per gli acquisi' delle materie prime e peT stabilire, d'accordo. I prezzi di vendita del prootti; a volte procedendo a'ij vendite sclusivamente in comune; può. ìr.ilm. trattarsi, come per le banche, di rtese dovute unicamente aj'o scopo dì eridersi le zone di influenza o per territori o per Industrie, evitando Interferenze e concorrenze dannose. Fra le varie concentrazioni avvenute, due costituiscono delle vere potenze: Vereintgie-Stalilwerlte e I. G. Farben. Da un lato la grande siderurgia, gl'altro I» chimica. Imprimo dUiu ; sti • trusts » ha un capitale di 800 milioni di marchi-oro. l'altro un capitale di 1.025 milioni di marchi-oro. La concentrazione delle Imprese non è tuttavia che uno degli aspetti del processo di razionalizzazione. Uuesto si estende ormai a tutto l'organismo industriale; oltre che con la fusione e concentrazione delle attività similari, e U conseguente controllo su tutta la produzione, anche e soprattutto col perfezionamento e la semplificazione de' vari procedimenti tecnici; si estende poi all'organizzazione del lavoro, per un maggior rendimento dell'elemento operaio, o abbraccia infine tutto l'apparato commerciale, per uno svolgimento più razionale delle compere e delle vendite. Il processo di razionalizzazione ha assunto 11 6U0 massimo sviluppo nelle Industrie minerarie, siderurgiche e chimiche, dove è preponderante, quando non addirittura assoluta, la produzione in massa. Dove invece le industrie elaborano prodotti che rivestano parzialmente o totalmente un carattere artìstico o una originalità qualsiasi, la razionalizzazione si è limitata più che altro a intese commerciali per gli acquisti e le vendite in comune. Mentre è assai difficile individuare nel costo della produzione razionalizzata la parte chi? si riferisce al fattore capitale/è" più facile precisare la parte rappresentata, dal lavoro e il suo cresciuto rendimento. Si calcola che -150.000 operai e 100.000 impiegati siano stati eliminati dal processo produttivo per merito della razionalizza zione. Quesia eleminàzioiie peraltro non Ita gravato sulla cifra media complessiva dei disoccupati, che è andata anzi diminuendo da 2.014,000 al Lo novembre 1026 a 697,000 al Lo novembre 1927 (Wirtsbhen und Stafistlk), e ciò spiega poiché l'altq tenore industriale, con l'accrescimento della produzione, ha potuto facilmente assorbire nuovo lavoro. Nell'industria delle miniere di carbone si rileva che. mentre la media mensile di produzione ne! 1926. a razionalizzazione già iniziata, è stata di 3.970.655 tomi, con un numero di 83.771 operai, nel 1927 è stata di 2,173.443 tonn. con 88.732 operai: cioè nella produzione si è avuto un aumento del 10 %, mentre ne! lavoro l'aumento è stato soltanto del 6 %. ' L'accresciuta produttività degli operai si è ottenuta con due metodi. Da un lato la necessità di licenziare parte del personale ha provocato una selezione di questi: sono statit conservati i migliori. Nello stesso tempo il timore del licenziamento ha contribuito ad accrescere lo zelo degli operai rimasti. Calcolando ,a 100 la media di produzione per operaio nel 1913, si ha nel 1925 una media di 90.05: nel 1926 di 107.6: nel 1927 si ha un massimo di 113.9 nel gennaio, che discende peraltro a 104 nel maggio, a 103.5 nel luglio, a 102.5 nell'agosto. Oltre a un maggior rendimento operaio, si è provveduto al perfezionamento dei metodi di produzione dell'energia» necessaria, allo sviluppo di processi meccanici d! estrazione, a una utilizzazione sempre più estesa dei' sottoprodotti, al trasporto più rapido e niù economico del carbone dalla miniera ai forni a coke, all'impiego più economico delle caldaie, che avviene meccanicamente con un risparmio nptevole di fuochisti, alla semplificazione dei metodi amministrativi, ecc. Nell'industria siderurgica, come in quella del carbone, i selezionamenti hanno contribuito notevolmente a raggiungere rendimenti maggiorL Nelle Verainigte Sthalwerke la produzione del secondo semestre 1927 ha oltrepassato quella del secondo trimestre 1926, nel quale si formò la concentrazione, di 13.8 % per l) carbone .77,9 % per U cote 65.9 % per la ghisa 64,4 % per l'acciaio ss % per U ferro laminate. mentre l'aumento del personale durante lo stesso periodo è stato de! 13 %. Nelle industrie specializzate, come le meccaniche, è più difficile mettere in evidenza ì nrogressi realizzati in seguito ai perfezionamenti tècnici, rome, invece, nelle industrie che producono un articolo sempre identico e in grandi masse, quali le industrie del ferro e del carbone. La riduzione del percorso del materiale in lavorazione è stata l'oggetto di particolari cure nella razionalizzazione dell'industria meccanica. Nell'industria automobilistica si è proceduto con ogni sforzo alla riduzione del numero dei tipi di « chassis > c alla specializzazione sempre maggiore delle fabbriche. La tabella seguente dimostra i risultati ottenuti: un n costruttori eoa 118 tipi in (fi • » 94 » 19*5 S'J » » 7* • 1928 30 > » i.ì ■ Contemporaneamente si è avuta una notevole diminuzione nel prezzo delle vetture, che al presente si trova a un livello paragonabile a quello della concorrenza estera. Nell'industria dei vagoni, il primo passo verso la razionalizzazione si è avuto con la costituzione della Wagenbauvereinigunge e si procede con ogni sforzo a estendere alla totalità delle fabbriche il programma di razionalizzazione applicato alle forniture per la Reichsbahn, e cioè limitazione di tipi di vagoni, specializzazione di ciascuno stabilimento nella fabbricazione di tipi determinati, centralizzazione degli acquisti di semi-lavorati destinati a queste forniture, ecc. In una fabbrica dì prodotti chimici, l'applicazione della razionalizzazione ha fatto aumentare l'efficienza produt-v tiva dello stabilimento del 200 ha permesso di ridurre, per una determinata produzione, il numero dogli operai a una terza' parte di quello originario. Contemporaneamente si è potuo introdurre l'orario di 42 ore settimanali invece che di SO, come era prima, dando così agli operai due giorni consecutivi di riposo per seltimana. Con ciò il guadagno degli operai per ettimana non è diminuito, perchè è aumentalo notevolmente il loro guadagno per ora di lavoro, essendo essi pagati a cottimo, anche quelli adibiti ai rasporti, ai lavori di pulizia, ecc. Le basi del cottimi sono state studiate, determinando esattamente con contasecondi il tempo impiegato a compiere ogni singola operazione. Nell'industria ottica la razionalizzazione si è applicata nel senso di create il numero di tipi possibile, semplificando la produzione e arrivando a produrre in serie. Per esempio, da un numero di circa '.200 modelli di cejchi di occhiali, si 6 arrivati a ridurli a '40 varietà, costruite con :» soli pezzi di tipo fondamenta^. Per arrivare a una più completa razionalizzazione nell'industria tessila, si è comunicato con la normalizzazione della moda, validamente sostenuta dalla propaganda, in certi gruppi di popolazione. 1 continui progressi tecnici hanno spianato la via ad una moria, che si ispira al criterio dell'attualità e che sembra dovrà essere di lunga durata Ciò ha reso pnssihil*" una fabbri cazione in massa con una riduzione del costo di produzione Notevoli risultati si sono ottenuti dala razionalizzazione dell'industria le! cemento. La produzione annuale per operaio, clw nel periodo 1912-13 era'ini media di 254 tono., ha raggiunto iiel 1926, 370 tona E* stato possibile ridurre io larga misura le spese di fabbrioazloiie, cosicché il consumo del carbone per tonnellata di cemento prodotto, stimato prima deile guerre di 450 Kg circa, ha potuto essere ridotto a 350 Kg. durante ti periodo 1924-1926. Anche per la razionalizzazione del1 industria edilizia, hanno avuto luogo esperimenti notevoli, secondo un sisie ma ultimamente ideato, vengono costruite sul posto Intere pareti di cemento armato ohe. una volta asciugate vengono elevate a mézzo di grue e congiunto insieme. Secondo un altro sistema. Io partì de/Ile pareti vengono costruite in uno stabilimento qualsiasi e poi trasportate nel luogo di costruzione, con questo vantaggio, che una pieistra normale di cemento armato di metri 3x1, dello spessore di 20 em., richiede in media 20 minuti di tempo per la fabbricazione e la messa In opera. Lo stesso pezzo di parete iu mattoni richiede per contro circa 7 ore di lavoro, senza computare le ore necessarie per la fabbricazione dei mattoni. Trattasi di esperimenti coi quali si è ottenuto il risultato di costruire una casa in soli 17 giorni. Sono state fissate norme per standardizzare la produzione delle finestre, porte, scale, travi, ecc. A Francoforte si fabbricavano verso la fine del 1925 delle porte della dimensione di 85x195 em. in forniture singole, ad un prezzo di oltre 50 Mk Oggi la stessa prrta, prodotta in serie da una grane* •' iubbrica, costa 15 Mk. per merce '.'ìsa franco luogo di costruzione. L'esempio di razionalizzazione fornito dalla Germania nella maggior parte delle industrie, deve stimolare gli Industriali italiani a una maggiore coordinazione di sforzi e a una revisione dei propri processi produttivi.

Persone citate: Eurico Ford

Luoghi citati: Francoforte, Germania, Stati Uniti