Londra alla finestra

Londra alla finestra La proposta di Washington Londra alla finestra o Niente revisione del piano Dawes Londra, 5, notte. Assai più che dei meriti intrinseci della proposta americana contro la guerra, si rimane colpiti qui a Londra daiM'ammirevole pazienza con cui le autorità e i giornali inglesi stanno considerandola. La pazienza di Giobbe fu una inezia a petto di questa. Non si cerca nè il pelo nell'uovo, nè la biscia nell'erba. I moventi elettorali vengono signorilmente ignorati e nessuno si lascia sfuggire il naturale rilievo che il partito repubblicano in America non può a meno di arrabattarsi a spennacchiare il pacifismo deil partito democratico per incoUaro sulla propria cute un po' di quelle penne che, senza dubbio, possono adescare un certo numero di elettori. La simultanea gran cas sa in favore di una più grande flotta viene similmente negletta, e soltanto qualche ingenuo non resiste alla tentazione di abbandonarsi a cenni intempestivi ai mitragliamenti del Nicaragua. Così pure, ci si guarda bene dal richiamare una certa osservazione di Baldwin, la più inglese di tutte le osservazioni recenti, secondo la quale poco si gio va alla causa della pace coutinuan do ad occuparsi clamorosamente del le possibili ragioni di guerra, sia pure con il buon proposito di elimi narle. E' meglio il silenzio che crea una quiete automatica, una volta che la forza delle cose non militi ineluttabilmente par la guerra. Nel quai cas^ nessuna piramide di parole potrebbe comunque scongiurarla. Allo stesso modo, si tiene chiuso nel cassetto il giusto sfogo di Chàrriberiain nell'autunno scorso a Gine vra, quando egli avvertì che l'Inghilterra è troppo amante-della pace per sentirsi incline a sottoscrivere troppe carte inutili. La infinita pazienza che predomina qui considera inesistenti tutte queste cose e si leva il cappello con il garbo degli amorevoli gentiluomini all'ultimo gesto washingtoniano, esaltandone sovrattutto le buone intenzioni. Una dichiarazione multilaterale intesa a bandire la guerra non può interamente piacere a Parigi, i cui passi originari avevano certamente il merito di promuoverla, giacché senza quei passi il frastuono attuale sarebbe ovviamente mancalo. Ma Londra giudica che, dopo tutto, (lanuova proposta americana non recherà nuovi pericoli nella situazione, dato che il dibattito in argomento non si prolunghi all'eccesso, e pensa che non si può essere sgarbati verso un Governo che mette sul tappeto la pace perpetua, ad onta dei tiranti di acciaio delle riserve accompagnatorie. Sarebbe meglio taceie, ma parlare di pace non è che un male relativo. Perciò, emanano da Downiug Street, bene puntellate in formazioni, che fanno promettere al piano americano la più diligente e simpatica 'considerazione del Governo britannico. Dui momento però che quest'ultimo s.inora non ha ricevuto se non una copia — puramente informativa — del memoriale di Kellogg a Briand, Downing Street è convinta che le norme della cortesia le impongono ora di tenere in sospeso la sua risposta. Il Governo americano non ha chiesto ufficialmente l'opinione del governo inglese in proposito. E questa opinione non viene quindi avanzata in alcuna guisa, a scongiuro di qualche parvenza di intrusione. Il dibattito si è impiantato fra l'America e la Francia, ed è giusto che prosegua indisturbato fra due così valenti interlocutori, uno dei quali ebbe a provvedere la geniale minaccia e l'altro in seguito la grandiosa bomba per una così idealistica esplosione. Naturalmente, l'augurio ufficiale è che l'accordo venga raggiunto, poiché — riferisce la Rentier — « si considera interessantissimo che gli Slati Uniti si associno ad un movimento il quale da lungo tempo rientrava anche nella politica inglese ». Le possibilità sono certamente infinite — come alla vigilia delle proposte medesime — e non resta che da aspettare la manifestazione della loro praticabilità quando emergeranno dai negoziati franco-ameri cani in corso, ai quali viene lasciato l'onere e l'onore di giungere a capo di qualche cosa. Non descriviamo lo spavento di certi uomini abbastanza seri in cospetto del moltiplicarsi dei patti e delle dichiarazioni di pace, Più che spavento, incomincia ad essere orrore, ma si tratta di tipi so. litari che non contano. Il loro solo conforto è di sorridere ogni tanto sotto i baffi. Stasera, per esempio, non manca una piccola ragione di sorridere. Un cablogramma del pomeriggio aveva lanciato da New York in grembo alla miriade dei gentili paraninfi locali del piano Kellogg per la cancellazione della guerra, l'annunzio che in pratica l'America stava accingendosi da parte sua alla cancellazione dei debiti interalleati. La voce derivava da informazioni uscite sul Journal Of Commerce, ma non vale la pena di specificarla perchè è già stata soffocata interamente dalla Tesoreria americana. «La notizia che l'America si ac cinga a intavolare un progetto per la revisione dei debiti di guerra e del piano Dawes — hanno dichiarato alla Reuter gli alti funzionari del dicastero del Tesoro di Washington — è del tutto erronea e priva di fondamento » MARCELLO PRATI. cvgVatdnrdpdd

Persone citate: Baldwin, Briand, Dawes, Giobbe