I dimenticati

I dimenticati Dalle memorie'di Pietrogrado rossa I dimenticati La signorina dagli occhi di flordallso... Me la condussero certi miei buoni amici, brava gente, nel gennaio 1919. Aveva un nome storico. Era una bella ragazza, graziosa, con gli occhi di fiordaliso. Portava addosso gli avanzi di un vecchio abbigliamento elegante, ma cosi consumato e rattoppato che si capiva chiaramente ch'era l'ulima Bua ricchezza: essa non aveva più da cambiarsi. — In the cosa le posso servire T — Uon avrebbe qualche relazione che possa giovare alla mia povera mamma? Sua madre, vecchia di 60 anni, era stata arrestata tre mesi prima e ora si trovava nell'infermeria delle carceri, gravemente ammalata d'inflammaziorie ai reni. Era tn pericolo, forse non se la sarebbe cavata. L'accusavano di controrivoluzione. I corpi del delitto erano: il gran nome aristocratico, qualche ufficiale nel parentado e un biglietto di lei al fattore della sua casa col quale ordinava: « Riordinate tutto per 11 mio arrivo, ome d'accordo: cercate di far tutto berte ». Tanto l'arrestata quanto 11 fatare piegavano che il biglietto datava dal 915 e che alludeva a certe indispenabili • riparazioni dell'appartamento della padrona. Il giudice istruttore dela Ce-Ka Insisteva invece, secondo la ua « interna convinzione », che il biglietto doveva datare dall'anno 1918 e mascherare; col suo contenuto misteioso, un ritrovo di. cospiratori per un omplotto monarchico. — E non c'è altro che questo biglietto? — Nlanl'altro. E non ci poteva essea. La mia mamma è una donna asolutamente estranea alla politica. Tuta la colpa è in quel suo benedetto nome. Quando era stato eseguito l'arresto della madre, la figlia era assente da Pétrograd ; si trovava in provincia, in visita. Rientrando in citta essa non coi -scava ancora la sua disgrazia. Arrivata dalla stazione a piedi, sotto 11 peso di un sacco da viaggio che porava sulle spalle, essa trovò l'appartamento suggellato e 1 vicini spaventati a tal punto, da non riuscire a rispondere alle sue domande. Non ottenne neppure il permesso di pernottare coà. Per fortuna aveva l'indirizzo di questi miei buoni amici ; essi le diedeo ospitalità e l'aiutarono a ritrovare a Pétrograd suo padre. Egli era diviso dalla moglie, e viveva sotto un'altro home, perchè il suo, noto, lo metteva n troppi rìschi. L'apparizione della ùglia invece che rallegrarlo, lo spavenò. DI piò essa lo trovò In cattiva saute, convalescente d'una influenza. Quindici giorni dopo un tifo sopravvenuto lo portò alla tomba. n padre al cimitero, la madre m arcere... Eppure la ragazza non riuciva ad ottenere 11 permesso di vederla. Dopo una serie di rifiuti, essa bbe un buon consiglio da una Ce-Kista miserlcorde (c'è anche questa vaTietàl). — Non insista più, se no può cadere helloiragna anche lei, e allora chi penerà'alla mamma T chi le porterà 1 viveri di oasa? Colla razione dei prigionieri la disgraziata non camperebbe otto giorni. La sfortuna la perseguitava. Per paecchio tempo essa non riuscì a trovare un solo parente di tanto numerosa famiglia. Gli uni erano stati fucilati, gli altri avevan emigrato; chi in prigione, chi alla fronte dell'esercito bianco. Finalmente scovò uno zio, fratello dela madre ; ma anche questi non campò a lungo.\Egli era molto vecchio e sembrò allvnipote In ccmd^aioni noog.nwmaliTta paura, sopportata duws.t9.Jaivoluzione lo aveva gettai profonda malinconia, aggravata da litanìa di persecuzione; in un accèsso di angoscia si uccise, dando con.quanto atto al suo • comitato di casa ■ gravi dispiaceri. • . . — Se uno vuol abbreviare ,la «uà via non può impiccarsi, annegarsi, tagliarsi la gola, avvelenarsi?... Noi ha voluto proprio uccidersi con una rivoltellata! E ora la Ce-Ka non ci darà più tregua con le sue ricerche: «e perchè il morto aveva una rivoltella n buono stato T E non c'era forse fruì utto un arsenale? E Fappartamento non era poi dedicato alle cospirazioni bianche? », „ . . . ««uiVPregato dalla disgraziata fanciullo, andai io stesso a vedere se si poteva fare qualche cosa. Un illustre personaggio mi disse di conoscere la faccenda; che era roba da poco e che in breve avrebbero rilasciato la vecchia. Ma non la rilasciavano affatto. Io mi servivo in simili contingenze di un uomo assai utile, comunista da poco empo, ma influente; un ex-soclalista rlvoluzlonarlo. Mi recai da lui. Egli assunse informazioni : non c era nulla da fare, la vecchia doveva rimanere in prigione a lungo. — Ma di che cosa la incolpano ? Perchè l'hanno arrestata? — E' questo che non si sa: Il perchè. — Ma si; colpe vere e proprie non ci sono, ma... c'è un nomo controrivoluzionario che dà sospetti... poi il parentado... di tpiù, la « convinzione interna » del giudice istruttore — Ma, scusi;'che cosa vuol dire questa « convinzione interna •, se c'è la assoluta mancanza di prove? In tali occasioni è consuetudine abbandonare l'istruttoria e rimettere l'arrestata in libertà... .. u. —• Eh, no; ciò varia secondo 11 chi e 11 quando... A volta succede che uno sia messo contro 11 muro... — Perchè... non sanno U perchè?! — Appunto, perchè non sanno il perchè... — Come fa piacere sentire queste co66' ,_, ,! . — Ma per la vecchia non ce pericolo; fin che si trova all'ospedale è salva. Le ammalate non si toccano,... Quando sarà guarita, allora sarà un altro paio di maniche; chi sa, allora, come andrà a finire questa faccenda... — E c'ò possibilità di1 vederla libera? — Può darsi, se confessa francamente... — Conlessare che cosa? — Se confessa perchè è stata arrestata... — Mn se mi ha detto ora lei che la Ce-Ka non lo sa1 j — Già, non lo sa. . — E allora, come può saperlo quella disgraziata? — Ma via, come può darsi ohe uno non sappia le cose sue? - — Ma se non c'è niente da sapere?! Eh, ma qualche cosa si trova sempre... — Insomma, lei vorrebbe che s'in colpassc da se stessa? — Non che s'incolpasse, ma che confessasse. „ — Oh, Dio buono, ma non è la stassa cosa? — No, non 6 la stessa cosa. Incolparsi vuol dire mentire; invece da lei si aspetta una confessione veridica. — Ma se non esiste niente ? — E allora rimanga dentro finché non ha trovato! — In questo caso sarebbe liberata ? — Forse... secondo la sua confessione..^ , — Allora può darsi anche che sia fucilata? , , . — Può darsi... secondo la sua confessione. . J , — E la fìplia può vederla? — Quando avrà confessato potrà ve derla anche la figlia.., E via. ria capo la favola del bistento, che dura lungo tempo... L'arrestala si mostrò ostinatissima. Non diede nè a se stessa nè al giudice istruttore la consolazione di sapere Ui che fosse incolpata e, senza aspetta- rcbfrcszamsazzcsaenlcdgfapmgsrcvcipcdupimcuAssr1Mmdlpcusetstdl6dcdggcspbplcmsvstvrpm1pcdvgfpufEtrg—cv r* la fucilazione, « non sappiamo perchè i, commise un atto d'imperdonabile presunzione: mori per conto suo. La. figlia intanto s'era trovato un riugio modestissimo, ma sicuro e duaturo, presso una sua ex-bambinaia, che viveva ora di piccole speculazioni sui viveri, e che offri la stessa occupazione alla sua « signorina ». , Io non potevo più vederlo dai miei amici ch'erano partiti per la Lettonia; ma l'incontravo 6i>esso per, le strade u sul tram o a piedi, sempre col sacco addosso, uno di quei sacchi che puzzavano lontano un miglio di speculazione, con l'aria affaccendata e g'.i occhi diUordaliso fissi nervosamente. Essa era bruciata dal sole. Indurita, forse anche meno bella, ma sembrava sazia e stava bene. Anche era meglio vestila, non era tutta a brandelli come prima. Incontravo questa coscritta della mi: izla dei sacchi, a volte sola, a volte olla sua compagna e protettrice, una donnona simpatica, In avanzata età, grassa e piena di salute, nonostante la ame sovietlsta. Costei aveVa un naso a becco d'anitra, ocelli rotondi, gialli, penetranti, e i modi cortesi della domestica ben educata; aveva un linguaggio riservato, scelto nelle espressioni, piuttosto intelligente. Era molto Interessante parlar con lo. o. Viaggiavano molt<>; vedevano tante ose, cono6cevaiio dotlettamente I «governanti della provincia » e « la pie ola borghesia della campagna», ossìa contadini; dovevano scansare- a ogni passo i pericolosi scontri con 1 distacamenti di soldati che, avendo l'ordine di non lasciar trasportare 1 viveri da una provincia all'altra, cercavano di prenderseli per sè; insomma vivevano n piena avventura. E raccontavano molto ■ bene le loro impressioni, specialmente la vecchia. Un giorno le Incontrai nel tram sotto un enorme peso di sacchi di patate. A vederle, rimasi stupito del come non i rompesse la schiena quella fragile ignorino diciassettenne. Essa invece ideva e mi assicurava di averci fatto 1 callo e di non sentire più il pesò., — Però, un socco come quello di Miscia, non sarei capace di portarlo, mi disse additando un giovane sui diclott'annl. E aggiunse; — E' il figlio della mìa bambinaia; avora con noi. Quel giovane era 11 solito tipo del piccolo salariato 6ovtetista; una brutta copia del suo commissario. Portava una giacca di cuoio, tutta unta, tutta crepolata, gli stivali fino al ginocchio e un berretto di cuoio in forma di fritella. Il suo socco era veramente motruoso ed aveva occupato quasi un erzo dell'enttata di modo che la conduttrice si era messa-a bisticciare con ui; ma egli aveva vinto, alutato dalle ue compagne. Assomigliava alla madre stupendamente: la medesima faccia paffuta, piena di, lentiggini, il medesimo naso a becco'd'anitra, le stesse grosse labbra, gli stessi occhi tondi e gialli; ma l'intollijren'za materna non c'era; anzi, il giovanotto mi sembrò stupidito. Egli era stanco del gran peso del sacco: più rosso'd'un gambero; e sudava tanto che la suo pelle pareva verniciata. — Ha qualche Impiego? — Si, è corriere o qualcosa di singe, in uno dei commissariati... è una coso molto comodo: ci procura i permessi di viaggio in pochi minuti. — Vive insieme alla madre 7 — Sì, stiamo tutti insieme. — Avete 1 un appartamento ? — Macché! Una camera sola... Lei ss come è diffìcile ora procurarsi la i, ci stringiamo tutti accanto al — Non le pare Incomodo? — No, sa: abbiamo messo un paravento. E poi Miscia è quasi sempre assente. Ritorno soltanto la sera tardi, tutto 1} giorno è in corsa per il servizio tuo, oppure è fuori città per barattar roba con v iveri. Dopo questo incontro per lungo tempo non rividi la fanciulla: ed io ne dimenticai persino l'esistenza. Nel luglio 1924 passavo un giorno per i giardini pubblici. , . — Alessandro Valentinovdc ! — udii chiamare da una voce di donna. Mi voltai: da una panca,si alza e si dirige verso di me una figura bianca, vestita alla nuova moda proletaria: la gonna fino al ginocchio, un berretto ormato da un fazzoletto bianco, e iil petto lii>o.io dal busto. Porta in braccio un fagotto con dentro un bambino. — I^el? — Come vede. Non se l'aspettava? — Eh, già; la vita cammina... Vede, fra l'altro, mi sono sposata... Questo « fra l'altro » era un gioiello. E a dire il vero era un po' difficile ritrovale la modesta e graziosa signorina dagli ocelli di fiordaliso, In questa giovane donna disinvolta, daJilo sguardo franco e diritto, che pareva dire: — Eli ne abbiamo viste parechie: non c'è più cosa ormai che ci faccia nè spavento nè soggezione... — Mi congratulo... E chi è l'uomo che, fra l'altro, Ella ha reso felice? — Eccolo li... Lei l'aveva visto un giorno. . Essa accennò col capo verso la panca che aveva lasciata. Guardai: vi era seduto, con le mani sulle ginocchia, quel medesimo Miscia, dalla faccia tonda, dagli occhi tondi, dalle labbra grosse", col quale io l'aveva incontrata un anno e mezzo prima. „Si vedeva elle aveva fatto progrossi: "aveva l'aspetto di un vero elegante proletario; era tutto vestito di cuoio nuovissimo. Accortosi del mio sguardo, si alzò e mi salutò con una comica mescolanza di soggezione e di soddisfazione... Si vede che la mia faccia espresse una forte meraviglia, perchè la mia interlocutrice alzò nervosamente le spalle e, guardando altrove, disse con voce interrotta: — Eh, già... che vuol che faccio... Sa, quando Si vive in uno tale ristrettezza... in uno scila camera... Ma poi sembrò adirata con sè stessa per queste sue giustificazioni; si fermò e riprese crudamente, duramente, con tono di sfida: — Bè, insomma, bisogna vivere, no?... Infatti. La vita non aspetta, la giovinezza passa Ho diciannove anni — Le sembra molto? — osservai. Essa strinse le spalle e replicò: — Per molto, non è molto, ma, insomma, senta: per chi dovevo sonservarani io, mi dica? La citta è diventa la un deserto per me, sempre sola sempre. Dovevo abbandonarmi e diventane... Essa incespifò sulla parola; ma poi si riprese e tini arditamente 11 suo p?n siero. • , • — Da questo pericolo lei si è messa al sicuro — dissi io, ammiccando lo creatura. — Ma era cosi necessario spicciarsi? non si poteva aspettare... un'occasione migliore? — E che cosa aspettare ? — m'interruppe violentemente — i bai cavalieri della società di prima? Ma se sono morti, oppure cosi lontani da noi che forse l'altro mondo è più vicino. Ali, già, ne conosco tre che si trovano qui... Uno è conduttore di trams, « gli altri due, scusi tanto, si son fatti agenti della Ce-Ka. Convenga che... Essa rise seccamente alzando le spalle. E continuò: — Cile cosa si aspetta? La rlvoluzìo ne bianca? L'arrivo dell'Intesa? Il por tofranco col quartiere straniero? Il principe tedesco coll'armata? Abbiamo aspettato, caro signore, aspettato abbastanza; ma ora abbiamo perduta la speranza... Tutti ci hanno abbandonati, tutti ci hanno riimeniMcati, tutti ci hanno ingannali; non c'è più nè fede nè speranza in nessuno. Come ho aspettato ! Ho sognato, ho sofferto... Ma ogni pazienza hu un termine; mi sono stan¬ nsutaveevstctqncfrslHGtvpismgCcLllcsDprnwèmHccemnucsfinnwsntpslfdcnudcldnsscassvidvszmPpADmiecmnLSclebflqo cata di soffrire, ho smesso dd sognare Ho chiusi gli occhi, ho stretto 1 denti e lio preso quel che mi offriva la vita, Ci salutammo' 1 Io camminavo lentamente lungo la «eva, e pensavo, con amarezza indicibile, al tanti che soli, stanchi, debol. nella città rossa divenuta selvaggia, si lasciavano calare a fondo, donne e uomini a migliaia. Essi avevano aspetato, aspettato; da parecchi anni avevano aspettato invano; e poi, non essendo giunto nulla, chiusi gli occhi e stretti 1 denti, avevano preso dalla vita « quello che essa offre ». Ed oggi ancora... E pazienza quando si tratta di un rozzo matrimonio sovietico, ma la vita può ofiriire, ahimè, ancora e sempre, la cocaina, l'oppio, l'eere, l'alcool, la dissolutezza in una dì quelle società segrete che sono poi conosciute da tutti, nelle quali Pétrograd cerco di annegare tra gli incubi artificiali della dimenticanza l'incubo terribile della realtà. AMFITEATROFF.

Persone citate: Alessandro Valentinovdc, Miscia

Luoghi citati: Cile, Lettonia, Pietrogrado