Una elegante signora si avvelena insieme al figlio ventenne

Una elegante signora si avvelena insieme al figlio ventenne Una elegante signora si avvelena insieme al figlio ventenne Lei è morta e il giovane è moribondo i iL otizia di questo dramm , 8 e e o , e a e o a i U e i e : a a . l a l , o mr e, e e eu oca hi il ari ion i a0, e al ; ; al norz 0, r 5, o, à, 0; tifile 32 os 1 eo e pii. n gònzoie si ma anzo te oeto la io la he ci zo o. la no diUn tragico fatto ha vivamente impressionato gli abitanti di Borgo Crimea. In corso Fiume n. 16, in un alloggio al secondo piano, abitava da molto tempo la signora Lina Magistrelli vedova Real, di 44 anni, insieme al figlio Albenw di anni 21. studente di Ingegneria. Essi conducevano una vita ritirata e quieta. La signora era però molto conosciuta e non solo nell'aristocratico quartiere. A richiamare l'attenzione su lei bastava la sua distinzione e bellezza: alta, blonda, slanciata; nonostante avesse passata la quarantina conservava moltissime attrattive della sua sfolgorante giovinezza. Vedova da quasi vent'annt di un alto impiegato di Banca, essa si era dedicata al figliuolo pel quale sognava ui\ avvenire felice. Ad un tratto nella apparente tranquillità delia loro esistenza ò scoppiato ti dramma. La signora ha voluto uccidersi, e quel che riesce Incomprensibile, ha permesso al figlio suo che adorava di seguire il suo destino. I motivi di un cosi disperato proposito non si conoscono anoora esattamente e sembra che la prima ipotesi di dissesti finanziari non abbia fondamento. Sullo stesso latto L'atra sera alle 22 (cosi ha narrato all'autorità la donna che si trovava al loro servizio) madre e figlio che avevano pranzato insieme di buon appetito e si ciano trattenuti qualche ora in salotto a parlare apparentemente sereni e tranquilli, avvertirono la domestica, jrima di ritirarsi nelle loro stanze, perchè 11 svegliasse questa mattina alle 9. Costei, si trattenne ancora un palo d'ore per riordinare la cucina poi si coricò sen za aver notato milita di anormale. Ieri mattina, all'ora indicata, si avvicinò alla camera della signora ma vedendo il lume acceso la ritenne già sveglia e quindi si dispensò dal chiamarla. Solamente più tardi non vedendola i uscire dalla stanza si decise a bussare alla porta Non ottenendo alcuna risposta essa spinse l'uscio che non era chiuso al l'Interno, e vide uno spettacolo che la agghiaccio di terrore. Stesi sullo stesso letto, l'ima accanto all'altro, vestiti e composti, giacevano la madre e, 11 fi pilo. Essi non erano morti ma la dò mestica, dal cadaverico pallore del loro volto che li faceva parer tali, ritenne che lo fossero. D'altra parte la ragazza, spaventata com'era, non si fermò ad accertarsene; fuggi come una disperata. Passando dalla portineria avverti con poche pa role la portinaia che una grave sola gura era capitata a! suoi padroni, e si portò alla casa N. 4 dello stesso corso Fiume all'abitazione de-Ua marchesa Pallavicini. Ella sapeva che la sua padrona era legata da tempo da una grande amicizia alla marchesa e non conoscendo altri congiunti della famiglia Real aveva pensato a Jel come all'unica persona che avrebbe potuto interessarsi del terribile caso. Avvelenali col Verona! La marchesa Infatti si occupò subito di far avvertire U dott. Pange-lla perchè provvedesse ai più urgenti soccorsi della scienza nel caso che la madre ed il figlio non fossero ancor moro!. Il medico si portò immediatamente sul posto. Sul tavolino da notte, si trovavano sei tubetti vuoti di compresse di Veronal a provare che i due Infelici avevano Ingerito ben 135 comprèsse II caso apparve subito disperato. Il dottor Pangella vide Che tanto la signora quanto 11 giovane erano in preda al coma. Ascoltò 11 loro cuore ; batteva ancora ma assai debolmente. Subito provvide a tare loro una mezza dozzina di iniezioni per sostenere l'affievolito battito e telefonò d'urgenza alla Croce Verde per far trasportare I due infermi all'ospedale,, dove sarebbe stato possibile — almeno cosi sperava — apportare loro più, efficaci soccorsi. Ma all'ospedale di San Giovanni la signora Real giungeva cadavere. Durante 11 tragitto essa era spirata. il figlio Alberto invece respirava ancora. La sua giovane e robusta fibra presentava maggior resistenza, ma solamente un miracolo avrebbe potuto salvarlo. La dose di veleno Ingerita era tale da uccidere non un uomo normale, ma un colosso. Il dott Vietti non lasciò tuttavia di prodigargli tutte le cure possibili, pur non conservando alcuna speranza di salvarlo. H giovane studente, con gli occhi chiusi per sempre al sonnoprovocato Al « Veronal », non av-verte quanto avviene attorno a lui. a a a n i o La notizia di questo drammatico fatto si è sparsa fulmineamente nell'aristocratico borgo Crimea, dove, come abbiamo detto, la signora era tanto conosciuta, producendo In tutti una dolorosa e penosissima impressione. La camera chiusa Degli accertamenti legali si è Interessato il cav. dott. Patti della sealone di P. S. di Dora Po. La camera da letto, dove furono trovati i due suicidi, è stata chiusa in attesa che sul posto si rechi un magistrato. Forse la madre ed il figlio, prima di compiere l'atto disperato, avranno lasciato qualche scritto per spiegare i motivi che 11 spinsero a troncare insieme la loro esistenza. Si dice che da qualche tempo la signora soffrisse d'insonnia e questo fatto spiegherebbe la presenza in casa di una cosi forte quantità del narcotico che servi a lei ed al figlio a porre In atto un proposito che doveva essere stato fra loro discusso e concertato da giorni. Se la signora, che sembra fosse soggetta a crisi nervose, può avere in uno stato di speciale eccitazione e morbosità formulato il proposito, di uccidersi, non si comprende, come.-H figliuolo, un giovanotto sano, robusto, eqiiillbratlsslmo, anziché usare 'Ogni mezzo per dissuadere la madre, abbia invece accolto anch'egli quella soluzione disperata. A 21 anno, alla viglila di laurearsi, ed occupare una posizione nella società, non si può aver perduto ogni speranza dèlia vita, anche se dolorosi imbarazzi finanziari possono per un momento turbare la tranquillità della famiglia. Suggestionato dalla madre 7 Ma I motivi della tragedia, tratti da induzioni nelle prime indagini fatte e nelle prime voci raccolte, sono in assoluto contrasto con dichiarazioni fatteci da persone che conoscevano intimamente la madre ed il figlio. Le strettezze finanziarle nulla avrebbero a che vedere con il dramma, n nonno del giovane studente inviava regolarmente — ci si dice — cinquemila lire al mese ed V, padrino pure concorreva ad arrotondare la cifia dell'assegno. Infatti la signora vestiva assai elegantemente, il suo guardaroba eia, oltreché fornito, sempre egglornato alla meda: possedeva tre pellicce, abiti di gran valore e numerosi gioielli La tragedia Invece npttidvpfrIpllddmtsmnsp1sdcnspsctcsrpdslcqrrdcecavrebbe avuto origine dal temperamen-H'to esaltato della donna e dalla suggestionabilità del giovane. Questi non avrebbe mai trovato 11 coraggio dì dire di nò ad alcuna cosa chiestagli dalla madre. Fu nell'esaltazione di lei e nell'aenulescenza di lui, affermano I conoscenti, che si deve cercare il motivo de! dramma L'Isolamento nel quale vivevano avrebbe poi Influito in modo speciale a preparare il terreno a tanto disperato proposito. TI giovane, a differenza dei suoi coetanei, non prendeva parte volentieri nè a svaghi nè a divertimenti propri! d-^lla sua età, ma stava sempre con la madre nella cruale egli aveva raccolto tutti I suol affetti poiché era cresciuto solo con lei, osandogli morto il padre quando egli era ancora un bambino. Il fostamanto Un sopraluogo fatto più tardi nella tragica camera dal commissario cav. Patti ha portato al rinvenimento di una lettera aperta indirizzata ad un congiunto della signora Real. nella quale essa dichiara che pienamente d'accordo col figlio si uccide e raccomanda la domestica che H servi sempre con zelo e fedellà. La lettera si chiude chiedendo perdono al congiunto per 11 dolore che la notizia della morte stia e del suo figliuolo recherà ai parenti tutti. Tale documento è scritto di pugno della signora Real ed è pure firmato per approvazione dal giovano Alberto. Un'altra busta slgUlaia, siiu.ua sul coniò, porta scritto: c Questo è il nostro testamento ». Naturalmente il funzionarlo ha fatto recapitane il testa mento, la lettera aperta ed altri due pacchi di lettere, alcun* delle quali dirette a Milano, alla Procura del Re, perchè disponga a termine di legge per l'esame del documenti ed 11 recapito delie lettere, alcune delle iniali debbono essere rimesse ad un avvocato di Torino. Tutto ciò sta a provare con quanta meticolosità e freddezza I due protagonisti dei pietosissimo dramma abbiano tutto dlspristo perchè le loro ultime volenti vengano eseguite. Prima di morire essi fiatino pensato anche a parec- -|Chie persone a loro capa inviando ad .lesse il loro ultimo saluto.

Persone citate: Durante, Lina Magistrelli, Pallavicini, Vietti

Luoghi citati: Borgo Crimea, Jel, Milano, Torino, Verona