I Processi

I Processi I Processi Biglietti da mille falsi {Tribunale Penale di Torino) 1* circostanze che hanno condotto alla scoperta ed all'arresto dei componenti una Alauda di spacciatori di biglietti falsi sono singolari e bizzarre. L'associazione aveva il suo quartiere generale a -Torino, in un'osteria di piazza Giulio, dove si esercitava su vasta scala il commercio della banconota falsificata e dove affluivano di tanto in tanto gli associati che pensavano poi a spacciare i biglietti in provincia e nelle campagne. L'allarme contro questa pericolosa associazione e le fila che dovevano condurre alla scoperta dei falsari sono venute appunto dalla campagna. 11 quarantacinquenne Giuseppe Amaiolo, che gestisce un negozio da ciclista a Monteu Roero, era in credito verso un giovanotto di Vezza d'Alba, Bartolomeo Sola di 17 anni, di alcune centinaia di lire per forniture varie e per iavori di riparazioni. Il 7 maggio, il Sola si presentò all'Amatolo per pagare il suo debito. E pagò, con un fiammante biglietto da mille lire, che "il ciclista intascò, senza sospetti, consegnando al oliente la somma che residuava tra l'importo della fornitura e le mille lire avute. Il giorno successivo soltanto, l'Amatolo scopriva che il biglietto era falso. Seguendo il primo e più naturale., ma anche più logico, impulso, l'Amaiolo. dopo questa constatazione, si recò dai carabinieri di Alba, ai quali raccontò il suo caso facendo il nome del giovanotto che lo aveva gabbato. Ma per ragioni di territorialità-, di competenza, i carabinieri di Alba lo rinviarono al comando di stagione di Vezza d'Alba: la denuncia ed i provvedimenti conseguenti erano di competenza di questo comando, giacché il reato di spendita di biglietti falsi era stato consumato nel territorio della sua giurisdizione. Tornandosene a casa, l'Amaiolo pensò che forse era più conveniente per lui soprassedere alla denuncia e cercare invece di venire integrato del danno che aveva avuto. Così, anziché dai carabinieri, egli si recò a casa dei famigliari del Sola. E al padre del giovanotto — Agostino Sola di 42 anni — parlò In modo esplicito, cosi da ottenere senz'altro il risultato che si proponeva: Vostro figlio mi ha dato In paga¬ Se no questo Biglietto un mine laiso.non provvede subito ad indenniz- mi in rteTìr.nrin otmi cosa ai cara-mento questo biglietto da mille falso. provve.l'-te subito ad indenniz zarmi, io denuncio ogni cosa ai carabinieri. Il Sola padre non si fece ripetere la esortazione e la minaccia: sborsò all'Amatolo mille lire (l'importo del dan-nn che irli pra. statn cnL'innatnl e ritirò no erte-gli era. stato cagionato) e ritiroil biglietto falso che il ciclista aveva ancora con sé. Senonche con questa operazione si era rimediato soltanto al danno subito dall'Arnaldo. Le conseguenze legali della spendita del biglietto falso restavano impregiudicate, a dispetto anche della buona volontà del ciclista nel cercare di tenere celala la cosa. Pochi giorni dopo, infatti, i carabinieri di Alba chiedevano alla stazione . di Vezza notizie della denuncia cui aveva accennato l'Amatolo e ragguagli sul corso e sull'esito delle Indagini. Per i carabinieri di Vezza si trattava di cosa nuova. Ma la vicenda, tuttavia, non tardò ad essere appurata. Il ciclista fu interrogato e, nonostante le sue titubanze ed i suoi scrupoli, fini per confessare tutto: l'inganno subito, la riparazione e la sua... omertà. Furono allora pescati i Sola, padre e figlio, che vennero tratti in arresto. Questa misura fu quella che mise la Benemerita in possesso del bandolo della matassa. 11 diciasettenne Bartolomeo si recava spesso a Torino, dove si incontrava nell' albergo Campanile d/i P. Palazzo con gente che lo riforniva di biglietti falsi da spacciare poi nel contado. Le indagini proseguite e coltivate quindi a Torino, dal commissario Greco, rivelarono tutte le fila dell'organizzazione criminosa il cui trai! d'union con i falsari doveva essere un giovanotto meridionale che di tanto In tanto compariva nell'albergo provvisto di una borsa di cuoio, come quelle che usano gli avvocati e gli uomini d'affari. Per questa ragione egli veniva chiamato dagli individui con cui aveva quotidiani abboccamenti «l'avofiatìn». Costui venne arrestato solo molto più tardi : nel novembre scorso a Taranto, suo paese d'origine, dove si era recato evidentemente per sfuggire alle conseguenze del traffico criminoso che aveva già provocato l'aTresto dei numerosi suoi complici. Al giudizio del Tribunale, sotto l'accusa di spendita di biglietti falsi, vennero rinviati otto individui, e tra costoro anche il ciclista Amatolo per avere rimesso in circolazione (restituendolo al Sola) 11 biglietto da mille falso che egli aveva ricevuto 1n buona fede, ma di cui aveva poi conosciuto la falsità. Con i Sola, padre e Aglio, e l'Amatolo, comparvero quindi a giudizio il carpentiere Luigi Sacco di 38 anni, abitante in via Lonzo, 174. Giuseppe Parino, senza fissa dimora, Giuseppe Garrone di 23 aturi, abitante a Vezza d'Alba, Guglielmo Bevilacqua di 34 anni, da Taranto, e Pierir.o Bocca di 33 anni, chavffevr, abitante in via Artisti n. 12. Sacco e Parino erano incolpati di aver speso un biglietto da mille falso, consegnandolo all'oste Luigi Caldera di via Cottolengo, 53; Sacco e Bevilacqua di aver fom'to al Sola ed al Garrone il biglietto falso che andò poi a finire nelle mani del ciclista Amatolo: Bocca di avere messo in circolazio- ne un biglietto da mille falso conse gnandolo a certo Michele lsoardo, abitante in via Perrone, 8. Tutti poi ad eccezione dell'Amatolo e del Bocca — erano imputati del reato previsto dall'art. 248 dei C. P. per essersi associati .fra -ria loro nell'anno 1926, per commettere reati contro la fede pubblica. Taluno, in particolare, doveva rispondere anche di omessa denuncia di arma e di contravvenzione alla vigr- 11 Tribunale (Pres. cav. Manzoni; P. M. cav. Datta) dopo le arringhe di P. C. dell'aw. Basteris e quelle dei difensori aw. Pavesio, Dagasso, Giulio, Quattrocolo, Gino Obert, Caramelli e Cerniti, ha pronunciato la sentenza con cui ha assolto tutti gli imputati dalla accusa di associazione a delinquere per insufficienza di prove. Ha assolto poi dalle singole, accuse : Amatolo, per inesistenza di reato, Bocca e Bevilacqua per insufficienza di prove. Ha condannato Sacco a 5 anni e 4 mesi di reclusione, 800 lire di multa e 2 anni di vigilanza; Parino a 2 anni 1 mese e 22 giorni e 700 lire di multa; Sola Agostino a -1 anni di reclusione, 700 lire di multa e 2 anni di vigilanza; Sola Bartolomeo (minore degli anni 18) a 9 mesi di reclusione con il "benefìcio de.la condizionale; Garrone a 2 anni e 4 mesi di reclusione, 250 liro di multa ed 1 anno di vigilanza. c

Luoghi citati: Alba, Monteu Roero, Taranto, Torino