La visita del Principe di Piemonte

La visita del Principe di Piemonte FERVORE DI PREGHIERE ATTORNO ALLA SALMA DELL'ARCIVESCOVO La visita del Principe di Piemonte Il Duca degli Abruzzi tra la folla dei fedeli == I funerali, stabiliti per domani alle nove, riusciranno una imponente manifestazione di popolo Vescovi e Arcivescovisepolti in Duomo il Duomo, ove riposeranno le spoglie mortali del Cardinale Arcivescovo Gami a. accoglie jrm le sepolture dinsign' prelati, vescovi e arcivescovdi Torino. Sono stati sepolti nella Metropolitana, in o line cronologico: Ursicino (morto nei 509), Hustico (6U1)beato Giovanni di Hivalia iUU), Domenico della dovere U5U1), Gian Ludovico della Rovere (1510;, Claudio dSeyssol (1520), G. C. Ferren (1(127)Michele Beggiarao (1689), Antonio Vibò (1713), Francesco Arborio di Uattinara (1743), Francesco Lucerna llorengo dRorà (1778), Vittorio Costa d'Arigiiano (1796), Giacinto Della Torre (181*), Colombano Chiaverotti (1831), Luigi Frauzoni (1862). Ursicino, che fu 11 sesto vescovo dTorino, nacque nel 529 e mori nel 6UUSubì vessazioni e prigionia durante la dominazione longobarda e per opera dei franchi, ed ebbe la fraterna piote zione di S. Gregorio Magno. La Lapide che ricorda la 6ua sepoltura, arclieo logicamente e storicamente assai importante, è murata In fondo alla navata sinistra. La lapide venne trovata nel 184-1, durante scavi praticati nella parte del Palazzo Reale che è a nord della chieea. e il cui terreno doveva un tempo essere occupato dalla cattedrale. La lapide che ricorda la sepoltura Bel vescovo Rustico (625-691) è murata nel secondo pilastro della navata destra, ed è la riproduzione dell'autentico frammento posto in luce nel secolo XVI. Venendo a tempi meno remoti, troviamo 11 beato Giovanni di Rivallache fu vescovo di Torino dal 1364 a14,11, e che ebbe sepoltura nell'antico Duomo. Una singolare lapide, murata nella sacrestia e la cui strana iscrizione afferma che l'uomo che essa vuol onorare è conosciuto soltanto dsDio, credono alcuni che sia stata decretata in, omaggio al beato Giovanni circa un secolo dopo la sua morte. Un caso abbastanza curioso presenta i>urc la sepoltura del cardinale Domenico della Rovere, che fu. come si sa, il ricostruttore della cattedrale, la quale venne da lui elevata nella forma attuale, fra 11 1492 e il 1498. sulle rovine delle antiche tre chiese, attigue l'una all'altra, di S. Giovanni, del Salvatore e di S. Maria. Morto il Cardinale a Roma nel 1501, la salma fu nel 1511 tumulata nella cappella deCtocetlsso, che è l'ultima dei In navata destra. Insieme a quella di GiovannLudovico della Rovere, suo cugino e successore nel vescovado torinese. Dopò forse un secolo i resti furono trasponigli e murati nella parete separante la cappella dalla sacrestia, e quivi, perdutasi la loro memoria, vennero casualmente ritrovati nel 1830 e quindi trasferiti nel sotterraneo deDuomo. La lapida-ricordo ed il busto del cardinale Domenico della Rovere seno attualmente murati di rimpetto alla porta della sacrestia. ■ ' Claudio di Seyssel, vescovo di Marsiglia nel 1510 e arcivescovo di To Uno dal 1517 al 1520. anno dì sua morte, è stato sepolto nella cappella di S. Lazzaro, che con l'andar detempo, a causa delle successive tra «formazioni, è diventata l'attuale sacrestia. Quivi 6 tuttora il monumento sepolcrale, pregevole opera di Manto Sanmiclieli, ispirato alle linee semplici ed armoniche del Rinascimento. ISeyssel fu uomo assai colto e insegnò leggi all'Università. A lui si deve la fondazione del Monte di Pietà di Torino. Nella navata destra del Duomo sconservano i monumenti funerari del Vibò. del Gattinara, del Chiaverotti. del Vranzoni. Il famoso assedio dTorino de) 1706 avvenne durante l'episcopato del Vibò. che in quell'occasione dimostrò alte qualità civiche. Alla sua generosità si devono l'aitar maggiore della cattedrale e le attuali porte in legno. L'Arborio di Gattinara, della nobile famiglia vercellese cui appartenne il famoso cancelliere di Carlo Vfu uomo eloquente e caritatevole, e lasciò erede delle sue sostanze il Capitolo del Duomo. Similmente lasciò suoi eredi il Seminario e il Capitolo mons. Colombano Chiaverotti. Molto movimentato è stato l'episcopato di mons. Frauzonl, durato" da1832 al 1862. Nato a Genova da famislla marchionale di antica origine francese, nel 18ó0 egli, per ragioni politiche, veniva espulso. Recatosi a Lione, vi rimaneva tino alla morte, continuando a dirigere la sua diocesi a mezzo di vicari. La sua salma fu poi, con grandi onori, traslata a Torino mei 1901, e seppellita in Duomo. Ed è 6tato questo l'ultimo arcivescovo di Torino che abbia trovato sepoltura nella nostra cattedrale. Degli altri presuli che ressero la nostra Diocesi, da noi ricordati in principio, sepoltura e relativi monumenti si trovano nei sotterranei del Duomo, dove, come si sa, vennero anche tumulati, temporaneamente o stabilmente molti membri di Casa Savoia. Ma altri dignitari della Chiesa, che non ressero la nostra Diocesi, hanno trovala nella Cattedrale l'ultima dimorarono da ricordare fra questi tre nunzi pontifici morti a Torino, e cioè Francesco Bachod, vescovo di Ginevra, morto nel 1568, Corrado Tartarini di Tiferno, vescovo di Forlì, morto net 1602, e G. B. Landò, morto nel 1648, vescovo di Fossombrone. Una pietra tombale, murata presso la porta d'ingresso, ricorda un altro vescovo, Amedeo di Romagnano, che resse la diocesi di Mondovl ed ebbe cariche civili presso la Corte Sabauda.