Dialogo in Cielo

Dialogo in Cielo Dialogo in Cielo gPARIGI, dicembre, t E questi giocattoli? », dice ti buon Dio a babbo Natale affannalo a> chiudere le ultime valigie eia caricar*) sull'aeroplano pel eolito raid di fin. d'anno, s Siamo pronti? Aobiamo qualcosa di nuovo? Dimentichiamo nulla? i. Sarebbe proprio da disperare dell'aria del Paradiso, se, dopo un anno che ci pensa su, babbo Natale trovasse ancora modo di dimenticare qualcosa. Ma il buon Dio, si sa, ci v.rova, gusto a fare ia voce grossa per confondere un povero vecchio servitore costretto, nel vo' gere di una settimana, a sbrigare da solo la bisogna di migliaia di impiegati, improvvisandosi ad ora ad ora fattorino, contabile, commesso viaggiatore, spazzacamino, acrobata, pilota senza perdere nè la bussola, nò un pacco, nè un indirizzo, e tutto questo ben sapendo che non gli toccherà neppure uno straccio di mancia. « No, che non ho dimenticato nulla. Evidentemente, anche que stanno vi saranno dei malcontenti, come sempre. Ma Vostra Eternità non può esigere l'impossibile da uu uomo costretto a servire con le sue sole mani i tre quarti della Terra. Se in tutte le amministrazioni postali dell'universo regnasse una simile penuria di personale, oso credere che più nessun ministro delle Poste resterebbe al potere ventiquatfcr' ore. Ci vuol poco a dire: « Attenetevi fedelmente alle richieste della clientela! ». Bisognerebbe per lo meno che la clientela vi si attenesse per conto suo. Ora debbo viceversa constatare, con mia profonda afflizione, che la gioventù del secolo manifesta la più allarmante mancanza di conti nuità di propositi. Una volta, quan do un cliente aveva formulato- un desiderio, potevo star certo che non c'era più da tornarci sopra. Bastava notarlo sulla sua brava scheda e trascriverlo sul libro mastro: il resto andava da sè. Adesso, non faccio nemmeno a tempo a registrare una commissione, che me ne vedo soprag giungere un'altra destinata ad an miliare la prima. Come tener dietro ai loro perpetui voltafaccia? Chi mi aveva chiesto un cavallo vuole un tiro a bersaglio, e il giorno dopo una locomotiva, e poi una uniforme da tramviere, e poi una scatola di colori. Se dovessi dar loro retta, fini rei con lo strapparmi tutti i peli della barba. Che razza di educazione! Che cosa può aspettarsi di buo no Vostra Eternità da una generazione così incostante? E se il male finisse lì ! Ma accanto a coloro che mi bombardano di richieste contrad dittorie ci sono poi tutti quelli che non ne formulano nessuna, preten dendo che tocchi a me indovinare quello che vogliono. Ipocrisia bell'e buona! Con l'aria di fare le persone discrete, sono proprio questi 1 clienti più incontentabili, quelli che trova no sempre da ridire su quanto depongo, al loro indirizzo. Vostra Eternità dirà che ho torto di prendere tanto a cuore delle protesto che, alla fin dei conti, si producono quando io sono già a molte leghe di distanza dal capezzale dell'interessato, se non addirittura di nuovo in viaggio pel Paradiso. Ma la mia coscienza di funzionario esemplare si rifiuta a rimanere indifferente a una pioggia di reclami che, a lungo andare, offuscherebbero la buona riputazione dei nostri servizi. E tutto per colpa di chi? Per colpa dei Grandi Maeazzi ni: del Bon Marche, delle Galerie» Lafayette, del Louvre, della Rina seente, di Tietz, di Wertheim e del le altre cento Ditte che, con la scusa di approvigionarmi, hanno mutato il mio anniversario nella testa più chiassona, caotica, pletorica e svagata dell'anno, nella festa più commerciale dell'anno ». Qui il buon Dio si stringe nelle spalle con aria non troppo convinta, c Non esageriamo, babbo Natale Ricordiamoci che i Grandi Magazzi ni ti fanno, e fanno anche a me per riflesso, una reclame di primo ordine, una ridarne che se dovessi mo pagarla, staremmo freschi ». < E chi ha mai chiesto loro di farcela questa riclameì Io non ne sento punto bisogno ». a Neppur io », approva affacciandosi a un boccaporto della 'carlinga una vecchina rubizza dai cernecchi cosparsi di trucioli, nel la quale il meno perspicace degl spettatori riconoscerebbe subito non na Befana. < Una volta », ripigl'a l'altro, t nessuno si prendeva la bri ga di menar tanto chiasso intorno ai nostri onomastici', eppure il pubblico non li attendeva con minore impazienza di oggi. Tutti badava.no a pa rare il rispettivo Albero o il rispet tivo Presepe senza moversi di casa. e in quel raccoglimento propizio 'a festa sembrava più seria e più iom movente, i doni assumevano un che di magico che ne accresceva il valore Oggi gli abitanti delle grandi città hanno preso il mal vezzo di festeg piarci in piena strada, davanti alle Vetrine 0*1 negozi mutate per l'oc casione in palcoscenici: e la curiosità ha rubato il posto alla commozione. Qui ti allestiscono, opus diahoUcum, una grande macchina di fuoco rappresentante un villaggio sotto la neve, coi villani che assistono dalle finestre albi discesa di uno Spirito Santo la cui apertura d'ali farebbe invidia a un colosso della Lufthansa. Là ti fabbricano, sempre di fuoco due angeli alti quanto una casa di cinque piani, intenti a innaffiare con l'abbeveratoio un pino che scatta sii come un pagliaccio spinto da una molla. Altrove ti presentano una bri gata di ragazzacci accanita a demolire a forza di palle di neve un un mo di neve, eh" divrei poi esser io. Il più grossolano materialismo, in somma, quando non l'empietà niù i: solente, na sostituita l'estasi religio sa. Viziate dal cinematografo, vena!* surrogato della fantasia, le nuove ge nerazioni mi sembrano già totalmsn-te incapaci di immaginar nulla pei conto proprio. C'ie sarebbe di loi'O.se non avessero Jacopozzi? ». Il buon Dio tende l'orecchio: « Uo sentito dir molto bene, di questo Ja copozzi ». « Diavolo di un italiano ». brontola babbo Natale cacciando dimalumore sotto un sedile un assor timento di cavalli di cartapesta, ciascuno con uu indirizzo attaccato tii collo. « E' il mio rivale. Ancora un po', e la mia festa sarà la sua. A Parigi la gente non si domanda ormai più che cosa le porterà Nata!'! ma che cosa le mostrerà di nuovo Jacopozzi. Con qualche chilometro J. fi! di ferro e qualche miliardo di lampadine elettriche, questo guastametieri ha trovato modo di congelare ulla facciata delle case lo spettro luminoso dei misteri che una volta non era dato contemplare se non a chi possedesse la fiorita ingenuità della fede. Non c'è pagano incallito, non c'è massone dalla barba di becco che, grazie a lui, non possa oggi, senza neanche metter mano al torsello", offrirsi il lusso di una piccola visiono mistica ». « E dici poco? », interompe giulivo il buon Dio. « Proicere margaritas », replica burbero babbo Natale con un'alzata di spale, c Preferirei che pagani e massoni non si dessero neppur per intesi della mia esistenza, pur di non vedere i cristiani ridotti a scipirarne e prove da un Jacopozzi ! ». Qui la Befana osserva, schiarendosi la voce da carrucola arrugginia: «Il peggio non è ancora questo. Per conto mio, poco m'importerebbe che i Grandi Magazzini trasportassero sulla pubblica piazza 'emozioni probabilmente ormai troppo astruse da coltivarsi sotto la cappa del camino, visto che non esistono nemmeno camini, purché il loro intervento non andasse più in là di così. Il guajo è che i quadri luminosi non ono invece se non un pretesto per richiamare l'attenzione del pubblico sulla merce esposta nelle vetrine. Ora nulla di più funesto per la saute morale delle nuove generazioni, della pubblicità scandalosa fatta intorno a cose che la tradizione e il buon senso consigliarono sempre di ammantare del più geloso riserbo. I doni dovrebbero giungere agli uomini di sorpresa, come tutto quello che piove dal cielo: Pandora, su questo capitolo, può far da maestra a chiunque. Dovrebbero scaturire dall'assouto, imporsi come categorie indiscutibili. I Grandi Magazzini, con le oro mostre indiscrete e sguaiate, di struggono al contrario la sorpresa anche agli occhi più candidi e abbassano i doni al livello dell'eminente mente relativo e discutibile». «Ho avuto torto di darne in appalto la fabbricazione », interrompe babbo Natale. «Se avessero corso meno prevenzioni contro gli esercizi di Stato », approva nonna Befana, «non avrei per conto mio, accondisceso di certo a una imprudenza simile. Ma come mettersi in urto con gli economisti? Basterebbe, del resto, che i Grandi Magazzini accettassero di fornirci la merce di sottomano, senza tanta pub blicità, velando di tela le loro vetrine quindici giorni prima delle feste e permettendoci di grattare con 'unghia la loro marca di fabbrica sugli articoli, per poter dire di aver rimediato all'inconveniente ». « Ciavevo pensato da me, ma hanno mi nacciato di intentarmi un processo per millantato credito e usurpazione di brevetti, oltre che di vendermi gli articoli due volte più cari La vanità dei mercanti non conosce confini. Potranno anche spingersi, bontà loro, fino a sopportare che la merce arrivi ai destinatari per mezzo mio, ma guai a tentar di nascondere che furon loro a fornirmela». «Lamentatevi ordunque dell'incostanza della gioventù I», conclude con indulgenza nonna Befana, e Quei poveri innocenti hanno un bel provarsi a formulare un desiderio preciso: una semplice passeggiata fuori di casa basta per gettare irrimediabilmente lo scompiglio nel loro cervello. Come ostinarsi ad esigere una locomotiva, quando accanto alla locomotiva i loro occhi vedono risplendere dietro un cristallo una intera officina elettrica in miniatura, un apparecchio cinematografico, un fonografo, una scatola di costruzioni metalliche, una centrale telefonica? Come incaponirsi nella richiesta di una bambola, quando ciò significhi1 rebbe rinunciare atla cucina elettri ca o al corredo della piccola fioraja della piccola lattaja, della piccola stiratrice? E chi si deciderà per la panoplia da generale, sapendo che potrebbe scegliere per lo stesso prezzo quella da ferroviere, tanto meno sfruttata, o quelle da tranviere, da falegnnme, da pescatore, da aviato re, da palombaro? Francamente, io non ho cuore di tenere il broncio ai ragazzi per una indecisione della quale li riconosco assai più vittime che non colpevoli. Le feste di fin d'anno, che in altri tempi non arre cavano loro se non una gioia esente di preoccupazioni, sono diventate per essi una specie di ponte dell'asino una introduzione a quell'ingrato momento della vita che contrassegna la scelta di una carriera. I genitori potrebbero scegliere in vece loro: ma per credere a tale possibilità converrebbe ignorare del tutto di quanti scrupoli sia fertile la pe dagogia del secolo, che si farebbe tagliar le mani piuttosto di adoperarle a piegare a destra anziché sinistra le pianta tenerelle. I ragazzi vengono al contrario menati apposta davanti alle vetrine dei Grandi Magazzini, affinchè la scelta di un giocattolo fra tanti serva a illuminare i genitori intorno alle loro recondite inclinazioni e a stabilire «e debbano esser mandati alle tecniche o al ginnasio, a scuola o a bottega Poveri innocenti! Non fu più birba Buridano quando giocò al suo asino il tiro che sapete!». «Il risultato brontola babbo Natale, « è che la gioventù cresco o troppo esigente abulica addirittura, e tutto questo per fare i comodi dei fabbricanti dbalocchi». La geremiade di nonna Befana dol suo canuto compagno fa sorri uui ™ui| dere il buou Dio. «Poveri vecchi Che direbbero se sapessero che Grandi Magazzini sono in procinto di sottoporre il fatato regno dei gio cattoli perfino alla cinica giunsdi-zione della Moda? D'ora innanzi, oltre al pericolo di desiderare troppe cose o di non desiderarne nessuna, i giovani correranno quello, ben altrimenti grave, di desiderare tutti la medesima cosa: un anno tutti l'automobile, un altr'anno tutti il cinematografo, a seconda della opportunità o dei capricci della produzione in serie. Ford, e non Jacopozzi : ecco il vero nemico delle nuove generazioni. Ma chi non sa che il commercio è ormai lui a decidere delle sorti della stirpe d'Adamo? ». Sempre ottimista, ad onta di tutto, il buon Dio si dice che le cose finiranno pure con l'aggiustarsi. L'aeroplano è ormai stipato sino all'orlo della carlinga e la Befana ha dovuto sedersi a cavalcioni della medesima. Per rasserenare il pilota, il padrone di casa gli sussurra nell'orecchio, prima che si annodi le alette del casco sotto la barba bianca: c Se gli affari vanno bene, l'anno venturo ti darò un ajutanto ». « Aspetta cavai, che l'erba cresca! », ribatte rassegnato Natale, afferrando il volante e mettendo in marcia il motore. E buon Dio sospira, guardando macchina allontanarsi scortata da una squadriglia di serafini: « Ecco una coppia di servitori che non sostituirò tanto facilmente il giorno che dovessero dare le dimissioni ». CONCETTO PETTINATO.

Persone citate: Wertheim

Luoghi citati: Marche, Parigi