L'Italia non rinunzia alla parità navale

L'Italia non rinunzia alla parità navale L'Italia non rinunzia alla parità navale La nomina dei delegati alla Conferenza di Londra Rama, 17, notte. Il Governo Italiano ha comunicato al Governo ini/lese i nomi dei propri delegati alla prossima Conferenza navale che si riunirà a Londra il 21 gennaio 1930. La Delegazione italiana risulla costituita come segue: S. E. Dino Grandi Ministro degli Affari Esteri; S. E. l'Ammiraglio Giuseppe Sirianni, Ministro della Marina; S E. Antonio Bordonaro, Ambasciatore a Londra; S. E. Ammiraglio barone Alfredo Aclon, senatore del Regno. I quattro delegati saranno assistiti in qualità di Consigliere tecnico dal Capo di Stato Maggiore della Marina S, E. l'Ammiraglio Burzagli. Faranno . parte delia Delegazione iti qualità di esperti; per il Ministero degli Esteri il Ministro plenipotenziario A. Rosso; il Consigliere di Legazione G. Buti; il primo Segretario di Legazione P. Cingi, Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri. Per il Ministero della Marina ; il Capitano di vascello don Fabrizio Huspoli, il Capitano di vascello V. Pini; u Capitano di vascello conte G. Raineri-Biscia; il Tenente Col, del Genio Navale F. Ttotundi; il Capitano di fregata G. Strazzeri; ed il Capitano commissario A. Borgoni. Le notizie che in questi giorni hanno fatto il giro della stampa francese intorno all'atteggiamento italia-\ no, e, più tendenziosa di tutte, quella concernente una rinunzia da parte nostra al principio della parità sancito a Washington in compenso di qualche presunta concessione sui confini della TripolUania u sullo statuto degli italiani in Tunisia, debbono essere considerate assolutamente arbitrarie e quindi destituite di qualsiasi fondamento. La smentita migliore a tali voci è nel'fatlo che la risposta italiana al memorandum di Briand non è stala ancora consegnata a Parigi; essa è stata preparata dai Ministeri competenti, e ora dovrebbe trovarsi all'esame del Duce. Solo dopo l'approvazione del lesto definitivo da parte del Capo del Governo, il conte Manzoni sarà incaricato di rimetterla al Quai d'Orsay. Ciò avverrà senza dubbio fra qualche giorno; ma per chi conosce l'abitudine di stretto riserbo degli uffici italiani su argomenti di tanta importanza, sa che tutte le indiscrezioni non sono altro che frutto di fantasia. I problemi attualmente in discuszione sono mollo delicati, in quanto investono aspetti tecnici che possono essere facilmente travisati della superficialità dei commentatori. Le conversazioni preparatorie hanno già suscitalo di per sé tante incognite, che la fabbrica di notizie a getto continuo non può produrre altro risultato che confusione e ostilità di ambienti. A questo scopo tendono i colleghi d'oltre Alpe? Ci auguriamo di no. Manovre insidiose Parigi, 17, notte. I giornali parigini danno da due giorni la più grande pubblicità a un preteso dispaccio romano divulgato dalla Morning Post e dal New York Herald, ai sensi del quale l'Italia sarebbe disposta a rinunciare alla parità navale con la Francia in cambio di un patto franco-italiano di cooperazione. Non si capisce a quale fonte abbia potuto essere attinta una notizia di oarattere cosi ambiguo. E' noto che a Palazzo Chigi viene in questo momento elaborata una Nota di risposta all'ultimo memorandum consegnalo da Briand all'ambasciatore Manzoni, durante il colloquio avuto con lui pochi giorni addietro. Ma chi conosce l'estrema riserva applicata nei circoli di Go verno romani ai negoziati diploma- i' \ tici in genere e alle odierne conver- sazioni navali in specie, non potrà'non rendersi conto del carattere estremamente aleatorio rivestito da una notizia, la quale, a prescindere dalla sua maggiore o minore vero- somiglianza, costituirebbe una anti- cipazione per lo meno bizzarra su idee e propositi fino a questo mo- mento logicamente oggetto, a Roma, del segreto più rigoroso. I giornali francesi pretendono ad- dirittura trovarsi di fronte a un ballon d'essai del Governo italiano, e il Journal des Debals, tra. gli altri, scrive: «Sino a più ampie informazioni, questa notizia deve essere accolta con una certa riserva. La Conferenza na-rvale si riunirà a una data prossima Non si vede bene come, in cosi poco!tempo, si potrebbe giungere a fare apiprotjjare dei negoziati politici general che girano avanti per le lunghe da mesi d mesi e che non hanno dato flnr, ad ora nessun risultato. Conviene, dunque, aspettare delle precisazioni per farsi un'opinione a tale riguardo. E" da notare, tuttavia, che il corrisponderne del Nev) York Herald a Roma da un'informazione analoga a quella del suo confratello della Morning Posi Sembra dunque cho si tratti di un ballon d'essai ». Notizia tendenziosa Se non fossimo refrattari a qualsiasi tentazione di malignità, potremmo sentirci tentati di interpretare il dispaccio in questione proprio viceversa, come un ballon d'essai di origine francese, lanciato allo scopo di creare imbarazzi al Governo di Roma, prospettando agli osservatori superficiali come inutile, onerosa e pericolosa l'azione da esso im o e e n o k a a e a e a l i a - ipcgnata per far trionfare a Londra ' il principio che la flotta italiana non deve essere inferiore a nessun'altra flotta continentale europea. Non pretendiamo enunciare qui una supposizione degna, senz'altro, di venire accreditata, ma non possiamo non prendere nota della circostanza suggestiva che il dispaccio sia divulgato proprio dai due organi classici della propaganda francese all'estero: la Morning Post, il foglio conservatore londinese, e il New York Herald, edizioue di Parigi, entrambi notoriamente francofili o, per dir meglio, ligi alle direttive del Quai d'Orsay. Ci sembra per lo meno arrischiato il supporre che se il Governo di Roma avesse voluto far precedere alla esposizione ufficiale diretta del suo pensiero sulle questioni navali e d'altro genere pendenti fra l'Italia e la Francia il lancio di notizie tendenziose — cosa che esula totalmente dai metodi di leale franchezza che la diplomazia di Mussolini ha sempre professato e praticato — esso avrebbe scelto come portavoce prò prio la Morning Post, giornale che divide con la Vossische Zeitung e con qualche altro in Europa il van to di aspirare alla palma dell'ostilità verso il nostro paese. La notizia intorno a cui la stampa francese mena tanto scalpore ù. del resto, soprattutto nei termini in cui viene formulata, difficilmente credibile per se stessa, indipendentemente dal canale attraverso a cui giunge. Molto la Francia potrebbe certamente oggi ottenere dall'Italia, e non solo nel campo navale, se durante ì lunghi e pazienti negoziati svoltisi a Roma, fra Palazzo Chigi e l'ambasciatore De Beaumarchais, Parigi si fosse dimostrata finora meno tetragona a concepire la cooperazione franco-italiana su basi per noi accettabili. Il giorno che tra Francia e Italia esistesse un patto improntato ad un vero e largo senso di equità e di collaborazioni politiche ed economiche, è evidente che la tensione di certi problemi di equilibrio veramente militari ne risulterebbe grandemente attenuata, per non dire eliminata del tutto, e che il fatto nuovo sposterebbe sensibilmente tutto il complesso della reciproca situazione dei due paesi sullo scacchiere internazionale. Ma la scarsa disposizione finora dimostrata dal Gabinetto di Parigi ad entrare nelle vedute che sole potrebbero rendere attuabile un patto del genere e verificabile quel fatto nuovo, non può non fare apparire la mediocre attendibilità dell'ipotesi che l'Italia possa, allo stato attuale delle cose, coltiva re iì proposito di rinunziare alle-sue legittime esigenze poste innanzi, in " ig la primogenitura per un piatto di lenticchie. Ed è precisamente tale considerazione a farci sospettare della vera origine del dispaccio della Morning post, memori del classico dettame: ille fedi cui prodest. Ma siamo in pari tempo troppo sicuri di non avere la menoma intenzione di recitare la parte di Esaù perchè quella considerazione possa turbare la nostra calma. Lasciamo, dunque, hallons d'essai alla loro sorte e aspettiamo tranquillamente che il Governo di Roma faccia giustizia delle voci tendenziose ttipkip in irirn „„ farcii «*£™innJE«ii««i;S2 "" '^"ostacolo nella illuminata materia di disarmo navale, Comprenderemmo a rigore che la-Francia coltivasse nei nostri ri-[dguardi quello di indurci a barattare [ldifesa dei nostri vitali interessi, accontentandoci di occuparci per il momento della eromaca .positiva del giorno. Una nuova riunione di Ministri e di tecnici tenuta al Ministero degli Interni ha continuato gli studi in ordine olio preparazione della Con fprenzn navale. Vi assistettero Tardieu, Briand il Ministro della Marina Levoruog, il Ministro della Guer ra Maginof, il Ministro dell'Aria Laurent Eynae, il Ministro delle Colonie Pielri, l'ammiraglio Vinllette, Capoccii Stato Maggiore della Marina, e Massigli. capo dei servizi francesi della Lega delle Nazioni. Set quesiti La riunione interministeriale è servita fra l'altro a fornire ai Ministri interessati gli elementi per informare le Commissioni degli Esteri e della Marina del Senato che hanno notificato loro ildesiderio di sentirli sui seguenti sei punti: 1) Quali sono le vedute precise che il Governo francese conta presentare e mantenere alla Conferenza di Londra circa il tonnellaggio e le categorie di navi e dei loro contingenti? 2) La Conferenza di Londra, non essendo che preparatoria alla Conferenza del disarmo di Ginevra, il 'ioverno considera che possa essere questione di trattare altre cose, oltre quella di cercare una base razionale' per la limitazione degli armamenti? 3) E' possibile cercare questa base razionale altrove che in dati precisi come: lunghezza rispettiva delle coste da difendersi, lunghezza delle linee di comunicazione" da conservarsi fra tutte le parti metropolitane e coloniali di ogni Nazione, cifra delle popolazioni, eccetera? 4) Fissato il tonnellaggio globale di ogni contraente, è possibile ed equo non lasciare ad ogni nazione la piena e intera libertà di organizzare la propria difesa navale'come iti propria difesa terrestre nel senso Ielle proprie responsabilità, delle proprie risorse e delle proprie qualità? 5) E' da prevedersi che la Conferenza 'di Londra voglia ritornare sull'adesione data dall'ultima Commissione preparatoria di Ginevra fmarzo 1929) alla mozione transazionale della Francia, relativamente all'economia del tonnellaggio globale e per categoria? Quale sarebbe In ttil caso l'atteggiamento del Governo francese? ti) Il Governo francese, prima di recarsi a Londra, farà conoscere a tutte le Potenze i principi direttivi della propria politica di pace e di disarmo? Come il leflore ha bell'e visto, i quesiti sono formulati in modo che basta leggerli per intendere anticipatamente il tenore delle risposte. C. P. Vibrata protesta albanese contro le falsità jugoslave Tirana, 17, notte. Da vario tempo, la* stampa albanese protesta contro il contegno della stampa jugoslava. Il Vullnet, nell'articolo ;!i fondo, ritorna sull'argomento proostando vivamente conno tale campagna inspiegabile ed Ingiusta, inernre l'Albania, appoggiandosi alla sua granile Alleata, attende unicamente allo svolgimento del programma economico stabilito per lo sviluppo ed il consolidamento nazionale. c